Unione Sarda - FRANCESCO FUGGETTA.
Due voti in due seggi diversi: il primo in via Rossini, il secondo, un'ora dopo, in via Lione. Nonostante i controlli, esprimere due preferenze alle primarie del centrosinistra è stato possibile.
I CONTROLLI Via Rossini, ore 10.30: in un seggio ancora poco frequentato, presento la carta d'identità, e la scrutatrice cerca il mio cognome nella lista. Eccolo lì, posso votare. Su un tavolino, traccio la X sul mio candidato. Un euro, una ricevuta, una firma, e il mio voto va nell'urna. Mi avvio verso via Castiglione, e aspetto in fila il mio turno. Lì, però, il mio nome non è in lista. «Ho fatto la fila per un quarto d'ora, posso votare qui ugualmente?». Il ragazzo ha un attimo d'esitazione: «Dovremmo chiedere alla presidente del seggio». La quale, però, è categorica: «Mi dispiace, ma per evitare brogli dobbiamo essere molto rigidi: lei può votare solo in via Rossini. Ha visto cosa è successo con i cinesi?». Stessa scena al Palazzo Civico: «Se non risulta nelle liste non possiamo farla votare. Ha visto a Napoli, con Cozzolino?».
LA FALLA A Genneruxi, come in tutti i seggi, c'è molta confusione: in tanti sbagliano sezione e non possono votare. Ma con me lo scrutatore non è così ligio alle regole: consegno la carta d'identità e la scheda elettorale (anche se non è richiesta). «Perfetto, si accomodi». Un altro euro, un'altra ricevuta, un'altra firma, e il mio candidato sindaco si è guadagnato il secondo voto.
I SEGGI L'età, la faccia, il consiglio di un amico: per questi motivi si sceglie un candidato. Dei programmi, invece, pochi sanno qualcosa. Ma sull'efficacia delle primarie nessuno ha dubbi: «Sono un ottimo strumento, però i candidati dovrebbero proporre un programma chiaro», commenta Giuseppe Melis. «È un importante fenomeno di aggregazione», aggiunge Ignazio Garau. Intanto, in via Castiglione, spunta il candidato indipendente Filippo Petrucci: controlla la situazione e via, verso un altro seggio. «Largo ai giovani come lui e Massimo Zedda», esclama una coppia di mezza età. «Abbiamo sempre dato fiducia ai candidati più giovani, infatti alle primarie del 2005 (le prime in Italia, vinte da Prodi) scegliemmo Ivan Scalfarotto». In via Garibaldi, una lunga fila occupa tutta la carreggiata: a presidiare il suo feudo, il presidente della prima circoscrizione Gianfranco Carboni. Sull'affluenza al suo seggio non si può lamentare, ma sul resto della città è pessimista: «Puntavamo di arrivare a diecimila persone, ma credo che saranno molte di meno».
GLI IMMIGRATI Khairnar Amit Suresh viene dall'India, e ha appena votato per Antonello Cabras. «Vivo a Pirri da tre anni e mezzo», spiega all'uscita dal seggio allestito per gli extracomunitari nel Palazzo civico. Si trova in Italia per conseguire un dottorato in Tossicologia, poi tornerà in patria. Ma perché interessarsi alle primarie? «Il mio padrone di casa e i suoi amici parlano sempre di politica, e i loro discorsi mi hanno convinto». Di tutt'altro avviso una ragazza: «Io dico solo che il sindaco di Cagliari deve essere cagliaritano», interviene, facendo riferimento al senatore, nato e residente a Sant'Antioco. Chiunque sarà il vincitore, avrà preso almeno un voto di troppo.
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