martedì 16 ottobre 2012

(2) XVI.X.MMXII/ Il centralismo sabaudo ricorda “Vesna va veloce” (film, 1996, regia di Carlo Mazzacurati)===Nella Strategia energetica nazionale esaminata dal Consiglio dei Ministri viene confermata l'intenzione di rivedere i limiti di tutela alle trivellazioni offshore e la stima di 15 miliardi di investimenti attivabili in nuova produzione di idrocarburi in Italia entro il 2020.---Fincantieri: i “suoi sindacalisti” mi stanno sullo stomaco.---Banca d’Italia spara cazzate: “Le previsioni del governo e dei principali analisti, "pur prefigurando per l'Italia una crescita negativa nella media del 2013, restano coerenti con un'uscita dalla recessione nel corso del prossimo anno". E' quanto rileva Bankitalia nel Bollettino economico trimestrale”.


Energia/Sen: revisione limiti trivellazioni e 15 mld in nuova produzione
Fincantieri: Fim Cisl, basta con gli attacchi alle imprese nazionali
Bankitalia: ''Nel 2013 Pil ancora in calo ma l'Italia uscirà dalla recessione''
Inflazione stabile in eurozona, in Italia al 3,4%
Italia al primo posto nei finanziamenti europei a gestione diretta

Energia/Sen: revisione limiti trivellazioni e 15 mld in nuova produzione
16 Ottobre 2012 - 15:51
 (ASCA) - Roma, 16 ott - Nella Strategia energetica nazionale esaminata dal Consiglio dei Ministri viene confermata l'intenzione di rivedere i limiti di tutela alle trivellazioni offshore e la stima di 15 miliardi di investimenti attivabili in nuova produzione di idrocarburi in Italia entro il 2020.
 Nel documento di consultazione della SEN, pubblicato dal Ministero dello Sviluppo Economico, viene definito l'obiettivo di sviluppare l'attuale produzione nazionale di circa 24 milioni di barili di olio equivalente l'anno di gas e 57 di olio portando da circa il 7% a circa il 14% il contributo della produzione di idrocarburi italiana al fabbisogno energetico nazionale.
 ''Questo - secondo il Mise - consentira' di mobilitare investimenti per circa 15 miliardi di euro, 25.000 nuovi posti di lavoro, ed un risparmio sulla fattura energetica di circa 5 miliardi di euro l'anno''.
 In quest'ottica verra' introdotto il ''titolo abilitativo unico per esplorazione e produzione'' che semplifichera' l'iter autorizzativo per le nuove estrazioni ''prevedendo un termine ultimo per l'espressione di intese e pareri da parte degli enti locali''.
 Per quanto riguarda le trivellazioni in mare, la strategia conferma l'intenzione di ''rimodulare i limiti di tutela offshore'' fissati nel 2010 dopo il disastro della piattaforma Deepwater Horizon nel Golfo del Messico e che, secondo le rilevazioni del governo, hanno causato la cancellazione di progetti per 3,5 miliardi di euro.
 Limiti, si legge nel documento, ''di particolare rilevanza per la produzione di gas naturale'' che saranno comunque rivisti ''conservando margini di sicurezza uguali o superiori a quelli degli altri Paesi UE''.
 L'Italia, ricorda il Mise, ''ha a disposizione significative riserve di gas e petrolio, le piu' importanti in Europa dopo i paesi nordici. In questo contesto e' doveroso fare leva anche su queste risorse, dati i benefici anche in termini occupazionali e di crescita economica''. Si stimano risorse disponibili per almeno 700 Mtep, equivalenti a 50 anni della produzione nazionale attuale.
 Nella Sen vengono identificate in particolare 5 zone in Italia che offrono ''un elevato potenziale di sviluppo''. Si tratta della Val Padana, dell'area dell'Alto Adriatico, dell'Abruzzo, della Basilicata e del Canale di Sicilia.
fgl/

Fincantieri: Fim Cisl, basta con gli attacchi alle imprese nazionali
16 Ottobre 2012 - 18:14
 (ASCA) - Roma, 16 ott - ''La Fincantieri e' leader mondiale della cantieristica navale senza aiuti pubblici I continui attacchi all'impresa nazionale sono un danno per i lavoratori e il Paese''. Lo dichiara in una nota il segretario generale della Fim Cisl, Giuseppe Farina.
 ''Senza nulla togliere alla liberta' e alla professionalita' dei media, -sottolinea Farina - la maniera autolesionistica e approssimativa con cui vengono rappresentate importanti vicende industriali del nostro Paese ci lascia esterrefatti e preoccupati. Dopo le vicende legate alle due piu' grandi aziende industriali del Paese: Fiat e Ilva, che hanno subito e continuano a subire un'informazione distorta e strattonata da approssimazioni e contrapposizioni ideologiche e politiche, oggi tocca alla Fincantieri''.
 Fincantieri, spiega il leader sindacale, e' ''una delle piu' importanti aziende del Paese leader nel mondo nelle costruzioni navali, e' oggetto di una attenzione forviante e negativa. Durante la trasmissione Report di domenica 14 ottobre, veniva accreditata in maniera allusiva la tesi secondo cui, Fincantieri sarebbe un'azienda decotta, fuori mercato e assistita dall' intervento pubblico. Questo solo perche' la Fincantieri, come tutte le altre aziende italiane e' sostenuta nelle sue attivita' di export dall'intervento in tandem della Cassa Depositi e Prestiti e la Sace (Sezione speciale per l'Assicurazione del Credito all'esportazione) dimenticando che: la Fincantieri e' un'azienda leader mondiale grazie dall'impegno e alla professionalita' dei suoi lavoratori e della capacita' d'innovazione e qualita' dei suoi prodotti che l'hanno resa leader mondiale nel settore della crocieristica navale. Gli aiuti pubblici in tutto cio' non hanno avuto, ne potevano avere, perche' vietati dalle regole comunitarie, alcuna influenza. Il sistema export-banca e' bene ricordarlo e' stato deciso nel 2010 dal Governo italiano per sostenere l'export industriale del nostro Paese, con modalita' analoghe a quelle di tutti gli altri paesi concorrenti europei; mentre nel resto del mondo, la concorrenza si muove in un regime di sostegno che i governi mettono nel settore, praticamente illimitato''.
 In un momento di cosi' difficile di crisi del mercato interno, conclude Farina, ''l'industria italiana dalla Fincantieri alla Fiat e gran parte della media impresa italiana, vive praticamente solo di esportazioni e il sostegno del sistema bancario assicurativo pubblico o privato nazionale e' decisivo per sostenere investimenti e preservare le quote di mercato all'estero, grazie alle quali e' possibile preservare anche il lavoro in Italia. Fare apparire questo, come sostegno pubblico ad un'azienda fuori mercato, e' in primo luogo offensivo per il lavoratori della Fincantieri oltre che un danno per tutta l'industria nazionale''.
com-fch/mau/ss

Bankitalia: ''Nel 2013 Pil ancora in calo ma l'Italia uscirà dalla recessione''
La Banca d'Italia (Adnkronos) 
ultimo aggiornamento: 16 ottobre, ore 16:58
Roma, 16 ott. (Adnkronos) - Le previsioni del governo e dei principali analisti, "pur prefigurando per l'Italia una crescita negativa nella media del 2013, restano coerenti con un'uscita dalla recessione nel corso del prossimo anno". E' quanto rileva Bankitalia nel Bollettino economico trimestrale.
"Sulla base degli indicatori disponibili - si legge nel Bollettino -, nel terzo trimestre il prodotto si sarebbe nuovamente ridotto, ma con un'intensità inferiore rispetto alla prima metà dell'anno". "A un più rapido ritorno alla crescita - evidenzia Bankitalia - può contribuire un miglioramento delle condizioni del credito e del clima di fiducia".
Per Palazzo Koch inoltre è "cruciale procedere con decisione e tempestività nell'attuazione delle misure già adottate". "Nell'ambito dell'ampio processo di riforma in corso, volto a riportare l'Italia su un sentiero di crescita sostenuta, nelle ultime settimane - ricorda - sono stati adottati ulteriori provvedimenti, che mirano a rendere più efficiente la Pubblica amministrazione e a favorire lo sviluppo di imprese innovative''.
Riguardo ai conti pubblici, nel Bollettino si legge che: "I dati disponibili sugli andamenti in corso d'anno segnalano la necessità di un costante e attento monitoraggio dei conti nei prossimi mesi".
E continua a indebolirsi  il reddito disponibile delle famiglie italiane. Nel secondo trimestre dell'anno è nuovamente sceso in termini reali, segnando nella media della prima metà dell'anno una contrazione del 3,9 per cento rispetto allo stesso periodo del 2011.
I consumi delle famiglie risentono, sottolinea Bankitalia, della protratta perdita di potere d'acquisto e dei bassi livelli raggiunti dal clima di fiducia, che nei mesi estivi si è stabilizzato sui minimi storici.
Nel secondo trimestre del 2012 la spesa delle famiglie è scesa dell'1,0 per cento sul periodo precedente, registrando il quinto calo consecutivo. I consumi per servizi sono nuovamente diminuiti, dello 0,4 per cento. La flessione degli acquisti di beni semidurevoli si è accentuata, a fronte di un'attenuazione per quelli non durevoli; i consumi di beni durevoli, in netta contrazione dalla primavera dello scorso anno, hanno invece mostrato un recupero (0,8 per cento).
A continuare a pesare sulla domanda delle famiglie continua è, evidenzia Palazzo Koch, l'indebolimento del reddito disponibile. La propensione al risparmio delle famiglie è ancora diminuita, collocandosi poco sopra l'8 per cento; vi avrebbe contribuito anche l'obiettivo delle famiglie di ridurre solo gradualmente la spesa per consumi.
Riguardo al lavoro, le informazioni più recenti e le inchieste qualitative presso le imprese prefigurano "un quadro occupazionale ancora sfavorevole", rileva il Bollettino. Gli economisti di Via Nazionale evidenziano che "l'occupazione si è mantenuta pressoché stabile nel secondo trimestre, ma l'aumento dell'offerta di lavoro - concentrato tra i giovani, le donne e nelle regioni meridionali - ha sospinto il tasso di disoccupazione sopra il 10 per cento". Le retribuzioni lorde, inoltre, "si sono ridotte in termini reali".
Riguardo alla situazione internazionale, Palazzo Koch scrive: "L'attività economica mondiale e il commercio internazionale, in rallentamento nel secondo trimestre, hanno perso ancora vigore nel corso dell'estate". La Banca d'Italia sottolinea come "le pressioni sui prezzi al consumo dovute ai rincari delle materie prime sono state nel complesso contenute".
Quanto alle previsioni di crescita, "riviste al ribasso, continuano a risentire dell'incertezza sugli sviluppi nell'area dell'euro e sulla politica di bilancio statunitense", evidenzia Bankitalia.
Nel Bollettino si ricordano le recenti stime del Fondo monetario internazionale che vedono il Pil mondiale in aumento del 3,3 per cento quest'anno e del 3,6 il prossimo (3,8 nel 2011). Un rallentamento - ricorda Bankitalia - "in larga parte all'indebolimento dell'attività economica nell'area dell'euro e nei paesi emergenti" con un andamento "fortemente eterogeneo".
Le prospettive dell'economia mondiale sono soggette a rischi elevati, fra cui Bankitalia segnala la "politica di bilancio fortemente restrittiva che si determinerebbe all'inizio del 2013 negli Stati Uniti per il venir meno di numerosi sgravi fiscali e per l'entrata in vigore dei tagli alla spesa pubblica concordati nell'agosto del 2011. Ulteriori rischi al ribasso derivano dalla possibilità di forti rincari del greggio a seguito dell'acuirsi delle tensioni in Medio Oriente".

Inflazione stabile in eurozona, in Italia al 3,4%
Rivista a ribasso stima flash, in Ue resta a 2,7%
16 ottobre, 15:17
BRUXELLES - A settembre l'inflazione nell'eurozona e' rimasta stabile al 2,6% come in agosto. Lo rende noto Eurostat, che ha rivisto al ribasso la stima flash di settembre (2,7%). Un anno fa il tasso era al 3%. Stabile anche l'inflazione nell'Ue a 27 paesi, al 2,7% come ad agosto, mentre un anno fa era al 3,3%.
In Italia, invece, il tasso e' aumentato confermandosi superiore alla media dell'eurozona, passando dal 3,3% di agosto al 3,4% di settembre. Un anno prima era al 2,5%. A settembre, i tassi d'inflazione piu' elevati sono stati registrati in Ungheria (6,4%), Romania (5,4%) ed Estonia (4,1%), mentre i piu' bassi in Grecia (0,3%), Svezia (1,0%) e Lettonia (1,9%).
In Germania l'aumento dei prezzi e' stato del 2,1%, in Francia del 2,2% in Olanda del 2,5%, in Finlandia del 3,4% come in Italia e in Spagna del 3,5%. A pesare di piu' al rialzo, secondo Eurostat, i prezzi di trasporti (4,8%), settore abitativo (4,1%), alcol e tabacchi (4,0%). Le principali componenti al ribasso, invece, sono state le telecomunicazioni (-3,3%), istruzione (0,5%), elettrodomestici e tempo libero e cultura (entrambi 1,1%).

Italia al primo posto nei finanziamenti europei a gestione diretta
Lo rivela uno studio della Camera di Commercio Belgo-Italiana. Il 70% dei finanziamenti finisce al nord, uno su cinque nel milanese.
12 Ottobre 2012
Si sfata in parte un mito riguardante il nostro paese: quello che dice che non sfruttiamo quanto potremmo i finanziamenti europei.
L'Italia, infatti, è al primo posto per numero di enti e imprese che beneficiano di finanziamenti europei a gestione diretta, cioè erogati direttamente dalla Commissione europea sotto forma di appalti e progetti.
Emerge da uno studio della Camera di Commercio Belgo-Italiana che verrà presentato in occasione della XXI Convention mondiale delle Camere di Commercio Italiane all'Estero, che si terrà a Perugia dal 13 al 17 ottobre.
I dati
Le imprese e gli enti italiani che nel 2011 hanno ricevuto un finanziamento direttamente da Bruxelles sono stati quasi 7.000, superando di gran lunga Francia (5.200), Germania (4.800) e Regno Unito (4.600).
 Sono dati ufficiali, eleborati sulla documentazione della Commissione europea, mediante l'accesso al sistema di trasparenza finanziaria.
Per il Segretario generale della Camera di Commercio Belgo-Italiana, Matteo Lazzarini, come riporta una nota ufficiale, «cade il mito che gli italiani non sanno utilizzare i fondi europei». Ma bisogna distinguere, osserva: «i fondi gestiti a livello locale da quelli erogati direttamente dalla Commissione europea. Se è vero che le Regioni usano poco e male i fondi che l'Unione europea mette loro a disposizione, il sistema italiano fatto da imprese, università e associazioni ha raggiunto invece un livello di eccellenza negli appalti e nei progetti europei».
Guida Milano
Circa il 70% delle imprese italiane che si sono aggiudicate un finanziamento europeo nel 2011 proviene dal Nord Italia, il 22% del Centro e l'8% del Sud.
Milano è la città guida: un'impresa italiana su cinque che lavora con finanziamenti europei ha sede nella provincia.
A livello di entità dei finanziamenti, sottolinea Marta Bronzo, responsabile dell'Ufficio Europa della Camera di Commercio Belgo-Italiana, le imprese tedesche hanno ricevuto in media più di un milione di euro, contro i 516.000 delle imprese italiane.



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