Energia/Sen: revisione limiti trivellazioni e
15 mld in nuova produzione
Fincantieri: Fim Cisl, basta con gli attacchi
alle imprese nazionali
Bankitalia: ''Nel 2013 Pil ancora in calo ma
l'Italia uscirà dalla recessione''
Inflazione stabile in eurozona, in Italia al
3,4%
Italia al primo posto nei finanziamenti europei
a gestione diretta
Energia/Sen: revisione limiti trivellazioni e
15 mld in nuova produzione
16 Ottobre 2012 -
15:51
(ASCA) - Roma, 16 ott - Nella Strategia
energetica nazionale esaminata dal Consiglio dei Ministri viene confermata
l'intenzione di rivedere i limiti di tutela alle trivellazioni offshore e la
stima di 15 miliardi di investimenti attivabili in nuova produzione di idrocarburi
in Italia entro il 2020.
Nel documento di consultazione della SEN,
pubblicato dal Ministero dello Sviluppo Economico, viene definito l'obiettivo
di sviluppare l'attuale produzione nazionale di circa 24 milioni di barili di
olio equivalente l'anno di gas e 57 di olio portando da circa il 7% a circa il
14% il contributo della produzione di idrocarburi italiana al fabbisogno
energetico nazionale.
''Questo - secondo il Mise - consentira' di
mobilitare investimenti per circa 15 miliardi di euro, 25.000 nuovi posti di
lavoro, ed un risparmio sulla fattura energetica di circa 5 miliardi di euro
l'anno''.
In quest'ottica verra' introdotto il ''titolo
abilitativo unico per esplorazione e produzione'' che semplifichera' l'iter
autorizzativo per le nuove estrazioni ''prevedendo un termine ultimo per
l'espressione di intese e pareri da parte degli enti locali''.
Per quanto riguarda le trivellazioni in mare,
la strategia conferma l'intenzione di ''rimodulare i limiti di tutela
offshore'' fissati nel 2010 dopo il disastro della piattaforma Deepwater
Horizon nel Golfo del Messico e che, secondo le rilevazioni del governo, hanno
causato la cancellazione di progetti per 3,5 miliardi di euro.
Limiti, si legge nel documento, ''di
particolare rilevanza per la produzione di gas naturale'' che saranno comunque
rivisti ''conservando margini di sicurezza uguali o superiori a quelli degli
altri Paesi UE''.
L'Italia, ricorda il Mise, ''ha a disposizione
significative riserve di gas e petrolio, le piu' importanti in Europa dopo i
paesi nordici. In questo contesto e' doveroso fare leva anche su queste
risorse, dati i benefici anche in termini occupazionali e di crescita
economica''. Si stimano risorse disponibili per almeno 700 Mtep, equivalenti a
50 anni della produzione nazionale attuale.
Nella Sen vengono identificate in particolare
5 zone in Italia che offrono ''un elevato potenziale di sviluppo''. Si tratta
della Val Padana, dell'area dell'Alto Adriatico, dell'Abruzzo, della Basilicata
e del Canale di Sicilia.
fgl/
Fincantieri: Fim Cisl, basta con gli attacchi
alle imprese nazionali
16 Ottobre 2012 -
18:14
(ASCA) - Roma, 16 ott - ''La Fincantieri e'
leader mondiale della cantieristica navale senza aiuti pubblici I continui
attacchi all'impresa nazionale sono un danno per i lavoratori e il Paese''. Lo
dichiara in una nota il segretario generale della Fim Cisl, Giuseppe Farina.
''Senza nulla togliere alla liberta' e alla
professionalita' dei media, -sottolinea Farina - la maniera autolesionistica e
approssimativa con cui vengono rappresentate importanti vicende industriali del
nostro Paese ci lascia esterrefatti e preoccupati. Dopo le vicende legate alle
due piu' grandi aziende industriali del Paese: Fiat e Ilva, che hanno subito e
continuano a subire un'informazione distorta e strattonata da approssimazioni e
contrapposizioni ideologiche e politiche, oggi tocca alla Fincantieri''.
Fincantieri, spiega il leader sindacale, e'
''una delle piu' importanti aziende del Paese leader nel mondo nelle
costruzioni navali, e' oggetto di una attenzione forviante e negativa. Durante
la trasmissione Report di domenica 14 ottobre, veniva accreditata in maniera
allusiva la tesi secondo cui, Fincantieri sarebbe un'azienda decotta, fuori
mercato e assistita dall' intervento pubblico. Questo solo perche' la
Fincantieri, come tutte le altre aziende italiane e' sostenuta nelle sue
attivita' di export dall'intervento in tandem della Cassa Depositi e Prestiti e
la Sace (Sezione speciale per l'Assicurazione del Credito all'esportazione)
dimenticando che: la Fincantieri e' un'azienda leader mondiale grazie
dall'impegno e alla professionalita' dei suoi lavoratori e della capacita'
d'innovazione e qualita' dei suoi prodotti che l'hanno resa leader mondiale nel
settore della crocieristica navale. Gli aiuti pubblici in tutto cio' non hanno
avuto, ne potevano avere, perche' vietati dalle regole comunitarie, alcuna
influenza. Il sistema export-banca e' bene ricordarlo e' stato deciso nel 2010
dal Governo italiano per sostenere l'export industriale del nostro Paese, con
modalita' analoghe a quelle di tutti gli altri paesi concorrenti europei;
mentre nel resto del mondo, la concorrenza si muove in un regime di sostegno
che i governi mettono nel settore, praticamente illimitato''.
In un momento di cosi' difficile di crisi del
mercato interno, conclude Farina, ''l'industria italiana dalla Fincantieri alla
Fiat e gran parte della media impresa italiana, vive praticamente solo di
esportazioni e il sostegno del sistema bancario assicurativo pubblico o privato
nazionale e' decisivo per sostenere investimenti e preservare le quote di
mercato all'estero, grazie alle quali e' possibile preservare anche il lavoro
in Italia. Fare apparire questo, come sostegno pubblico ad un'azienda fuori
mercato, e' in primo luogo offensivo per il lavoratori della Fincantieri oltre
che un danno per tutta l'industria nazionale''.
com-fch/mau/ss
Bankitalia: ''Nel 2013 Pil ancora in calo ma
l'Italia uscirà dalla recessione''
La Banca d'Italia
(Adnkronos)
ultimo
aggiornamento: 16 ottobre, ore 16:58
Roma, 16 ott.
(Adnkronos) - Le previsioni del governo e dei principali analisti, "pur
prefigurando per l'Italia una crescita negativa nella media del 2013, restano
coerenti con un'uscita dalla recessione nel corso del prossimo anno". E'
quanto rileva Bankitalia nel Bollettino economico trimestrale.
"Sulla base
degli indicatori disponibili - si legge nel Bollettino -, nel terzo trimestre
il prodotto si sarebbe nuovamente ridotto, ma con un'intensità inferiore
rispetto alla prima metà dell'anno". "A un più rapido ritorno alla
crescita - evidenzia Bankitalia - può contribuire un miglioramento delle
condizioni del credito e del clima di fiducia".
Per Palazzo Koch
inoltre è "cruciale procedere con decisione e tempestività nell'attuazione
delle misure già adottate". "Nell'ambito dell'ampio processo di
riforma in corso, volto a riportare l'Italia su un sentiero di crescita sostenuta,
nelle ultime settimane - ricorda - sono stati adottati ulteriori provvedimenti,
che mirano a rendere più efficiente la Pubblica amministrazione e a favorire lo
sviluppo di imprese innovative''.
Riguardo ai conti
pubblici, nel Bollettino si legge che: "I dati disponibili sugli andamenti
in corso d'anno segnalano la necessità di un costante e attento monitoraggio
dei conti nei prossimi mesi".
E continua a
indebolirsi il reddito disponibile delle
famiglie italiane. Nel secondo trimestre dell'anno è nuovamente sceso in
termini reali, segnando nella media della prima metà dell'anno una contrazione
del 3,9 per cento rispetto allo stesso periodo del 2011.
I consumi delle
famiglie risentono, sottolinea Bankitalia, della protratta perdita di potere d'acquisto
e dei bassi livelli raggiunti dal clima di fiducia, che nei mesi estivi si è
stabilizzato sui minimi storici.
Nel secondo
trimestre del 2012 la spesa delle famiglie è scesa dell'1,0 per cento sul
periodo precedente, registrando il quinto calo consecutivo. I consumi per
servizi sono nuovamente diminuiti, dello 0,4 per cento. La flessione degli
acquisti di beni semidurevoli si è accentuata, a fronte di un'attenuazione per
quelli non durevoli; i consumi di beni durevoli, in netta contrazione dalla
primavera dello scorso anno, hanno invece mostrato un recupero (0,8 per cento).
A continuare a
pesare sulla domanda delle famiglie continua è, evidenzia Palazzo Koch,
l'indebolimento del reddito disponibile. La propensione al risparmio delle
famiglie è ancora diminuita, collocandosi poco sopra l'8 per cento; vi avrebbe
contribuito anche l'obiettivo delle famiglie di ridurre solo gradualmente la
spesa per consumi.
Riguardo al lavoro,
le informazioni più recenti e le inchieste qualitative presso le imprese
prefigurano "un quadro occupazionale ancora sfavorevole", rileva il
Bollettino. Gli economisti di Via Nazionale evidenziano che "l'occupazione
si è mantenuta pressoché stabile nel secondo trimestre, ma l'aumento
dell'offerta di lavoro - concentrato tra i giovani, le donne e nelle regioni
meridionali - ha sospinto il tasso di disoccupazione sopra il 10 per cento".
Le retribuzioni lorde, inoltre, "si sono ridotte in termini reali".
Riguardo alla
situazione internazionale, Palazzo Koch scrive: "L'attività economica
mondiale e il commercio internazionale, in rallentamento nel secondo trimestre,
hanno perso ancora vigore nel corso dell'estate". La Banca d'Italia
sottolinea come "le pressioni sui prezzi al consumo dovute ai rincari
delle materie prime sono state nel complesso contenute".
Quanto alle
previsioni di crescita, "riviste al ribasso, continuano a risentire
dell'incertezza sugli sviluppi nell'area dell'euro e sulla politica di bilancio
statunitense", evidenzia Bankitalia.
Nel Bollettino si
ricordano le recenti stime del Fondo monetario internazionale che vedono il Pil
mondiale in aumento del 3,3 per cento quest'anno e del 3,6 il prossimo (3,8 nel
2011). Un rallentamento - ricorda Bankitalia - "in larga parte
all'indebolimento dell'attività economica nell'area dell'euro e nei paesi
emergenti" con un andamento "fortemente eterogeneo".
Le prospettive
dell'economia mondiale sono soggette a rischi elevati, fra cui Bankitalia
segnala la "politica di bilancio fortemente restrittiva che si
determinerebbe all'inizio del 2013 negli Stati Uniti per il venir meno di
numerosi sgravi fiscali e per l'entrata in vigore dei tagli alla spesa pubblica
concordati nell'agosto del 2011. Ulteriori rischi al ribasso derivano dalla
possibilità di forti rincari del greggio a seguito dell'acuirsi delle tensioni
in Medio Oriente".
Inflazione stabile in eurozona, in Italia al
3,4%
Rivista a ribasso
stima flash, in Ue resta a 2,7%
16 ottobre, 15:17
BRUXELLES - A
settembre l'inflazione nell'eurozona e' rimasta stabile al 2,6% come in agosto.
Lo rende noto Eurostat, che ha rivisto al ribasso la stima flash di settembre
(2,7%). Un anno fa il tasso era al 3%. Stabile anche l'inflazione nell'Ue a 27
paesi, al 2,7% come ad agosto, mentre un anno fa era al 3,3%.
In Italia, invece,
il tasso e' aumentato confermandosi superiore alla media dell'eurozona,
passando dal 3,3% di agosto al 3,4% di settembre. Un anno prima era al 2,5%. A
settembre, i tassi d'inflazione piu' elevati sono stati registrati in Ungheria
(6,4%), Romania (5,4%) ed Estonia (4,1%), mentre i piu' bassi in Grecia (0,3%),
Svezia (1,0%) e Lettonia (1,9%).
In Germania
l'aumento dei prezzi e' stato del 2,1%, in Francia del 2,2% in Olanda del 2,5%,
in Finlandia del 3,4% come in Italia e in Spagna del 3,5%. A pesare di piu' al
rialzo, secondo Eurostat, i prezzi di trasporti (4,8%), settore abitativo
(4,1%), alcol e tabacchi (4,0%). Le principali componenti al ribasso, invece,
sono state le telecomunicazioni (-3,3%), istruzione (0,5%), elettrodomestici e
tempo libero e cultura (entrambi 1,1%).
Italia al primo posto nei finanziamenti europei
a gestione diretta
Lo rivela uno studio
della Camera di Commercio Belgo-Italiana. Il 70% dei finanziamenti finisce al
nord, uno su cinque nel milanese.
12 Ottobre 2012
Si sfata in parte un
mito riguardante il nostro paese: quello che dice che non sfruttiamo quanto
potremmo i finanziamenti europei.
L'Italia, infatti, è
al primo posto per numero di enti e imprese che beneficiano di finanziamenti
europei a gestione diretta, cioè erogati direttamente dalla Commissione europea
sotto forma di appalti e progetti.
Emerge da uno studio
della Camera di Commercio Belgo-Italiana che verrà presentato in occasione
della XXI Convention mondiale delle Camere di Commercio Italiane all'Estero,
che si terrà a Perugia dal 13 al 17 ottobre.
I dati
Le imprese e gli
enti italiani che nel 2011 hanno ricevuto un finanziamento direttamente da
Bruxelles sono stati quasi 7.000, superando di gran lunga Francia (5.200),
Germania (4.800) e Regno Unito (4.600).
Sono dati ufficiali, eleborati sulla
documentazione della Commissione europea, mediante l'accesso al sistema di
trasparenza finanziaria.
Per il Segretario
generale della Camera di Commercio Belgo-Italiana, Matteo Lazzarini, come
riporta una nota ufficiale, «cade il mito che gli italiani non sanno utilizzare
i fondi europei». Ma bisogna distinguere, osserva: «i fondi gestiti a livello
locale da quelli erogati direttamente dalla Commissione europea. Se è vero che
le Regioni usano poco e male i fondi che l'Unione europea mette loro a
disposizione, il sistema italiano fatto da imprese, università e associazioni
ha raggiunto invece un livello di eccellenza negli appalti e nei progetti
europei».
Guida Milano
Circa il 70% delle
imprese italiane che si sono aggiudicate un finanziamento europeo nel 2011
proviene dal Nord Italia, il 22% del Centro e l'8% del Sud.
Milano è la città
guida: un'impresa italiana su cinque che lavora con finanziamenti europei ha
sede nella provincia.
A livello di entità
dei finanziamenti, sottolinea Marta Bronzo, responsabile dell'Ufficio Europa
della Camera di Commercio Belgo-Italiana, le imprese tedesche hanno ricevuto in
media più di un milione di euro, contro i 516.000 delle imprese italiane.
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