venerdì 18 febbraio 2011

Federali del Mattino. Senza il Sud saremmo più ricchi. 18 febbraio 2011.

Sezione Forza Oltre padania:
1. Bozen. UNITA' D'ITALIA. Lettera di Durnwalder a Napolitano: "C'è amicizia, venga in Alto Adige. Ma io non festeggerò".
2. Roma. Milleproroghe, Circa 100 emendamenti, maggioranza in bilico.
3. Bozen. Senato: la Svp crea nuovo gruppo, il Pd accusa: "Stampella di Berlusconi".
4. Bozen. Quella lettera è solo un consiglio.
5. AostaSera.it/Roma/Fossalta di Piave, Venezia. La famiglia non può pagare i buoni pasto, bambina cacciata da scuola nel veneziano.

Sezione padani:
6. Padova. Federalismo: «Dall'Ici all'Imu dalle ditte 800 milioni in più».
7. Bologna. Il Comune arruola 20 detenuti. per la sorveglianza di scuole e parchi.
8. Roma. Tremonti, senza il Sud saremmo più ricchi.
9. Che federalismo può esserci tra due Italie così diverse?
1. Bozen. UNITA' D'ITALIA. Lettera di Durnwalder a Napolitano: "C'è amicizia, venga in Alto Adige. Ma io non festeggerò". Il governatore, durante un forum al quotidiano Alto Adige, ha ribadito i motivi del suo no alle celebrazioni del 17 marzo: "Ho scritto al Presidente della Repubblica, sono sicuro che dopo aver letto la lettera lui sarà contento". BOLZANO. "I miei rapporti con il presidente Napolitano sono ottimi e gli ho scritto una lettera per spiegargli le ragioni della mia scelta: vi assicuro che sarà contento dopo averla letta. In ogni caso gli rinnovo l'invito, già fatto in passato, a venire da noi in Alto Adige per poterci parlare di persona e chiarire la vicenda". Lo ha detto Luis Durnwalder nel corso di un forum nella redazione del quotidiano Alto Adige, rispondendo a una domanda del direttore del giornale Sergio Baraldi.
Il presidente della Provincia di Bolzano cerca di chiudere così l'incidente diplomatico con il Quirinale creatosi dopo il suo rifiuto a partecipare, sia in veste personale che come rappresentante istituzionale, alle celebrazioni per il 150° anniversario dell'Unità d'Italia.
"Gli italiani possono festeggiare la ricorrenza e sono felice per loro, ma non si può chiedere a me di farlo, perché non sento questo anniversario e la mia partecipazione sarebbe animata da falsi sentimenti" ha detto Durnwalder. "La maggioranza della popolazione dell'Alto Adige, di lingua tedesca, non capirebbe il motivo della mia scelta se dicessi di sì.
Partecipo ogni anno, con convinzione, ad altre ricorrenze, dal 25 aprile che è l'anniversario della Liberazione dal fascismo al 2 giugno che è la festa della Repubblica italiana, nei cui valori credo fermamente.
Ma non mi si può chiedere di aderire a una manifestazione che, al suo interno, racchiude anche le sofferenze imposte dopo la Prima Guerra mondiale e durante il fascismo alla popolazione sudtirolese, annessa al Regno d'Italia contro la sua volontà".
Il governatore ha ribadito che gli assessori italiani "parteciperanno come rappresentanti istituzionali del proprio gruppo linguistico, ma non a nome dell'intera Provincia". Quanto all'ondata di proteste arrivate da tutta Italia, anche attraverso centinaia di messaggi e e-mail al nostro giornale, Durnwalder ha detto che "si tratta comunque di qualche centinaio di persone, ma gli italiani sono 60 milioni".
Durnwalder ha anche affrontato, nel corso del dibattito, gli altri temi di attualità altoatesina come la questione della toponomastica, quella dei monumenti fascisti e più in generale i rapporti con il governo di Roma.
2. Roma. Milleproroghe, Circa 100 emendamenti, maggioranza in bilico. In commissione Camera ago della bilancia Karl Zeller (Svp). ROMA - Sono circa un centinaio gli emendamenti presentati al Milleproroghe nelle commissioni Affari costituzionali e Bilancio della Camera: più o meno la metà arrivano dalla maggioranza. Un ufficio di presidenza delle commissioni, nel pomeriggio, ha stabilito il timing: alle 16,30 inizia la discussione generale e alle 19 dovrebbe cominciare l'esame delle proposte di modifica fino alle 22 quando i lavori saranno aggiornati alle 10 di domani mattina.Il voto dovrebbe cominciare già da stasera, ma se la maggioranza dovesse verificare di non avere i numeri sufficienti a respingere le proposte di modifica il rinvio a domani sarebbe quasi certo. Obiettivo del governo infatti è di approvare lo stesso testo arrivato dal Senato (l'approdo in Aula è stato fissato per martedì e il decreto deve essere convertito in legge, pena la decadenza, entro la prossima settimana).Il lavoro in commissione potrebbe presentare delle sorprese: le commissioni, dopo l'uscita dei finiani dalla maggioranza, non garantiscono al governo una navigazione tranquilla. In commissione Bilancio l'opposizione è in vantaggio (25 a 24) pur contando il presidente, Giancarlo Giorgetti, che per prassi non vota. In commissione Affari costituzionali a fare l'ago della bilancia è Karl Zeller dell'Svp. Se Zeller dovesse decidere per la maggioranza ci sarebbe, sommando i membri di entrambe le commissioni, una situazione di parità; se dovesse astenersi la maggioranza andrebbe sotto.
3. Bozen. Senato: la Svp crea nuovo gruppo, il Pd accusa: "Stampella di Berlusconi". La senatrice altoatesina Helga Thaler annuncia l'uscita dall'attuale gruppo per le autonomie (che comprende anche l'Udc) con una mossa che sorprende anche il suo partito. Il Pd: "Stampella del governo Berlusconi". BOLZANO. I senatori della Suedtiroler Volkspartei a sorpresa lasciano il gruppo misto e creano, insieme ad altri parlamentari di area centrodestra, un nuovo gruppo per le autonomie che, a detta del centrosinistra, sarà molto più vicino a Berlusconi, a dispetto della dichiarata neutralità della Svp.
L'annuncio della senatrice Helga Thaler Ausserhofer di lasciare con gli altri senatori della SVP il gruppo parlamentare unitario di cui fa parte insieme con l'Udc, l'Union Valdtaine, MAIE, Io Sud, Movimento Repubblicani Europei per dare vita a un nuovo gruppo per le autonomie sembra aver colto di sorpresa perfino gli esponenti del suo partito. Alla sede della Svp di Bolzano sembra che nessuno ne fosse stato informato. 
Un alto funzionario del partito (che non vuol essere citato) ha assicurato che negli organismi Svp ''la questione non è stata affrontata''. Philipp Achammer, segretario organizzativo della SVP, precisa che la questione sarà affrontata lunedì dalla direzione, in una seduta a cui saranno presenti i senatori, e aggiunge: '''Thaler Ausserhofer ha sottolineato che il gruppo non è stato ancora formalmente costituito''.
La decisione della Thaler Ausserhofer è stata accolta male dal senatore della SVP Oskar Peterlini. ''Il nuovo gruppo - ha detto - pende troppo a destra ed è composto in gran parte da ex finiani ed ex esponenti del Pdl''. Anche il capo del gruppo misto della Camera, Siegfried Brugger, esponete di spicco della SVP, della quale è stato per molti anni segretario politico, vuole capire meglio l'operazione. ''Il nuovo gruppo del Senato - sottolinea Brugger - non potrebbe essere in alcun modo paragonato al gruppo misto della Camera, che è e rimane un raggruppamento di carattere tecnico, e per questo conta esponenti dei piu' diversi orientamenti politici''. Anche il Pd altoatesino è molto critico sulla questione. ''Veramente puerile appare la motivazione della senatrice Helga Thaler Ausserhofer riguardo al suo tentativo di portare organicamente aiuto al governo Berlusconi. Il governo di un premier rinviato a giudizio per i reati che sappiamo''. Ad affermarlo è Antonio Frena, segretario provinciale del Partito Democratico dell'Alto Adige. ''Il Pd - aggiunge - si associa alle perplessità espresse dal senatore Oskar Peterlini, che dichiara come questo gruppo penda troppo a destra''.
Per Frena ''l'essere stampella di questo governo attraverso l'escamotage di un gruppo che si chiama 'Per le Autonomie', ma è nato solo per essere la foglia di fico dove poter nascondere i senatori Svp e attirarne altri, è una cosa che fa arrossire tutti i cittadini dell'Alto Adige, di tutti i gruppi linguistici''.
''Questo nuovo gruppo di 'responsabili' - rimarca il segretario del Pd - nasce con l'incredibile dichiarazione di essere liberi dalla destra, dalla sinistra e dal centro. E' evidente, invece, solo l'intenzione di perpetuare l'incredibile e narcisistico culto di se stessi in barba a qualunque principio di dignità politica e di solidarietà nei confronti dei cittadini di uno Stato allo sbando''.
Non è la prima volta che le posizioni della Thaler Ausserhofer provocano discussioni all'interno del 'partito di raccolta' dei sudtirolesi. Helga Thaler è considerata la massima fautrice della linea 'blockfrei' (vale a dire fuori dagli schieramenti) della Svp, inaugurata quando è tramontato l'accordo a suo tempo stipulato con il centrosinistra, ai tempi del governo Prodi. La senatrice - che di professione fa la commercialista - è nota per alcune posizioni a favore di Tremonti e, in passato, per le critiche alle politiche di Prodi in materia fiscale.
Le sue posizioni sono molto diverse da quelle del senatore Peterlini, che ha già fatto sapere che deciderà in un secondo momento a quale gruppo parlamentare iscriversi. Peterlini, eletto nel collegio di Bolzano-Bassa Atesina, con un'alta componente di elettori di lingua italiana, per avere la garanzia di essere eletto si alleò con 17 febbraio 2011il Pd ed è sempre stato contrario agli abboccamenti di vari esponenti del suo partito con il centrodestra.
4. Bozen. Quella lettera è solo un consiglio. Il sovrintendente difende l'asilo tedesco: nessuna discriminazione verso i bimbi italiani. BOLZANO. Le maestre dell'asilo Sankt Johann consigliano ai bimbi italiani di non iscriversi alle elementari tedesche perché non conoscono a sufficienza la seconda lingua. Diversi genitori (e non soltanto loro) l'hanno letta come una inaccettabile discriminazione, ma l'intendente tedesco Peter Höllrigl difende la scelta: «Non solo è legittima, ma è dovere delle maestre fornire una consulenza al termine del percorso triennale. Serve per orientare al meglio la scelta della scuola elementare. Si tratta esclusivamente di motivazioni pedagogiche; non c'è nessuna connotazione politica. Lo dico come tecnico e come padre: i genitori devono sapere per poter scegliere bene». Anche l'assessore alla scuola italiana Christian Tommasini non condanna il documento: «La libertà di iscrizione dei bambini all'asilo dev'essere garantita, ma non si può delegare tutto alla materna: se i genitori non sostengono fattivamente, i bimbi non imparano e poi non sono in grado di frequentare la scuola tedesca o un potenziamento del tedesco nella scuola italiana. Io dico: se si vogliono frequentare gli asili tedeschi, lo si può fare, e questo senza test di ingresso o altre forzature. Ma non è automatico che si impari la lingua. Se un bimbo viene parcheggiato nella scuola tedesca non conoscendo la lingua, possono accadere due cose: o si isola e diventa aggressivo o, se i bimbi italiani sono in numero sufficiente, si crea un ghetto: fanno comunella e non imparano la lingua».  Gli asili in lingua tedesca del capoluogo però, inutile negarlo, si avviano verso il collasso. Prima in cima alla lista la scuola dell'infanzia St. Johann, in centro storico. I bimbi figli di italiani, mistilingui e stranieri - ossia chi si esprime prevalentemente o preferibilmente in lingua italiana - ormai hanno raggiunto la metà dei frequentanti. Dunque, gli italofoni sono talmente tanti che, ormai, assai difficilmente riescono a raggiungere l'unico scopo per cui i genitori li avevano iscritti alla scuola materna dell'altra lingua, ossia imparare per bene il tedesco. Perché alla materna si parla tanto, troppo, in italano.  La politica pare ignori il problema e, in sostanza, sembra abbia abbandonato a loro stessi intendenza e maestre. Le maestre quest'anno, all'asilo del centro storico, si sono viste costrette a far sottoscrivere ai genitori dei bimbi italiani una lettera: sappiate che vostro figlio ha grosse difficoltà col tedesco, quindi, per il suo bene, vi sconsigliamo di iscriverlo alle elementari tedesche. A prima vista il documento ha tutta l'aria di essere alquanto discriminatorio. Perché a leggerlo senza le spiegazioni di chi lo ha redatto, suona più o meno così: i bimbi italiani hanno colonizzato le scuole materne tedesche, non sia mai che facciano lo stesso anche alle scuole elementari. La realtà però - per lo meno come la spiegano le maestre della scuola materna Sankt Johann - è affatto diversa.  «Non è una questione etnica» asserisce con convinzione la maestra Gerlinde Engl. «Qui non c'entrano italiani, tedeschi o stranieri. Non è una questione politica. Noi abbiamo a cuore soltanto il bene dei bambini. Abbiamo preparato quel foglio, da sottoporre per conoscenza ai genitori, semplicemente per tutelare noi stesse. Ci è già successo troppe volte: dopo tre anni di asilo in tedesco, i genitori italiani pensano che i figli siano in grado di frequentare la scuola tedesca. Ma spesso non è così: alle elementari, dove l'impegno richiesto è molto superiore, i figli hanno grosse difficoltà. E così danno la colpa a noi. Per evitarlo, li mettiamo in guardia. È l'unico modo, perché su questo la politica non è che ci aiuti più di tanto».  Il corpo insegnante ha dunque deciso di tutelarsi e per un semplice motivo: da diversi anni, con un trend in ascesa costante, gli asili di lingua tedesca del capoluogo vengono letteralmente presi d'assalto dai bimbi italiani e pure dai figli degli stranieri. Perché, vista l'impossibilità di una vera e propria immersione linguistica, in particolare negli asili italiani, si pensa di risolvere il problema del bilinguismo spedendo i figli alla materna tedesca. «Ci scambiano - prosegue la maestra Gerlinde - per una scuola di lingua, ma la nostra è semplicemente una materna, con altri compiti pedagogici».  Al Sankt Johann, quest'anno, i bimbi iscritti sono 123. «In pratica la metà parlano in italiano». Sono gli italiani tout court; sono i figli degli immigrati, che comunque in media gravitano nell'orbita culturale italiana e dunque spessissimo non conoscono il tedesco; e infine sono i figli dei mistilingui, i quali «accorgendosi che gli altri non li capiscono e potendo scegliere perché conoscono entrambe le lingue, decidono di parlare in italiano».
5. AostaSera.it/Roma/Fossalta di Piave, Venezia. La famiglia non può pagare i buoni pasto, bambina cacciata da scuola nel veneziano. Roma - Il caso nato nel gennaio scorso a Fossalta di Piave. Roma, 16 feb. (Adnkronos) - Costretta ad uscire in anticipo da scuola perché la famiglia non può pagare i buoni pasto. Protagonista della vicenda, denunciata dal segretario regionale veneto dell'Udc Antonio De Poli, è una bimba di quattro anni, figlia di immigrati in difficoltà. "Veramente un brutto fatto di cronaca", sottolinea De Poli, che ha presentato anche un'interrogazione parlamentare in cui si critica aspramente il comportamento di Massimo Sensini, sindaco leghista di Fossalta di Piave, in provincia di Venezia.
Il caso nasce nel gennaio scorso, quando una collaboratrice scolastica telefona all'ufficio scuola chiedendo come occorra comportarsi con la bimba che da settimane non porta il buono pasto. La decisione, spiega De Poli, è di continuare ad assicurare il pasto alla bimba, finché non interviene il sindaco sostenendo come i pasti già consumati vadano pagati.
L'assessorato ai Servizi sociali prospetta la possibilità di una contribuzione straordinaria alla famiglia per l'acquisto dei buoni pasto, ma la proposta viene bocciata dal sindaco, "che impone che la bimba vada a mangiare a casa se non può acquistare i buoni pasto". Né i buoni pasto possono essere ceduti, aggiunge il primo cittadino, "perché questo creerebbe un danno erariale". Per due giorni la bimba è costretta ad uscire anticipatamente da scuola, finché "una persona di cuore" non acquista per la bimba 3 blocchetti di buoni pasto, consentendo alla piccola senegalese di restare a scuola. "Una vicenda - conclude De Poli - vergognosa e gravissima, che mostra il volto di una Lega ottusa, razzista e arrogante. Quel sindaco dovrebbe vergognarsi. Zaia prenda posizione su questo fatto disgustoso". 16/02/2011
6. Padova. Federalismo: «Dall'Ici all'Imu dalle ditte 800 milioni in più». PADOVA. E Michielli (Confturismo) denuncia 20 motivi per dire no alla nuova tassa di soggiorno. Confcommercio denuncia: «Il peso fiscale non cala, anzi crescerà» MASSIMO ZANON. Antonella Benanzato. PADOVA. Il passaggio dall'Ici all'Imu (Imposta comunale sugli immobili) graverebbe per oltre 800 milioni di euro sulle imprese italiane. E quindi Confcommercio e Confturismo regionali rispondono alla proposta del federalismo con un secco "no" corale.
Le motivazioni sono state sviscerate ieri in un convegno a Padova dal titolo "Federalismo prospettive e realtà", promosso da Ascom Confcommercio e con varie autorità presenti.
È Massimo Zanon, presidente di Confcommercio Veneto, a mettere sotto la lente il decreto sul federalismo. «Per andare dritti al punto, nella bozza attuale ci sono almeno due cose che non ci piacciono - spiega - perché, anziché alleggerire le imprese da un carico fiscale senza eguali in Europa, le appesantiscono ulteriormente: la tassa di soggiorno e l'aumento dell'Ici generato dall'introduzione dell'Imu, l'Imposta comunale sugli immobili prevista dal nuovo fisco municipale, cui siamo fortemente contrari». Il numero uno di Confcommercio la mette giù dura. «Un ulteriore aumento delle imposte - sostiene Zanon - graverebbe, ancora una volta, sugli imprenditori onesti. E su quelle piccole e medie imprese che andrebbero incentivate anziché castigate. A quanto pare anche in questo governo le tasse si abbassano solo a parole, mentre con i decreti si aumentano. Se questo è il federalismo che si vuole attuare, allora non ci stiamo».
Sulla stessa linea anche Marco Michielli, presidente di Confuturismo Veneto che ha annunciato forme di protesta importanti, in accordo con la giunta nazionale di Federalberghi. Una di queste è annunciata per il 17 marzo, data indicata dal governo per le celebrazioni dell'Unità d'Italia: inn quella giornata gli albergatori non accetteranno prenotazioni. Michielli motiva con un dodecalogo articolato il dissenso all'eventualità di una reintroduzione della tassa di soggiorno, abrogata nel 1989 perché ritenuta «un irrazionale costo a carico delle imprese ricettive». Inoltre «un'imposta di soggiorno - prosegue Michielli - interverrebbe sulla spesa delle famiglie italiane e straniere, sulle cui vacanze la tassa graverà riservando agli imprenditori del settore turistico- ricettivo l'ingrato compito degli esattori». Secondo il presidente di Confturismo regionale «il settore necessita di misure - anche fiscali - idonee a rivitalizzarlo e non a deprimerlo».
Nel chiedere una riflessione da parte del governo e "l'accantonamento" dell'ipotesi tassa di soggiorno, Michielli avanza una proposta: «Lo storno del 2% dell'Iva riscosso attraverso le imprese dell'intera filiera turistica sui territori regionali, a favore delle Regioni stesse che lo vincoleranno ad un reinvestimento in ambito turistico, con il coinvolgimento dei Comuni a principale vocazione turistica e delle associazioni di rappresentanza d'impresa». L'assessore alla attività produttive, Isi Coppola che ha preso parte al convegno insieme al prof. Luca Antonini, presidente della Commissione tecnica paritetica sul federalismo fiscale, tenta una mediazione: «Il federalismo è una necessità per il Paese, ma non è la bacchetta magica che può risolvere la crisi economica». In effetti non lo è alla luce dei tagli che il Veneto ha subito.
7. Bologna. Il Comune arruola 20 detenuti. per la sorveglianza di scuole e parchi. Per lavori di pubblica utilità a fianco degli assistenti civici. Il Comune recluta una ventina di detenuti da affiancare agli assistenti civici nella sorveglianza delle scuole e dei parchi. È l’effetto di una convenzione ad hoc stipulata col tribunale e che, come spiega il subcommissario Raffaele Ricciardi, «prevede l’utilizzo di persone che sono state condannate al lavoro di pubblica utilità in settori come la scuola e i parchi».
Attività da svolgere «a fianco degli assistenti civici» già impegnati in questo genere di compiti. La delibera è stata licenziata oggi dalla giunta commissariale e prevede «oltre una ventina» di condannati al lavoro. Per il commissario Anna Maria Cancellieri l’iniziativa «va nel senso giusto». Da un lato «fa sempre comodo» avere personale a disposizione, e «poi c’è un risvolto sociale».
Tra l’altro il commissario ricorda un’analoga esperienza fatta quando era a Parma sempre come commissario: «A Parma facemmo la pulizia del greto del fiume utilizzando i detenuti, con una operazione di grandissimo respiro».
8. Roma. Tremonti, senza il Sud saremmo più ricchi. ultimo aggiornamento: 17 february 2011 21:12. Roma. L'Italia senza il sud "sarebbe a livelli di crescita molto più alti". Lo ha detto il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti intervenendo a un convegno di Democratica con gli economisti Michele Salvati e Innocenzo Cipolletta riferendosi al +1,1% registrato dal nostro Paese nel 2010. Secondo Tremonti, proprio per questo "dobbiamo considerare la questione meridionale come una questione nazionale. Il Nord è la regione più ricca dell'Europa, e quindi del mondo come struttura, ricchezza e pil procapite. Il centro-nord ha 40 milioni di abitanti ed è ricco come la Francia. E' tragicamente superficiale considerare l'Italia un paese unico. In Europa siamo l'unico paese duale".
Parlando nel dettaglio di alcuni dei problemi del Mezzogiorno, Tremonti ha fatto riferimento alla Salerno-Reggio Calabria, dove, ha detto riferendosi ai problemi legati alle infiltrazioni mafiose, "ci vorrebbe lo Stato. Il mercato funziona dove c'è una base - ha aggiunto parlando delle gare europee che sono state fatte - e pensare che in Calabria questo riesca a portare le sue salvifiche virtù è un'ipotesi da ripensare".
9. Che federalismo può esserci tra due Italie così diverse? di Sergio Luciano. Chissà se scegliendo per il suo best-seller quel titolo così evocativo («Gomorra») Roberto Saviano voleva soltanto richiamare l'assonanza tra il nome della città biblica distrutta da Dio per i peccati di tutti i suoi abitanti e la «camorra»; o se voleva invece anche affermare che al Sud sono tutti peccatori, proprio come nella mitica località mediorientale. Mentre infatti la malavita meridionale denunciata da Saviano è composta da una minoranza di delinquenti feroci, con un piccolo esercito di manovali del crimine, che vessa la maggioranza degli onesti, i dati statistici sul Sud Italia (ed è amarissimo scriverlo, per un meridionale com'è chi firma) dimostrano che lo scrittore sbaglia. A delinquere nel senso proprio del termine è certamente un'esigua minoranza della popolazione del Sud, ma a collocarsi fuori dalla legge, sia pure a volte solo per autodifesa, è una porzione molto grande dei meridionali: se non la maggioranza, certo una bella fetta. Quindi Gomorra sì, ma in senso quasi biblico: se non tutti colpevoli, molti, anzi moltissimi collusi. Ricordiamoli, i dati che denunciano la situazione. Quelli dell'Inps, per esempio: l'80% delle pensioni d'invalidità in Italia si concentra in Campania, Lazio, Puglia e Calabria, e una su quattro è frutto di una truffa agli uffici. Stessa musica sul fronte scottante delle truffe assicurative: se in Italia le frodi sono lo 0,79% del totale dei sinistri automobilistici, in Puglia raggiungono il 4,24% e in Campania il 4,27%. E si registrano proprio in Campania le peggiori statistiche relative alle singole province. A Caserta sono 4.729 il totale dei sinistri fraudolenti, una percentuale del 12,44% rispetto ai sinistri totali verificatisi nella città. A Napoli le frodi sono state 20.794, l'11,28% dei sinistri denunciati nel capoluogo campano. In Sicilia la «capitale» delle frodi assicurative è Catania, con 2.772 sinistri connessi con reati, un incidenza del 4,04% sul totale. Ma non basta. Secondo i dati dell'Agenzia del territorio, in Italia ci sono oltre 2 milioni di case fantasma, ovvero di immobili abusivi mai denunciati al catasto. Ebbene, in Sicilia su 370 comuni esaminati sono stati trovati 290 mila immobili fantasma, cioè 783 per comune; in Campania, 528 per comune; in Calabria 426; in Basilicata 438; e in Puglia 680. Al Centronord, invece, è stata tutta un'altra storia: in Emilia Romagna 308 immobili abusivi per comune; in Friuli, 80; in Lombardia, 107; in Piemonte, 118; in Veneto, 232. Insomma, la conferma della coesistenza di due Italie, radicalmente diverse. Quale federalismo si possa costruire su simili divaricate basi sociali, è tutto da capire.
 

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