LA NUOVA SARDEGNA - Economia: «Tutta l’isola esente dall’Imu agricola»
LA NUOVA SARDEGNA - Economia: Pecorino Romano, quel “falso” venduto in Usa da Galbani
La ripresa possibile vista dalla Sun Valley
Spagna: a giugno prestiti Bce a banche salgono a 365 mld, nuovo record
Spagna, +1,9% anno su anno inflazione giugno
Bozen, oltrepadania. Borse di studio supertassate per decine di altoatesini
LA NUOVA SARDEGNA - Economia: «Tutta l’isola esente dall’Imu agricola»
13.07.2012
CAGLIARI La Regione vuole liberare le aziende agricole sarde dall’obbligo di pagare l’Imu. Ieri l’assessore Oscar Cherchi ha firmato il decreto che individua oltre a quelli montani e collinari, già esentati dal governo, altri quarantacinque comuni svantaggiati e dunque anche questi destinati a essere sollevati dall’onore d’imporre la tassa sui beni i immobiliari all’interno delle aziende. Di fatto il decreto ha esteso lo status di svantaggiato a tutti i comuni sardi ad esclusione di Cagliari. «Era necessario – scrive l’assessore in una nota – individuare subito le aree, per poi intervenire sul governo con dati oggettivi fino a dimostrare che l’Imu può rappresentare il colpo di grazia per la nostra agricoltura già in crisi». Ora sarà decisiva la risposta del governo al decreto sui comuni svantaggiati. Fondi europei. Sempre ieri l’assessore Cherchi ha confermato che c’è stata un’accelerazione nell’iter delle pratiche per assegnare i contributi europei alle aziende agricole. Due settimane dopo il corteo della Coldiretti contro i ritardi nelle istruttorie da parte dell’agenzia regionale Argea, secondo Cherchi «la promessa task force ha cominciato a dare i suoi frutti. Dal 26 giugno a oggi abbiamo premuto sull’acceleratore e in questi giorni sono state liquidate oltre tremila domande e consegnati ad Agea (l’ente nazionale che paga) i mandati per oltre 7 milioni di euro». Per l’assessore, «questo è solo un traguardo, perché entro la fine del mese vogliamo che siano assegnati alle aziende altri 7 milioni di contributi». Nella nota, l’assessorato all’agricoltura sostiene che «c’è stata un’accelerazione anche nelle pratiche sui contributi per il sostegno al reddito anche per i settori biologico, gallina prataiola, difesa del suolo e produzione integrata. «In giugno – si legge nel comunicato – sono stati pagati oltre 2 milioni, euro che aggiunti a quelli già liquidati, portano il saldo a 8 milioni». Poi ci sono le promesse finali dell’assessore: «Vogliamo azzerare l’arretrato, che è intorno alle 7.500 domande, entro dicembre. Mentre per il benessere animale ci sono buone probabilità di saldare il 2011 in pochi mesi e subito dopo cominceremo con le anticipazioni per il 2012». Attacco del Pd. I consiglieri regionali del centrosinistra in commissione agricoltura – Luigi Lotto, Antonio Solinas e Giuseppe Luigi Cucca – hanno denunciato che «da parte della maggioranza è stato organizzato un blitz per rimettere in discussione la riforma degli enti agricoli varata nella scorsa legislatura». Secondo il Pd, con una procedura inaccettabile e irresponsabile, il centrodestra vuole stravolgere il quadro organizzativo delle agenzie agricole». (ua)
LA NUOVA SARDEGNA - Economia: Pecorino Romano, quel “falso” venduto in Usa da Galbani
13.07.2012
CAGLIARI Non si arresta l’attività dei falsari del cibo. A essere preso di mira, da un po’ di tempo a questa parte, è il Pecorino Romano. Sotto accusa, in qualità di falsario, è ora uno dei maggiori gruppi mondiali, la multinazionale Lactalis. Un falso pecorino romano prodotto in Francia e commercializzato all’estero da Galbani, il marchio italiano controllato da Lactalis. Quel Romano taroccato venduto all’estero dalla multinazionale francese Lactalis, è stato fotografato in occasione del Fancy Food di San Francisco. A denunciare il finto made in Italy sul mercato statunitense è stato il presidente del Consorzio del pecorino romano dop, Gianni Maoddi, in un’audizione davanti alla Commissione parlamentare d’inchiesta sulla contraffazione. Prodotto in Europa, il «Romano» è esportato dalla Francia negli Stati Uniti, principale mercato per l’export del pecorino romano. «Dopo aver denunciato senza esiti il fatto al ministero delle Politiche agricole», ha riferito Maoddi alla Commissione, «avevamo l’obbligo di informare la Commissione che si è dimostrata sensibile a questi problemi e ha aperto una sessione straordinaria per incontrarci». Non è la prima volta che Lactalis si avventura in operazioni come quella denunciata da Maoddi. Nel 1997 il consorzio per la tutela del Pecorino Romano aveva contrastato, con un’onerosa causa legale, una simile iniziativa della Lactalis che cercò di registrare negli Stati Uniti un brand commerciale «Pecora», poi acquisito dallo stesso consorzio per impedirne l’uso e l’abuso. In occasione dell’ultima edizione di Cibus, a Parma, lo stesso Maoddi aveva denunciato la presenza di finto Pecorino Romano nei supermarket di Singapore. In quel caso si trattava di un formaggio prodotto in Australia. Pasquale Porcu.
La ripresa possibile vista dalla Sun Valley
Il Presidente del Consiglio italiano è a Sun Valley, in Idaho, nel cuore delle grandi montagne americane. Partecipa a una riunione molto privata e di altissimo livello che potrebbe influenzare l'orientamento di opinioni pubbliche mondiali: fra i partecipanti, Mark Zuckerberg di Facebook, Bill Gates, Warren Buffett, i Sulzberger del New York Times, Jeff Bezos, tutti i numeri uno dell'hi-tech americano.
Ci sono anche un paio di altri capi di stato e di governo, come il premier turco Erdogan. Obiettivo numero uno del nostro Presidente: certamente rassicurare alcuni fra i più importanti opinion makers mondiali sulle riforme, sui progressi dell'Europa e del nostro Paese. Obiettivo numero due: ascoltare.
Da un consesso di questo genere non possono che emergere idee suggerimenti, consigli che lasciano indietro l'austerità e guardano al futuro, al futuro della digitalizzazione degli apparati dello Stato e delle nuove frontiere del commercio. Insomma alla fase due della gestione della crisi. Quella che guarda alla crescita e alla modernizzazione.
13 luglio 2012
Spagna: a giugno prestiti Bce a banche salgono a 365 mld, nuovo record
13 Luglio 2012 - 10:46
(ASCA) - Roma, 13 lug - Nel mese di giugno, le banche spagnole hanno preso in prestito dalla Bce 365 miliardi di euro, si tratta del nuovo massimo storico. I dati sono stati diffusi dalla Banca di Spagna.
Una conferma sul fatto che le banche iberiche non hanno piu' alcun accesso al mercato all'ingrosso dei capitali.
Per loro e' stato predisposto un piano di salvataggio, targato Eurozona, con risorse fino a 100 miliardi, sebbene il governo spagnolo, dopo gli stress test sulle banche, ha detto che il fabbisogno massimo e' intorno a 62 miliardi.
red/men
Spagna, +1,9% anno su anno inflazione giugno
In Spagna l'inflazione si è attestata all'1,9% a livello tendenziale a giugno, rimanendo invariata rispetto al mese precedente. Lo ha reso noto l'ufficio di statistica spagnolo (Ine), aggiungendo che il tasso di inflazione armonizzato, sempre a giugno, è cresciuto dell'1,8% su base tendenziale rispetto al +1,9% di maggio.
Bozen, oltrepadania. Borse di studio supertassate per decine di altoatesini
Quando la Provincia versa due sovvenzioni nello stesso anno solare, la burocrazia impazzisce. Lo strano caso di Beatrice Deo, purtroppo comune a molte altre famiglie
di Fabio Zamboni
BOLZANO. È una storia di ordinaria burocrazia che provoca straordinari disagi. Accade questo: che nella efficientissima Autonomia altoatesina decine di cittadini che devono fare ricorso a sovvenzioni della Provincia per far studiare i loro figli o per pagare le rette in collegio, paghino poi salato il “conto” di quelle borse di studio. Accade quando la burocrazia locale si scontra, oltretutto, con quella meno efficiente dello Stato. Raccontiamo qui la storia della famiglia di Beatrice Deo, residente a Silandro, Val Venosta, come paradigma di altre decine di storie come la sua. In pratica la signora Deo e altri come lei si sono visti recapitare a casa pesanti cartelle fiscali per non aver dichiarato redditi che non hanno effettivamente incassato (borse di studio versate a istituti scolastici) o per aver dichiarato a carico figli intestatari delle suddette borse di studio. «E' una storia vecchia che purtroppo è ancora attuale _ ci spiega Richard Paulmichl, dirttore dell'Ufficio assistenza scolastica della Provincia _. E' da nove anni che i nostri politici cercano di convincere Roma a detassare borse di studio che non fanno reddito, ma niente. Sembravamo vicini al traguardo, ma la stretta di Monti ha bloccato tutto».
Il disagio però è nato dal fatto che la Provincia ha versato alla stessa famiglia due borse di studio nello stesso anno solare. «Il 20 maggio scorso – ci racconta Beatrice Deo – mi è arrivata un'ingiunzione di pagamento dall'Agenzia delle entrate, che mi chiedeva di pagare 1500 euro, fra restituzione della detrazione d'imposta, sanzioni e interessi vari. Sono andata all'Agenzia e mi hanno spiegato che le borse di studio che le mie figlie hanno ricevuto negli anni 2008 e 2009 per frequentare il collegio a Silandro sono state pagate dalla Provincia al collegio nello stesso anno solare e quindi è come se una delle mie figlie avesse guadagnato oltre 2800 euro in un anno, oltre la soglia entro la quale si può dichiarare i figli a carico».
Per cui avrebbe dichiarato anche il falso. «Appunto. Un doppio falso, perché non ho dichiarato di aver ricevuto un reddito che in effetti non ho ricevuto perché va direttamente al collegio e perché ho dichiarato che le figlie sono a carico. Io dovevo tenere le bambine in collegio perché lavoriamo tutto il giorno, guadagnando comunque poco. La borsa di studio era di 2800 euro, ma in quell'anno la grande ha ricevuto questa cifra per due volte: in gennaio quella per il 2008, in dicembre quella per il 2009. E la piccola altri 1800 euro».
E adesso? «Ho già incominciato a pagare, concordando una rateizzazione: ogni tre mesi paghiamo oltre 200 euro. Altri a cui è capitata la stessa cosa hanno fatto ricorso ma non c'è niente da fare. Io ho chiesto aiuto a una sindacalista della Cgil, Christine Pircher, che si è molto interessata ma senza risultato». «Sono andata in Provincia – ci spiega Pichler –ma inutilmente. E poi ho saputo che già nel 2008 un giudice aveva sollevato il problema alla Provincia, che aveva promesso che avrebbe modificato il programma perché non accadesse più il doppio versamento nell’anno solare. Ma evidentemente non ci sono ancora riusciti...».
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