venerdì 28 settembre 2012

(1) XXVIII.IX.MMXII/ Dopo la richiesta a Berlino dei danni di guerra.===Le misure d'austerita' imposte alla Grecia sono ''barbare'' e stanno all'origine di ''un circolo vizioso'' che sta facendo sprofondare sempre di piu' il paese nella crisi economica. E' giunto il momento di organizzare una grande conferenza internazionale sul debito, sul modello di quella avvenuta nel 1953 per salvare la Germania, che permetta all'economia ellenica di ripartire.


Spagna, varata "finanziaria di emergenza per uscire dalla crisi"
Spagna: Rehn, piano Madrid passo importante
Grecia: Tsipras, stop a misure austerità 'barbare'
Crisi: Slovenia pubblichera' lista debitori fiscali
Ticino. Italianità vo cercando...

Spagna, varata "finanziaria di emergenza per uscire dalla crisi"
Alla base del provvedimento 43 nuove leggi tra le quali spicca l'istituzione di un'autorità fiscale indipendente che controlli le spese governative. Tiepida la risposta dei mercati
Roma - “Una finanziaria di emergenza per uscire dalla crisi”. Così il vice primo ministro spagnolo Soraya Saenz de Santamaria ha definito la nuova manovra varata dal governo di Mariano Rajoy per il 2013. Alla base del provvedimento c’è un pacchetto di 43 nuove leggi che dovrebbero consentire il riavvio della crescita, dopo un anno in cui è prevista la riduzione del Pil dello 0,5 per cento. Sei le misure fondamentali decise dal governo: il taglio del 12 per cento delle spese ministeriali (circa 40 miliardi di euro), il blocco degli aumenti ai dipendenti pubblici per il terzo anno consecutivo, una nuova tassa del 20 per cento sulle vincite al gioco, incentivi sull’acquisto di automobili ad efficienza energetica, l’aumento di fondi pensione con il ricorso a tre miliardi di euro dal fondo riserve creato nel 2000 e l’istituzione di un’autorità fiscale indipendente con poteri di controllo sulle spese governative. Questi provvedimenti consistono per il 58 per cento in tagli alle spese e per il 42 in nuove tasse. Solo tre le voci per le quali si registrano aumenti: le pensioni, le sovvenzioni per l’istruzione e gli interessi sul debito. Il commissario europeo agli Affari economici e monetari Olli Rehn ha commentato positivamente la manovra di Rajoy, definendola “un passo fondamentale” verso le necessarie riforme strutturali. Rehn ha anche espresso apprezzamento per la nuova autorità fiscale indipendente e per la spinta verso nuove liberalizzazioni.
 I mercati hanno reagito in maniera cauta: non c’è stato un rimbalzo rispetto al -3,9 per cento di ieri alla Borsa di Madrid ma le perdite si sono limitate allo 0,15 per cento. Nel mercato dei titoli di Stato, i rendimenti dei Bonos spagnoli sono leggermente calati, assestandosi appena sotto il 6 per cento. Rimangono tuttavia le incertezze rispetto alla possibilità che il governo si trovi costretto a chiedere un piano di salvataggio dall’Europa, in aggiunta ai cento miliardi già destinati alle banche del Paese. Ulteriori timori vengono poi dalle regioni: Castiglia-La Mancha è infatti diventata il quinto governo locale a chiedere aiuti al governo, dopo Valencia, Murcia, Catalogna e Andalusia. La regione della Spagna centrale farà richiesta di fondi per 848 milioni per evitare il default.   (ilVelino/AGV)
(gda) 27 Settembre 2012 19:24

Spagna: Rehn, piano Madrid passo importante
Misure concrete e scadenze precise
27 settembre, 19:58
(ANSA) - BRUXELLES, 27 SET - ''Un passo importante per l'ampliamento e l'approfondimento delle riforme strutturali'' che si aggiunge alle importanti realizzazioni gia' fatte: e' il commento del commissario ue agli affari economici e monetari Olli Rehn alla finanziaria presentata oggi dal governo spagnolo.
 ''Il piano di riforma include misure concrete, ambiziose e ben mirate e stabilisce chiare scadenze in molte aeree'', dichiara Rehn, secondo il quale questo nuovo piano di riforme strutturali ''risponde alle specifiche raccomandazioni rivolte alla Spagna sotto il semestre europeo'' e ''affronta in modo molto chiaro alcune delle sfide piu' pressanti''. Miglioramenti ulteriori della flessibilita' dei mercati del prodotto e del lavoro contribuiranno a ''migliorare la crescita e l'occupazione e a sostenere il consolidamento di bilancio''. Rehn, in particolare, loda ''il piano ambizioso per creare un'autorita' fiscale indipendente, liberalizzare maggiormente i servizi e ridurre la frammentazione del mercato interno in Spagna''. Le misure sul mercato del lavoro ''completano poi le passate riforme sulla contrattazione e la protezione dei lavoratori'', commenta ancora Rehn che giudica ''particolarmente pertinenti'' la riforma prevista del sistema di formazione professionale.
educativo. ''La Spagna sta affrontando importanti sfide per correggere squilibri macroeconomici considerevoli che richiedono una risposta politica globale. Le misure annunciate oggi - conclude Rehn - sono un passo avanti importante per affrontare queste sfide''.

Grecia: Tsipras, stop a misure austerità 'barbare'
Leader sinistra chiede trattamento come per Germania nel 1953
27 settembre, 16:32
BRUXELLES - Le misure d'austerita' imposte alla Grecia sono ''barbare'' e stanno all'origine di ''un circolo vizioso'' che sta facendo sprofondare sempre di piu' il paese nella crisi economica. E' giunto il momento di organizzare una grande conferenza internazionale sul debito, sul modello di quella avvenuta nel 1953 per salvare la Germania, che permetta all'economia ellenica di ripartire.
E' questo il messaggio portato oggi al Parlamento europeo dal leader dell'opposizione greca, Alexis Tsipras, a capo della coalizione della sinistra radicale (Syriza). ''E' necessario raccontare la verita' ai cittadini greci ed europei, le misure d'austerita' non funzionano: la popolazione e' stata messa a dura prova senza fornire una vera soluzione alla crisi'', ha affermato Tsipras, che nel pomeriggio ha incontrato anche il presidente dell'Europarlamento, Martin Schulz.
''Bisogna dare un po' di tempo alla Grecia e non strangolarla'', ha aggiunto. Il leader dell'opposizione ellenica ha proposto di organizzare una conferenza sul debito ''che affronti i problemi in maniera globale'' e trovi una soluzione comune ''al piu' alto livello politico''. Tsipras ha inoltre ribadito che la sua coalizione non vuole che la Grecia esca dalla moneta unica, perche' si tratterebbe di ''un suicidio collettivo''. Piuttosto, e' necessario ''rifondare la zona euro su basi piu' democratiche e di coesione sociale''.

Crisi: Slovenia pubblichera' lista debitori fiscali
Come deciso due mesi fa anche da Croazia
27 settembre, 20:07
(ANSAmed) – LUBIANA, 27 SET – Dopo la Croazia, anche la Slovenia si appresta a pubblicare in internet la lista delle societa' e delle persone fisiche che hanno un debito con il fisco sloveno. Lo ha annunciato il ministro delle Finanze, Janez Sustercic, dopo che oggi il governo ha approvato una serie di emendamenti alla relativa legge.
 ''La nostra proposta e' di rendere note le liste di tutti coloro che hanno un debito con il fisco superiore ai cinque mila euro per un periodo piu' lungo di tre mesi'', ha detto il ministro, spiegando che le attuali norme non permetto la pubblicazione dei nomi dei debitori, classificando i debiti contratti come ''segreto d'ufficio''. Secondo alcuni calcoli, la somma complessiva dei debiti dei cittadini e delle aziende verso il fisco in Slovenia e' di 830 milioni di euro. Gli esperti stimano che lo Stato riuscira' a riscuotere appena un terzo di questa somma. Due mesi fa la Croazia ha fatto la stessa scelta, e, secondo i dati del ministero, grazie alla pressione dell'opinione pubbliche nel frattempo circa 4 mila aziende e persone hanno saldato il loro debito con il fisco per un totale di circa 12 milioni di euro. Il debito complessivo in Croazia accumulato in piu' di un decennio ammonta pero' a circa 7 miliardi di euro.
(ANSAmed).

Ticino. Italianità vo cercando...
 di Carlo Piccardi - 09/27/2012
Sempre più spesso siamo confrontati al problema del riconoscimento dell’italiano: lingua e cultura che di questi tempi a livello federale non godono di buona salute. Da parte delle nostre autorità gli interventi di fronte al peggioramento della situazione non sono mancati, come è stato il caso della levata di scudi di fronte all’abolizione dell’italiano quale materia di maturità nel Canton San Gallo e a quella successiva del Cantone di Obvaldo, del richiamo del consigliere di Stato Manuele Bertoli al Cantone di Basilea Città sulla disattesa applicazione dell’Ordinanza
sulla maturità federale che prevede la scelta dell’italiano come materia fondamentale nei licei, dell’intervento dell’on. Ignazio Cassis sul bando di concorso (senza l’italiano) per il restauro di Villa Maraini (sede dell’Istituto svizzero di Roma). Ma, a ben guardare, si tratta sempre di prese di posizione reattive, a dare l’allarme quando i buoi sono già usciti dalla stalla. Soprattutto è diventata una materia lasciata per delega alle autorità politico-amministrative, senza il coinvolgimento della popolazione e del mondo intellettuale, come se fosse una semplice faccenda burocratica.
Diciamo pure che si tratta di una questione che non scalda gli animi. Lo si è visto lo scorso 8 settembre alla tavola rotonda suCome promuovere l’italiano in Svizzera, a conclusione di una tre giorni di formazione che l’associazione dei docenti di italiano del Canton Berna ha svolto a Lugano con il supporto dell’Usi. Quale migliore occasione per manifestare agli avamposti della nostra cultura oltralpe il sostegno della Svizzera italiana che ne rappresenta il retroterra ‘ufficiale’? Orbene, pur alla presenza di personalità di spicco (fra cui due deputati al parlamento italiano eletti nel nostro Paese), poche decine di persone (compresi i frequentatori del corso) hanno ritenuto di partecipare all’incontro, a dar ragione allo sbeffeggiante articolo del settimanaleBeobachter(Molto rumore um nichts) come risposta alla più che opportuna creazione del Forum per la salvaguardia dell’italiano promossa dal Cantone Ticino.
Mi chiedo quindi se uno degli aspetti del problema non stia proprio qui, nella scarsa attenzione (per non dire indifferenza) da parte della nostra stessa opinione pubblica verso tale problematica, prima ancora del venir meno dell’interesse per la lingua e la cultura italiane al di là del San Gottardo. Vi sono infatti indizi che mostrano un indebolimento della coscienza dell’identità linguistica.
Si consideri l’intitolazione delle manifestazioni estive luganesi (già denunciata da Giorgio Mainini il 26 giugno in questo giornale), denominateLonglake Festival, come se non bastasse suddivise inPark & Read,Lugano Words Festival,Urban Art Festival,Buskers Festival,Wavesecc., cioè nell’uso di un inglese omologante, che pigia sul pedale della ricerca del compiacimento da parte del mondo giovanile. Per non parlare dell’identità culturale che, a livello di spettacolo, deve farsi largo fra la sovrabbondante offerta diBlues to Bop,Moon and Stars, penetrati persino nelle valli conIrish Music Festival,Tenero Music Night,Vallemaggia Magic Blues,Open Air Palagnedra,Verzasca Country Festival, come forma di colonizzazione musicale in base al primato livellante dei modelli anglosassoni.
Quale credibilità possiamo vantare chiedendo una maggiore valorizzazione della nostra lingua e della nostra cultura nelle scuole e nei rapporti transalpini, quando noi stessi siamo i primi a dimostrare poco o nullo interesse al rafforzamento dell’italianità, praticando con leggerezza tali scorciatoie linguistiche. Che coerenza dimostra il Lac nell’accompagnare la mostraUna finestra sul mondo(peraltro originale e interessantissima) con una pubblicità all’insegna delThink of this as a window(inglese ingigantito nel cartellone e negli stendardi posti all’entrata sud di Lugano)?
L’opera di Cereth Wyn Evans da cui la scritta è estratta ne è stata la comprensibile tentazione; ma è paradossale che, mentre la Legge sugli impianti pubblicitari dichiara l’obbligo alle relative scritte di “essere in lingua italiana”, ammettendo la traduzione in altre lingue “purché non a caratteri superiori o più appariscenti” (Art. 4/2), mentre ai nostri esercizi pubblici è fatto obbligo di esporre la lista dei piatti e delle bevande con relativi prezzi in lingua italiana (Art. 34/1 della Legge sugli esercizi alberghieri e la ristorazione), a istituzioni culturali importanti quali i musei comunali e cantonali di Lugano sia permesso di non tenere conto dello stesso dovere linguistico. Non dimentichiamo che la “finestra sul mondo” di questa esposizione è anche la prima visione che il viaggiatore venuto da nord incontra guardando al meridione di cui siamo la prima tappa, il quale al primo incontro si attende il segno e il suono della nostra lingua radiosa e melodiosa, di fondamento classico, non l’inglese globalizzato equivalente agli hamburger e ai cibi precotti rispetto alle gustose pietanze della cucina mediterranea.
È trascorso un secolo dal manifesto redatto da Francesco Chiesa e da un significativo gruppo di intellettuali ticinesi orientati a fondare una sezione della Società Dante Alighieri, a denunciare nel 1908 “[...] codesta condiscendenza ad accogliere, anzi a favorire tante inutilissime intrusioni di lingue estranee [dipendente] da certa vecchia usanza di servitù che si trascina nei nostri costumi. Tutta codesta brutta miscela di scritte tedesche, francesi, inglesi sulle pareti e sulle carte non è certo testimonianza di dignità e neppure di accortezza; poiché lo straniero intelligente preferisce, dovunque si rechi, trovare segni caratteristici, schiettezza nativa, non meschine e generiche contraffazioni”. Allo stesso modo, all’apertura delle scuole tedesche per venire incontro alle esigenze delle famiglie degli impiegati nordici della Gottardbahn, divenute di proprietà della Confederazione, il Ticino reagì ottenendo la loro chiusura nel 1926 e il principio ribadito nell’attuale Legge della scuola in base al quale “agli allievi in età d’obbligo scolastico l’insegnamento dev’essere impartito in lingua italiana”.
Ma non bastano le leggi, che arrivano sempre tardi a porre rimedio ai problemi. Di fronte al problema che si ripresenta occorre uno scatto d’orgoglio come allora avvenne, facendo leva sulla sensibilità collettiva. I fatti denunciati, di fronte alla serpeggiante rassegnazione, suonano come un campanello d’alLarme.
Dentro il paradosso della nostra minoranza culturale; difesa spesso in forma reattiva, di rado propositiva. E l’italiano, malgrado i ‘Words Festival’, si ritrova a rischio ‘default’ all’interno delle stesse istituzioni culturali del nostro cantone. Domanda: siamo credibili?

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