mercoledì 16 marzo 2011

Federali-Sera. 16 marzo 2011. Consigliamo loro di celebrare un'altra festa: la giornata del tradimento patrio per aver discreditato un appuntamento così importante per il Paese. In Europa ci sono indipendentisti seri, i deputati baschi, ad esempio, rinunciano all'indennità di parlamentari. Intanto scorre un filmato: ci sono i volti di Mazzini e Garibaldi, ma anche di De Gasperi e Pertini e dei giudici Falcone e Borsellino. Le ultime immagini sono accompagnate dalle note della Turandot. Pavarotti canta All'alba vincerò. Maxi-raggiro esteso in tutto il Paese.

Oltrepadani:
Aosta. Agli enti locali 800mila euro per i sistemi di videosorveglianza
Trento. Turismo, si va verso i 5 milioni di arrivi.

Padani, alla rinfusa:
Ivrea. L'assessore Capirone: "Federalismo, occorrono correttivi".
Ronco. Ivrea. 'Umiliati, noi non festeggiamo'.
Milano. Giustizia, protocollo d'intesa piano carceri in Lombardia
Modena. Il Pd in calo e il Pdl in caduta libera.
Verona. C'è l'Inno di Mameli e i leghisti restano fuori
Venezia. Leasing selvaggio, frode da 100 milioni: 7 arresti.

Diritto di difesa:
Roma. Sorpresa, Berlusconi si difende su Repubblica.


Aosta. Agli enti locali 800mila euro per i sistemi di videosorveglianza
16/03/2011. AOSTA. Per l'attivazione di impianti di videosorveglianza sul territorio della Valle d'Aosta il Consiglio permanente degli Enti locali (Cpel) ha impegnato la cifra di 800.000 euro da spalmare equamente sulle annualità 2011 e 2012.
I finanziamenti saranno destinati principalmente ai Comuni che ancora non hanno beneficiato di contributi economici e potranno essere utilizzati per coprire gran parte dei costi di installazione di nuovi impianti o di ammodernamento di sistemi già esistenti.
Elso Gerandin, presidente del Cpel/Celva, ha sottolineato l'importanza della videosorveglianza per «arginare gli episodi di microcriminalità» e «promuovere la prevenzione dei reati rispetto alla repressione».
Lo scorso anno già 35 Amministrazioni locali avevano potuto contare sul fondo di 1 milione 400mila euro messo a disposizione per posizionare le telecamere di sicurezza in punti chiave del territorio.

Trento. Turismo, si va verso i 5 milioni di arrivi. 16/03/2011 08:46. TRENTO- La crisi morde ma i turisti non rinunciano a una vacanza in Trentino. È quanto si desume dai dati definitivi sul movimento turistico 2010 resi noti dal servizio statistica della Provincia. L'anno scorso si è infatti raggiunto un nuovo record storico quanto a numero degli arrivi - 4.831.352 - con un incremento dell'1,2% rispetto al 2009.
Dopo aver sfondato quota 3 milioni nel 1991 e i 4 milioni nel 2001, a un ritmo di crescita di un milione di turisti all'anno, il 2011 potrebbe quindi essere l'anno del superamento del muro di 5 milioni di turisti. Peraltro va registrato un leggero decremento (-0,5%) del numero di presenze - 29.741.493 contro le 29.882.621 del 2009 - che dal 2006 in poi erano state invece costantemente in aumento.
A fronte di un numero di arrivi maggiore, significa che si sono accorciate le vacanze: 6,2 giorni contro i 6,3 dell'anno precedente (nel 2000 i giorni erano 7). In Trentino, in buona sostanza, arriva più gente ma si ferma meno, e forse questo può essere uno dei segnali della crisi economica.

Ivrea. L'assessore Capirone: "Federalismo, occorrono correttivi". Dal Comune si teme l'eccessiva pressione fiscale sui cittadini. IVREA. Il Governo centrale ha approvato, nelle scorse settimane,, il decreto sul Federalismo Municipale. Per Enrico Capirone, assessore allo Sviluppo e alle Finanze del Comune di Ivrea, la nuova legge ridarà agli enti locali «un minimo di autonomia fiscale che negli ultimi anni non esisteva più».
Secondo l'assessore è però questo l'unico aspetto positivo del decreto. «E' indispensabile che prima dell'introduzione, nel 2014, dell'Imposta Municipale Unica siano introdotti correttivi, per evitare che essa pesi eccessivamente sugli immobili ad uso commerciale, artigianale, industriale».
«E' necessario - prosegue l'assessore - che Governo e Parlamento provvedano a ridurre il peso delle imposte da versare allo Stato, per scongiurare un futuro aumento della pressione fiscale sui cittadini».
Capirone vede nel provvedimento, fortemente voluto dalla Lega Nord, il rischio di una maggiorazione delle tasse e imposte a carico dei cittadini e delle imprese. «Non so se troverà un’effettiva applicazione lo slogan della Lega: “pago, vedo, voto” - prosegue Capirone -. La legge si permette di dire ai sindaci come devono usare i soldi e cosa devono fare, ciò non favorisce certo l’autonomina».

Ronco. Ivrea. 'Umiliati, noi non festeggiamo'. Protesta 'silenziosa' a Ronco: «Solo elemosine». RONCO. Nella maggior parte dei Comuni delle Valli Orco e Soana, la festa dell'Unità d'Italia non suscita molto entusiasmo. Non tanto per gli eventi di 150 anni fa, ma per quanto accade ora, più precisamente per la scarsa considerazione che lo Stato italiano pare avere per la montagna. Le somme destinate ai piccoli Comuni dal Fondo Nazionale dei Comuni Montani e quelle previste dal federalismo municipale sono mortificanti. Sindaci e amministratori comunali hanno ben poca voglia di festeggiare.
E non è un caso che a ricordare i 150 dell'Unità d'Italia con cerimonie ufficiali in piazza, domani, saranno in particolare i Comuni più grandi, come Pont e Locana, mentre negli altri sono previsti solo eventi in tono minore, oppure nessuna manifestazione. Come a Ronco, per esempio.
In questo Comune della Valle Soana, infatti, domani non vi sarà alcuna cerimonia. Una silenziosa protesta che vuole rimarcare il risentimento di tutta una comunità, offesa nella sua dignità.

Milano. Giustizia, protocollo d'intesa piano carceri in Lombardia
16 Marzo 2011Ministero della Giustizia e Regione Lombardia hanno firmato ieri due protocolli d’intesa relativi all’attuazione del Piano Carceri nella regione.
La prima intesa, firmata dal presidente Formigoni e dal Commissario delegato per il Piano Carceri, Ionta, riguarda la localizzazione delle aree destinate alla realizzazione di nuove infrastrutture carcerarie previste dal Piano Carceri. La seconda, sottoscritta dal ministro Alfano e dallo stesso presidente Formigoni, è un accordo quadro che definisce le misure necessarie ad una piena attuazione del Piano carceri per la regione.
L’Intesa, secondo quanto previsto dal Piano per risolvere l’emergenza del sovraffollamento delle carceri, stabilisce che tre nuovi padiglioni detentivi siano realizzati a Milano Opera, Busto Arsizio e Bergamo.
La nuova struttura di Milano Opera, su un’area di circa 27 mila metri quadrati, potrà accogliere 400 detenuti; all’interno del padiglione sorgeranno otto cortili di passeggio, un’area per attività sportive, un campo da calcio e due centrali tecnologiche. Il costo stimato è di circa 22 milioni di euro. I nuovi padiglioni di Busto Arsizio e Bergamo, il cui costo previsto è di circa 11 milioni di euro ciascuno, avranno una capienza di 200 posti e saranno dotati di quattro cortili di passeggio ciascuno.
Tutte le opere saranno edificate in tempi rapidi secondo le disposizioni urgenti per la realizzazione di istituti penitenziari (legge 26 febbraio 2010, n. 26) stabilite per il Piano carceri, il cui obiettivo è realizzare strutture tecnicamente e funzionalmente adatte a migliorare le condizioni di vita dei detenuti, ampliando gli spazi e favorendo le attività riabilitative, e garantire al tempo stesso un elevato livello di sicurezza.
Con l’Intesa firmata dal ministro Alfano e dal presidente Formigoni, l’impegno è quello di sviluppare attività di sanità penitenziaria e di trattamento delle persone recluse e delle loro famiglie. In particolare, per i detenuti con problemi di dipendenza, l’intesa ribadisce la necessità di pervenire a protocolli di intervento strutturati atti a garantire la continuità di intervento tra Aziende ospedaliere, Amministrazione penitenziaria, Servizi per le tossicodipendenze e Comunità Terapeutiche. Saranno avviati, inoltre, ulteriori progetti relativi a istruzione, formazione e lavoro per i detenuti e saranno favorite attività culturali, ricreative e sportive.

Modena. Il Pd in calo e il Pdl in caduta libera. Sondaggio svolto nelle scorse settimane su possibili intenzioni di voto e opinioni su alcuni dei grandi progetti che intende realizzare la Giunta. Crescono Lega, Grillini e Sel. Pighi conquista un 6+ Non convincono le piazze, piace l'ex Amcm. MODENA. I sondaggi non vanno presi come oro colato, ma l'indicazione, ad ormai due anni dalle ultime elezioni, va esaminata attentamente. La politica modenese ne esce affaticata, i partiti più rappresentativi sono in calo e le opere della giunta fanno discutere più del dovuto. Il sondaggio voluto dall'amministrazione per tastare il terreno ha messo in evidenza diversi interrogativi. A cominciare dal partito democratico.

PD IN CALO. Rispetto alle ultime amministrative (2009) i democratici perdono poco più del due per cento. Un dato in linea con la crisi nazionale, più grave però a Modena dove il passo dovrebbe essere diverso dal resto d'Italia. E invece anche una delle roccaforti sente particolarmente la crisi.

ALLEANZE. Che il partito sia disunito non è un mistero. Stridono di più, segno che l'insoddisfazione è ancora su livelli alti, i voti che evidentemente migrano verso sinistra: Sinistra Ecologia e Libertà guadagnerebbe addirittura il 2 per cento, stesso copione anche per i grillini. Con un Pd al 42,5 per cento la percentuale di Sel diventa vitale per avvicinarsi maggiormente alla soglia del 50 per cento. Rientrando in maggioranza anche l'Idv, attestato tra il 4,5 e il 5 per cento, il Pd potrebbe comunque sperare in una rielezione diretta del sindaco senza passare dal ballottaggio. Siamo, è bene ricordarlo, nella fantapolitica dei sondaggi e in un clima certamente non elettorale, ma ad oggi i numeri di questo campione rappresentativo degli elettori dicono questo. Se, oltre alla risoluzione del caso-Idv (a Modena non è in maggioranza), si andasse anche a braccetto con l'Udc il gioco sarebbe fatto.

OPPOSIZIONE. Peggio farebbe il Pdl. Berlusconi certamente non aiuta, ma il calo del 5 per cento è un dato preoccupante. E in questa ottica, nonostante le conclamate difficoltà del Carroccio a Modena e provincia nel tenere insieme il partito, continuerebbe a crescere la Lega di altri due punti percentuali. Altro dato su cui deve riflettere il Pd: non riuscire, nemmeno ora, ad approfittare della crisi del Pdl.

IL SINDACO. Quello che sta meglio è Giorgio Pighi. E' vero che il Pd è in calo, ma il suo voto di sufficienza piena, attestato al 6,2, è storicamente un buon risultato per chi sta al governo nelle amministrazioni locali. Il sondaggio ha formulato la domanda esattamente come nel caso dei rilevamenti del Sole 24 Ore: se si andasse oggi a votare - questa era la domanda - sceglierebbe nuovamente Pighi? E la maggioranza ha detto sì. Guardando, però, il resto dei numeri, si vede come Pighi non riesca ad essere da traino per il Partito Democratico. Il suo è un voto sulla fiducia espresso più sulla persona che sul Pighi politico. Tutto il resto, giunta e opere da portare avanti durante la legislatura, fa discutere.

CITTA' DIVISA. Il sondaggio ha posto alcuni interrogativi anche sulle opere in discussione in questi mesi. Si salva a pieni voti l'ex Amcm, che più del 60 per cento degli intervistati vorrebbe portata a termine. Balla la piscina a seconda di come si guarda un 20 per cento di modenesi che vuole l'impianto ma non al parco Ferrari: a questo, infatti, si può sommare il 40 per cento che si dice favorevole al progetto direttore del Comune, ma anche il 36 per cento di chi proprio non vuole l'impianto. Questione di punti di vista. La città è invece spaccata in due sulla pedonalizzazione di piazza Roma e il rifacimento di piazza Matteotti, così come sul piano della sosta. d.berti@gazzettadimodena.it

Verona. C'è l'Inno di Mameli e i leghisti restano fuori
LA POLEMICA. In Consiglio provinciale solo Venturi: «Presenza istituzionale non di partito». Miozzi: «Rispetto la loro scelta, io festeggio con entusiasmo». In Consiglio provinciale risuona l'inno di Mameli e i leghisti restano fuori. Alla Loggia di Fra' Giocondo si celebra il 150° dell'unità d'Italia ma consiglieri e assessori dal fazzoletto verde del sole delle Alpi nel taschino non si uniscono ai festeggiamenti con i colleghi di maggioranza e opposizione che cantano Fratelli d'Italia sfoggiando coccarde e spille tricolori appuntate sule petto.
«Non ci sono? Rispetto la loro scelta, io festeggio con grande entusiasmo», si limita a dire il presidente della Provincia Giovanni Miozzi. L'unico esponente del Carroccio a presentarsi in aula, ma dopo che i presenti terminano di cantare l'ultima strofa, è il vicepresidente della Provincia Fabio Venturi. «La mia è una presenza istituzionale non di partito», precisa, «e il ritardo non è stato voluto, ero a una riunione sul regolamento del campo nomadi di Forte Azzano». Il vicepresidente leghista, inoltre, si dice «in sintonia» con il sindaco Flavio Tosi che a Palazzo Barbieri si era alzato durante l'esecuzione dell'inno, a differenza dell'intero gruppo «padano» rimasto seduto e muto. «Con il nostro ruolo rappresentiamo tutti i cittadini, ma politicamente condivido la linea del gruppo consiliare che a sua volta condivide la mia presenza qui» taglia corto Venturi. Intanto scorre un filmato: ci sono i volti di Mazzini e Garibaldi, ma anche di De Gasperi e Pertini e dei giudici Falcone e Borsellino. Le ultime immagini sono accompagnate dalle note della Turandot. Pavarotti canta «All'alba vincerò».
Il primo a prendere la parola è il presidente del Consiglio provinciale Antonio Pastorello: «Mai come ora bisogna stare uniti, i campanili vanno bene per le chiese non per la società, abbiamo bisogno di tanti Bartali e Coppi pronti a passarsi la borraccia». Per Miozzi «la presenza del presidente Napolitano, il prossimo giugno, sarà un'occasione preziosa per sentirsi orgogliosi di appartenere a una sola cultura e a un solo progetto valoriale». Vincenzo D'Arienzo del Pd conclude il suo intervento con un'autocritica: «Non sempre la sinistra seppe comprendere il valore di patria e unità nazionale ma ora sono orgoglioso di appartenere a un partito che nel proprio simbolo ha il tricolore».
La prima ad aprire il fuoco contro i banchi vuoti dei leghisti è la dipietrista Sonia Milan. «Consigliamo loro», esclama, «di celebrare un'altra festa: la giornata del tradimento patrio per aver discreditato un appuntamento così importante per il Paese». Nicola Terilli dell'Udc ricorda che fra i «mille» di Garibaldi «ci furono 384 giovani lombardi e 184 veneti». Poi definisce le assenze leghiste «uno spot straordinario poiché più sono assenti più i balconi delle nostre case si riempiono di tricolori». E conclude: «Non si riconoscono nelle istituzioni italiane? Siano coerenti, le abbandonino». Gli fa eco Giuseppe Campagnari di Sel-Federazione della sinistra: «In Europa ci sono indipendentisti seri, i deputati baschi, ad esempio, rinunciano all'indennità di parlamentari». Alberto Bozza del Pdl, sulle assenze della Lega parla di «occasione perduta». «Non essere presenti è una loro libera scelta, ma credo che ad un compleanno così importante tutti dovevano rispondere all'appello».
«La nostra scelta non è irrispettosa», assicura fuori dall'aula il capogruppo della Lega Simone Falco, «ma noi pensiamo che la vera unità, non quella formale e celebrativa di oggi, ci sarà solo con il federalismo».
Enrico Santi

Venezia. Leasing selvaggio, frode da 100 milioni: 7 arresti. La Guardia di Finanza di Venezia scopre un maxi-raggiro esteso in tutto il Paese. VENEZIA. E' di cento milioni di euro la frode fiscale scoperta dal Nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza di Venezia che ha arrestato sette persone mentre altre 110 sono state invece denunciate. Sono state invece 150 le imprese, dislocate su tutto il territorio nazionale, implicate nella truffa a danno di 21 società di leasing, frodate per oltre 35 milioni di euro.
E' quanto accertato dai finanzieri a conclusione di un'indagine durata oltre un anno che ha permesso di sgominare un'organizzazione criminale dedita dal 2003 alla commissione di truffe ai danni delle più importanti società di leasing. I proventi illecitamente conseguiti venivano riciclati in cospicue acquisizioni mobiliari e immobiliari.
L'imponente truffa si è perfezionata attraverso la sistematica presentazione alle società di leasing di documenti falsi atti ad attestare la solidità finanziaria delle società utilizzatrici dei beni, soprattutto macchine per movimento terra ed escavatrici meccaniche, e di certificati recanti il marchio di conformità puntualmente contraffatto da parte delle imprese fornitrici, così da documentare fittiziamente la reale esistenza dei macchinari venduti. Il guadagno della truffa veniva poi ripartito tra i fornitori, che omettevano la presentazione delle dichiarazioni dei redditi, gli utilizzatori dei beni, che denunciavano falsamente il furto dei macchinari e, in taluni casi, dichiaravano fallimento: gli ideatori della truffa provvedevano poi a "ripulire" i proventi illeciti in acquisizioni mobiliari ed immobiliari.
Tra tutto le fiamme gialle hanno sequestrato 14 immobili, per un controvalore di circa 5 milioni di euro, 15 conti correnti e 2 società. Il tutto appunto per una frode fiscale da circa 100 milioni di euro.

Roma. Sorpresa, Berlusconi si difende su Repubblica. Roma. "So che siamo diversi. Siamo su opposte barriere. Ma vi parlo con la mano sul cuore. Questa volta seguo il mio istinto e voglio spiegare come stanno davvero le cose". Se non ci fosse l'allarme nucleare in Giappone, sarebbe la 'madre di tutte le notizie' nel panorama italiano. Silvio Berlusconi si spiega a La Repubblica  sul caso Ruby, quasi uno sfogo, il suo, "anche con chi 'si trova su sponde opposte' ".
"Andrò in tv a spiegare tutto e a difendermi. Andrò a tutte le udienze"
Al quotidiano diretto da Ezio Mauro che lo bersaglia da 20 anni, il premier dice: "Mentre leggevo quelle agenzie (sugli sviluppi del caso Ruby, ndr.) non credevo ai miei occhi. Pensavo che fosse uno scherzo di Bonaiuti. Ma le pare possibile? E' mai
possibile che quelle cose rispondano al vero? Hanno messo in piazza 33 ragazze
che passeranno il resto della loro vita con il marchio della prostituta. E
invece erano ragazze che hanno avuto solo il torto di partecipare a cene con
il presidente del Consiglio in cui c'erano tre musicisti e 6 camerieri. Di
questi sei camerieri, tre venivano da un'agenzia e quindi non erano miei
dipendenti".
Quattro salti
"Cene spensierate, eleganti - prosegue Berlusconi - Le ragazze facevano quattro salti in discoteca. Da sole, perché a me non è mai piaciuto ballare. Niente di più. E
ora vedo queste cose allucinanti". E aggiunge: "Io non posso credere a un uso
della giustizia così barbaro e così lontano dalla realtà. Io poi ho 75 anni e
sebbene sia birichino... 33 ragazze in due mesi mi sembrano troppe anche per
un trentenne. Sono troppe per chiunque. Eppoi c'è un ostacolo in più. Ho
sempre avuto vicino a me la mia fidanzatina che per fortuna sono riuscito a
tenere fuori da questo fango. Se avessi fatto tutto quello che dicono, mi
avrebbe cavato gli occhi. E assicuro che ha anche le unghie lunghe. La verità
è che la giustizia di questi signori è senza senso".

Sesso a pagamento? No, "sono come la Caritas"
Il Presidente del Consiglio ribadisce: "Io non ho mai pagato una donna invita mia. E poi può mai essere possibile che uno paghi con dei bonifici bancari una prestazione sessuale? Ma dove si è mai visto? Io sono come una Caritas quotidiana. Pago interventi chirurgici, il dentista, le tasse universitarie a tutti coloro che ne hanno bisogno. Sono in grado di farlo e sono felice di poterlo fare. Alcuni di quei bonifici servivano a pagare il mutuo ai genitori di una ragazza. Dei signori in difficoltà. E'
chiaro che queste persone sono anche attirate dal fatto che io sono una
persona con certe possibilità. Ma io ho sempre aiutato e l'ho fatto anche con
tante altre persone".

Intercettazioni barbarie mediatica
Berlusconi sottolinea che "nessuna di queste ragazze dice di essere stata pagata. Perché non è mai accaduto. Poi con bonifici bancari... ma quando mai? Per di più 130mila euro per una prestazione sessuale... Sono indignato. Anche perché negli altri paesi le intercettazioni telefoniche non sono pubblicabili, solo da noi avviene una barbarie come questa".

La nipote del rais
Sulla telefonata alla Questura di Milano Berusconi afferma: "Posso giurare
che una settimana prima avevo parlato con Mubarak per almeno 15 minuti di
questa ragazza. Ho tutte le testimonianze. Gli interpreti e i commensali
possono confermarlo. In quei giorni poi mi stavo occupando della crisi tra la
Libia e la Svizzera. Ho pensato: e se anche da noi una parente di un premier
straniero, in questo caso Mubarak, va in prigione? Che succede? Abbiamo allora
mandato una persona incensurata per risolvere il problema. Senza contare che
il presidente del Consiglio ha il diritto di intervenire in campo amministrativo. Mi hanno spiegato che Craxi fece cose simili in occasione del caso Sigonella". E aggiunge: "Io ho chiesto solo informazioni, nessuna pressione. Lo dicono anche i funzionari di polizia. Non c'è una vittima e non  c'è un trattamento privilegiato. E' solo una montatura, uno scandalo. Perché la gente, sa, è cattiva".

Non rispondo più
"Pensi che i genitori di alcune di quelle ragazze sono stati licenziati solo per il fatto che c'è questa inchiesta. Tutte queste ragazze non possono più lavorare, non possono fare una sfilata, nessuno offre loro un contratto. Io voglio difenderle pubblicamente. Perché per 14 mesi i telefoni sono stati messi sotto controllo. I miei avvocati mi hanno imposto di non rispondere più alle loro telefonate. E giustamente alcune di loro hanno pensato che le stessi scaricando. Ma, lo ripeto, non c'è un solo motivo che giustifichi un reato. E' fatto tutto solo per gettare fango sull'immagine di
queste ragazze. Che rischiano di passare il resto della loro vita con una macchia indelebile. Per questo andrò in tv: per spiegare tutto questo, per difendermi e difendere quelle ragazze. E parteciperò a tutte le udienze dei processi. Anche se non sarà facile. Perché non è per niente facile affrontare quattro processi e fare il presidente del Consiglio".

Fede dai pm non prima di 10 giorni
"Emilio Fede si farà interrogare dai magistrati, ma non prima di una decina di giorni,
giusto il tempo di prendere visione di tutti gli atti che ancora non conosciamo". Lo ha dichiarato l'avvocato Nadia Alecci, difensore del direttore del Tg4, indagato nel caso Ruby per induzione e favoreggiamento della prostituzione e prostituzione minorile. In mattinata il legale ha incontrato il procuratore aggiunto Ilda Boccassini che coordina l'inchiesta. In 'teoria', secondo quanto stabilisce il codice, Fede ha venti giorni di tempo per presentare memorie a difesa o chiedere di essere sentito.

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