Crisi: Cipro chiede aiuto a Ue, Troika pronta
per missione a Nicosia
Crisi: Grecia; Atene chiude otto ambasciate e
due consolati
Crisi: udienza a Lussemburgo su causa irlandese
contro Esm
Ilva, Commissione ecomafie «Sembra industria di
100 anni»
BARI -“E' come se si
fosse fatto un salto indietro, all’incirca di più di cento anni quando, in
corrispondenza dell’inizio dell’era industriale, non esistevano le norme a
tutela dell’ambiente e dei lavoratori e la produzione era l’unico obiettivo da
perseguire”. E’ detto a proposito della emergenza sanitaria a Taranto nella
relazione della Commissione parlamentare ecomafie che il presidente, Gaetano
Pecorella, presenta oggi a Bari sulla situazione Ilva. All’incontro per la
presentazione della Relazione della commissione, oggi a Bari, partecipano i
ministri dell’ambiente, Corrado Clini, e della salute, Renato Balduzzi, e il
presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola.
SORPRENDENTE LA NON
PRESENZA DELLO STATO
Rispetto
all’attività governativa, e particolarmente del ministero dell’ambiente, nella
relazione si sottolinea tra l'altro che la «ancora una volta» la commissione
«ha dovuto constatare che solo l’intervento della magistratura ha determinato
un effettivo impulso all’attività della pubblica amministrazione, il che è
certamente inaccettabile, perchè la pubblica amministrazione dovrebbe orientare
la propria attività nel rispetto delle regole a prescindere dall’avvio di una
attività giudiziaria, che peraltro è il segno evidente della tardività
dell’azione amministrativa».
Nella relazione si
definisce “sorprendente” la “mancata partecipazione del ministero
dell’ambiente, quale persona offesa, all’udienza celebrata innanzi al gip in
sede di incidente probatorio”: “non era obbligatoria – si sottolinea – la presenza
delle persone offese”, tuttavia “l'attualità delle problematiche ambientali, la
situazione di allarme ambientale e sanitario, avrebbero dovuto costituire
sufficienti ragioni perchè il ministero dell’ambiente partecipasse
all’udienza”.
Per la commissione –
che ha adottato la relazione all’unanimità nei giorni scorsi – la
partecipazione all’udienza del ministero “avrebbe potuto costituire un momento
di arricchimento conoscitivo attraverso l’acquisizione in quella sede di
importanti informazioni in merito alle emissioni promananti dallo stabilimento
Ilva” e “avrebbe anche, di certo, rappresentato un segnale di presenza dello
Stato e dei suoi organi centrali rispetto a una problematica ambientale di
dimensioni uniche in Italia”.
NON C'E' STATA
STRATEGIA DI CONTROLLI
“Pare incredibile
che nel corso degli anni non sia stata messa in atto una strategia di
controlli, di prescrizioni, di verifiche che potesse garantire il perseguimento
degli obiettivi produttivi dell’impresa senza alcun pregiudizio per la salute
umana”. E’ detto nella relazione sulla della Commissione parlamentare suil
ciclo dei rifiuti. “Che cosa sia stato fatto dagli organi di controllo e dagli
enti territoriali nel corso di decenni – si aggiunge al riguardo – non è dato
sapere”.
“Credo che sia nel
buon senso di tutti che non si può produrre se questo determina la presenza dei
tumori o la crescita del rischio morte addirittura del 14% e dell’8%”. Lo ha
sottolineato il presidente della Commissione parlamentare di inchiesta sul
ciclo dei rifiuti, Gaetano Pecorella.
“La posizione mia ma
anche quella della commissione – ha spiegato – è che la salute non è in
vendita. E che si può produrre se questo determina danni alla salute”. “Quindi
– ha concluso – qualunque intervento sarà necessario va fatto, qualunque costo
abbia. Ci rendiamo conto che non si può chiudere una azienda come l’Ilva”.
BALDUZZI: IL
RAPPORTO SENTIERI NON E' VECCHIO
«Non è corretto dire
che si tratta di dati storici. Nello stesso tempo è evidente che abbiamo
bisogno di dati che costituiscano una serie storica». Lo ha detto il ministro
della Salute, Renato Balduzzi, riferendosi ai dati del Rapporto Sentieri sulla
mortalità e le malattie da inquinamento industriale, presentati ieri a Taranto
PECORELLA: «L'ILVA
DEVE METTERE MANO AI RISARCIMENTI»
“Prima di tutto
credo debba mettere mano ai risarcimenti l’Ilva perchè la causa di tutto è
l'Ilva”. Lo ha detto il presidente della Commissione parlamentare d’inchiesta
sui rifiuti, Gaetano Pecorella, rispondendo ai giornalisti.
“Naturalmente, non
avendo controllato i pubblici amministratori e non essendo intervenuto lo Stato
con leggi ad hoc – ha aggiunto – c'è una responsabilità che va al di là
dell’azienda e poi ricade su tutti coloro che avrebbero potuto evitare un evento
che non è stato evitato”.
Quanto ai dati
diffusi ieri sulla situazione della salute, Pecorella ha aggiunto che “sono
dati drammatici, soprattutto per quel che riguarda le donne. Pensare che
abbiano una perdita di salute così grave (100% in più che non in altre aree)
significa che ci sono grandi responsabilità e non solo di oggi perchè a questo
si arriva dopo che per molto tempo nessuno si è preoccupato della salute dei
cittadini di Taranto”.
QUARANTA: NON E'
DETTO CHE SOLO L'ILVA INQUINI
“Il discorso è
sempre di andare ad individuare, definire le giuste tecnologie per misurare una
causa. Il grande interrogativo è quello della relazione causa-effetto. Di fatto
oggi abbiamo sentito parlare prevalentemente di inquinamento dell’area di
Taranto, abbiamo parlato di Ilva, abbiamo anche detto che è Sito di interesse
nazionale, che di fatto non è costituito solo dall’Ilva. Consentiteci, quindi,
anche un legittimo dubbio”. Lo ha detto il direttore delle relazioni
istituzionali e industriali del gruppo Riva, Giancarlo Quaranta, a margine di
un convegno a Bari e riferendosi al Rapporto Sentieri nel quale, tra l’altro,
si indica l’Ilva quale emettitore per il 99% del cento di benzopirene a
Taranto.
Quaranta ha
ricordato poi che “sono programmati interventi sulla cokeria, sugli impianti di
produzione ghisa e di conseguenza sugli altiforni. Sappiamo benissimo – ha
aggiunto - che ci sono dei valori obiettivi per quanto riguarda il benzopirene,
quindi tutte le azioni che noi andremo ad eseguire grazie anche
all’Autorizzazione integrata ambientale certamente dovranno raggiungere quegli
obiettivi, altrimenti viene meno il presupposto dell’Aia”.
FIOM: COLPISCE IL
SILENZIO DEI SIDERURGICO
“Colpisce, in questi
giorni, il silenzio dell’azienda. Quali sono le scelte di Riva sugli
investimenti per Taranto? La risposta non è più rinviabile: la reclamano i
lavoratori e la popolazione”. Lo affermano in una nota congiunta la segreteria
e le Rsu della Fiom Cgil di Taranto. “Lo studio 'Sentierì – aggiungono –
conferma in tutta la sua gravità il nesso tra fattori inquinanti da attività
industriali, malattie tumorali e decessi nella città di Taranto. L’Ilva ne è la
principale fonte e pone la sua proprietà di fronte alle innegabili
responsabilità”. Se il prezzo da pagare alla giustizia, osserva la Fiom, “sarà
deciso nelle aule giudiziarie, quello sociale e umano l’Ilva lo deve all’intera
società tarantina e non solo ad essa”.
A fronte della
drammaticità della situazione dei rischi per la salute dei lavoratori, per
l’organizzazione sindacale “va superata la contraddizione fra gli importanti
vincoli e prescrizioni che la nuova Aia contiene rispetto a quella del 2011 e i
tempi di realizzazione degli interventi di risanamento ambientale che
consideriamo lunghi e incompatibili con una vera tutela della salute”. La Fiom
Cgil ritiene “che il Ministero per l’Ambiente e il Ministero per la Salute
debbano di concerto indicare le azioni concrete da mettere in atto a tutela
della salute dei cittadini e dei lavoratori in termini di valutazione del danno
sanitario che il Riesame dell’Aia farebbe bene a recepire prima della sua
traduzione in decreto legge”.
L'AZIENDA: STIAMO
VALUTANDO LA NUOVA AIA
«Stiamo valutando la
nuova Aia in tutte le parti. Mi rendo conto di quello che indica il ministro,
che oggi noi ci troveremmo in un vantaggio competitivo rispetto agli altri. Ma
è ovvio che l’azienda deve ragionare in termini di quadro completo, dove ci
sono l’aspetto ambientale, l'innovazione tecnologica e le condizioni di
mercato». Così il direttore della relazioni istituzionali e industriali del
gruppo Riva, Giancarlo Quaranta, risponde all’invito rivolto all’azienda dal
ministro Clini di rivedere il giudizio sulla nuova Aia perchè occasione per
l’azienda per essere più competitiva rispetto al resto d’Europa.
«L'applicazione
dell’Autorizzazione integrata ambientale - ha aggiunto Quaranta a margine di un
convegno a Bari - comporterà la definizione di un piano industriale e di un
piano finanziario. Nel momento in cui anche questo piano industriale da un lato
e il conseguente piano finanziario dovessero essere messi in discussione da
ulteriori cambiamenti in corso d’opera, non credo che il tutto sarebbe
sostenibile dal punto di vista della competitività». «Oggettivamente – ha
concluso – da quelli che sono i dati ufficiali, non siamo gli ultimi o peggiori
su questo piano. Molto probabilmente, se tutti prestassero maggiore attenzione,
potremmo anche dimostrare che non siamo gli ultimi».
Crisi: Cipro chiede aiuto a Ue, Troika pronta
per missione a Nicosia
23 Ottobre 2012 -
13:41
(ASCA) - Bruxelles, 23 ott - Cipro ha fatto
richiesta di aiuti, e la Troika e' pronta per una missione a Nicosia. Lo fa
sapere Simon O'Connor, portavoce del commissario europeo per gli Affari
economici e monetari, Olli Rehn. ''Abbiamo ricevuto dalle autorita' cipriote la
proposta'', dice O'Connor. ''La dovremo analizzare e valutare'', e quindi ''al
momento non siamo in grado di fornire una data per la missione della Troika a
Nicosia''. I tecnici di Fondo monetario internazianale, Banca centrale europea
e Commissione Ue, potrebbero arrivare sull'isola gia' nei prossimi giorni, ma
''lo faremo sapere il prima possibile'', aggiunge O'Connor.
Cipro risente del
forte legame con il settore bancario greco, e gli istituti di credito
dell'isola sono in difficolta' per via della crisi della Grecia.
bne/cam/rob
Crisi: Grecia; Atene chiude otto ambasciate e
due consolati
23 ottobre, 17:38
(ANSAmed) - ATENE,
23 OTT - Nell'ambito dei tagli di spesa previsti nel pacchetto di misure di
austerita' per il biennio 2013-2014 richieste alla Grecia dai creditori
internazionali sono previsti anche i risparmi derivanti dalla prossima chiusura
di otto ambasciate e due consolati dello Stato ellenico. Lo riferiscono i media
ateniesi precisando che le sedi diplomatiche che saranno chiuse sono quelle di
Hanoi (Vietnam), Lima (Peru'), Montevideo (Uruguay), Wellington (Nuova
Zelanda), Khartoum (Sudan) and Harare (Zimbabwe), mentre i consolati sono
quelli di Atlanta (Georgia, negli Usa) e Perth (Australia). Nella lista
iniziale degli uffici diplomatici da chiudere c'era anche il consolato di Los
Angeles ma all'ultimo momento sembra che il ministro degli Esteri, Dimitri Avramopoulos,
ci abbia ripensato.
(ANSAmed).
Crisi: udienza a Lussemburgo su causa irlandese
contro Esm
Ricorso a Corte Ue
potrebbe mettere a rischio fondo salva stati
23 ottobre, 15:35
(ANSA) - BRUXELLES,
23 OTT - I rappresentanti di 14 stati membri, tra cui Italia, Germania e
Grecia, hanno partecipato oggi all'udienza della Corte di giustizia di
Lussemburgo sulla richiesta fatta da un membro indipendente del parlamento
irlandese, Thomas Pringle, alla Corte suprema del suo paese di vietare al
governo di Dublino la ratifica del Trattato che istituisce il fondo salva stati
Esm. La corte irlandese si e' rivolta alla Corte di giustizia europea per
chiedere l'interpretazione esatta del Trattato. La causa avviene con
procedimento accelerato, pertanto la sentenza dei giudici dovrebbe arrivare
prima della fine dell'anno. Pringle ha contestato la ratifica del governo
irlandese, avvenuta senza referendum, sostenendo che la modifica dell'articolo 136
del Trattato europeo, adottata dalla decisione del Vertice Ue del 25 marzo 2011
che istituisce il fondo salva stati, costituirebbe una modifica ''inammissibile
e illegittima'' del Trattato stesso. Senza applicare la procedura di revisione
ordinaria dei trattati, la decisione inciderebbe sulla legge fondamentale e i
principi dell'Unione europea sanciti a livello costituzionale.
Trattandosi di un conflitto di
interpretazione, la Suprema Corte irlandese ha chiesto alla Corte di giustizia
di verificare la validità della decisione del Consiglio europeo e chiarire se
l'Irlanda, con l'adesione e la ratifica del Trattato dell'Esm assumerebbe
obblighi incompatibili con i trattati dell'Unione. (ANSA).
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