martedì 16 ottobre 2012

(1) XVI.X.MMXII/ “Strategia energetica nazionale”: terroneeee? hai capito che significaaaaa? La Patria padana vuole tutto il petrolio, tutto il gas e fare anche tutti gli hub che gli piace, nel Mezzogiorno. E tu devi stare zitto: e’ ragion di stato. E niente avrai, e’ ragion di stato.===(ASCA) - Roma, 16 ott - ''Oggi viene presentata la strategia energetica nazionale: sono 15 anni, dal 1988, che non si faceva''. Lo afferma il presidente del Consiglio Mario Monti in conferenza stampa al termine del Consiglio dei Ministri.

LA NUOVA SARDEGNA - Economia: I formaggi sardi esclusi dagli acquisti sociali finanziati da Bruxelles con cento milioni
Energia: Monti, oggi parte strategia energetica nazionale
Crisi: Spagna, S&P taglia rating 11 banche
Crisi: Portogallo; manovra lacrime e sangue, monta protesta
Croazia nell’Ue, nuove bordate tedesche

LA NUOVA SARDEGNA - Economia: I formaggi sardi esclusi dagli acquisti sociali finanziati da Bruxelles con cento milioni
16.10.2012
CAGLIARI Il pecorino e le caciotte di Sardegna non sono fra le «derrate alimentari che l’Unione Europea acquisterà e distribuirà alle persone indigenti». Molti altri prodotti italiani sono invece nella lista finanziata da Bruxelles con quasi cento milioni, ma non i formaggi sardi. A dare la notizia di questa sperequazione fra le «derrate alimentari» è stata l’associazione Copagri Sardegna, che adesso chiede alla Regione di «sollecitare l’inserimento non solo del pecorino romano ma anche di caciotte formaggi molli e semicotti prodotti dai caseifici isolani in quell’elenco che sarà presto utilizzato dall’agenzia nazionale Agea, per acquistare le partite di prodotti destinati alle associazioni che contrastano il fenomeno sempre più grave della povertà». Va detto che l’intervento di Agea (che avrà disposizione quasi cento milioni) è considerato da sempre una sorta di volano per il mercato agroalimentare, soprattutto adesso che i consumi sono fermi a causa della crisi. In altre parole, con gli acquisti sociali Agea di fatto interviene sul mercato e permette ai produttori di svuotare i magazzini dall’invenduto. Per questo Copagri chiede alla Regione che «la Sardegna sia inclusa in quest’operazione» e poi aggiunge: «Non si capisce perché la Toscana riesce sempre a ottenere l’acquisto a prezzi fortemente remunerativi di partite considerevoli del suo prodotto principale, il pecorino toscano, mentre la Sardegna è costretta ancora una volta a inseguire». Adesso è compito della Regione trattare col ministero e con Agea per mettere fine alla sperequazione.

Energia: Monti, oggi parte strategia energetica nazionale
16 Ottobre 2012 - 14:01
(ASCA) - Roma, 16 ott - ''Oggi viene presentata la strategia energetica nazionale: sono 15 anni, dal 1988, che non si faceva''. Lo afferma il presidente del Consiglio Mario Monti in conferenza stampa al termine del Consiglio dei Ministri. ''L'Italia - spiega il premier - cerca di darsi una strategia complessiva energetica e siccome si tratta di un argomento di grande importanza per cittadini, imprese e ambiente, su questo il governo ha deciso di avviare una grande consultazione''. Oggi, precisa Monti, ''non e' stata adottata una decisione, ma un disegno strategico che sara' oggetto di consultazioni pubbliche al termine delle quali il governo trarra' delle conclusioni''. Fdv

Crisi: Spagna, S&P taglia rating 11 banche
Decisione dopo calo giudizio su debito sovrano
16 ottobre, 10:04
(ANSAmed) - ROMA, 16 OTT - L'agenzia Standard and Poor's ha tagliato il rating di 11 banche spagnole a seguito dell'abbassamento del giudizio sul debito sovrano di Madrid della scorsa settimana a BBB-, un livello sopra 'la spazzatura'.
L'agenzia in particolare ha ridotto di due livelli il giudizio su Santander che perde il rating A- e viene classificata a BBB con previsioni negative.(ANSAmed).

Crisi: Portogallo; manovra lacrime e sangue, monta protesta
Governo difende salasso fiscale, 'non abbiamo margini manovra'
16 ottobre, 09:50
(ANSAmed) - MADRID, 16 OTT - Parlamento blindato ieri sera a Lisbona, dove la polizia è entrata in azione in forze di fronte alla protesta popolare innescata dal nuovo salasso fiscale previsto dalla finanziaria "lacrime e sangue" presentata ieri per il 2013 dal governo portoghese.
 Giustificata con la necessità di mantenere gli impegni con l'Ue di fronte alla pesantissima crisi che investe il Paese, la manovra è stata difesa a spada tratta dal primo ministro, Pedro Passos Coelho, che si è detto deciso ad andare avanti sulla strada dell'austerità anche a costo di far pagare un prezzo al suo partito (sconfitto giusto l'altro ieri nelle elezioni regionali delle Isole Azzorre dall'opposizione socialista).
 La finanziaria 2013 rischia tuttavia di scatenare una nuova ondata di proteste di piazza fin nel cuore della capitale. Si tratta d'altronde della manovra più restrittiva della storia democratica del Portogallo, fondata all'80% sull'imposizione fiscale.
 Tre dei cinque miliardi di euro previsti dovranno essere infatti incamerati attraverso aumenti di imposte dirette sui contribuenti, a quanto stima il quotidiano Negocios. Il provvedimento include inoltre un taglio sulle pensioni, una tassa sulle transazioni finanziarie, una falcidie su esenzioni e sussidi e un aumento delle imposte sulla casa: per centrare gli obiettivi di stabilizzazione del rapporto deficit/Pil imposti dalla troika pur in presenza d'una profonda recessione.
 Il premier conservatore Pedro Passos Coelho, che nelle scorse settimane, sull'onda di una prima mobilitazione delle piazze, era stato costretto a ritirare una ricetta a colpi di riduzione degli stipendi, ha affermato che questa volta non ci potranno essere passi indietro sul fronte di tagli e risparmi. Mentre il ministro delle Finanze, Vito Gaspar ha avvertito il parlamento che il testo presentato ieri non può essere modificata nei punti fondamentali, pena la perdita da parte del Portogallo di tutta la credibilità finora recuperata.
 "Il nostro margine di manovra è inesistente", ha rimarcato Gaspar, citato dall'agenzia Lusa, facendo riferimento agli impegni assunti di recente con la troika in cambio della 'ciambella di salvataggio' da 78 miliardi ottenuta dal Portogallo. Spiegazioni che in ogni modo non sembrano poter spegnere l'ira dei manifestanti. E che del resto anche alcuni economisti respingono, giudicando "suicida" per il Paese una strategia che porta il carico fiscale complessivo - imposte indirette e contributi previdenziali inclusi - a un nuovo record: oltre la soglia del 36% del Pil.(ANSAmed).

Croazia nell’Ue, nuove bordate tedesche
Influente eurodeputata Cdu: «Berlino è molto vigile. Zagabria acceleri le riforme». Westerwelle: «Niente sconti»
di Stefano Giantin
BELGRADO. Altro che “Danke Deutschland”, indimenticabile canzone da hit parade, dedicata alla Germania dopo l’immediato riconoscimento da parte di Berlino dell’indipendenza croata. A Zagabria, anche se nessun cantautore ci ha ancora pensato, molto più calzante in questi giorni potrebbe essere una melodia basata sul ritornello “Wir bitten um Geduld”. Per favore, Berlino, abbi pazienza.
Pazienza, perché gli attacchi iniziati nel week-end con le affermazioni del presidente del Bundestag, Norbert Lammert, non accennano a diminuire d’intensità. Lammert aveva dichiarato al “Welt am Sonntag” che la Croazia «non è ancora matura» per l’ammissione nell’Ue. Se qualcuno avesse avuto dubbi sulle critiche dell’alto esponente della Cdu, ci ha pensato ieri la compagna di partito di Lammert, Doris Pack, a dissiparli. Pack, influente esponente della Cdu ed europarlamentare, che ha confermato ieri al quotidiano “Jutarnji List” le inedite perplessità tedesche verso l’entrata di Zagabria nel “club Ue”. Il messaggio lanciato da Lammert «è chiaro e non dovrebbe sorprendere il governo croato». «Dovete lavorare duramente per soddisfare le condizioni» indicate dalla Commissione europea nell’ultimo rapporto sui progressi di Zagabria verso la piena integrazione, ha aggiunto. Un rapporto, reso pubblico la settimana scorsa, caratterizzato da molte luci e qualche ombra. La Croazia, da una parte, «continua a soddisfare i criteri politici» stabiliti da Bruxelles, come la «lotta alla corruzione» e il «trattamento imparziale dei processi per crimini di guerra». Dall’altra, deve adoperarsi con forza su «dieci compiti» rimasti parzialmente non svolti. Che comprendono, tra gli altri, «la privatizzazione dei cantieri navali», il «disbrigo delle cause arretrate» nei tribunali, la prevenzione dei conflitti d’interesse. Ma ancora di più rimane da fare nel campo economico, con «necessarie urgenti riforme strutturali» che portino a maggiore stabilità economico-finanziaria. Tanto dunque, sulla “to-do list” dei prossimi mesi, da portare Pack ad affermare che «non rimane tempo da perdere». Che «l’esecutivo deve occuparsi seriamente» delle riforme, per tranquillizzare il governo e il popolo tedesco, «molto vigile sull’allargamento» dell’Ue. All’erta soprattutto «dopo le esperienze con Bulgaria e Romania», ha precisato Pack.
A Pack ha fatto eco il ministro degli Esteri tedesco, Guido Westerwelle, che ha assicurato, ribadendo la posizione già espressa dal governo tedesco sabato, che Berlino «vuole la Croazia nell’Ue». Ma «non saranno fatti sconti» sull’osservanza di tutti i criteri stabiliti. Sul fronte croato, da segnalare le parole del presidente Ivo Josipovic. Il Paese «entrerà sicuramente nell’Ue il primo luglio 2013, se continuerà a procedere come prescritto dal rapporto di monitoraggio della Commissione».



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