Caso maro': Nuova Delhi, polizia Kerala non poteva fermare Enrica Lexie
Marò: martedì corte Kochi esamina intesa
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Pasta italiana al cento per cento in arrivo
Fmi, oltre 430 miliardi di dollari dal G20: "Fondi per tutti i soci contro la crisi"
I serbi non vogliono entrare nella Nato «Nel ’99 ci uccideva»
Caso maro': Nuova Delhi, polizia Kerala non poteva fermare Enrica Lexie
ultimo aggiornamento: 20 aprile, ore 15:33
Nuova Delhi, 20 pr. (Adnkronos) - La polizia dello stato indiano del Kerala non aveva l'autorita' per fermare l'imbarcazione italiana Enrica Lexie ne' per indagare sul caso perche' l'incidente e' avvenuto in acque internazionali. E' questo il parere comunicato dal governo indiano alla Corte Suprema. Lo si legge sul sito di CNN-IBN. (segue)
Marò: martedì corte Kochi esamina intesa
fra famiglie pescatori morti e governo italiano
21 aprile, 08:11
(ANSA) - NEW DELHI, 21 APR - In India un tribunale di conciliazione speciale (Lok Adalat) esaminerà martedì a Kochi l'accordo raggiunto fra il governo italiano e le famiglie dei pescatori morti nell'incidente in cui sono implicati i marò Massimiliano Latorre e Salvatore Girone. Lo scrive la stampa indiana. I legali dei familiari e del governo italiano hanno presentato petizioni all'Alta Corte di Kochi sul raggiungimento dell'accordo e la volontà di chiudere le specifiche controversie che li oppongono.
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Pasta italiana al cento per cento in arrivo
Filadelfo Scamporrino - 20 aprile 2012
Sarà italiana al 100%, dal campo allo scaffale, in quanto il grano è tricolore, gli imprenditori sono italiani, e lo stessi dicasi anche per i luoghi per la produzione e per la vendita. Stiamo in particolare parlando della pasta, che arriverà 100% italiana, lungo tutta la filiera, a seguito di un importante quanto clamoroso accordo tra la Legacoop Agroalimentare, la Coop e la Coldiretti. L’accordo è importante perché gli attori della filiera, in molti casi antagonisti nel passato, hanno raggiunto una sorta di compromesso per la tutela del made in Italy lungo tutte le fasi di produzione di un prodotto chiave come la pasta per i consumi e la dieta degli italiani.
In accordo con quanto messo in risalto dalla Coldiretti con una nota, garantendo la lavorazione, la produzione e la distribuzione della pasta al 100% italiana viene tutelata l’occupazione e si evita che grandi distese di territorio agricolo, specie nel Sud Italia, vengano abbandonate.
Quello siglato da Legacoop Agroalimentare, Coop e Coldiretti è in tutto e per tutto un accordo di co-imprenditorialità, il che significa tra l’altro che all’agricoltore per il grano sarà riconosciuto un prezzo più premiante. Il tutto con l’obiettivo di estendere la collaborazione tra gli attori della filiera non solo alla pasta, ma anche a tanti altri prodotti agro-alimentari made in Italy che possano essere tali al 100% sotto tutti i punti di vista e lungo tutto il percorso che dal campo porta alla tavola. Nell’ambito dell’accordo raggiunto ha esercitato un ruolo chiave l’ente di certificazione indipendente CSQA, così come per il monitoraggio dell’accordo stesso è stato istituito un Comitato di Gestione della Filiera in Coimprenditorialità.
Fmi, oltre 430 miliardi di dollari dal G20: "Fondi per tutti i soci contro la crisi"
Christine Lagarde (Xinhua)
ultimo aggiornamento: 21 aprile, ore 08:20
Washington, 21 apr. - (Adnkronos) - Il Fondo monetario internazionale (Fmi) si è assicurata oltre 430 miliardi di dollari in aggiunta alle sue risorse, grazie all'impegno del gruppo dei 20 paesi avanzati ed emergenti. In una nota i paesi del G20 ha detto che ci sono impegni precisi per aumentare le risorse messe a disposizione del Fmi per oltre 430 miliardi di dollari in aggiunta all'aumento delle quote della riforma del 2010. "Queste risorse saranno disponibili per tutti i soci del Fondo monetario internazionale, e non saranno destinati ad una particolare regione", si legge nella nota.
Gli impegni si sono resi necessari perché la timida ripresa economica mondiale è stata minacciata dalla nuova escalation della crisi della zona euro, e il Fmi ha cercato di costruire più forte "firewall globale" per affrontare la crisi e preservare la stabilità economica mondiale. "E' la dimostrazione della determinazione della comunità internazionale di avere gli strumenti per resistere e difendersi dalla crisi", ha spiegato Christine Lagarde, capo del Fondo monetario internazionale.
"Questo è estremamente importante e necessario. E' una espressione di volontà collettiva", ha aggiunto Lagarde, facendo notare che gli interessi dei creditori devono essere adeguatamente protetti. Con gli oltre 430 miliardi di dollari, la capacità di prestito del Fmi è quasi raddoppiata, ha sottolineato Lagarde, ringraziando i paesi che hanno aumentato il loro contributo. "Questo segnala di forte determinazione della comunità internazionale per assicurare la stabilità finanziaria globale e mettere la ripresa economica mondiale su una base più solida è fondamentale'', aggiunge Lagarde.
I nuovi impegni includono 15 miliardi di dollari provenienti dalla Corea del Sud, Arabia Saudita e la Gran Bretagna. Lagarde ha sottolineato che Cina, Russia, Brasile, India, Indonesia, Malaysia, Thailandia hanno anche indicato il loro interesse ad aumentare il contributo. Altri impegni precedenti per l'ulteriore finanziamento del Fmi comprendono 200 miliardi di dollari dalla zona euro, 60 miliardi di dollari dal Giappone, e circa 10 miliardi di dollari provenienti dalla Svezia, 9,3 miliardi di dollari dalla Norvegia, 7 miliardi di dollari provenienti da Danimarca, 8 miliardi di dollari dalla Polonia, e diversi altri paesi tra cui anche la Svizzera che ha annunciato nuovi contributi.
I serbi non vogliono entrare nella Nato «Nel ’99 ci uccideva»
Resta ancora aperta la ferita dei bombardamenti Tadic non si arrende e punta tutto sull’ingresso nell’Ue
nato
di Mauro Manzin
TRIESTE. Mentre il governo serbo è impegnato a scalare la tortuosa strada che porta il Paese all’allineamento euroatlantico, l’opinione pubblica sembra proprio non pensarla alla stessa maniera. Il 70% dei serbi, infatti, è contrario a una eventuale adesione del loro Paese alla Nato, rispetto al 10% di favorevoli. È quanto è emerso da un sondaggio condotto dall’istituto Ipsos Strategic Marketing Agency per la tv privata B92. La Nato è ancora associata ai bombardamenti condotti nel 1999 contro la Serbia di Slobodan Milosevic nel conflitto armato in Kosovo, e nel centro di Belgrado alcuni edifici completamente sventrati e anneriti dalle bombe testimoniano quotidianamente alla gente i danni e le sofferenze causati dai raid occidentali di 13 anni fa. La Serbia, dunque, non sembra ancora pronta ad affrontare il suo futuro e continua a guardare al passato, sia questo remoto (per giustificare l’idea di Grande Serbia) oppure prossimo (l’offensiva occidentale Nato che ha portato alla proclamazio dell’indipendenza del Kosovo).
Chi invece è sicuro che il futuro della Serbia è certo se il Paese continuerà sulla strada seguita finora, è il presidente uscente Boris Tadi„ impegnato nella campagna elettorale in vista delle elezioni del prossimo 6 maggio. Ogni altro cammino politico proposto in vista delle elezioni, secondo Tadi„, è incerto e rischioso. «Stando a tutte le previsioni, questo è l’ultimo anno della crisi economica mondiale, e la mia squadra è pronta a riprendere il cammino in avanti una volta che la crisi cesserà», ha detto Tadi„ in un’intervista al quotidiano Vecernje Novosti. «La Serbia è cambiata in meglio. Abbiamo ottenuto risultati significativi nella riforma giudiziaria e nella lotta a corruzione e crimine organizzato», ha aggiunto il presidente uscente secondo il quale l’ottenimento dello status di paese candidato alla Ue è senza dubbio il successo più grande degli ultimi quattro anni di legislatura. «Se la Serbia continuerà su questa strada, entrerà certamente nella Ue nel 2020», ha detto.
Tadi„ ha quindi indicato nel Partito radicale serbo (Srs), nel Partito democratico della Serbia (Dss) e nel Partito del progresso serbo (Sns) le tre formazioni, tutte conservatrici, con le quali il suo Partito democratico e il blocco da lui guidato non stringeranno sicuramente alcuna alleanza. «Con tutti gli altri possiamo trattare». Le elezioni legislative, unitamente alle presidenziali, sono in programma in Serbia il 6 maggio. Tadi„ si è ricandidato per le presidenziali dove il principale avversario è il leader dei laburisti Nikoli„.
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