Trento. «Prodotti sudtirolesi mediocri».
Parmalat, Ferrero in campo contro i francesi
Ferrara. Ghinelli presidente dell'Avis: il sangue resti dove si dona
San Martino di Lupari. Padova. De Poli: "Togliere il simbolo della Lega dal sito del Comune"
Firenze. Federalberghi: un no deciso alla tassa di soggiorno
Roma. Federalismo, più Irpef regionale da 2011
Roma. Tremonti studia legge Canada anti-opa. Facciamo shopping giuridico.
Trento. «Prodotti sudtirolesi mediocri». TRENTO - La montagna trentina deve puntare sulla specificità dei prodotti, sulla loro qualità e sulle eccellenze. È il messaggio contenuto nel dossier, presentato dalla Camera di Commercio su «Trentino e il territorio montuoso». «Il Trentino è una terra montana - ha spiegato il presidente Adriano Dalpez - dove ora serve un progetto nuovo che riesca a rilanciare la nostra ricchezza».
Le strade da seguire sono la specificità, l'autenticità e la qualità. L'80% del territorio trentino si trova sopra i 600 metri, e il 60% di questo sopra i 1000. L'obiettivo è quello di articolare una proposta su cosa il Trentino, in quanto territorio di montagna, deve fare nel lungo periodo.
«Serve offrire la qualità dei nostri prodotti - ha spiegato Dalpez - anche al di fuori dei confini, come il vino, le mele, ma anche il latte e i prodotti caseari derivati: sulla loro qualità e autenticità non abbiamo nulla da imparare dall'Alto Adige. E invece i sudtirolesi dono diventati ottimi promotori di prodotti mediocri».
A pensare che la montagna trentina abbia bisogno di concretezza è l'assessore provinciale Mauro Gilmozzi. «La montagna senza popolazione è inutile - spiega - e il suo futuro è legato all'offerta di lavoro e alla qualità della vita. Dobbiamo spingere verso l'unicità per essere competitivi e la montagna deve mettersi di traverso per non essere solo un luogo di passaggio ma di collegamento per fare rete e cultura». Sulla stessa linea anche l'antropologo Annibale Salsa, già presidente Cai, che ha ricordato come non si possano vedere le Alpi in una visione auto-centrica, come una barriera. «Il nostro territorio ha subito l'influsso del modello centrico padano ed ora serve, per la nostra montagna, una visione macro e transnazionale per far ritornare le Alpi ad essere cerniera dei popoli». G. Fin
Parmalat, Ferrero in campo contro i francesi
19 marzo 2011 Roma - La Ferrero è pronta a scendere in campo per Parmalat se matureranno le condizioni per farlo. All’indomani del blitz della francese Lactalis nel capitale dell’azienda di Collecchio, l’interesse del gruppo della Nutella segna una svolta nella corsa contro il tempo per il controllo dell’azienda alimentare, mentre il governo corre ai ripari e si leva un coro di voci a difesa dell’italianità del gruppo. Per la società di Alba, Parmalat è sicuramente un’impresa di rilevanza strategica per l’economia italiana, e Ferrero guarda con interesse a possibili soluzioni a rilevanza industriale di lungo periodo e di matrice italiana, ha appreso l’ANSA in ambienti vicini al gruppo. Una presa di posizione importante, alla quale tuttavia occorrerà dare seguito con un progetto industriale cui Intesa Sanpaolo sta lavorando.
Proprio la banca guidata da Corrado Passera, azionista col 2,15%, nell’ultimo giorno utile per presentare le liste per il rinnovo del board di Parmalat ha messo sul tavolo un elenco di big: dietro all’attuale a.d. Enrico Bondi, i cui poteri potrebbero tuttavia venir ridimensionati (si parla di una presidenza esecutiva), compaiono tra gli altri Luigi Gubitosi (amministratore delegato di Wind), Roberto Meneguzzo (a.d. di Palladio), Patrizia Grieco (a.d. di Olivetti), Elio Catania (numero uno di Atm), Giuseppe Recchi (presidente GE Italia). I fondi esteri Mackenzie, Skagen e Zenit (soci al 15,3%), scesi in campo per mandare a casa Bondi, hanno confermato la candidatura di Rainer Masera alla presidenza e di Massimo Rossi come vicepresidente in attesa di individuare un a.d. di peso. Quest’ultimo, preso in contropiede dall’irruzione di Lactalis, diventata in pochi giorni primo azionista di Parmalat con una partecipazione potenziale del 14,28% e pronta a salire ancora, ha teso la mano a Intesa per unire le forze ed evitare che l’azienda «diventi una filiale di Lactalis».
E, da quanto si è appreso, c’è attenzione della banca verso la proposta. I francesi, presenti in Italia con marchi come Galbani, Mio e Invernizzi, hanno schierato per il nuovo board i loro manager: capofila è il presidente di Lactalis Italia, Antonio Sala, e nella lista in cui compare anche il nome di peso come Franco Tatò, oggi alla guida della Treccani, figurano il presidente del direttivo del gruppo transalpino Daniel Jaouen, il direttore finanziario Olivier Savary e l’ex numero uno di Galbani Marco Jesi. Assogestioni (2,28%) ha puntato invece sull’a.d di Lavazza Gaetano Mele. Intanto, in vista dell’assemblea del 14 aprile, prosegue il rastrellamento in Borsa del titolo (+4%), con altro 6% passato di mano che porta a oltre il 25% la quota scambiata in quattro sedute. E la reazione all’assalto di Lactalis è unanime: «ci stanno portando via l’industria nazionale», ha detto il segretario del Pd, Pierluigi Bersani. «Non possiamo essere solo prede», ha commentato la presidente di Confindustria, Emma Marcecaglia, mentre il numero uno della Cisl, Raffaele Bonanni, ha detto di vedere «rischi per i lavoratori e per il Paese», e il segretario generale della Cgil Susanna Camusso ha sottolineato che «bisognerebbe avere un’idea di politica industriale di intervento e di finanziamento».
Ferrara. Ghinelli presidente dell'Avis: il sangue resti dove si dona
L’Avis fa festa ad Argenta, ma c’è il problema dei controlli sui donatori di altre regioni, da qui la proposta federale che presenterà il presidente Ghinelli. ARGENTA. L'Avis è cambiata. Basta allora sperperare soldi e risorse in feste e libagioni. Basta medaglie o ricorrenze costose, per i propri associati. Il futuro dell'Avis passa soprattutto attraverso un rafforzamento della prevenzione e della promozione della attività.
Il messaggio che uscirà dalla 60ª assemblea provinciale dei donatori di sangue che si terrà ad Argenta domenica mattina si riassume in poche parole: donare è un dovere civile. Una amore per il prossimo. Ma da Argenta, inoltre parte un messaggio federalista su scala nazionale.
A lanciarlo è il presidente dell'Avis provinciale, il professor Florio Ghinelli che ieri presentando l'assemblea provinciale ha annunciato che «il 28 marzo, il convegno nazionale cui parteciperò a Firenze sarà l'occasione per lanciare la proposta che il plasma raccolto in Emilia Romagna rimanga nella nostra regione».
Questo perchè, ha riferito Ghinelli, non tutte le regioni sono scrupolose «come la nostra nel controllo medico dei donatori».
Entrando poi nel merito dell'assemblea che si terrà domenica, il presidente provinciale dell'Avis ha puntualizzato che «i nostri volontari, su cose serie e con motivi altrettanto seri, rispondono. I giovani d'oggi - ha aggiunto - hanno invece fame di un messaggio etico e allora: meno feste e cene ma più propaganda».
Ghinelli, quando si parla di Avis, è un fiume in piena... Nel citare i risultati di un'indagine sulla forza associativa e sull'attività di donazione dell'Avis in provincia di Ferrara (affidata all'università di Ferrara), ha precisato che «se andiamo avanti così, in 5 anni perdiamo il 25% dei donatori. Quindi non possiamo aspettare i donatori ma dobbiamo andarli a trovare ovunque».
E il presidente provinciale dell' Avis elenca alcune delle soluzioni pensate e fra queste quelle legate al Coni, ad un gruppo musicale legato a Laura Pausini, la Bolzano-Ferrara ma soprattutto ha tenuto a segnalare che proprio sul fronte della prevenzione su Aids ed epatite: «L'Avis - ha sottolineato -, che fa prevenzione, ha messo a confronto i 35mila ricoveri con i nostri 12mila soci».
«Perchè abbiamo scelto Argenta per l'assemblea provinciale? E' la seconda sezione più grande della provincia - ha chiarito -. C'è collaborazione con l'amministrazione comunale, abbiamo un presidente giovane (Roberto Saletti, ndr). Una sezione da imitare visti i tre ambulatori e 7 poltrone per i prelievi. Per l'occasione, come Avis - ha concluso Ghinelli - abbiamo voluto ricordare il 150º premiando 16 donatori che hanno raggiunto le 150 donazioni».
«Sono orgoglioso che l'Avis abbia scelto Argenta - ha detto il sindaco Antonio Fiorentini - e ricordate che non siete ospiti ma fate parte della comunità. Noi siamo parte dell'Avis e non c'è niente di più forte di chi dona (e il sindaco è donatore, ndr) perchè dà una parte viva di se stessa per la vita degli altri».
Roberto Saletti, presidente dell'Avis Argenta, grato per il lavoro svolto dai suoi predecessori, ha annunciato che, oltre alla promozione a scuola, partirà un volantinaggio, una sensibilizzazione nel mondo dello sport 19 marzo 2011
locale «perchè la donazione passa per questi valori».
San Martino di Lupari. Padova. De Poli: "Togliere il simbolo della Lega dal sito del Comune"
Il segretario veneto dell'Udc all'attacco del sindaco Boratto: "E' la solita presunzione di imporre i propri simboli a tutti". SAN MARTINO DI LUPARI. Scoppia la polemica a San Martino di Lupari, dove il sindaco leghista Gerry Boratto ha fatto inserire nel sito web ufficiale del Comune il simbolo del Sole delle Alpi. ''Si tratta della solita arroganza leghista - commenta Antonio De Poli, segretario regionale dell'Udc Veneto - che vuole imporre a tutti simboli che appartengono ad un solo partito''.
Per il parlamentare, ''il sito web di un Comune è uno strumento ufficiale e istituzionale, pagato da tutti i cittadini tramite le tasse. Volerci mettere sopra il cappello leghista attraverso simboli che di istituzionale non hanno nulla - rincara - è la solita prepotenza della Lega, che vuole imporre a tutti la propria cultura, infischiandosene se questo è permesso o meno''. De Poli rileva che ''si tratta di una fatto solo apparentemente minore, perché è il principio ad essere gravissimo. La Lega dispone degli strumenti che le Istituzioni gli affidano come di strumenti propri. E questo non è corretto''.
Per questo chiede, ''prima di intervenire in altri sedi, che questi simboli vengano rimossi immediatamente dal sito, di modo che anche chi non è leghista si senta rappresentato da questo mezzo del Comune di San Martino di Lupari''. ''Se la Lega vuole un sito web, se lo paghi - conclude - invece di sfruttare per i propri fini un mezzo finanziato dalla collettività per impieghi ben differenti dalla propaganda di un solo partito''.
Firenze. Federalberghi: un no deciso alla tassa di soggiorno FIRENZE - 19/03/2011 - Il risultato del famoso viaggio ad Arcore del Sindaco Renzi non piace agli albergatori.
'Imposta di soggiorno no grazie'. Questa la posizione uninime dei 300 delegati di Federalberghi riuniti nel Salone dei Cinquecento in Palazzo Vecchio per la 61a Assemblea Generale della l'associazione degli imprenditori turistico-alberghieri. Benche' il settore turistico sia quello che, tra tutti, ha retto meglio alla crisi, i dati registrano nel 2010 245,4 milioni di presenze negli alberghi italiani, in calo dello 0,5% rispetto al 2009. Nonostante cio la tassa di soggiorno non sarebbe la soluzione. In Toscana nel 2010 sono aumentati dello 0,9% il numero di pernottamenti di turisti stranieri rispetto all'anno precedente, con casi di province in calo, ma anche di aumenti vertiginosi, come un +48% a Pistoia. Mentre gli stranieri che hanno dormito a Firenze, soggetto della tassa in questione, sarebbero aumentati del 2%. E la Regione fa eco al coro di no degli albergatori. Ma Renzi non ha alcune intenzione di tronare indietro: 'La scelta e' stata fatta ed e' da rispettar - ha replicato - Partiremo gia' dal 2011. Sulla tassa di soggiorno e' giusto il confronto ma non la battaglia ideologica''.
Roma. Federalismo, più Irpef regionale da 2011
Verso una stangata per le tasse sulle auto. Giro di vite anche per suv e inquinanti. Dal 2013 le riduzioni Irap. Compartecipazione dei Comuni alle imposte regionali.
ROMA - Pronto il nuovo testo deld ecreto attuativo sul federalismo fiscale. Tra le altre cose, aumento dell'addizionale Irpef regionale già da quest'anno, riduzione Irap dal 2013 e stangata in arrivo per le auto. Il federalismo fiscale «non l'ho visto come un esercizio finanziario ma democratico», ha detto il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, al Forum della Confcommercio. Tremonti ha sottolineato che il federalismo fiscale «è una cosa di lungo andare che ci rimette in linea con l'Europa e con la morale pubblica. Vedrete che alla fine è una roba di grande rilievo».
Già da quest'anno le regioni potranno diminuire o aumentare l'addizionale Irpef regionale,dallo 0,9 fino all'1,4%. «A decorrere dall'anno 2011 - si legge nel testo - ciascuna regione a Statuto ordinario può, con propria legge, aumentare o diminuire l'aliquota dell'addizionale regionale all'Irpef di base». Sono previsti, però tetti, per gli scaglioni di reddito più bassi. Resta un tetto agli aumenti: la maggiorazione, infatti, «non può essere superiore: allo 0,5 per cento, sino all'anno 2013; all' 1,1 per cento, per l'anno 2014; al 2,1 per cento, a decorrere dall'anno 2015. Resta fermo che se la regione ha disposto una riduzione dell'Irap (possibile in base al decreto) non può sforare il limite del +0,5% di Irpef. Inoltre la maggiorazione oltre lo 0,5 per cento non trova applicazione con riferimento ai titolari di redditi complessivi rientranti nei primi due scaglioni di reddito.
Viene anticipata di un anno la possibilità per le regioni di ridurre le aliquote dell'Irap fino ad azzerarle. «A decorrere dall'anno 2013 - si legge nel nuovo testo (prima era 2014 ndr.) - ciascuna regione a statuto ordinario, con propria legge, può ridurre le aliquote dell'Irap fino ad azzerarle e disporre deduzioni dalla base imponibile».
Il fisco regionale cambia dal 2013 quando vengono soppressi i trasferimenti statali e, contemporaneamente, avvia il fondo di perequazione per coprire integralmente i servizi essenziali. «A decorrere dall'anno 2013 - si legge nel testo - l'addizionale regionale all'Irpef è rideterminata con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, su proposta del ministro dell'Economia e delle finanze, di concerto con il ministro per le riforme per il federalismo e con il ministro per i rapporti con le regioni e la coesione territoriale, da adottare entro un anno dalla data di entrata in vigore del presente decreto, sentita la Conferenza Stato-Regioni e previo parere delle Commissioni della Camera dei Deputati e del Senato della Repubblica competenti per i profili di carattere finanziario, in modo tale da assicurare garantire al complesso delle regioni a statuto ordinario entrate corrispondenti al gettito assicurato dall'aliquota di base vigente alla data di entrata in vigore del presente decreto legislativo, ai trasferimenti statali soppressi (la compartecipazione regionale all'accisa sulla benzina).
Stop dal 2013 ai trasferimenti da regione a Comune e, contestualmente, compartecipazione dei municipi alle imposte regionali, in primis all'Irpef. «Con efficacia a decorrere dal 2013 - si legge nel testo - ciascuna Regione a Statuto ordinario determina con atto amministrativo, previo accordo concluso in sede di Consiglio delle autonomie locali, d'intesa con i Comuni del proprio territorio, una compartecipazione ai tributi regionali, e prioritariamente alla addizionale regionale all'Irpef, o individua tributi che possono essere integralmente devoluti, in misura tale da assicurare un importo corrispondente ai trasferimenti regionali» tagliati. Per quanto riguarda le città metropolitane viene previsto, inoltre, che venga loro attribuito lo stesso «sistema finanziario e il patrimonio» delle province che verranno soppresse con la loro creazione.
Stangata per le auto. Entrano nel paniere dei tributi delle regioni anche le tasse sulle auto. Il rischio è di una stangata, perché il testo prevede che «fermi restando i limiti massimi di manovrabilità previsti dalla legislazione statale, le regioni disciplinano la tassa automobilistica regionale come tributo proprio» e dunque potrebbero decidere, per fare cassa, di elevarle fino al limite consentito. Inoltre le tasse sulle assicurazioni auto passano alle province e potranno aumentare da subito fino al 16%. L'aliquota per l'Rc auto è infatti fissata al 12,5% ma «a decorrere dall'anno 2011 le province possono aumentare o diminuire l'aliquota - in misura non superiore a 3,5 punti percentuali». Aumenti o tagli «avranno effetto dal sessantesimo giorno successivo a quello di pubblicazione della delibera di variazione sul sito informatico dell'ente». Salta, infine, dal 2013 la compartecipazione regionale all'accisa sulla benzina
Una stangata sulle auto di grossa cilindrata e inquinanti da inserire in Finanziaria. Il testo specifica che il governo, con la legge di stabilità metta mano a una revisione dell'imposta provinciale sulle formalità di trascrizione, iscrizione e annotazione dei veicoli richieste al pubblico registro automobilistico. E tra i canoni della revisione c'è anche la cilindrata del veicolo e l'inquinamento che produce. «Con il disegno di legge di stabilità - si legge nel testo - il governo promuove il riordino dell'imposta provinciale di trascrizione» sulle auto, in conformità alle seguenti norme generali: individuazione del presupposto dell'imposta nella immatricolazione del veicolo e relativa trascrizione; individuazione del soggetto passivo nel proprietario del bene mobile; delimitazione dell'oggetto dell'imposta ad autoveicoli, motoveicoli eccedenti una determinata potenza e rimorchi; determinazione uniforme dell'imposta per i veicoli nuovi e usati in relazione alla potenza del motore e alla classe di inquinamento; coordinamento ed armonizzazione del vigente regime delle esenzioni ed agevolazioni; destinazione del gettito alla Provincia in cui ha residenza o sede legale il soggetto passivo d'imposta. Inoltre, entro un mese dall'entrata in vigore del decreto del federalismo regionale, sono modificate le misure di questa imposta provinciale »in modo che sia soppressa la previsione specifica relativa alla tariffa per gli atti soggetti a Iva e la relativa misura dell'imposta sia determinata secondo i criteri vigenti per gli atti non soggetti ad Iva.
Ci sarà anche una regione del sud, probabilmente la Basilicata, a fare da modello per il calcolo dei costi e dei fabbisogni standard ai quali si dovranno adeguare tutte le regioni in base al federalismo regionale. Nel decreto rimane la previsione per cui lo standard, applicato dal 2013, viene stabilito sulla base di parametri relativi a tre regioni scelte dalla Conferenza Unificata su una rosa di cinque (di cui obbligatoriamente la prima, che dovrebbe essere la Lombardia) indicate dal ministero della Salute di concerto con il Tesoro, tra quelle non soggette a piani di rientro e che abbiano garantito l'erogazione dei livelli essenziali di assistenza in condizione di equilibrio economico. Ma viene anche previsto che «nella individuazione delle regioni si dovrà tenere conto dell'esigenza di garantire una rappresentatività in termini di appartenenza geografica al nord, al centro e al sud, con almeno una regione di piccola dimensione geografica». Le regioni più virtuose saranno inoltre premiate perchè «eventuali risparmi nella gestione del servizio sanitario nazionale effettuati dalle Regioni rimangono nella disponibilità delle regioni stesse». Le tre regioni benchmark in base a questo schema presumibilmente dovrebbero essere Lombardia, Toscana e Basilicata.
Viene anticipata di un anno dal 2014 al 2013, come chiesto dal Pd, l'istituzione di un fondo di perequazione alimentato dal gettito prodotto dalla compartecipazione all'Iva determinata in modo tale da garantire in ogni regione il finanziamento integrale delle spese per i servizi essenziali. In questo modo ci sarà un allineamento tra lo stop ai trasferimenti e l'avvio del fondo di solidarietà azzerando il periodo transitorio.
Roma. Tremonti studia legge Canada anti-opa. Facciamo shopping giuridico. 19 marzo, 18:26. (ANSA) - ROMA, 19 MAR - ''Sto studiando una legge canadese''. Lo ha affermato il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, lasciando il forum Confcommercio di Cernobbio senza rilasciare altre dichiarazioni ai giornalisti. ''Stiamo facendo shopping giuridico - ha proseguito - e mi hanno detto che c'e' una legge canadese che fu applicata contro l'Eni''. A chi gli chiedeva i contenuti di tale legge il ministro ha replicato: ''Guardate su internet, c'e' tutto''.
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