Il direttore Canale 8 si dimette in diretta tv
L'UNIONE SARDA - Economia: Ottanta milioni per
la competitività delle imprese sarde
Lavoro, ue: situazione sociale e occupazionale
molto grave
Francia: tempo di manovra, ecco la tassa sui
ricchi
Crisi: Berlino e Parigi rilanciano, subito
Tobin tax
Qatar: ingegneri cercasi, ne servono 20 mila
solo per le tlc
Il direttore Canale 8 si dimette in diretta tv
Il video: «No alle
ingiustizie»
LECCE - Gaetano
Gorgoni, direttore di Canale 8, alla guida da cinque anni, si è dimesso in
diretta televisiva per protestare contro il precariato. Il direttore infatti
denuncia il mancato versamento degli stipendi da molti mesi e la mancanza di
personale. Ma la critica riguarda anche altre questioni: dalla mancanza di un
vicedirettore alla presenza di soli due redattori («pagati con appena 300 euro
al mese». Per giunta il tg del mattino (letto peraltro in differita a causa di
problemi tecnici) è letto da lavoratori che non sono giornalisti. Sempre
secondo le dichiarazioni del direttore, la proprietà avrebbe rifiutato proposte
di acquisto da parte di importanti società.
L'Assostampa di
Puglia chiede un intervento delle autorità nei confronti dell’editore dell’emittente
televisiva salentina. Per il presidente del sindacato, Raffaele Lorusso, «la
denuncia del direttore di Canale 8 non può non avere un seguito vista la
situazione di illegalità in cui continua a navigare l’azienda». Poi aggiunge:
«Nel caso di Canale 8, ristabilire la legalità significa perseguire la
violazione delle leggi sul lavoro, l’esercizio abusivo della professione
giornalistica e fare luce su strani e fantasiosi intrecci societari,
attivandosi per la revoca del contributi pubblici e delle frequenze».
L'UNIONE SARDA - Economia: Ottanta milioni per
la competitività delle imprese sarde
28.09.2012
Un'iniezione da 80
milioni di euro per salvare il tessuto imprenditoriale isolano. A tanto ammonta
la cifra messa a disposizione dalla Banca di credito sardo, in accordo con
Sardafidi. L'istituto di credito diretto da Pierluigi Monceri e il consorzio
fidi guidato da Enrico Gaia hanno rinnovato l'intesa a sostegno di 3100 imprese
associate a Sardafidi. Ma la platea di clienti non si ferma qui. «Ci sono circa
100 mila piccole aziende in Sardegna interessate», spiega Monceri. «Quelle che
avranno i requisiti potranno accedere al plafond di risorse».
GLI OBIETTIVI
L'impegno all'erogazione di prestiti sarà quindi condizionato da una
valutazione economico-finanziaria della società. «L'obiettivo», sottolinea
Gaia, «è favorire la crescita della competitività delle imprese attraverso
soluzioni, ossia finanziamenti, per chi investe nel campo dell'innovazione,
della ricerca, delle energie rinnovabili e della sostenibilità ambientale. Un
occhio di riguardo», aggiunge il presidente di Sardafidi, «sarà dato anche a
chi internazionalizza l'attività, a chi si rafforza dal punto di vista
patrimoniale e a chi lavora in una logica di rete».
LA LIQUIDITÀ In un
momento in cui la crisi stringe alle corde gli imprenditori, Banca di credito
sardo e Sardafidi si impegnano, tra l'altro, a sostenere la liquidità delle
aziende mediante linee di credito a breve termine. L'intesa prevede poi la
valorizzazione delle forme di controgaranzie pubbliche.
IL COMMENTO
«L'accordo», commenta Monceri, «è di rilevante importanza per le aziende
associate a Sardafidi e per la nostra banca, da sempre impegnata a supporto
dell'economia isolana. Nell'intesa rientrano pure le aziende già oggi
assistite. E se il merito di credito lo consentirà», precisa il direttore della
Banca di credito sardo, «proporremo un'integrazione del sostegno finanziario
tramite nuove linee di prestito a breve termine accompagnate dalla garanzia del
Confidi. «Questo accordo», sottolinea Gaia, «è indirizzata anche alle imprese
giovani: da tempo Sardafidi sta lavorando per creare una cultura di impresa e
per preparare le imprese a un salto oltre l'Isola, verso i mercati
internazionali».
LE OPPORTUNITÀ Sulla
stessa linea Pierluigi Monceri: «Grazie alla nostra capogruppo Intesa Sanpaolo
- che ha 4 milioni di clienti all'estero - possiamo offrire concrete
opportunità di crescita alle imprese sarde. Abbiamo già avviato progetti di
collaborazione internazionale», osserva il direttore della Banca di credito
sardo, «mettendo in contatto venditori locali con compratori europei. È la
nostra concreta risposta alla crisi. Una crisi che», conclude Monceri, «sta
mettendo in ginocchio tante aziende».
Lavoro, ue: situazione sociale e occupazionale
molto grave
La relazione
trimestrale sull'occupazione della Commissione europea relativa al secondo
trimestre del 2012 sottolinea che “permangono disparità sociali e del mercato
del lavoro fra Stati membri”
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Roma - La situazione
sociale e occupazionale nell'Ue si è mantenuta molto grave nel secondo
trimestre del 2012, che ha fatto registrare un aumento della disoccupazione nel
suo complesso ma con differenze significative tra gli Stati membri, un
deterioramento della situazione finanziaria delle famiglie e un aumento della
povertà infantile. L'Ue – spiega la relazione trimestrale sull'occupazione
della Commissione europea - sta attraversando una fase di recessione, o vicina
alla recessione, dalla fine del 2011 e il clima economico generale è ai minimi
degli ultimi tre anni. In questa situazione le possibilità di trovare lavoro
sono basse, se confrontate con quelle degli anni precedenti la crisi. Nel primo
trimestre del 2012 il più alto numero di ore lavorative prestate dai lavoratori
dipendenti a tempo pieno si è avuto in Grecia e in Austria, mentre il più basso
è stato registrato in Finlandia, Irlanda e Italia. Sono alcuni dei principali
risultati dell'ultimo Employment and Social Situation Quarterly Review (esame
trimestrale sull'occupazione e la situazione sociale).
"Le differenze delle situazioni
occupazionali e sociali negli Stati membri sono più marcate che mai. Per questo
è opportuno che gli Stati membri attuino le Raccomandazioni specifiche per
paese per il 2012 adottate lo scorso luglio ed applichino i provvedimenti
indicati nel Pacchetto occupazione della Commissione", ha commentato il
Commissario europeo per l'Occupazione, gli affari sociali e l'inclusione,
László Andor. "La costante diminuzione del reddito disponibile delle
famiglie e la crescente povertà infantile indicano che siamo di fronte ad una
vera emergenza sociale", ha dichiarato il presidente Barroso alla
conferenza Jobs for Europe, dando rilievo alla necessità di intensificare in
tutta Europa gli investimenti sociali. "La Commissione affronterà questo
tema nel suo prossimo pacchetto di investimenti sociali."
DISOCCUPAZIONE A LIVELLI RECORD -
Particolarmente preoccupante è il fatto che la disoccupazione è ancora in
crescita ed ha raggiunto la quota record di 25,3 milioni, con un aumento di 2,6
milioni di unità (+11,6%) rispetto al marzo 2011. Il tasso di disoccupazione,
che a livello di Ue è ora al 10,4%, è aumentato in 17 Stati membri e si sono
nuovamente accentuate le disparità tra i paesi Ue meno in difficoltà e i paesi
"periferici". Il divario fra il paese dell'Ue con la percentuale di
disoccupazione più bassa (Austria, 4,5%) e quello con la percentuale più alta
(Spagna, 25,1%) è attualmente di 20,6 punti percentuali, un massimo storico. Il
numero dei disoccupati di lunga durata è aumentato dall'anno scorso in 15 Stati
membri, raggiungendo la quota di 10,7 milioni. I disoccupati di lunga durata
costituiscono attualmente il 4,5% della popolazione attiva (+0,4 punti
percentuali nell'ultimo anno).
I GIOVANI - La disoccupazione giovanile è ad
un livello drammatico (22,5% a luglio nell'Ue), anche se non è cresciuta nel
secondo trimestre. Dodici Stati membri hanno registrato tassi superiori al 25%
e solo tre restano sotto la soglia del 10%: Austria, Germania e Paesi Bassi. Le
cupe prospettive per i giovani rispecchiano rischi crescenti di disoccupazione
di lunga durata e di inattività duratura, che si manifestano nell'aumento del
numero di giovani disoccupati e al di fuori di ogni ciclo di istruzione e formazione
(NEET). La Commissione sta affrontando attivamente il problema della
disoccupazione giovanile e lancerà alla fine dell'anno dUe iniziative: una
proposta per garantire che i giovani abbiano un posto di lavoro, continuino gli
studi o frequentino un corso di formazione entro 4 mesi dal termine della
scuola, ed una proposta per inquadrare sotto il profilo qualitativo i tirocini.
Nuovi dati dettagliati relativi al 2011 fanno maggiore chiarezza sulla
situazione del mercato del lavoro. Secondo tali dati oltre ai disoccupati si
contano circa 8,6 milioni di lavoratori a tempo parziale sottoccupati,
prevalentemente donne, ed altri 10,9 milioni di persone situate in una zona
grigia tra l'inattività e la disoccupazione, in cui rientra anche chi abbia
rinunciato alla ricerca di un lavoro.
IL REDDITO - Tra il 2009 e il 2011 il reddito
disponibile lordo delle famiglie è diminuito in dUe terzi dei paesi dell'UE. I
cali maggiori si sono registrati in Grecia (15,7%), Irlanda (9%) e Lituania,
Spagna, Cipro ed Ungheria (tutti oltre il 4%). Questa evoluzione è in netto
contrasto con la situazione osservata nei paesi nordici ed in Germania, Belgio,
Slovenia e Francia, paesi in cui i sistemi di protezione sociale e una maggiore
tenuta del mercato del lavoro hanno fatto sì che i redditi continuassero ad
aumentare anche durante la crisi. Cionondimeno la crisi ha investito quote
significative della popolazione ed ha causato un aumento della povertà anche in
tali paesi. Non sorprende che la percentuale della popolazione dell'UE che si
trova in situazione di precarietà finanziaria resta eccezionalmente elevata. I
cittadini dei paesi più colpiti dalla flessione dei redditi tendono inoltre a
percepire negativamente la loro situazione sociale, come dimostrano i dati
dell'Eurobarometro 2012 sul clima sociale.
POVERTÀ INFANTILE - La povertà infantile
interessa un numero sempre maggiore di famiglie a causa dei bassi redditi da
lavoro dei genitori e del sostegno insufficiente alle famiglie con figli. La
percentuale di bambini a rischio di povertà (dopo i trasferimenti sociali) va
dal 10% approssimativo della Danimarca e della Finlandia al 20% ed oltre di
Spagna, Grecia, Bulgaria, Portogallo, Italia, Romania, Lettonia, Polonia,
Lituania e Lussemburgo. L'entità e l'efficacia delle prestazioni per i figli a
carico variano notevolmente all'interno dell'Ue. La disponibilità di strutture
per la custodia dei bambini a prezzi accessibili costituisce un fattore
estremamente importante per consentire ai genitori, e in particolare alle
madri, di lavorare.
DISPARITÀ DELLA CRESCITA - Tra i principali
Stati membri dell'Ue l'economia ha continuato a crescere in Germania, Francia e
Polonia, mentre in Italia e nel Regno Unito ha registrato un'ulteriore
contrazione. Spagna e Portogallo hanno subito nel secondo trimestre del 2012
una forte flessione dell'attività economica e dell'occupazione. (ilVelino/AGV)
(red/glv) 28
Settembre 2012 17:59
Francia: tempo di manovra, ecco la tassa sui
ricchi
Slitta il pareggio
di bilancio previsto per il 2017. Parigi vara il prelievo al 75% per chi
guadagna più di un milione. L’obiettivo è raggiungere quota 37 miliardi.
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Roma - Tassare i
ricchi per restituire ai poveri, il tutto condito da una stretta alla spesa
pubblica. Il Robin Hood di Francia è il presidente François Hollande il cui
esecutivo ha appena presentato il piano di bilancio 2013 che prevede una
manovra da 37 miliardi. Una virata necessaria per centrare l'obiettivo della
riduzione del deficit al 3 per cento del Pil nel 2013, dal 4,5 di quest'anno.
Dieci miliardi saranno recuperati dalla spesa pubblica; venti arriveranno invece
dalle nuove tasse sui redditi; gli ultimi sette sono già stati messi in cantiere
nella manovra di luglio.
“Tutto è chiaro – scrive l’edizione online de
'La Tribune' - 8,5 milioni di famiglie riceveranno uno sgravio fiscale
sull'imposta sul reddito, i redditi più bassi, ovviamente; mentre 4.100.000 di
famiglie benestanti dovranno pagare di più”. “Il governo rinuncia a raggiungere
l'equilibrio nel 2017”, titola polemicamente l’edizione online di 'Le Figaro'.
Per allora, infatti, in base alle previsioni dell'esecutivo “i conti pubblici
mostreranno ancora un disavanzo dello 0,3 per cento del Pil, invece di essere in
equilibrio come precedentemente promesso da Hollande”. “Il progetto di bilancio
presentato oggi dal governo – si legge ancora - promette anche di ridurre il
deficit al 3 per cento entro il 2013”. La previsione dello 0,3 per cento del
disavanzo nel 2017 è basata su una crescita economica dell'0,8 per cento nel
2013 e del 2 per cento ogni anno fino al 2017. Ma, secondo l'Osservatorio
francese per l'economia, il deficit potrebbe raggiungere lo 0,9 per cento nel
2017 a causa di una minore crescita”.
(ilVelino/AGV)
(glv) 28 Settembre
2012 17:02
Crisi: Berlino e Parigi rilanciano, subito
Tobin tax
Lettera ministri
finanze a Euroesecutivo per cooperazione
28 settembre, 17:16
Crisi: Berlino e
Parigi rilanciano, subito Tobin tax
BRUXELLES - I
ministri delle Finanze tedesco e francese hanno chiesto alla commissione
europea, in una lettera comune inviata stamani, di formalizzare una proposta
per l'introduzione di una tassa sulle transazioni finanziarie in almeno nove
Paesi attraverso una cooperazione rafforzata. Lo ha reso noto il ministero
delle Finanze tedesco a Berlino. I ministri Wolfgang Schaeuble e Pierre
Moscovici hanno inoltre invitato gli altri Stati dell'Ue ad avanzare la stessa
proposta alla commissione. Non essendoci una maggioranza per l'introduzione di
una sorta di Tobin-tax ne' nell'Unione a 27, ne' nell'eurozona, Parigi e
Berlino ritengono ora opportuno procedere sulla strada di una cooperazione
rafforzata nell'Ue, che richiede il 'si'' di almeno nove Paesi. Bruxelles
''accoglie con favore l'iniziativa di Francia e Germania di mantenere in piedi
l'idea di una tassa sulle transazioni finanziarie''. E' il commento del
Commissario Ue per la fiscalita', Algirdas Semeta.
La creazione di una Tobin tax, ''ha molto da
offrire, anche se limitata a un piccolo gruppo'' di paesi, aggiunge. Con una
lettera, Francia e Germania hanno chiesto alla Commissione di formalizzare una
proposta per l'introduzione di questa tassa in almeno nove Paesi con il
meccanismo della cooperazione rafforzata.
Francia e Germania spingono perche' la
proposta a nove sia pronta entro la fine dell'anno e vorrebbero che la Tobin
tax diventasse operativa dal prossimo anno. La Commissione Ue ha dichiarato piu'
volte di essere ''pronta'' a presentare rapidamente una proposta, ma ritiene
''ambizioso'' l'obiettivo di veder entrare in vigore la Tobin Tax gia' dal
2013. Nei giorni scorsi, indiscrezioni giornalistiche tedesche hanno dato conto
di un'opposizione di Italia e Spagna, che starebbero usando la Tobin tax come
strumento di trattativa con Berlino nella gestione della crisi dei debiti
sovrani. Al progetto si sono apertamente dichiarati contrari Gran Bretagna,
Irlanda, Olanda, Svezia, Lussemburgo e Malta. Mentre il fronte dei favorevoli
include Austria, Finlandia, Grecia, Slovenia, Belgio, Portogallo e Polonia.
Secondo calcoli del parlamento Ue, se applicata in tutti i Paesi Ue, l'imposta
sulle transazioni finanziarie consentirebbe di raccogliere, attraverso aliquote
minime (0,1% per obbligazioni e azioni, lo 0,01% sui derivati), circa 57
miliardi di euro ogni anno.
Qatar: ingegneri cercasi, ne servono 20 mila
solo per le tlc
Troppo pochi
neo-laureati per Paese che investe anche all'estero
28 settembre, 14:58
(ANSAmed) - DOHA, 28 SET - Il Qatar ha bisogno
di decine di migliaia di ingegneri in piu' rispetto a quelli che le universita'
locali riescono a preparare ogni anno. Lo afferma Mahmoud Abdulwahed, ingegnere
a capo di un apposito ufficio della facolta' di ingegneria della Qatar
University.
Ovunque tu vada in Qatar c'e' bisogno di
ingegneri, ha dichiarato Abdulwahed in un'intervista pubblicata oggi dal
quotidiano di Doha The Peninsula. Solo 186 studenti si sono laureati alla facolta'
di ingegneria l'anno scorso mentre il boom economico dell'emirato richiede
decine di migliaia di ingegneri in piu'.
Secondo quanto dichiarato da Abdulwahed, il
settore informatico e delle telecomunicazione avra' bisogno di 20mila ingegneri
nei prossimi anni. La domanda e' in crescita anche nel settore energetico, in
un Paese noto per essere il secondo produttore di gas al mondo. Sempre secondo
il docente, questo settore dovra' assumere alcune migliaia di ingegneri nei
prossimi 2-3 anni. Stesse esigenze nelle costruzioni: il Qatar ha investito
circa 100 miliardi di dollari per la realizzazione delle infrastrutture
necessarie per ospitare i Mondiali di Calcio nel 2022, tra cui un nuovo
aeroporto internazionale, una metropolitana e nove stadi. Gli investimenti nel
Paese sono meno noti di quelli che il governo qatarino ha realizzato
all'estero. Quest'anno, fra l'altro, il Qatar ha comprato la casa di moda
italiana Valentino per 857 milioni di dollari, e per la stessa cifra anche
l'edificio che ospita la sede del giornale francese Le Figaro e l'ambasciata
americana a Parigi. Inoltre ha acquisito partecipazioni importanti in varie
societa' e imprese: il 3% per cento della Siemens per tre miliardi di dollari,
il 3-5% della Shell per circa dieci miliardi di dollari, il 51% dell'italiana
Smeralda Holding, il 5,2% per cento di Tiffany per circa 437 milioni di
dollari, il 12,8% del gruppo editoriale francese Lagardere.(ANSAmed).
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