venerdì 28 settembre 2012

(3) XXVIII.IX.MMXII/ Ingegneri terroni, nonche’ avvocati economisti chimici matematici statistici, ed operai cuochi pizzaioli contadini e self made man, iatavenne into’ Qatar: fa molto meno schifo di qua’. Mi raccomando, imparate bene la canzone: “sono un italiano vero”. Fa patetica simpatia.


Il direttore Canale 8 si dimette in diretta tv
L'UNIONE SARDA - Economia: Ottanta milioni per la competitività delle imprese sarde
Lavoro, ue: situazione sociale e occupazionale molto grave
Francia: tempo di manovra, ecco la tassa sui ricchi
Crisi: Berlino e Parigi rilanciano, subito Tobin tax
Qatar: ingegneri cercasi, ne servono 20 mila solo per le tlc

Il direttore Canale 8 si dimette in diretta tv
Il video: «No alle ingiustizie»
LECCE - Gaetano Gorgoni, direttore di Canale 8, alla guida da cinque anni, si è dimesso in diretta televisiva per protestare contro il precariato. Il direttore infatti denuncia il mancato versamento degli stipendi da molti mesi e la mancanza di personale. Ma la critica riguarda anche altre questioni: dalla mancanza di un vicedirettore alla presenza di soli due redattori («pagati con appena 300 euro al mese». Per giunta il tg del mattino (letto peraltro in differita a causa di problemi tecnici) è letto da lavoratori che non sono giornalisti. Sempre secondo le dichiarazioni del direttore, la proprietà avrebbe rifiutato proposte di acquisto da parte di importanti società.
L'Assostampa di Puglia chiede un intervento delle autorità nei confronti dell’editore dell’emittente televisiva salentina. Per il presidente del sindacato, Raffaele Lorusso, «la denuncia del direttore di Canale 8 non può non avere un seguito vista la situazione di illegalità in cui continua a navigare l’azienda». Poi aggiunge: «Nel caso di Canale 8, ristabilire la legalità significa perseguire la violazione delle leggi sul lavoro, l’esercizio abusivo della professione giornalistica e fare luce su strani e fantasiosi intrecci societari, attivandosi per la revoca del contributi pubblici e delle frequenze».

L'UNIONE SARDA - Economia: Ottanta milioni per la competitività delle imprese sarde
28.09.2012
Un'iniezione da 80 milioni di euro per salvare il tessuto imprenditoriale isolano. A tanto ammonta la cifra messa a disposizione dalla Banca di credito sardo, in accordo con Sardafidi. L'istituto di credito diretto da Pierluigi Monceri e il consorzio fidi guidato da Enrico Gaia hanno rinnovato l'intesa a sostegno di 3100 imprese associate a Sardafidi. Ma la platea di clienti non si ferma qui. «Ci sono circa 100 mila piccole aziende in Sardegna interessate», spiega Monceri. «Quelle che avranno i requisiti potranno accedere al plafond di risorse».
GLI OBIETTIVI L'impegno all'erogazione di prestiti sarà quindi condizionato da una valutazione economico-finanziaria della società. «L'obiettivo», sottolinea Gaia, «è favorire la crescita della competitività delle imprese attraverso soluzioni, ossia finanziamenti, per chi investe nel campo dell'innovazione, della ricerca, delle energie rinnovabili e della sostenibilità ambientale. Un occhio di riguardo», aggiunge il presidente di Sardafidi, «sarà dato anche a chi internazionalizza l'attività, a chi si rafforza dal punto di vista patrimoniale e a chi lavora in una logica di rete».
LA LIQUIDITÀ In un momento in cui la crisi stringe alle corde gli imprenditori, Banca di credito sardo e Sardafidi si impegnano, tra l'altro, a sostenere la liquidità delle aziende mediante linee di credito a breve termine. L'intesa prevede poi la valorizzazione delle forme di controgaranzie pubbliche.
IL COMMENTO «L'accordo», commenta Monceri, «è di rilevante importanza per le aziende associate a Sardafidi e per la nostra banca, da sempre impegnata a supporto dell'economia isolana. Nell'intesa rientrano pure le aziende già oggi assistite. E se il merito di credito lo consentirà», precisa il direttore della Banca di credito sardo, «proporremo un'integrazione del sostegno finanziario tramite nuove linee di prestito a breve termine accompagnate dalla garanzia del Confidi. «Questo accordo», sottolinea Gaia, «è indirizzata anche alle imprese giovani: da tempo Sardafidi sta lavorando per creare una cultura di impresa e per preparare le imprese a un salto oltre l'Isola, verso i mercati internazionali».
LE OPPORTUNITÀ Sulla stessa linea Pierluigi Monceri: «Grazie alla nostra capogruppo Intesa Sanpaolo - che ha 4 milioni di clienti all'estero - possiamo offrire concrete opportunità di crescita alle imprese sarde. Abbiamo già avviato progetti di collaborazione internazionale», osserva il direttore della Banca di credito sardo, «mettendo in contatto venditori locali con compratori europei. È la nostra concreta risposta alla crisi. Una crisi che», conclude Monceri, «sta mettendo in ginocchio tante aziende».

Lavoro, ue: situazione sociale e occupazionale molto grave
La relazione trimestrale sull'occupazione della Commissione europea relativa al secondo trimestre del 2012 sottolinea che “permangono disparità sociali e del mercato del lavoro fra Stati membri”
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Roma - La situazione sociale e occupazionale nell'Ue si è mantenuta molto grave nel secondo trimestre del 2012, che ha fatto registrare un aumento della disoccupazione nel suo complesso ma con differenze significative tra gli Stati membri, un deterioramento della situazione finanziaria delle famiglie e un aumento della povertà infantile. L'Ue – spiega la relazione trimestrale sull'occupazione della Commissione europea - sta attraversando una fase di recessione, o vicina alla recessione, dalla fine del 2011 e il clima economico generale è ai minimi degli ultimi tre anni. In questa situazione le possibilità di trovare lavoro sono basse, se confrontate con quelle degli anni precedenti la crisi. Nel primo trimestre del 2012 il più alto numero di ore lavorative prestate dai lavoratori dipendenti a tempo pieno si è avuto in Grecia e in Austria, mentre il più basso è stato registrato in Finlandia, Irlanda e Italia. Sono alcuni dei principali risultati dell'ultimo Employment and Social Situation Quarterly Review (esame trimestrale sull'occupazione e la situazione sociale).
 "Le differenze delle situazioni occupazionali e sociali negli Stati membri sono più marcate che mai. Per questo è opportuno che gli Stati membri attuino le Raccomandazioni specifiche per paese per il 2012 adottate lo scorso luglio ed applichino i provvedimenti indicati nel Pacchetto occupazione della Commissione", ha commentato il Commissario europeo per l'Occupazione, gli affari sociali e l'inclusione, László Andor. "La costante diminuzione del reddito disponibile delle famiglie e la crescente povertà infantile indicano che siamo di fronte ad una vera emergenza sociale", ha dichiarato il presidente Barroso alla conferenza Jobs for Europe, dando rilievo alla necessità di intensificare in tutta Europa gli investimenti sociali. "La Commissione affronterà questo tema nel suo prossimo pacchetto di investimenti sociali."
 DISOCCUPAZIONE A LIVELLI RECORD - Particolarmente preoccupante è il fatto che la disoccupazione è ancora in crescita ed ha raggiunto la quota record di 25,3 milioni, con un aumento di 2,6 milioni di unità (+11,6%) rispetto al marzo 2011. Il tasso di disoccupazione, che a livello di Ue è ora al 10,4%, è aumentato in 17 Stati membri e si sono nuovamente accentuate le disparità tra i paesi Ue meno in difficoltà e i paesi "periferici". Il divario fra il paese dell'Ue con la percentuale di disoccupazione più bassa (Austria, 4,5%) e quello con la percentuale più alta (Spagna, 25,1%) è attualmente di 20,6 punti percentuali, un massimo storico. Il numero dei disoccupati di lunga durata è aumentato dall'anno scorso in 15 Stati membri, raggiungendo la quota di 10,7 milioni. I disoccupati di lunga durata costituiscono attualmente il 4,5% della popolazione attiva (+0,4 punti percentuali nell'ultimo anno).
 I GIOVANI - La disoccupazione giovanile è ad un livello drammatico (22,5% a luglio nell'Ue), anche se non è cresciuta nel secondo trimestre. Dodici Stati membri hanno registrato tassi superiori al 25% e solo tre restano sotto la soglia del 10%: Austria, Germania e Paesi Bassi. Le cupe prospettive per i giovani rispecchiano rischi crescenti di disoccupazione di lunga durata e di inattività duratura, che si manifestano nell'aumento del numero di giovani disoccupati e al di fuori di ogni ciclo di istruzione e formazione (NEET). La Commissione sta affrontando attivamente il problema della disoccupazione giovanile e lancerà alla fine dell'anno dUe iniziative: una proposta per garantire che i giovani abbiano un posto di lavoro, continuino gli studi o frequentino un corso di formazione entro 4 mesi dal termine della scuola, ed una proposta per inquadrare sotto il profilo qualitativo i tirocini. Nuovi dati dettagliati relativi al 2011 fanno maggiore chiarezza sulla situazione del mercato del lavoro. Secondo tali dati oltre ai disoccupati si contano circa 8,6 milioni di lavoratori a tempo parziale sottoccupati, prevalentemente donne, ed altri 10,9 milioni di persone situate in una zona grigia tra l'inattività e la disoccupazione, in cui rientra anche chi abbia rinunciato alla ricerca di un lavoro.
 IL REDDITO - Tra il 2009 e il 2011 il reddito disponibile lordo delle famiglie è diminuito in dUe terzi dei paesi dell'UE. I cali maggiori si sono registrati in Grecia (15,7%), Irlanda (9%) e Lituania, Spagna, Cipro ed Ungheria (tutti oltre il 4%). Questa evoluzione è in netto contrasto con la situazione osservata nei paesi nordici ed in Germania, Belgio, Slovenia e Francia, paesi in cui i sistemi di protezione sociale e una maggiore tenuta del mercato del lavoro hanno fatto sì che i redditi continuassero ad aumentare anche durante la crisi. Cionondimeno la crisi ha investito quote significative della popolazione ed ha causato un aumento della povertà anche in tali paesi. Non sorprende che la percentuale della popolazione dell'UE che si trova in situazione di precarietà finanziaria resta eccezionalmente elevata. I cittadini dei paesi più colpiti dalla flessione dei redditi tendono inoltre a percepire negativamente la loro situazione sociale, come dimostrano i dati dell'Eurobarometro 2012 sul clima sociale.
 POVERTÀ INFANTILE - La povertà infantile interessa un numero sempre maggiore di famiglie a causa dei bassi redditi da lavoro dei genitori e del sostegno insufficiente alle famiglie con figli. La percentuale di bambini a rischio di povertà (dopo i trasferimenti sociali) va dal 10% approssimativo della Danimarca e della Finlandia al 20% ed oltre di Spagna, Grecia, Bulgaria, Portogallo, Italia, Romania, Lettonia, Polonia, Lituania e Lussemburgo. L'entità e l'efficacia delle prestazioni per i figli a carico variano notevolmente all'interno dell'Ue. La disponibilità di strutture per la custodia dei bambini a prezzi accessibili costituisce un fattore estremamente importante per consentire ai genitori, e in particolare alle madri, di lavorare.
 DISPARITÀ DELLA CRESCITA - Tra i principali Stati membri dell'Ue l'economia ha continuato a crescere in Germania, Francia e Polonia, mentre in Italia e nel Regno Unito ha registrato un'ulteriore contrazione. Spagna e Portogallo hanno subito nel secondo trimestre del 2012 una forte flessione dell'attività economica e dell'occupazione.   (ilVelino/AGV)
(red/glv) 28 Settembre 2012 17:59

Francia: tempo di manovra, ecco la tassa sui ricchi
Slitta il pareggio di bilancio previsto per il 2017. Parigi vara il prelievo al 75% per chi guadagna più di un milione. L’obiettivo è raggiungere quota 37 miliardi.
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Roma - Tassare i ricchi per restituire ai poveri, il tutto condito da una stretta alla spesa pubblica. Il Robin Hood di Francia è il presidente François Hollande il cui esecutivo ha appena presentato il piano di bilancio 2013 che prevede una manovra da 37 miliardi. Una virata necessaria per centrare l'obiettivo della riduzione del deficit al 3 per cento del Pil nel 2013, dal 4,5 di quest'anno. Dieci miliardi saranno recuperati dalla spesa pubblica; venti arriveranno invece dalle nuove tasse sui redditi; gli ultimi sette sono già stati messi in cantiere nella manovra di luglio.
 “Tutto è chiaro – scrive l’edizione online de 'La Tribune' - 8,5 milioni di famiglie riceveranno uno sgravio fiscale sull'imposta sul reddito, i redditi più bassi, ovviamente; mentre 4.100.000 di famiglie benestanti dovranno pagare di più”. “Il governo rinuncia a raggiungere l'equilibrio nel 2017”, titola polemicamente l’edizione online di 'Le Figaro'. Per allora, infatti, in base alle previsioni dell'esecutivo “i conti pubblici mostreranno ancora un disavanzo dello 0,3 per cento del Pil, invece di essere in equilibrio come precedentemente promesso da Hollande”. “Il progetto di bilancio presentato oggi dal governo – si legge ancora - promette anche di ridurre il deficit al 3 per cento entro il 2013”. La previsione dello 0,3 per cento del disavanzo nel 2017 è basata su una crescita economica dell'0,8 per cento nel 2013 e del 2 per cento ogni anno fino al 2017. Ma, secondo l'Osservatorio francese per l'economia, il deficit potrebbe raggiungere lo 0,9 per cento nel 2017 a causa di una minore crescita”.
   (ilVelino/AGV)
(glv) 28 Settembre 2012 17:02

Crisi: Berlino e Parigi rilanciano, subito Tobin tax
Lettera ministri finanze a Euroesecutivo per cooperazione
28 settembre, 17:16
Crisi: Berlino e Parigi rilanciano, subito Tobin tax
BRUXELLES - I ministri delle Finanze tedesco e francese hanno chiesto alla commissione europea, in una lettera comune inviata stamani, di formalizzare una proposta per l'introduzione di una tassa sulle transazioni finanziarie in almeno nove Paesi attraverso una cooperazione rafforzata. Lo ha reso noto il ministero delle Finanze tedesco a Berlino. I ministri Wolfgang Schaeuble e Pierre Moscovici hanno inoltre invitato gli altri Stati dell'Ue ad avanzare la stessa proposta alla commissione. Non essendoci una maggioranza per l'introduzione di una sorta di Tobin-tax ne' nell'Unione a 27, ne' nell'eurozona, Parigi e Berlino ritengono ora opportuno procedere sulla strada di una cooperazione rafforzata nell'Ue, che richiede il 'si'' di almeno nove Paesi. Bruxelles ''accoglie con favore l'iniziativa di Francia e Germania di mantenere in piedi l'idea di una tassa sulle transazioni finanziarie''. E' il commento del Commissario Ue per la fiscalita', Algirdas Semeta.
 La creazione di una Tobin tax, ''ha molto da offrire, anche se limitata a un piccolo gruppo'' di paesi, aggiunge. Con una lettera, Francia e Germania hanno chiesto alla Commissione di formalizzare una proposta per l'introduzione di questa tassa in almeno nove Paesi con il meccanismo della cooperazione rafforzata.
 Francia e Germania spingono perche' la proposta a nove sia pronta entro la fine dell'anno e vorrebbero che la Tobin tax diventasse operativa dal prossimo anno. La Commissione Ue ha dichiarato piu' volte di essere ''pronta'' a presentare rapidamente una proposta, ma ritiene ''ambizioso'' l'obiettivo di veder entrare in vigore la Tobin Tax gia' dal 2013. Nei giorni scorsi, indiscrezioni giornalistiche tedesche hanno dato conto di un'opposizione di Italia e Spagna, che starebbero usando la Tobin tax come strumento di trattativa con Berlino nella gestione della crisi dei debiti sovrani. Al progetto si sono apertamente dichiarati contrari Gran Bretagna, Irlanda, Olanda, Svezia, Lussemburgo e Malta. Mentre il fronte dei favorevoli include Austria, Finlandia, Grecia, Slovenia, Belgio, Portogallo e Polonia. Secondo calcoli del parlamento Ue, se applicata in tutti i Paesi Ue, l'imposta sulle transazioni finanziarie consentirebbe di raccogliere, attraverso aliquote minime (0,1% per obbligazioni e azioni, lo 0,01% sui derivati), circa 57 miliardi di euro ogni anno.

Qatar: ingegneri cercasi, ne servono 20 mila solo per le tlc
Troppo pochi neo-laureati per Paese che investe anche all'estero
28 settembre, 14:58
 (ANSAmed) - DOHA, 28 SET - Il Qatar ha bisogno di decine di migliaia di ingegneri in piu' rispetto a quelli che le universita' locali riescono a preparare ogni anno. Lo afferma Mahmoud Abdulwahed, ingegnere a capo di un apposito ufficio della facolta' di ingegneria della Qatar University.
 Ovunque tu vada in Qatar c'e' bisogno di ingegneri, ha dichiarato Abdulwahed in un'intervista pubblicata oggi dal quotidiano di Doha The Peninsula. Solo 186 studenti si sono laureati alla facolta' di ingegneria l'anno scorso mentre il boom economico dell'emirato richiede decine di migliaia di ingegneri in piu'.
 Secondo quanto dichiarato da Abdulwahed, il settore informatico e delle telecomunicazione avra' bisogno di 20mila ingegneri nei prossimi anni. La domanda e' in crescita anche nel settore energetico, in un Paese noto per essere il secondo produttore di gas al mondo. Sempre secondo il docente, questo settore dovra' assumere alcune migliaia di ingegneri nei prossimi 2-3 anni. Stesse esigenze nelle costruzioni: il Qatar ha investito circa 100 miliardi di dollari per la realizzazione delle infrastrutture necessarie per ospitare i Mondiali di Calcio nel 2022, tra cui un nuovo aeroporto internazionale, una metropolitana e nove stadi. Gli investimenti nel Paese sono meno noti di quelli che il governo qatarino ha realizzato all'estero. Quest'anno, fra l'altro, il Qatar ha comprato la casa di moda italiana Valentino per 857 milioni di dollari, e per la stessa cifra anche l'edificio che ospita la sede del giornale francese Le Figaro e l'ambasciata americana a Parigi. Inoltre ha acquisito partecipazioni importanti in varie societa' e imprese: il 3% per cento della Siemens per tre miliardi di dollari, il 3-5% della Shell per circa dieci miliardi di dollari, il 51% dell'italiana Smeralda Holding, il 5,2% per cento di Tiffany per circa 437 milioni di dollari, il 12,8% del gruppo editoriale francese Lagardere.(ANSAmed).


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