Energia: Monti, oggi parte strategia energetica
nazionale
Crisi: Spagna, S&P taglia rating 11 banche
Crisi: Portogallo; manovra lacrime e sangue,
monta protesta
Croazia nell’Ue, nuove bordate tedesche
LA NUOVA SARDEGNA - Economia: I formaggi sardi
esclusi dagli acquisti sociali finanziati da Bruxelles con cento milioni
16.10.2012
CAGLIARI Il pecorino
e le caciotte di Sardegna non sono fra le «derrate alimentari che l’Unione
Europea acquisterà e distribuirà alle persone indigenti». Molti altri prodotti
italiani sono invece nella lista finanziata da Bruxelles con quasi cento
milioni, ma non i formaggi sardi. A dare la notizia di questa sperequazione fra
le «derrate alimentari» è stata l’associazione Copagri Sardegna, che adesso
chiede alla Regione di «sollecitare l’inserimento non solo del pecorino romano
ma anche di caciotte formaggi molli e semicotti prodotti dai caseifici isolani
in quell’elenco che sarà presto utilizzato dall’agenzia nazionale Agea, per
acquistare le partite di prodotti destinati alle associazioni che contrastano
il fenomeno sempre più grave della povertà». Va detto che l’intervento di Agea
(che avrà disposizione quasi cento milioni) è considerato da sempre una sorta
di volano per il mercato agroalimentare, soprattutto adesso che i consumi sono
fermi a causa della crisi. In altre parole, con gli acquisti sociali Agea di
fatto interviene sul mercato e permette ai produttori di svuotare i magazzini
dall’invenduto. Per questo Copagri chiede alla Regione che «la Sardegna sia
inclusa in quest’operazione» e poi aggiunge: «Non si capisce perché la Toscana
riesce sempre a ottenere l’acquisto a prezzi fortemente remunerativi di partite
considerevoli del suo prodotto principale, il pecorino toscano, mentre la
Sardegna è costretta ancora una volta a inseguire». Adesso è compito della
Regione trattare col ministero e con Agea per mettere fine alla sperequazione.
Energia: Monti, oggi parte strategia energetica
nazionale
16 Ottobre 2012 -
14:01
(ASCA) - Roma, 16
ott - ''Oggi viene presentata la strategia energetica nazionale: sono 15 anni,
dal 1988, che non si faceva''. Lo afferma il presidente del Consiglio Mario
Monti in conferenza stampa al termine del Consiglio dei Ministri. ''L'Italia -
spiega il premier - cerca di darsi una strategia complessiva energetica e
siccome si tratta di un argomento di grande importanza per cittadini, imprese e
ambiente, su questo il governo ha deciso di avviare una grande consultazione''.
Oggi, precisa Monti, ''non e' stata adottata una decisione, ma un disegno
strategico che sara' oggetto di consultazioni pubbliche al termine delle quali
il governo trarra' delle conclusioni''. Fdv
Crisi: Spagna, S&P taglia rating 11 banche
Decisione dopo calo
giudizio su debito sovrano
16 ottobre, 10:04
(ANSAmed) - ROMA, 16
OTT - L'agenzia Standard and Poor's ha tagliato il rating di 11 banche spagnole
a seguito dell'abbassamento del giudizio sul debito sovrano di Madrid della
scorsa settimana a BBB-, un livello sopra 'la spazzatura'.
L'agenzia in particolare
ha ridotto di due livelli il giudizio su Santander che perde il rating A- e
viene classificata a BBB con previsioni negative.(ANSAmed).
Crisi: Portogallo; manovra lacrime e sangue,
monta protesta
Governo difende
salasso fiscale, 'non abbiamo margini manovra'
16 ottobre, 09:50
(ANSAmed) - MADRID,
16 OTT - Parlamento blindato ieri sera a Lisbona, dove la polizia è entrata in
azione in forze di fronte alla protesta popolare innescata dal nuovo salasso
fiscale previsto dalla finanziaria "lacrime e sangue" presentata ieri
per il 2013 dal governo portoghese.
Giustificata con la necessità di mantenere gli
impegni con l'Ue di fronte alla pesantissima crisi che investe il Paese, la
manovra è stata difesa a spada tratta dal primo ministro, Pedro Passos Coelho,
che si è detto deciso ad andare avanti sulla strada dell'austerità anche a
costo di far pagare un prezzo al suo partito (sconfitto giusto l'altro ieri
nelle elezioni regionali delle Isole Azzorre dall'opposizione socialista).
La finanziaria 2013 rischia tuttavia di
scatenare una nuova ondata di proteste di piazza fin nel cuore della capitale.
Si tratta d'altronde della manovra più restrittiva della storia democratica del
Portogallo, fondata all'80% sull'imposizione fiscale.
Tre dei cinque miliardi di euro previsti
dovranno essere infatti incamerati attraverso aumenti di imposte dirette sui
contribuenti, a quanto stima il quotidiano Negocios. Il provvedimento include
inoltre un taglio sulle pensioni, una tassa sulle transazioni finanziarie, una
falcidie su esenzioni e sussidi e un aumento delle imposte sulla casa: per
centrare gli obiettivi di stabilizzazione del rapporto deficit/Pil imposti
dalla troika pur in presenza d'una profonda recessione.
Il premier conservatore Pedro Passos Coelho,
che nelle scorse settimane, sull'onda di una prima mobilitazione delle piazze,
era stato costretto a ritirare una ricetta a colpi di riduzione degli stipendi,
ha affermato che questa volta non ci potranno essere passi indietro sul fronte
di tagli e risparmi. Mentre il ministro delle Finanze, Vito Gaspar ha avvertito
il parlamento che il testo presentato ieri non può essere modificata nei punti
fondamentali, pena la perdita da parte del Portogallo di tutta la credibilità
finora recuperata.
"Il nostro margine di manovra è
inesistente", ha rimarcato Gaspar, citato dall'agenzia Lusa, facendo
riferimento agli impegni assunti di recente con la troika in cambio della
'ciambella di salvataggio' da 78 miliardi ottenuta dal Portogallo. Spiegazioni
che in ogni modo non sembrano poter spegnere l'ira dei manifestanti. E che del
resto anche alcuni economisti respingono, giudicando "suicida" per il
Paese una strategia che porta il carico fiscale complessivo - imposte indirette
e contributi previdenziali inclusi - a un nuovo record: oltre la soglia del 36%
del Pil.(ANSAmed).
Croazia nell’Ue, nuove bordate tedesche
Influente
eurodeputata Cdu: «Berlino è molto vigile. Zagabria acceleri le riforme».
Westerwelle: «Niente sconti»
di Stefano Giantin
BELGRADO. Altro che
“Danke Deutschland”, indimenticabile canzone da hit parade, dedicata alla
Germania dopo l’immediato riconoscimento da parte di Berlino dell’indipendenza
croata. A Zagabria, anche se nessun cantautore ci ha ancora pensato, molto più
calzante in questi giorni potrebbe essere una melodia basata sul ritornello
“Wir bitten um Geduld”. Per favore, Berlino, abbi pazienza.
Pazienza, perché gli
attacchi iniziati nel week-end con le affermazioni del presidente del
Bundestag, Norbert Lammert, non accennano a diminuire d’intensità. Lammert
aveva dichiarato al “Welt am Sonntag” che la Croazia «non è ancora matura» per
l’ammissione nell’Ue. Se qualcuno avesse avuto dubbi sulle critiche dell’alto
esponente della Cdu, ci ha pensato ieri la compagna di partito di Lammert,
Doris Pack, a dissiparli. Pack, influente esponente della Cdu ed
europarlamentare, che ha confermato ieri al quotidiano “Jutarnji List” le
inedite perplessità tedesche verso l’entrata di Zagabria nel “club Ue”. Il
messaggio lanciato da Lammert «è chiaro e non dovrebbe sorprendere il governo
croato». «Dovete lavorare duramente per soddisfare le condizioni» indicate
dalla Commissione europea nell’ultimo rapporto sui progressi di Zagabria verso
la piena integrazione, ha aggiunto. Un rapporto, reso pubblico la settimana
scorsa, caratterizzato da molte luci e qualche ombra. La Croazia, da una parte,
«continua a soddisfare i criteri politici» stabiliti da Bruxelles, come la
«lotta alla corruzione» e il «trattamento imparziale dei processi per crimini
di guerra». Dall’altra, deve adoperarsi con forza su «dieci compiti» rimasti
parzialmente non svolti. Che comprendono, tra gli altri, «la privatizzazione
dei cantieri navali», il «disbrigo delle cause arretrate» nei tribunali, la
prevenzione dei conflitti d’interesse. Ma ancora di più rimane da fare nel
campo economico, con «necessarie urgenti riforme strutturali» che portino a
maggiore stabilità economico-finanziaria. Tanto dunque, sulla “to-do list” dei
prossimi mesi, da portare Pack ad affermare che «non rimane tempo da perdere».
Che «l’esecutivo deve occuparsi seriamente» delle riforme, per tranquillizzare
il governo e il popolo tedesco, «molto vigile sull’allargamento» dell’Ue.
All’erta soprattutto «dopo le esperienze con Bulgaria e Romania», ha precisato
Pack.
A Pack ha fatto eco
il ministro degli Esteri tedesco, Guido Westerwelle, che ha assicurato,
ribadendo la posizione già espressa dal governo tedesco sabato, che Berlino
«vuole la Croazia nell’Ue». Ma «non saranno fatti sconti» sull’osservanza di
tutti i criteri stabiliti. Sul fronte croato, da segnalare le parole del
presidente Ivo Josipovic. Il Paese «entrerà sicuramente nell’Ue il primo luglio
2013, se continuerà a procedere come prescritto dal rapporto di monitoraggio
della Commissione».
http://ilpiccolo.gelocal.it/cronaca/2012/10/16/news/croazia-nell-ue-nuove-bordate-tedesche-1.5866380
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