Parco del Cilento, abusi e sprechi in un dossier
Il Ministero dell'Economia e delle Finanze comunica i dati di sintesi del conto del settore statale del mese di maggio 2012
Trani, chiusa indagine su Moody's. Il pm «Informazioni distorte»
Taglio rating: banche e imprese "declassano" Moody's
Banche e imprese: ''Italia solida, irresponsabile il giudizio di Moody's''
Moody's: Cgil, declassamento tragico e ridicolo
Parco del Cilento, abusi e sprechi in un dossier
Il Codacons denuncia le speculazioni edilizie: in 26 pagine la radiografia di un territorio pieno di contraddizioni
SALERNO — «Il Cilento era più intatto prima che diventasse un'area protetta». Vi sembra un'affermazione forte, per un territorio con la tutela di Stato, Europa e Unesco? Ditelo al Codacons, che vede cose siffatte: «Un'urbanistica incontrollata, la costruzione di ecomostri, un abusivismo edilizio tollerato per assenza di serie politiche indirizzate agli abbattimenti e al ripristino della legalità violata. Il deterioramento ambientale non risparmia i corsi d'acqua interni e pregiati tratti di costa, messi in pericolo da inesistente o mal funzionante depurazione delle acque reflue». L'associazione ha contestato certe situazioni, poi ha raccolto gli atti e ne ha fatto un dossier. Il documento, nato per iniziativa del professore Enrico Marchetti e dell'avvocato Pierluigi Morena, è curato dall'ufficio legale del Codacons Campania (hanno collaborato gli avvocati Maria Cristina Rizzo, Raffaella D'Angelo, Matteo Marchetti e il professore Roberto De Luca). Si capisce, dunque, perché il testo considera solo alcuni aspetti deteriori della sub-regione salernitana. Innanzitutto il rapporto chiama in causa i Comuni per le decisioni del passato: una specie di autostrada sul Monte San Giacomo a 1200 metri sul mare, un rumoroso kartodromo e una centrale eolica in area protetta a Torraca, un enorme capannone-supermercato in pieno centro storico ad Acciaroli di Pollica. Né dimentica la situazione dei fiumi. Il Mingardo: sulla foce, «da qualche anno viene costruita artificialmente una spiaggia dragando il fiume con pale meccaniche, con sabbia di riporto e massi frangiflutto per servire campings e altre strutture sulle rive». Il Calore: molti centri che vi si affacciano «non sono dotati di impianti di depurazione» o ne hanno di «malfunzionanti e/o obsoleti».
IL CEMENTIFICIO - I redattori non dimenticano gli scandali storici. Per esempio il mastodontico cementificio, mai completato, che da decenni deturpa una zona di Sapri: il Codacons ha più volte diffidato il Comune a trovare una soluzione per il ripristino ambientale. Storie molto italiane. Come l'abusivismo nell'ex Club Med di Palinuro, con 130 villette fatte sequestrare dal magistrato Alfredo Greco nel dicembre 2010: per ordinare gli abbattimenti, in sostituzione del Comune di Centola, la Regione ha dovuto nominare un commissario. Oppure i palazzi presso le Ripe Rosse di Montecorice, «eco-mostri ultraventennali che il proprietario ha strenuamente difeso in sede penale, civile e amministrativa perdendo sinora tutte le battaglie giudiziarie». Il dossier denuncia che le speculazioni edilizie divorano le coste e l'entroterra. Nel 2007 il Codacons volle vedere le ordinanze di demolizione emesse dall'Ente Parco: gliene mostrarono quattro, emesse in quindici anni.
IL GAS - E domani? Il basso Cilento potrebbe essere attraversato dal condotto della Snam che porterà gas dal Nordafrica. Due tubi sottomarini approderanno alla foce del Bussento, presso Policastro, risaliranno il fiume e raggiungeranno una centrale di decompressione. Da lì partirà un secondo tracciato, che bucherà il monte Cocuzzo per 1200 metri e arriverà a Montesano sulla Marcellana. Il comitato "COntro Sealine TirrenicA" organizza gli oppositori del progetto, i quali stimano che l'opera comporterà l'interferenza con numerosi corsi d'acqua e la rimozione di circa 29mila alberi lungo 18 chilometri di aree boscate. Vantaggi locali? "Nessuno".
Alfonso Schiavino
Il Ministero dell'Economia e delle Finanze comunica i dati di sintesi del conto del settore statale del mese di maggio 2012
Fabbisogno del settore statale del mese di maggio 2012
Milioni di euro
Formazione del fabbisogno
Entrate
35.954
Spese
40.283
di cui: spesa per interessi
5.735
Fabbisogno (-) / Disponibilità (+)
-4.329
Copertura
Totale
4.329
Titoli a breve termine
-268
Titoli a medio-lungo termine
15.444
Titoli esteri
-311
Altre operazioni (1)
-10.536
(1) Comprendono la raccolta postale e la variazione del conto di disponibilità.
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In conformità al programma Special Data Dissemination Standard (SDDS) del Fondo Monetario Internazionale, il calendario delle pubblicazioni dei dati sopraesposti è disponibile sul sito (http://dsbb.imf.org).
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Roma, 13 luglio 2012
Trani, chiusa indagine su Moody's. Il pm «Informazioni distorte»
ROMA – Gli analisti di Moody's Abertcomby e Wassemberg «fornivano intenzionalmente ai mercati informazioni tendenziose, distorte (e come tali falsate)». Lo scrive il Pm di Trani nell’atto di chiusura delle indagini che mette in risalto la «scelta mirata dei tempi» e «l'impiego di tecniche argomentative suggestive, ambigue e foriere di allarme».
Il rating di Moody's sull'Italia, diffuso il 6 maggio a mercati aperti, suggeriva «intenzionalmente» ai mercati «una relazione tra il rischio Grecia e la rischiosità delle banche italiane (...): relazione e rischiosità a quella data inesistenti e tuttavia proprio in diretta conseguenza dell’annuncio percepipte come realmente esistenti». È quanto afferma il Pm di Trani Michele Ruggiero nell’atto di chiusura delle indagine relativo a due analisti di Moody's.
Proprio in mattinata era arrivata l’ennesima tegola di Moody's sull'Italia. L’agenzia ha infatti tagliato di ben due scalini il rating dei titoli di Stato, portandolo da A3 a Baa2 e mantenendo un outlook negativo.
La notizia è arrivata proprio mentre il premier Mario Monti atterrava in Idaho, Stati Uniti, per recarsi alla Allen Conference di Sun Valley, dove è riunito il gotha della finanza e del mondo dei media 'made in Usà. Lì il Professore ha come obiettivo principale quello di convincere ad investire in Italia.
Non a caso Moody's, spiegando la sua decisione, sottolinea come tra i fattori che probabilmente porteranno ad «un ulteriore netto aumento dei costi di finanziamento» dell’Italia ci sono anche «segnali di erosione» sul fronte degli investeminte esteri, oltre al rischio contagio da Grecia e Spagna, con i rischi di un’uscita di Atene dall’euro «che sono saliti» e il sistema bancario spagnolo sempre più in difficoltà.
Ma l’agenzia di rating punta il dito anche su altri fattori: dal «deterioramento delle prospettive economiche nel breve termine», nonostante le misure e le riforme decise dal governo Monti, al «clima politico che, con l’avvicinarsi del voto della prossima primavera – scrive Moody's – è fonte di un aumento dei rischi». Questo spiega anche l’outlook negativo, con il nostro Paese che resta sotto stretta osservazione da parte dell’agenzia di rating. Per la quale «i rischi che gravano sull'attuazione delle riforme restano considerevoli».
Il peggioramento dell’economia, poi, col Paese in recessione, «aumenta il peso dell’austerity e delle riforme sulla popolazione italiana». Questo porta le forze politiche a frenare, in qualche modo, l’azione del governo. Quest’ultimo - riconosce Moody's – ha messo in campo «un programma di riforme che ha davvero le potenzialità per migliorare notevolmente la crescita e le prospettive di bilancio». Nonostante ciò la recessione incombe e raggiungere gli obiettivi di risanamento dei conti resta una enorme sfida, con il pareggio di bilancio - si sottolinea – slittato di due anni. Forse gli analisti di Moody's pensavano al 'percorso di guerrà citato ieri dallo stesso Monti.
Taglio rating: banche e imprese "declassano" Moody's
"Il nostro Paese e' solido, l'Italia è la sesta economia ad alto reddito del mondo". "E' ormai evidente che i giudizi espressi non appaiono equi e assomigliano a mere profezie".
ID doc: 76078 Data: 13.07.2012 (aggiornato il: 13.lug.2012)
"Il nostro Paese e' solido, l'Italia e' la sesta economia ad alto reddito del mondo. La sua capacita' di
generare prodotto e' basata sul robusto contributo del secondo settore manifatturiero d'Europa, che ha subito forti contraccolpi dalla recessione ma che rimane vitale e in profonda trasformazione". Cosi' le Associazioni imprenditoriali - Abi, Ania, Alleanza delle Cooperative Italiane, Confindustria e Rete Imprese Italia - replicano "all'ennesima valutazione destabilizzante" dell'agenzia Moody's, che giudicano "irresponsabile". Le associaizioni di impresa elencano, quindi, le ragioni per cui considerano scorretta la valutazione delle agenzie di rating. "Lo sforzo che gli italiani stanno compiendo nel risanamento dei conti pubblici ha pochi eguali tra i paesi avanzati. In Italia non si sono registrate bolle speculative, pure nella modesta crescita che abbiamo realizzato. Il debito aggregato e' basso. Il deficit pubblico sotto controllo, con un saldo primario positivo e crescente nel tempo. Le famiglie italiane sono poco indebitate e detengono uno stock di ricchezza finanziaria tra i piu' elevati rispetto al Pil. Possiamo contare su di una riforma delle pensioni che non ha uguali in Europa". Questi elementi "passano in secondo piano nelle valutazioni di Moody's a fronte di un ipotetico incremento del rischio di contagio". Secondo banche e imprese e' quindi "oramai evidente che i giudizi espressi non appaiono equi e assomigliano a mere profezie la cuicapacita' di avverarsi dipende pero' dalla profezia stessa". Dalle associazioni di impresa arriva una aperta contestazione del ruolo delle agenzie. "La natura commerciale delle societa' di rating, la composizione della loro governance, le indagini in cui sono coinvolti rappresentano tutti elementi che suscitano forti perplessita' circa la loro reale indipendenza e l'appropriatezza dell'uso del termine ''Agenzie'' nei loro confronti", osservano. Questi elementi, proseguono, "sommati ai tempi e ai modi del loro operare ed al fatto di non essere chiamati mai a rispondere delle loro valutazioni confermano quanto da tempo sosteniamo, occorre sottrarre il giudizio sulla qualita' dei debiti statali a soggetti che perseguono fini di lucro". Per questo sollecitano le Autorita' europee ad "agire con
urgenza per annullare gli effetti dei rating previsti dalle norme oggi in vigore". Analogamente "anche il settore privato deve procedere a eliminare i riferimenti ai rating nella contrattualista standard, come chiesto dall'Abi in sede di Federazione Bancaria Europea". Secondo le associazioni di impresa, dunque, "e' indispensabile una immediata ed efficace reazione per annullare gli effetti pro-ciclici e destabilizzanti dei rating. In assenza si continuerebbe colpevolmente a provocare danni agli Stati, ai loro cittadini, alle imprese".
Banche e imprese: ''Italia solida, irresponsabile il giudizio di Moody's''
ultimo aggiornamento: 13 luglio, ore 16:40
Roma, 13 lug. (Adnkronos) - "Il nostro Paese è solido, l'Italia è la sesta economia ad alto reddito del mondo. La sua capacità di generare prodotto è basata sul robusto contributo del secondo settore manifatturiero d'Europa, che ha subito forti contraccolpi dalla recessione ma che rimane vitale e in profonda trasformazione". Così le Associazioni imprenditoriali - Abi, Ania, Alleanza delle Cooperative Italiane, Confindustria e Rete Imprese Italia - replicano "all'ennesima valutazione destabilizzante" dell'agenzia Moody's, che giudicano "irresponsabile".
Le associazioni di impresa elencano, quindi, le ragioni per cui considerano scorretta la valutazione delle agenzie di rating. "Lo sforzo che gli italiani stanno compiendo nel risanamento dei conti pubblici ha pochi eguali tra i paesi avanzati. In Italia non si sono registrate bolle speculative, pure nella modesta crescita che abbiamo realizzato. Il debito aggregato è basso. Il deficit pubblico sotto controllo, con un saldo primario positivo e crescente nel tempo. Le famiglie italiane sono poco indebitate e detengono uno stock di ricchezza finanziaria tra i più elevati rispetto al Pil. Possiamo contare su di una riforma delle pensioni che non ha uguali in Europa".
Questi elementi "passano in secondo piano nelle valutazioni di Moody's a fronte di un ipotetico incremento del rischio di contagio". Secondo banche e imprese è quindi "oramai evidente che i giudizi espressi non appaiono equi e assomigliano a mere profezie la cui capacità di avverarsi dipende però dalla profezia stessa".
Dalle associazioni di impresa arriva una aperta contestazione del ruolo delle agenzie. "La natura commerciale delle società di rating, la composizione della loro governance, le indagini in cui sono coinvolti rappresentano tutti elementi che suscitano forti perplessità circa la loro reale indipendenza e l'appropriatezza dell'uso del termine ''Agenzie'' nei loro confronti", osservano.
Questi elementi, proseguono, "sommati ai tempi e ai modi del loro operare ed al fatto di non essere chiamati mai a rispondere delle loro valutazioni confermano quanto da tempo sosteniamo, occorre sottrarre il giudizio sulla qualità dei debiti statali a soggetti che perseguono fini di lucro".
Per questo sollecitano le Autorità europee ad "agire con urgenza per annullare gli effetti dei rating previsti dalle norme oggi in vigore". Analogamente "anche il settore privato deve procedere a eliminare i riferimenti ai rating nella contrattualista standard, come chiesto dall'Abi in sede di Federazione Bancaria Europea". Secondo le associazioni di impresa, dunque, "è indispensabile una immediata ed efficace reazione per annullare gli effetti pro-ciclici e destabilizzanti dei rating. In assenza si continuerebbe colpevolmente a provocare danni agli Stati, ai loro cittadini, alle imprese".
Moody's: Cgil, declassamento tragico e ridicolo
13 Luglio 2012 - 17:46
(ASCA) - Roma, 13 lug - ''Il declassamento dell'agenzia Moody's suona al tempo stesso tragico e ridicolo. E' infatti tragico il fatto che un sistema finanziario e di valutazione dei rating che ha prodotto la crisi continui a dare bastonate a quelle singole economie che stanno cercando di reagire alla crisi. Ed e' ridicolo proprio perche' uno dei soggetti che hanno prodotto la crisi ora pretende di mettersi in cattedra per dare lezione a chi la crisi l'ha subita''. Lo sostiene Danilo Barbi, segretario confederale della Cgil a commento della decisione di Moody's di portare a Baa2 il rating italiano.
''Dopo lo scontro sul fondo salva stati e dopo lo scandalo che ha coinvolto la Barclays, questa ennesima decisione di un'agenzia di rating - spiega il dirigente della Cgil - impone una riflessione seria a tutto il mondo politico nazionale e all'Europa. E' arrivato il momento di ripensare il sistema di valutazione e il sistema di protezione dell'euro e dei titoli di Stato, a cominciare dal ruolo della Bce, che deve intervenire direttamente contro la speculazione finanziaria''.
''Il problema vero - conclude Barbi - e' quello di reagire alla recessione riavviando in ogni paese l'economia reale su basi diverse a partire dai grandi investimenti nell'economia verde, nella riconversione ecologica e per quanto riguarda nello specifico l'Italia nella messa in sicurezza del territorio e dell'immenso patrimonio artistico e culturale del nostro Paese''.
com-fgl/
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