Ungheria: negoziatore Budapest, possiamo fare a
meno dei soldi Fmi
Spagna: a Bad Bank fino a 90 mld di sofferenze.
Applicato sconto del 63%
Gas: Gazprom firma con la Serbia decisione
finale su South Stream
LA NUOVA SARDEGNA - Economia: Agricoltura, a
rischio 50 milioni di euro
29.10.2012
Agricoltori sardi
col fiato sospeso in attesa di conoscere le nuove misure della politica
europea. Sulla nuova politica agraria comunitaria "gravano", infatti,
più di settemila emendamenti. La maggior parte delle correzioni che sono state
presentate all'europarlamento riguardano gli aiuti. Degli emendamenti più di
duemila si riferiscono ai pagamenti diretti, cioè agli aiuti vincolati. L'agricoltura
sarda, secondo l'idea della politica regionale, dovrebbe essere trainante anche
per altri settori, come il turismo, ma è in posizione di debolezza. Cala la
produzione, le aziende sono indebitate, e incide la debolezza del comparto
zootecnico. Ma le organizzazioni del mondo agricolo sono in allarme soprattutto
per il cattivo andamento della spesa: «I ritardi nell’erogazione dei fondi
comunitari rischiano di costare caro agli agricoltori dell’isola e, senza un
cambio di passo, oltre cinquanta milioni di euro torneranno nelle casse di
Bruxelles». A dare questo allarme sono stati Marco Scalas e Luca Saba,
rispettivamente presidente e direttore della Coldiretti sarda. A far paura sono
le ricadute nefaste per la vita delle aziende agricole che ormai devono sopportare
da troppo tempo la lentezza esasperante dell’erogazione dei fondi comunitari.
«A determinare questa debacle sono le regole europee», spiega Luca Saba, «e in
particolare quella che impone che gli impegni di spesa presi dalla Regione
verso le imprese debbano essere soddisfatti entro due anni». Secondo i vertici
della Coldiretti la regola è giusta «ma purtroppo non trova soddisfazione nella
nostra Regione, in continuo ritardo nella spendita dei fondi comunitari». La
Sardegna ha un primato davvero triste tra le Regioni dell’obiettivo
competitività è quella che rischia di più (la seconda, distanziata di molte
lunghezze, è il Lazio con 18.000.000 di euro a rischio). La gravità del dato
sta poi nel fatto che ai 50 milioni comunitari va sommato il cofinanziamento
nazionale. Come dire che si arriva a una cifra che s’aggira sui 110.000.000 di
euro non ancora erogati alle imprese. «Gli effetti dei ritardi di pagamento
sono drammatici», afferma Marco Scalas, «e riguardano in primis un fatto:
dietro quei 110.000.000 di euro ci sono tante aziende che aspettano da anni i
soldi necessari per la loro sopravvivenza; ci sono i produttori del biologico,
ci sono quelli che operano in zone montane e svantaggiate, ci sono tutte quelle
aziende agricole per le quali i fondi europei sono l’ultima ancora di
salvezza». Se i soldi comunitari non arrivano molte aziende rischiano la
chiusura, con le intuibili conseguenze in termini sociali, di spopolamento e di
mancato presidio del territorio». Senza contare che l’agroindustria è indicata
da tutti i maggiori istituti di ricerca come uno dei settori su cui puntare per
rilanciare lo sviluppo interno.
Ungheria: negoziatore Budapest, possiamo fare a
meno dei soldi Fmi
29 Ottobre 2012 -
14:48
(ASCA-AFP) - Budapest, 29 ott - ''L'Ungheria
non ha bisogno dei soldi del Fondo monetario internazionale. Anche senza un
accordo con il Fmi'' per una linea di credito precauzionale di circa 15
miliardi di euro nei confronti di Budapest ''la vita' continuera' ad andare
avanti''. Lo ha dichiarato il capo negoziatore ungherese, Mihaly Varga,
auspicando tuttavia un'intesa con l'istituto di Bretton Woods.
rba/sam/
Spagna: a Bad Bank fino a 90 mld di sofferenze.
Applicato sconto del 63%
29 Ottobre 2012 -
18:27
(ASCA) - Roma, 29 ott - Gli attivi bancari in
sofferenza, che saranno trasferiti dalle banche spagnole alla ''Bad Bank''
(Sareb) non supererrano quota 90 miliardi di euro, come stabilito dal decreto
regio sul salvataggio del sistema bancario spagnolo.
E' quanto comunica la nota del Frob ( Il fondo
statale per la ristrutturazione del sistema bancari) dove viene illustrata la
bozza del progetto di ristrutturazione del sistema bancario iberico. Il Frob
avra' nella Sareb una partecipazione minoritaria mentre la maggioranza del
capitale sara' in capo agli investitori privati.
Il trasferimento degli attivi,in gran parte di
mutui su immobili' gia' pignorati, avverra' sulla base di valutazioni
prudenziali'', per assicurare alla Sareb ''profittabilita''' nell'arco della
sua esistenza, fissata nell'orrizzonte massimo di 15 anni.
Gli attivi saranno trasferiti alla Sareb con
un sconto medio del 63% sul loro valore lordo di libro.
Per i soci della ''Bad Bank'' viene stimato un
Roe (rendimento sul capitale) tra il 14-15%.
La Sareb sara' finanziata con tre strumenti:
garanzie statali sul debito senior emesso dalla stessa societa', bond
subordinati irrediminibili (perpetuals) e capitale azionario.
Questi ultimi due strumenti saranno
sottoscritti minoritariamente anche dal Frob, il resto dagli investitori
privati.
La bozza ''sara' discussa con i potenziali
investitori nei prossimi giorni'' per rendere operativo il progetto fin dal
prossimo mese di dicembre quando saranno trasferiti al Frob gli attivi in
sofferenza del primo gruppo di banche (Bfa-Bankia, Catalunya Banc, Novagalicia
Banco e Banco de Valencia), in totale circa 45 miliardi su 90 complessivi.
Nel 2013 sara' la volta della banche del
secondo gruppo di cui devono ancora essere accertate le necessita' di ricapitalizzazione.
Rispetto al limite massimo di 90 miliardi, la
Banca di Spagna stima che gli attivi bancari da trasferire siano intorno a 61
miliardi.
men/
Gas: Gazprom firma con la Serbia decisione
finale su South Stream
29 Ottobre 2012 -
17:31
(ASCA) - Roma, 29 ott - Gazprom e la
Repubblica di Serbia hanno firmato la decisione finale di investimento sul
progetto del gasdotto South Stream. L'accordo e' stato sottoscritto nel corso
di una visita nel Paese di una una delegazione della societa' russa guidata dal
responsabile del Dipartimento Project Management Leonid Chugunov.
Nel corso della visita, spiega Gazprom, si e'
svolto un incontro generale degli azionisti della joint venture South Stream
Serbia AG al termine del quale e' stata adottata la decisione finale di
investimento relativa al progetto South Stream.
''La transizione verso la fase degli
investimenti con riferimento al segmento serbo del gasdotto fornira' nuove
opportunita' di crescita per l'economia nazionale e garantira' benefici di
lungo periodo dalla partecipazione al progetto. Secondo stime preliminari,
l'implementazione di South Stream portera' alla creazione di circa 2.200 posti
di lavoro in Serbia e sara' in grado di attrarre circa 1,5 miliardi di investimenti
diretti'' ha dichiarato Leonid Chugunov.
''Siamo soddisfatti che la Repubblica di
Serbia sia il primo Paese partecipante al progetto South Stream ad adottare la
decisione finale di investimento'' - ha aggiunto il direttore generale della
compagnia statale Srbijagas, Dusan Bajatovic - La realizzazione del progetto
sta rispettando le tempistiche programmate, con il pieno supporto del nostro
governo. A breve saremo in grado di iniziare i lavori preparatori per la
costruzione del segmento serbo di South Stream. Ovviamente, South Stream e' un
progetto di interesse nazionale, e stiamo cercando quindi di adottare una legge
speciale con riferimento al progetto. Inoltre, il progetto garantira' la
sicurezza energetica e addizionali guadagni per la Serbia, creera' nuove
possibilita' per nuovi progetti nel settore energetico e dell'industria
chimica, con un conseguente stimolo del flusso di investimenti''.
com-fgl/
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