L. Stabilità: stangata per famiglie da 2.333
euro
Lavoro: giovani che non studiano ne' lavorano
costano 2% pil
Crisi: fiducia imprese Francia ai minimi
Crisi: Grecia; Stournaras, senza gli aiuti
faremo la fame
Sicilia. Cassintegrazione, la spesa raddoppia
Su circa 1800
domande presentate agli Uffici del lavoro, solo il 50 per cento ha ricevuto
l'ok dalla Regione e avrà i relativi fondi
di GIUSEPPINA
VARSALONA
PALERMO. La cassa
integrazione in deroga in Sicilia corre a ritmo sostenuto. In un anno le
richieste degli ammortizzatori sociali sono letteralmente raddoppiate. Su circa
1800 domande presentate agli Uffici del lavoro, solo il 50% ha ricevuto l'ok
dalla Regione e avrà i relativi fondi. In particolare, sono 965 le aziende, con
un carico di 12 mila lavoratori e di 7 milioni 300 mila 757 ore da finanziare.
Attualmente, però, l'Inps ha pagato poco più della metà dei lavoratori (circa
7.500), erogando un totale di 57,6 milioni di euro, in relazione al periodo che
va da gennaio ad agosto. Mancano, quindi, le risorse per gli altri quattro mesi
e i fondi per tutte le domande rimaste pendenti.
È infatti l'Istituto
di previdenza ad anticipare gli assegni ai lavoratori che hanno perso il posto
e solo in seguito lo Stato e la Regione intervengono per coprire la spesa. In
particolare, il 60% delle risorse viene erogato da Roma, il 40 dalla Regione
con fondi europei. La Regione, intanto, ha un passivo nei confronti dell'Inps
di 15 milioni di euro, che ha costretto l'Istituto a fermarsi nei pagamenti.
Anche per via di questo meccanismo la trattativa si era bloccata una prima
volta a luglio e poi ancora a settembre.
Valori decisamente
elevati se confrontati con quelli dell'anno scorso. Nel 2011 alla Regione sono
arrivate circa 980 richieste di aziende alle quali sono stati erogati 79
milioni. Dai dati pubblicati dall'assessorato al Lavoro, emerge la fotografia
di una crisi senza precedenti, inarrestabile e in crescendo, spia di una
situazione allarmante perché significa cessazione di attività delle aziende o,
perlomeno, ristrutturazione profonda e perdita di posti di lavoro. Nel 2009,
per gli ammortizzatori in deroga, la Regione aveva speso 40 milioni, nel 2010
si era saliti a 50 e nel 2011 a 79.
La Regione ha
ottenuto 50 milioni per far ripartire i pagamenti. Soldi che, secondo la
dirigente Anna Rosa Corsello, non basteranno ad ammortizzare le richieste: «I
120 milioni di euro decretati dalla Regione non saranno sufficienti a coprire
anche le richieste pendenti, per le quali sono necessari altri 90 milioni». Per
Mario Filippello, segretario della Cna regionale, la situazione è drammatica:
«Mancano sia le risorse della quota ministeriale, che quelle della Regione. Per
una prospettiva di ripresa occorre pagare le richieste che sono state
presentate ed evitare i licenziamenti. Per non parlare del fatto che bisogna
trovare i fondi per le vertenze pendenti. Una soluzione potrebbe essere quella
di attingere dal Fondo sociale europeo, visto che siamo in fase di
rimodulazione del Por. Ci consentirebbe di trovare una via d'uscita. Sia il
ministro Elsa Fornero, sia il nuovo governo dovranno fare scelte chiare».
Attualmente l'Inps sta pagando le istanze arrivate entro l'estate.
Per questo motivo la
Regione inizialmente non ha inserito quella dei 1800 lavoratori dell'ex società
pubblica palermitana all'interno dei casi da finanziare. «La Gesip - spiega la
Corsello - ha presentato la domanda il 20 settembre. Inoltre, la legge dice
espressamente che da questo tipo di ammortizzatori in deroga sono escluse le
società partecipate o le imprese pubbliche. È vero anche che se il ministero
parlerà di una questione Gesip, l'istanza verrà esaminata prima delle altre.
Non abbiamo niente in contrario».
L. Stabilità: stangata per famiglie da 2.333
euro
Secondo
Federconsumatori e Adusbef è in arrivo una “batosta”. Necessaria una modifica
radicale. Più risorse per le famiglie meno abbienti e ripresa degli investimenti
per lo sviluppo.
Roma - Si
confermano, purtroppo, le drammatiche previsioni effettuate dall’ONF -
Osservatorio Nazionale Federconsumatori sull’aumento di prezzi e tariffe nel
2012. La stangata per le famiglie sarà pari a +2.333 euro a famiglia. Quasi la
metà di quanto una famiglia media spende per la spesa alimentare in un anno (in
base ai dati Istat). Una vera e propria “batosta” – si legge in una nota
Federconsumatori - derivante non solo dall’incontrollata crescita di prezzi e
tariffe, ma anche dagli effetti delle manovre economiche varate quest’anno. Un
aumento simile, al netto della tassazione (voce non calcolata per l’indice
Istat), equivale ad un tasso di inflazione reale, nel 2012, tra il 5,5 ed il
6%. “Livello insostenibile per le famiglie, il cui potere di acquisto dal 2008
ad oggi è crollato del -13,2% e che, alla luce dell’impatto negativo della
legge di stabilità è destinato a diminuire ulteriormente nei prossimi anni.” –
dichiarano Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti.
Secondo i nostri calcoli – aggiunge la nota -
al netto dei benefici derivanti dalla riduzione Irpef, i provvedimenti
contenuti nella legge di stabilità determineranno aggravi di 201,06 euro annui
nel 2013 e 219,06 euro annui nel 2014. Tutto questo peggiorerà sempre di più le
condizioni di vita delle famiglie e l’andamento dell’economia, che dovrà
continuare a fare i conti con una profonda e prolungata crisi dei consumi. Per
evitare che ciò si verifichi, con tutti gli effetti drammatici che ne
deriveranno, è fondamentale una modifica radicale della legge di stabilità:
evitando categoricamente l’aumento dell’Iva e disponendo misure in grado di
portare più risorse alle famiglie meno abbienti (attraverso una detassazione
delle tredicesime e delle pensioni minime). Bisogna agire, inoltre, avviando un
serio piano di rilancio dell’economia, partendo dalla ripresa degli
investimenti per innovazione e sviluppo tecnologico, necessari per la vera
uscita dalla crisi. (ilVelino/AGV)
(red/glv) 22 Ottobre
2012 18:35
Lavoro: giovani che non studiano ne' lavorano
costano 2% pil
Indagine Eurofound,
3,2mln i 'Neet' in Italia sino ai 34 anni
22 ottobre, 18:45
BRUXELLES - La
generazione Neet (Not in education, eployment or training), cioe' i giovani che
non studiano ne' lavorano ne' si preparano a farlo, ha un costo pari all'1,2%
del pil Ue e al 2,06% di quello italiano (con una perdita di 32,6 miliardi di
euro, il piu' alto in termini assoluti tra i paesi europei), secondo
un'indagine di Eurofound, la fondazione dell'Unione Europea specializzata nella
consulenza sui temi del lavoro e delle condizioni di vita. I Neet in Italia
sono circa 2 milioni tra i 15 e i 29 anni. Questo dato aumenta fino a 3,2
milioni se si calcola anche la fascia fino ai 34 anni.
Secondo i dati Eurostat, nel 2011 in Europa
7,5 milioni di giovani di eta' compresa tra 15 e 24 anni e altri 6,5 milioni di
giovani tra i 25 e i 29 anni erano esclusi dal mondo del lavoro e
dell'istruzione. Cio' corrisponde - si legge nel rapporto di Eurofound - a un
incremento significativo nel tasso dei Neet: nel 2008 questa cifra si attestava
all'11% dei giovani di età compresa tra 15 e 24 anni e al 17% di quelli tra i
25 e i 29 anni, mentre nel 2011 era salita rispettivamente a quota 13% e 20%.
Esistono notevoli differenze tra gli Stati membri - osserva lo studio - con
tassi che oscillano da valori inferiori al 7% (in Lussemburgo e in Olanda) a
valori superiori al 17% (in Bulgaria, Irlanda, Italia e Spagna).
Nel 2011 la perdita economica dovuta al
distacco dei giovani dal mercato del lavoro ammontava, secondo una stima
conservativa, a 153 miliardi di euro ovvero all'1,2% del Pil europeo. Esistono
notevoli differenze tra gli Stati membri, ma sono soprattutto alcuni paesi a
pagare lo scotto piu' alto, con percentuali pari o superiori al 2% del loro
Pil: Bulgaria, Cipro, Grecia, Irlanda, Italia, Lettonia, Polonia e Ungheria.
''Le conseguenze di una generazione perduta
non sono solo economiche, ma anche sociali - si legge nello studio - Si rischia
che tanti giovani rinuncino alla partecipazione democratica nella societa'''.
Crisi: fiducia imprese Francia ai minimi
Indice a quota 85
23 ottobre, 09:40
(ANSA) - ROMA, 23
OTT - La fiducia delle imprese industriali francesi e' scesa ai minimi di oltre
tre anni, con l'indice a 85 questo mese contro 90 di settembre. SI tratta
secondo l'agenzia Bloomberg del valore piu' basso dall'agosto 2009. Le attese
degli economisti erano per una conferma di quota 90.
Crisi: Grecia; Stournaras, senza gli aiuti
faremo la fame
Oggi incontro
premier-partiti governo su piano tagli
23 ottobre, 10:06
(ANSAmed) - ATENE - "Se la Grecia non
otterra' la tranche di aiuti da 31,5 miliardi di euro, il danno per il Paese
sarà enorme. Senza questa tranche la gente farà la fame". Lo ha detto in
Parlamento il ministro delle Finanze ellenico Yannis Stournaras aggiungendo
che, "il tempo corre, se vogliamo ottenere la tranche prima che il denaro
nelle casse dello Stato finisca, dobbiamo fare presto".
Di fronte ad una tale eventualità, il primo
ministro greco Antonis Samaras incontrerà oggi alle 15:00 i leader dei due
partiti che sostengono il suo governo di coalizione, Evangelos Venizelos del
Pasok e Fotis Kouvelis di Sinistra Democratica, per finalizzare il nuovo
pacchetto di austerità richiesto dai creditori internazionali del Paese in
cambio proprio della tranche di aiuti da 31,5 miliardi.
Secondo informazioni di stampa, il premier si
presenta deciso a "chiudere" il pacchetto delle misure entro venerdì
prossimo, giorno della riunione dei tecnocrati dell'Eurogruppo. Una volta
concordato in via definitiva dai tre leader dei partiti, il pacchetto delle
misure dovrà essere sottoposto al Parlamento per l'approvazione prima della
prossima riunione dell'Eurogruppo fissata per il 12 novembre, mentre entro l'11
novembre deve essere approvato anche il bilancio dello Stato che il governo
spera di presentare in Parlamento per l'approvazione entro il 3 novembre.
(ANSAmed).
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