martedì 23 ottobre 2012

(3) XXIII.X.MMXII/ I greci avevano un’ambasciata persino nello Zimbabwe. Cipro ha fatto richiesta di aiuti. Inammissibile e illegittima.

Ilva, Commissione ecomafie «Sembra industria di 100 anni»
Crisi: Cipro chiede aiuto a Ue, Troika pronta per missione a Nicosia
Crisi: Grecia; Atene chiude otto ambasciate e due consolati
Crisi: udienza a Lussemburgo su causa irlandese contro Esm

Ilva, Commissione ecomafie «Sembra industria di 100 anni»
BARI -“E' come se si fosse fatto un salto indietro, all’incirca di più di cento anni quando, in corrispondenza dell’inizio dell’era industriale, non esistevano le norme a tutela dell’ambiente e dei lavoratori e la produzione era l’unico obiettivo da perseguire”. E’ detto a proposito della emergenza sanitaria a Taranto nella relazione della Commissione parlamentare ecomafie che il presidente, Gaetano Pecorella, presenta oggi a Bari sulla situazione Ilva. All’incontro per la presentazione della Relazione della commissione, oggi a Bari, partecipano i ministri dell’ambiente, Corrado Clini, e della salute, Renato Balduzzi, e il presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola.

SORPRENDENTE LA NON PRESENZA DELLO STATO
Rispetto all’attività governativa, e particolarmente del ministero dell’ambiente, nella relazione si sottolinea tra l'altro che la «ancora una volta» la commissione «ha dovuto constatare che solo l’intervento della magistratura ha determinato un effettivo impulso all’attività della pubblica amministrazione, il che è certamente inaccettabile, perchè la pubblica amministrazione dovrebbe orientare la propria attività nel rispetto delle regole a prescindere dall’avvio di una attività giudiziaria, che peraltro è il segno evidente della tardività dell’azione amministrativa».
Nella relazione si definisce “sorprendente” la “mancata partecipazione del ministero dell’ambiente, quale persona offesa, all’udienza celebrata innanzi al gip in sede di incidente probatorio”: “non era obbligatoria – si sottolinea – la presenza delle persone offese”, tuttavia “l'attualità delle problematiche ambientali, la situazione di allarme ambientale e sanitario, avrebbero dovuto costituire sufficienti ragioni perchè il ministero dell’ambiente partecipasse all’udienza”.
Per la commissione – che ha adottato la relazione all’unanimità nei giorni scorsi – la partecipazione all’udienza del ministero “avrebbe potuto costituire un momento di arricchimento conoscitivo attraverso l’acquisizione in quella sede di importanti informazioni in merito alle emissioni promananti dallo stabilimento Ilva” e “avrebbe anche, di certo, rappresentato un segnale di presenza dello Stato e dei suoi organi centrali rispetto a una problematica ambientale di dimensioni uniche in Italia”.

NON C'E' STATA STRATEGIA DI CONTROLLI
“Pare incredibile che nel corso degli anni non sia stata messa in atto una strategia di controlli, di prescrizioni, di verifiche che potesse garantire il perseguimento degli obiettivi produttivi dell’impresa senza alcun pregiudizio per la salute umana”. E’ detto nella relazione sulla della Commissione parlamentare suil ciclo dei rifiuti. “Che cosa sia stato fatto dagli organi di controllo e dagli enti territoriali nel corso di decenni – si aggiunge al riguardo – non è dato sapere”.
“Credo che sia nel buon senso di tutti che non si può produrre se questo determina la presenza dei tumori o la crescita del rischio morte addirittura del 14% e dell’8%”. Lo ha sottolineato il presidente della Commissione parlamentare di inchiesta sul ciclo dei rifiuti, Gaetano Pecorella.
“La posizione mia ma anche quella della commissione – ha spiegato – è che la salute non è in vendita. E che si può produrre se questo determina danni alla salute”. “Quindi – ha concluso – qualunque intervento sarà necessario va fatto, qualunque costo abbia. Ci rendiamo conto che non si può chiudere una azienda come l’Ilva”.
BALDUZZI: IL RAPPORTO SENTIERI NON E' VECCHIO
«Non è corretto dire che si tratta di dati storici. Nello stesso tempo è evidente che abbiamo bisogno di dati che costituiscano una serie storica». Lo ha detto il ministro della Salute, Renato Balduzzi, riferendosi ai dati del Rapporto Sentieri sulla mortalità e le malattie da inquinamento industriale, presentati ieri a Taranto

PECORELLA: «L'ILVA DEVE METTERE MANO AI RISARCIMENTI»
“Prima di tutto credo debba mettere mano ai risarcimenti l’Ilva perchè la causa di tutto è l'Ilva”. Lo ha detto il presidente della Commissione parlamentare d’inchiesta sui rifiuti, Gaetano Pecorella, rispondendo ai giornalisti.
“Naturalmente, non avendo controllato i pubblici amministratori e non essendo intervenuto lo Stato con leggi ad hoc – ha aggiunto – c'è una responsabilità che va al di là dell’azienda e poi ricade su tutti coloro che avrebbero potuto evitare un evento che non è stato evitato”.
Quanto ai dati diffusi ieri sulla situazione della salute, Pecorella ha aggiunto che “sono dati drammatici, soprattutto per quel che riguarda le donne. Pensare che abbiano una perdita di salute così grave (100% in più che non in altre aree) significa che ci sono grandi responsabilità e non solo di oggi perchè a questo si arriva dopo che per molto tempo nessuno si è preoccupato della salute dei cittadini di Taranto”.

QUARANTA: NON E' DETTO CHE SOLO L'ILVA INQUINI
“Il discorso è sempre di andare ad individuare, definire le giuste tecnologie per misurare una causa. Il grande interrogativo è quello della relazione causa-effetto. Di fatto oggi abbiamo sentito parlare prevalentemente di inquinamento dell’area di Taranto, abbiamo parlato di Ilva, abbiamo anche detto che è Sito di interesse nazionale, che di fatto non è costituito solo dall’Ilva. Consentiteci, quindi, anche un legittimo dubbio”. Lo ha detto il direttore delle relazioni istituzionali e industriali del gruppo Riva, Giancarlo Quaranta, a margine di un convegno a Bari e riferendosi al Rapporto Sentieri nel quale, tra l’altro, si indica l’Ilva quale emettitore per il 99% del cento di benzopirene a Taranto.
Quaranta ha ricordato poi che “sono programmati interventi sulla cokeria, sugli impianti di produzione ghisa e di conseguenza sugli altiforni. Sappiamo benissimo – ha aggiunto - che ci sono dei valori obiettivi per quanto riguarda il benzopirene, quindi tutte le azioni che noi andremo ad eseguire grazie anche all’Autorizzazione integrata ambientale certamente dovranno raggiungere quegli obiettivi, altrimenti viene meno il presupposto dell’Aia”.

FIOM: COLPISCE IL SILENZIO DEI SIDERURGICO
“Colpisce, in questi giorni, il silenzio dell’azienda. Quali sono le scelte di Riva sugli investimenti per Taranto? La risposta non è più rinviabile: la reclamano i lavoratori e la popolazione”. Lo affermano in una nota congiunta la segreteria e le Rsu della Fiom Cgil di Taranto. “Lo studio 'Sentierì – aggiungono – conferma in tutta la sua gravità il nesso tra fattori inquinanti da attività industriali, malattie tumorali e decessi nella città di Taranto. L’Ilva ne è la principale fonte e pone la sua proprietà di fronte alle innegabili responsabilità”. Se il prezzo da pagare alla giustizia, osserva la Fiom, “sarà deciso nelle aule giudiziarie, quello sociale e umano l’Ilva lo deve all’intera società tarantina e non solo ad essa”.
A fronte della drammaticità della situazione dei rischi per la salute dei lavoratori, per l’organizzazione sindacale “va superata la contraddizione fra gli importanti vincoli e prescrizioni che la nuova Aia contiene rispetto a quella del 2011 e i tempi di realizzazione degli interventi di risanamento ambientale che consideriamo lunghi e incompatibili con una vera tutela della salute”. La Fiom Cgil ritiene “che il Ministero per l’Ambiente e il Ministero per la Salute debbano di concerto indicare le azioni concrete da mettere in atto a tutela della salute dei cittadini e dei lavoratori in termini di valutazione del danno sanitario che il Riesame dell’Aia farebbe bene a recepire prima della sua traduzione in decreto legge”.

L'AZIENDA: STIAMO VALUTANDO LA NUOVA AIA
«Stiamo valutando la nuova Aia in tutte le parti. Mi rendo conto di quello che indica il ministro, che oggi noi ci troveremmo in un vantaggio competitivo rispetto agli altri. Ma è ovvio che l’azienda deve ragionare in termini di quadro completo, dove ci sono l’aspetto ambientale, l'innovazione tecnologica e le condizioni di mercato». Così il direttore della relazioni istituzionali e industriali del gruppo Riva, Giancarlo Quaranta, risponde all’invito rivolto all’azienda dal ministro Clini di rivedere il giudizio sulla nuova Aia perchè occasione per l’azienda per essere più competitiva rispetto al resto d’Europa.
«L'applicazione dell’Autorizzazione integrata ambientale - ha aggiunto Quaranta a margine di un convegno a Bari - comporterà la definizione di un piano industriale e di un piano finanziario. Nel momento in cui anche questo piano industriale da un lato e il conseguente piano finanziario dovessero essere messi in discussione da ulteriori cambiamenti in corso d’opera, non credo che il tutto sarebbe sostenibile dal punto di vista della competitività». «Oggettivamente – ha concluso – da quelli che sono i dati ufficiali, non siamo gli ultimi o peggiori su questo piano. Molto probabilmente, se tutti prestassero maggiore attenzione, potremmo anche dimostrare che non siamo gli ultimi».

Crisi: Cipro chiede aiuto a Ue, Troika pronta per missione a Nicosia
23 Ottobre 2012 - 13:41
 (ASCA) - Bruxelles, 23 ott - Cipro ha fatto richiesta di aiuti, e la Troika e' pronta per una missione a Nicosia. Lo fa sapere Simon O'Connor, portavoce del commissario europeo per gli Affari economici e monetari, Olli Rehn. ''Abbiamo ricevuto dalle autorita' cipriote la proposta'', dice O'Connor. ''La dovremo analizzare e valutare'', e quindi ''al momento non siamo in grado di fornire una data per la missione della Troika a Nicosia''. I tecnici di Fondo monetario internazianale, Banca centrale europea e Commissione Ue, potrebbero arrivare sull'isola gia' nei prossimi giorni, ma ''lo faremo sapere il prima possibile'', aggiunge O'Connor.
Cipro risente del forte legame con il settore bancario greco, e gli istituti di credito dell'isola sono in difficolta' per via della crisi della Grecia.
bne/cam/rob

Crisi: Grecia; Atene chiude otto ambasciate e due consolati
23 ottobre, 17:38
(ANSAmed) - ATENE, 23 OTT - Nell'ambito dei tagli di spesa previsti nel pacchetto di misure di austerita' per il biennio 2013-2014 richieste alla Grecia dai creditori internazionali sono previsti anche i risparmi derivanti dalla prossima chiusura di otto ambasciate e due consolati dello Stato ellenico. Lo riferiscono i media ateniesi precisando che le sedi diplomatiche che saranno chiuse sono quelle di Hanoi (Vietnam), Lima (Peru'), Montevideo (Uruguay), Wellington (Nuova Zelanda), Khartoum (Sudan) and Harare (Zimbabwe), mentre i consolati sono quelli di Atlanta (Georgia, negli Usa) e Perth (Australia). Nella lista iniziale degli uffici diplomatici da chiudere c'era anche il consolato di Los Angeles ma all'ultimo momento sembra che il ministro degli Esteri, Dimitri Avramopoulos, ci abbia ripensato.
(ANSAmed).

Crisi: udienza a Lussemburgo su causa irlandese contro Esm
Ricorso a Corte Ue potrebbe mettere a rischio fondo salva stati
23 ottobre, 15:35
(ANSA) - BRUXELLES, 23 OTT - I rappresentanti di 14 stati membri, tra cui Italia, Germania e Grecia, hanno partecipato oggi all'udienza della Corte di giustizia di Lussemburgo sulla richiesta fatta da un membro indipendente del parlamento irlandese, Thomas Pringle, alla Corte suprema del suo paese di vietare al governo di Dublino la ratifica del Trattato che istituisce il fondo salva stati Esm. La corte irlandese si e' rivolta alla Corte di giustizia europea per chiedere l'interpretazione esatta del Trattato. La causa avviene con procedimento accelerato, pertanto la sentenza dei giudici dovrebbe arrivare prima della fine dell'anno. Pringle ha contestato la ratifica del governo irlandese, avvenuta senza referendum, sostenendo che la modifica dell'articolo 136 del Trattato europeo, adottata dalla decisione del Vertice Ue del 25 marzo 2011 che istituisce il fondo salva stati, costituirebbe una modifica ''inammissibile e illegittima'' del Trattato stesso. Senza applicare la procedura di revisione ordinaria dei trattati, la decisione inciderebbe sulla legge fondamentale e i principi dell'Unione europea sanciti a livello costituzionale.
 Trattandosi di un conflitto di interpretazione, la Suprema Corte irlandese ha chiesto alla Corte di giustizia di verificare la validità della decisione del Consiglio europeo e chiarire se l'Irlanda, con l'adesione e la ratifica del Trattato dell'Esm assumerebbe obblighi incompatibili con i trattati dell'Unione. (ANSA).


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