domenica 30 gennaio 2011

Notizie Federali della Sera: la dignita’ di vasa vasa, 30 gennaio 2011.

Sezione assimilabili:
1. Trento. Duce a cavallo a Trento? Panizza: Non lo vogliamo.
2. Trento. Rigotti: «Al turismo trentino servono contributi, non tasse».
3. Udine. Regione, 3 milioni l’anno per le spese dei gruppi.
4. Treviso. Nuova fabbrica in Serbia domani Benetton firma.

Sezione ultima cella:
5. Bologna. Casini su Cuffaro: “Una lezione di dignità enorme”.


1. Trento. Duce a cavallo a Trento? Panizza: Non lo vogliamo. 30/01/2011 09:22. TRENTO - «Il duce in un museo trentino? Ma neanche per idea». Franco Panizza frena immediatamente Luis Durnwalder sui bassorilievi bolzanini di epoca fascista. Il governatore altoatesino venerdì, dopo aver incassato - non senza strascichi polemici - dal ministro dei Beni culturali il via libera alla rimozione da piazza Tribunale dei fregi in pietra che ritraggono, tra l'altro, anche Mussolini a cavallo, aveva ipotizzato di poterli «affidare» anche ad una struttura museale trentina, il Museo della guerra di Rovereto o il Museo storico del capoluogo. Ma l'assessore provinciale alla cultura non ci sta.
«I bassorilievi a Trento? Neanche per idea - tuona l'assessore delle Stelle alpine - perché non avrebbe alcun senso. Ogni opera d'arte o realizzazione architettonica che sia, nasce in un contesto e in quel contesto deve rimanere. Se davvero si tratta di qualcosa che può offendere la sensibilità di qualcuno credo sia giusto pensare a spostarlo, ma tuttavia senza trasferirlo in luoghi che con quelle opere e il contesto in cui sono state realizzate e esposte abbiano comunque un legame. Spostato, ma sempre e comunque ospitato nella stessa terra».
Un trasferimento a Trento non avrebbe insomma per Panizza alcun senso. «Si tratterebbe di un vero e proprio modo di travisare la storia, perché quell'opera nulla ha a che vedere con il Trentino. Ospitare a Trento, Rovereto o comunque in una struttura museale provinciale, seppur nell'ambito di esposizioni legate al periodo bellico, non avrebbe alcun senso». Uno stop senza margini di ripensamento dunque. Anche a dispetto di un'atteggiamento più possibilistico da parte dei responsabili delle due strutture museali tirate in ballo da Durnwalder, Giuseppe Ferrandi (Museo storico) e Camillo Zadra (Museo della guerra). Entrambi si sono detti disponibili a parlarne, se e quando da Bolzano arrivi una proposta di accogliere l'opera - realizzata per la cronaca dallo scultore di Chiusa Hans Piffrader - ma il niet provinciale è chiaro. Nonostante poi ad unirli ci sia molto - dalla difesa dell'autonomia all'amore per l'Euregio - Panizza non la pensa come «Durni» neppure sulla stretta necessità di rimuovere monumenti e segni del passato.
«Ribadisco che se davvero qualcosa possa offendere gravemente la sensibilità dei cittadini, si può pensare ad uno spostamento, ma in generale non mi scandalizzerei più di tanto. Ogni cosa è testimonianza di un'epoca, degli anni in cui è stata creata. Credo sia un errore considerare un palazzo, un momumento, un'opera in stile fascista, come apologia del fascismo. E men che meno un modo di condividerne il pensiero. Si tratta semplicemente del segno di un'epoca che c'è stata. E che fortunatamente non c'è più, ovvio. Ma voler a tutti i costi rimuovere, togliere, cancellare credo non sia un'esigenza così stringente. La storia c'è stata, ogni epoca lascia propri segni sul territorio. Senza che questo voglia dire che i messaggi che portava siano attuali, per carità. E pure se la mettiamo sul piano estetico, credo un po' tutti possiamo trovare qualcosa da ridire sulla bellezza dello stile fascista. Ma non per questo si deve demolire ogni edificio».
2. Trento. Rigotti: «Al turismo trentino servono contributi, non tasse». 30/01/2011 10:28. TRENTO - «Guardi, soltanto sentire la parola tasse mi fa star male, mi fa venir la pelle d'oca». Non poteva essere altrimenti. A Natale Rigotti, presidente dell'Associazione albergatori, non piace affatto l'ipotesi avanzata dal presidente della Provincia Lorenzo Dellai di introdurre nel 2012 una tassa di scopo sul turismo per finanziare il settore.
Presidente Rigotti, sarà almeno contento per il «no» della Provincia all'introduzione della tassa di soggiorno?
«Certo, ma quella era davvero una tassa improponibile, che nelle nazioni vicine manco esiste. Ma lei si immagina una famiglia di 4 persone che, con una tassa di 2,5 euro al giorno (la metà del massimo ipotizzabile), per una settimana si troverebbe a pagare 70 euro in più?».
La tassa proposta da Dellai è però diversa da questa.
«Noi di tasse ne paghiamo già abbastanza. Per i rifiuti e l'energia spendiamo più che nelle altre nazioni. Per non parlare dell'Iva al 10% che diventa del 20% sui servizi aggiuntivi, tipo centro benessere e stireria. Siamo fuori mercato considerando che la media europea dell'Iva sul turismo si attesta al 6%». Il solito lamento degli albergatori... «No, guardi, il costo di gestione dei nostri alberghi è davvero elevato. Non ci resta in tasca niente».
Ma la crisi c'è per tutti e tutti son chiamati a fare la loro parte...
«Possiamo cercare altre formule, risparmiare un po' tutti. Non sento critiche nei confronti concessi dalla Provincia ad altri settori economici di cui proprio oggi parla il vostro giornale».
Si riferisce ai contributi per le nuove varietà di mele?
«Parlo anche dei 150 milioni per l'edilizia. Sia chiaro, sono soldi necessari per far sopravvivere questi settori. Io non ho mai criticato alcun contributo. Vanno tutti a buon fine e aiutano le imprese e i lavoratori. Sono soldi che rimangono in provincia. E in questo momento il turismo ha bisogno di aiuti e non di essere messo ulteriormente in difficoltà».
Non le va bene neanche una tassa di scopo?
«I primi a chiederla sono state le grandi città: Torino, Firenze, Roma, Napoli, Venezia e Palermo. Il loro ragionamento era condivisibile: siamo invasi da turisti che lasciano in città di tutto e di più e poi noi dobbiamo pulire. Ma il Pd ha voluto estendere questa tassa prima a tutti i capoluoghi di provincia e poi a tutti i Comuni. Noi dell'Asat trentina siamo stati i primi a scrivere al ministro per dirgli che eravamo preoccupati. Ho chiamato anche i deputati trentini: qualcuno mi ha risposto, altri no. Analoga iniziativa è stata promossa a Bolzano e la senatrice Helga Thaler Ausserhofer ha assicurato il suo voto contrario in commissione. Noi le tasse le stiamo pagando abbondantemente e ci siamo indebitati per garantire più qualità al nostro servizio. Senza contare che la stagione invernale in corso è un attimino sottotono».
Deve però riconoscere che la promozione turistica in Trentino è fortemente sostenuta dalle casse della Provincia.
«E io le ribalto la frittata, dandole i dati sul contributo del turismo all'economia del Trentino: il 18,4% del Pil totale oltre a un 12,3% di indotto diretto. Siamo al 30%. E poi mi dica qual è il privato che non spende in promozione. Uno studio da noi commissionato ha dimostrato che in Trentino gli albergatori, quanto a promozione turistica, spendono meno soltanto della Provincia e precedono i gestori degli impianti di risalita. La giunta provinciale è attenta al nostro comparto, sono convinto che Dellai avrà un ripensamento».
3. Udine. Regione, 3 milioni l’anno per le spese dei gruppi. Le attività di promozione per volantini e convegni pesano per il 12% sul bilancio. di Paolo Mosanghini. UDINE. È di 2 milioni 946 mila e 724 euro la somma complessiva destinata ai gruppi consiliari nel 2010. La cifra costituisce il 12,18% del bilancio complessivo del consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia che ammonta a 24 milioni 202 mila euro. Come vengono spesi questi soldi? Per stampare volantini, per organizzare convegni, per cene e incontri con gli elettori. Insomma, per l’attività del gruppo consiliare, tenendo conto della composizione.
I gruppi. La cifra viene suddivisa tra gli 8 gruppi presenti nel palazzo di piazza Oberdan a Trieste. E cioè il Pdl, il Pd, la Lega, l’Udc, il Gruppo misto, la Sinistra Arcobaleno, l’I talia dei valori, i Cittadini. La divisione avviene annualmente sulla base dei componenti del gruppo e tenendo conto di una delibera approvata - a inizio anno - dall’Ufficio di presidenza del consiglio regionale.
Le quote rosa. Per il 2010 la quota spettante a tutti i gruppi è stata di euro 146.969,47. Ma per il 2011, visti i tempi, sta per arrivare la scure con la riduzione di tutte le spese del 10 per cento. A queste somme va aggiunta anche la quota spettante ai gruppi che comprendono le consigliere donne: 36.742,37 (20% dell’importo complessivo) e cioè 12.247,46 euro per ogni donna eletta: Mara Piccin della Lega nord, Annamaria Menosso del Pd e Alessia Rosolen, ex Pdl. Ma le cose cambieranno nel 2011. Infatti, il consiglio regionale nella legge finanziaria ha approvato l’emendamento anti-Rosolen, che prevede che i circa 12 mila euro vengano versati al gruppo nel quale la consigliera è stata eletta e non a un altro gruppo qualora l’eletta cambiasse appartenenza politica. Ed è esattamente quello che è successo. Infatti, l’ex assessore Rosolen, dopo i contrasti con il Pdl triestino - che hanno spinto il presidente della Regione Renzo Tondo a revocarle le deleghe -, ha lasciato il partito ed è passata al gruppo misto. Ma la cifra stabilita per le “quote rosa” continuerà a essere versata al Pdl. Il gruppo misto potrà contare soltanto su quanto fissato pro capite per consigliere. 
La suddivisione. È del gennaio 2010 il calcolo delle competenze mensili da corrispondere ai gruppi per ogni consigliere iscritto: la cifra è di 2.491,01 euro. La quota va moltiplicata per il numero di componenti. Al Pdl sono iscritti 19 consiglieri, al Pd 17, 7 alla Lega nord, 5 al Gruppo misto (dopo il passaggio di Paolo Ciani e Alessia Rosolen dal Pdl e di Edouard Ballaman dalla Lega), siedono 4 consiglieri sui banchi dell’Udc, 3 sono di Sinistra Arcobaleno, 2 dell’Italia dei valori e altrettanti dei Cittadini.
I partiti maggiori. Le cifre maggiori sono quelle erogate a favore di Pdl, Lega e Pd. Infatti, oltre a essere i gruppi più numerosi sono anche quelli ai quali viene assegnato il finanziamento per le donne elette.
Spese telefoniche. Le cifre sono state stabilite all’i nizio dell’anno scorso con una delibera approvata dall’Ufficio di presidenza del consiglio regionale. Le somme sono state fissate in base a quelle messe a disposizione dei deputati. Così se la cifra mensile per le spese telefoniche di un deputato (a Roma) è di 258,23 euro, il 70% è quanto viene assegnato a un consigliere regionale. C’è anche un rimborso forfettario mensile per i deputati per le spese sostenute per il rapporto con gli elettori: 4.190 euro. Anche in questo caso, il rimborso per i consiglieri regionali del Friuli Venezia Giulia è del 70%.
I tagli. La scure si abbatte anche sui costi della politica. Infatti, in linea con quanto è stato stabilito a livello nazionale per il contenimento della spesa pubblica, l’Ufficio di presidenza rivedrà i fondi a disposizione dei consiglieri. Dopo la riduzione del 10 per cento dell’indennità mensile dei consiglieri - in vigore dal 1º gennaio 2011 - e che riduce di 300 euro lo stipendio di circa 6 mila euro, una sforbiciata sarà data anche i costi dei gruppi regionali. Anche in questo caso la contrazione sarà almeno del 10 per cento, come già avvenuto alla Camera e al Senato. I 59 rappresentanti del Friuli Venezia Giulia pertanto si vedranno versare in busta paga una quota minore. In 5 anni è la seconda volta che gli stipendi dei consiglieri vengono ridotti. Era già accaduto nel 2006, quando l’assemblea regionale applicò una normativa varata dal governo Prodi. In quel caso, il Friuli Venezia Giulia fu tra le prime regioni a considerare la riduzione dei costi della politica. A distanza di 5 anni arriva un altro stop.
4. Treviso. Nuova fabbrica in Serbia domani Benetton firma. Accordo fatto (domani la firma) tra il gruppo Benetton e la Serbia per l'apertura del nuovo polo industriale che sarà realizzato a Nis. L'investimento dichiarato è di 43,2 milioni di euro, ma parte di questi verranno restituiti sotto forma di incentivi all'insediamento. Si è conclusa positivamente la trattativa del gruppo Benetton per l'apertura di una piattaforma produttiva in Serbia. Prende corpo, dunque, il «federalismo industriale» invocato da Luciano Benetton nell'ultima assemblea degli azionisti. L'accordo con il governo di Belgrado, che conferma l'operazione, sarà firmato domani mattina dal ministro dell'economia Mladjan Dinkic, unitamente alle autorità locali di Nis, e da un rappresentante del gruppo industriale trevigiano. Il nuovo polo industriale Benetton sarà realizzato a Nis, terza città della Serbia dopo Belgrado e Novi Sad, scelta per la presenza di una fabbrica tessile dismessa con 660 operai a casa da quasi un anno. Sotto la pressione delle autorità locali e dell'opinione pubblica, il governo ha fatto ponti d'oro al gruppo Benetton, offrendo novemila euro l'anno per un triennio per ogni posto di lavoro creato in loco e forti agevolazioni fiscali. Un operaio in Serbia percepisce circa ottomila dinari, l'equivalente di 80 euro al mese. A Nis sarà costituita una società controllata da Benetton, beneficiaria degli incentivi, che rileverà lo stabilimento e dovrà rendere conto del piano di sviluppo al governo. Rilevante la ricaduta nel territorio, oltre gli aspetti occupazionali: parte dell'investimento sarà destinato a migliorare le infrastrutture della città serba. La fabbrica destinata ad accogliere le produzioni Benetton per l'Est europeo si chiama Nitecks, è reduce da una sfortunata privatizzazione conclusasi con il licenziamento di tutti i 660 addetti. Strategica è la posizione di Nis: nel cuore del distretto industriale della «tigre dei Balcani», si trova lungo il «Koridor 10», il corridoio europeo destinato a collegare l'Europa centrale con Grecia e Turchia. Cento chilometri più a nord c'è la fabbrica della Fiat, che sta allestendo la produzione del nuovo monovolume della casa torinese. Il nuovo polo produttivo in Serbia _ precisano a Ponzano _ non toglierà un euro di investimento in Italia. Probabilmente a venire ridimensionato sarà la piattaforma produttiva che Benetton mantiene in Croazia, destinata al confezionamento, paese sempre più problematico negli investimenti stranieri. Fino ad ora i più importanti poli produttivi di Benetton si trovano in Tunisia e Croazia per l'area mediterranea e in India e Cina per l'area pacifica. Complessivamente, producono 160 milioni di capi di abbigliamento, distribuiti in oltre centoventi paesi per un volume complessivo di ricavi pari a 2,05 miliardi di euro. Benetton si aggiunge a una lunga lista di imprese italiane che producono in Serbia: il più noto è quello della Fiat, che dopo la vittoria dimezzata a Pomigliano, ha deciso di realizzare una nuova monovolume nello stato balcanico. Ma in Serbia stanno arrivando tutti i grandi marchi della moda, attratti dalle agevolazioni offerte dal governo: l'ultima in ordine di tempo è il gruppo Golden Lady, che qualche anno fa chiuse proprio lo stabilimento di Valdobbiadene della SiSi, il marchio il cui claim pubblicitario era _ ricorderete _ «SiSi, la moda cammina».
5. Bologna. Casini su Cuffaro: “Una lezione di dignità enorme”. di BlogSicilia. 30 gennaio 2011 - Il leader dell’Udc, Pierferdinando Casini, da Bologna, ha commentato la sentenza dei magistrati ai danni dell’ex senatore Totò Cuffaro e la sua decisione di presentarsi spontaneamente in carcere, a Rebibbia: “Credo che si stia dando una lezione di dignità enorme: non ha neanche aspettato che il Senato stabilisse di mandarlo in galera e si è presentato dimostrando di avere fiducia nella magistratura”. Ed ha aggiunto: “Credo che nella tristezza di una condanna di questo tipo abbia dimostrato che c’è uno stile e un rispetto per le istituzioni e di questo bisogna dargliene atto”.

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