1. Bozen. La politica che tradisce i cittadini. Editoriali. di Sergio Baraldi.
2. Firenze. GDF: scoperti 4500 falsi invalidi e finti poveri nel 2010.
3. Seminara: E' morto Rocco Antonio Gioffré ritenuto uno dei maggiori boss di Seminara.
4. Lecce. Sequestrata anche una tigre a defunto boss.
5. Lamezia Terme. Costituito a lamezia Terme il movimento politico"Ideali e liberta".
1. Bozen. La politica che tradisce i cittadini. Editoriali. di Sergio Baraldi. Nelle lettere al nostro giornale, nei commenti sul nostro sito, nelle interviste che pubblichiamo, gli italiani esprimono con dignità il senso della loro delusione e della loro amarezza. Non perché il presidente Durnwalder, con il suo scambio con il ministro Bondi, abbia avuto mano libera sui famosi “relitti fascisti”. Ai cittadini italiani del bassorilievo del duce in piazza Tribunale importa poco. Non ancorano a quel mosaico la loro identità.
Le nuove generazioni forse neppure ricordavano che lì c’è scolpito il dittatore fascista. Ogni giorno i cittadini devono affrontare ben altri problemi. L’indignazione nasce dalla scoperta che la politica li ha “traditi”. Li ha traditi la politica territoriale, la Svp, che fino a pochi giorni fa straparlava di condivisione; tuttavia, li ha abbandonati anche la politica italiana, soprattutto il governo più di destra della storia repubblicana. Gli italiani non si preoccupano più di tanto per le sorti del duce di marmo che ossessiona la Svp. Provano frustrazione per una rappresentanza che non li rappresenta. Anzi, li esclude.
Proprio i semplici cittadini ci rammentano qual è la vera posta in gioco in questa vicenda: non il duce (“Toglietelo pure domani”, sembrano dire) ma la concezione di democrazia che viene fatta prevalere. Una democrazia “senza” di loro. La domanda è: la nostra è una democrazia dove per compensare le forti divisioni identitarie e etniche si cerca la partecipazione? Viviamo, cioè, un modello di democrazia consensuale? O viviamo in una democrazia dove domina la regola della maggioranza di lingua tedesca e della minoranza di lingua italiana, che ha torto per definizione, nella quale ciascuna componente non crede nell’altra? Gli studiosi di politica avvertono che nelle società con forti divisioni d’identità, come la nostra, il modello consensuale favorisce la convivenza e l’equilibrio, che non sono in contrasto con un governo che decide. E’ questo il primo, grave, errore compiuto da Durnwalder e dal vertice della Svp, sapendo di compierlo.
Potevano scegliere fra due strade: investire sul cambiamento che si stava creando grazie all’opera della parte migliore delle due comunità, quella italiana e quella tedesca, per arrivare a una scelta condivisa che nascesse dal territorio; oppure dare sfogo ai propri istinti, avere la soddisfazione di realizzare un colpo di mano, senza preoccuparsi dei cittadini italiani lasciati soli dal “ loro” governo nazionale. Purtroppo, la Svp ha investito sul peggio. Sul peggio degli altri, vale a dire Bondi e il Pdl. Ma anche sul loro peggio. Vale a dire la paura che si apra alla loro destra una frana a favore dei partiti radicali. Una paura che guida la loro politica degli ultimi mesi, che fa di Leitner e della Klotz i veri detentori dell’agenda Svp. Difatti, hanno scelto di afferrare il risultato e di pagare il prezzo sul lato italiano. E’ questo lo scontento della gente che parla attraverso il nostro giornale e il nostro sito. Non c’è un ritorno del rancore, se non in settori molto minoritari. Invece, si avverte la stanchezza di doversi sentire esuli in patria. La crisi di oggi annoda, quindi, molte crisi diverse, ma certo non quella della nostalgia per il duce.
Al centro è nascosta la crisi vera della politica, che disillude tanti cittadini che avevano creduto che si potesse uscire insieme, italiani e tedeschi, dal Novecento. Come ha scritto Paolo Campostrini, che potessimo liberarci tutti, da soli, del fantasma del duce. Durnwalder e i suoi hanno ferito al cuore questa nascente fiducia reciproca che loro, come istituzione, avrebbero il dovere di costruire. Fiducia che la parte più moderna delle due comunità ha contribuito a far emergere. Durnwalder ha cancellato l’occasione storica legata ai movimenti nella società per un vergognoso scambio con Bondi e il Pdl. Ora il presidente ci spiega che possiamo condividere la trattativa su come togliere il duce. Ci spiega le poche opzioni a disposizione e cosa possiamo scegliere. Posta così non sembra una trattativa in cui si tratta, ma un monologo in cui lui parla e gli altri ascoltano. E’ esattamente l’arroganza che ha fatto scattare i sentimenti dei cittadini italiani. La scelta della Svp, dunque, si rivela una scelta regressiva, senza futuro. Altro che entrare nel nuovo secolo, Theiner si racconta favole da solo. E questo non sembra un segnale incoraggiante neppure per segmenti della popolazione di lingua tedesca che sembrano poco soddisfatti di rimanere piantati nella vecchia cultura del Novecento del partito di raccolta. Dalla modernizzazione del sistema alla sanità, dalla cultura alla scuola, la politica tedesca è spesso in ritardo rispetto alla società tedesca e italiana. L’Alto Adige è entrato in affanno proprio quando ha dovuto fare i suoi primi passi in un mondo più complesso, meno protetto, più rischioso, che è il mondo dell’Europa di oggi e della globalizzazione. Quale cultura ha messo all’opera la Svp che non fosse, spesso, quella di nascondere la testa nella sabbia delle rendite, degli opportunismi, dei corporativismi?
2. Firenze. GDF: scoperti 4500 falsi invalidi e finti poveri nel 2010. La Guardia di Finanza ha scoperto 'finti poveri' anche a Firenze: proprietari di lussuosi appartamenti nel centro che chiedevano buoni per le mense scolastiche e per l'acquisto dei libri per i figli. Firenze, 31 gennaio 2011 - Ben 4500 falsi invalidi sono stati scoperti dalla Guardia di Finanza che diffuso i dati sull'attività di contrasto e repressione condotta nel 2010. In particolare, le Fiamme Gialle hanno denunciato alle Procure della Repubblica competenti 4.486 truffatori che, avendo falsamente attestato un basso tenore di vita, avevano fruito dallo Stato e da altri Enti Pubblici, di agevolazioni non spettanti sotto forma di borse di studio, contributi sugli affitti ed altri sussidi che potevano essere destinati ai veramente bisognosi. La Guardia di Finanza ha così scoperto 'finti poveri' in Veneto che chiedevano contributi per pagare l'affitto di casa ma guidavano auto di pregio, e proprietari di lussuosi appartamenti nel centro di Firenze che chiedevano buoni per le mense scolastiche e per l'acquisto dei libri per i figli, per arrivare a un commerciante calabrese che otteneva l'esenzione del ticket sanitario per dichiarata indigenza ma possedeva 90 immobili.
3. Seminara: E' morto Rocco Antonio Gioffré ritenuto uno dei maggiori boss di Seminara. Questa mattina a Messina è morto Rocco Antonio Gioffré di 76 anni ritenuto uno dei principali boss della 'ndrangheta delle zone di Seminara. La morte è dovuta a circostanze naturali. 30/01/2011 Rocco Antonio Gioffrè, di 76 anni, ritenuto uno dei boss dell’omonimo clan di Seminara, è morto stamani per cause naturali in ospedale a Messina dove era stato ricoverato, a seguito di un trasferimento dal carcere della stessa città, a causa delle precarie condizioni di salute. Gioffrè, detto «U'ndolu», nomignolo attribuito alla sua famiglia per differenziarla da altri omonime della stessa cittadina, era stato arrestato nel novembre del 2007 in seguito all’inchiesta denominata Topa della Dda di Reggio Calabria e condannato per associazione mafiosa e voto di scambio. Nell’ambito dell’operazione vennero arrestati il sindaco ed il vicesindaco di Seminara e successivamente il Comune venne sciolto. Nel 2009 Gioffrè venne raggiunto da una nuova ordinanza di custodia nell’ambito dell’inchiesta Artemisia che aveva messo in ginocchio i clan locali protagonisti di una faida. Il nome di Rocco Antonio Gioffrè, come risulta da un’intercettazione fatta nella sua auto, era emerso anche in relazione all’incontro tra le famiglie mafiose dopo la strage di Duisburg nella quale vennero uccise sei persone. Il boss aveva partecipato all’incontro durante i festeggiamenti in onore della Madonna di Polsi, in Aspromonte, e che avrebbe portato ad un armistizio tra le famiglie coinvolte nella faida di San Luca dei Pelle-Vottari e Nirta Strangio.
4. Lecce. Sequestrata anche una tigre a defunto boss. LECCE - La Direzione Investigativa Antimafia di Lecce ha sequestrato beni mobili e immobili riconducibili al defunto Lucio Vetrugno, 55enne di Monteroni in provincia di Lecce, condannato per aver fatto parte, quale elemento di spicco, del clan mafioso dei fratelli Tornese ed assassinato con un colpo di pistola il 22 dicembre dello scorso anno. E’ stata sequestrata anche la tigre che il Vetrugno custodiva da sedici anni nella sua masseria, tanto che lo stesso negli ambienti criminali era noto come “Lucio della tigre”. Il valore complessivo dei beni ammonta ad oltre 1,5 milione di euro.
Il provvedimento di sequestro anticipato, notificato agli eredi di Vetrugno, è stato emesso dal Tribunale di Lecce a seguito della proposta di misura patrimoniale avanzata dal Procuratore della Repubblica di Lecce, Cataldo Motta, a conclusione di indagini patrimoniali svolte dalla Sezione Operativa di Lecce, che hanno accertato una sproporzione tra gli esigui redditi dichiarati da Vetrugno e l’ingente patrimonio a lui riconducibile, costituito da due bar-discoteca, due sale giochi, due abitazioni, due masserie, quattro ettari di terreni, 300 capi di bestiame. 31 Gennaio 2011
5. Lamezia Terme. Costituito a lamezia Terme il movimento politico"Ideali e liberta". LAMEZIA TERME (CZ), 30 GEN. 2011 - Nel panorama della politica calabrese ha preso piede un’iniziativa di associazionismo, e più esattamente un movimento politico che fonda i suoi valori sui principi cardine di libertà e autonomia. L’idea nasce dalla necessità di istituire una corrente politica senza fini di lucro che s’ispiri essenzialmente all’ideale assoluto di libertà volto all’elaborazione concreta di una progettualità integra e incorrotta.
Quella libertà che in tutte le varie forme possibili fonda le sue basi sul pensiero, inteso come forza propulsiva che anima l’azione, quella stessa che è al contempo, anche e soprattutto, piena assunzione di responsabilità. “Ideali e Libertà” è il nome del movimento, promosso dalla volontà e dallo spirito d’iniziativa di tre affermati professionisti calabresi: Francesco Logozzo (Presidente Nazionale), Salvatore Varano (Segretario Nazionale) e Antonio Vallin (Responsabile Amministrativo Nazionale), che credono nelle potenzialità della nostra vessata terra e nell’esigenza di un cambiamento e di un miglioramento, svolto attraverso una lotta positiva ed autentica, che conceda un futuro a tutti quei giovani che sono costretti ad abbandonare la propria casa in cerca di un lavoro nel Nord Italia o addirittura all’Estero.
Proprio sui giovani punta questo movimento, sulla capacità di coinvolgerli essendo essi stessi con il loro pensiero, la loro voglia di libertà e i loro ideali il motore che trascina l’iter sociale. “Ideali e libertà” vuole, dunque, integrare i tradizionali valori di libertà, uguaglianza, legalità e giustizia con le moderne inclinazioni alle pari opportunità, allo sviluppo sostenibile, all’autogoverno, alla solidarietà e all’europeismo. Più in generale i fondatori si prefiggono l’obiettivo di dare risposte e soluzioni ai problemi reali che affliggono il paese e in particolare la nostra Calabria.
Si punta dunque a tutelare, difendere e promuovere i diritti umani a sfavore dei soprusi e delle ingiustizie e ci si prefigge la realizzazione della libertà umana, fondata sull’autonomia economica, sul rafforzamento del pensiero e della progettualità, nonché sulla realizzazione delle proprie aspirazioni. La prima sfida che affronterà questa pur giovane associazione sarà la costituzione di liste con propri rappresentanti, al fine di partecipare alle prossime elezioni amministrative nei comuni di Catanzaro, Girifalco e Soverato per dare un segnale forte e chiaro della sua presenza e del suo essere parte integrante del territorio e delle istituzioni, e, non ultimo per dar voce a tutta quella gente che ha voglia di credere nel più alto dei valori: la libertà. Stefania Abbruzzo
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