Befera, 1 mln famiglie con redditi zero
Inps: meno cig, più mobilità e disoccupazione.
Giù potere d'acquisto
Crisi: Efsf rimanda emissione bond triennale
dopo taglio rating Francia
Spagna: boom asta titoli a 12 e 18 mesi
Sulcis: Ue avvia due indagini su misure
sostegno settore energia
20 Novembre 2012 -
15:32
(ASCA) - Roma, 20 nov - La Commissione europea
ha avviato, in base alle norme Ue in materia di aiuti di Stato, due indagini
approfondite distinte riguardanti misure di sostegno pubblico nella regione
sarda del Sulcis-Iglesiente. In primo luogo, la Commissione valutera' la
conformita' con le norme in materia di aiuti di Stato delle misure di sostegno
superiori a 400 milioni di euro concesse dall'Italia dal 1998 a favore di
Carbosulcis, l'impresa che gestisce la miniera di carbone di Nuraxi Figus. In
secondo luogo, la Commissione verifichera' se le sovvenzioni che l'Italia
intende concedere al ''progetto Sulcis'', cioe' la costruzione di un impianto
alimentato a carbone con una sezione dimostrativa di cattura e confinamento di
anidride carbonica (CCS), siano in linea con le norme UE in materia di aiuti di
Stato. L'avvio di un'indagine approfondita offre alle parti terze interessate
l'opportunita' di formulare osservazioni sulle misure senza pregiudicare
l'esito del procedimento.
Tra il 1998 e il 2010 Carbosulcis ha ricevuto
almeno 405 milioni di euro di sostegno pubblico sotto forma di aiuti
all'investimento e al funzionamento nonche' un sostegno in principio destinato
ad obiettivi di formazione, R&S e protezione ambientale. Tutte le misure
sono state concesse senza notifica preliminare alla Commissione, in violazione
delle norme Ue in materia di aiuti di Stato. La Commissione valutera' adesso se
questo sostegno pubblico sia stato concesso in conformita' con le diverse norme
dell'Ue che indicano quali categorie di aiuti sono ammesse e a quali
condizioni. La Commissione invita l'Italia a fornire tempestivamente le
informazioni necessarie per consentirle di condurre tale valutazione.
com-sen/
Befera, 1 mln famiglie con redditi zero
Con esborsi
rilevanti e ricorrenti. Redditest online da oggi
20 novembre, 12:23
(ANSA) - ROMA, 20
NOV - Da una simulazione sull'intera platea delle famiglie risulta che 4,3
milioni di nuclei, circa uno su cinque, sostengono spese non coerenti con i
redditi e ''intorno a un milione'' a fronte di esborsi rilevanti e ricorrenti
denunciano redditi ''vicini allo zero''. Lo fa sapere il direttore dell'Agenzia
delle Entrate, Attilio Befera.
Da oggi il Redditest e' online: i contribuenti
potranno cosi' verificare la compatibilita' fra reddito familiare e spese
sostenute scaricando il software.
Inps: meno cig, più mobilità e disoccupazione.
Giù potere d'acquisto
Il potere d’acquisto
delle famiglie si riduce per il terzo anno consecutivo: complessivamente dal
2008 ad oggi la riduzione è stata del 3,8%. Il 52% dei pensionati vive con meno
di mille euro al mese
Roma - Nel corso del
2011 gli effetti della crisi economica continuano a farsi sentire sul tessuto
produttivo e sociale del Paese. La risposta del sistema di welfare nazionale
prosegue nell’utilizzo di tutti gli strumenti di sostegno al reddito che
l’ordinamento prevede: l’integrazione salariale ordinaria, straordinaria e in
deroga, che formano l’insieme della “cassa integrazione”, l’indennità di
mobilità e di disoccupazione. Questi strumenti, nel corso della crisi
economica, vengono utilizzati ampliando sia la platea dei beneficiari prevista
originariamente, sia integrandone la durata e la quantità. I dati che
caratterizzano il 2011 sono molto contrastanti, nel senso che non indicano un
andamento univoco tra i vari tipi d’intervento. Infatti, mentre la Cassa
integrazione guadagni nel suo insieme registra una riduzione delle ore autorizzate
(-18,7%) si rileva un incremento del ricorso agli altri ammortizzatori sociali.
Dal 2008 al 2011 il potere d’acquisto delle famiglie si è ridotto del 3,8%. Il
52% dei pensionati Inps presenta redditi inferiori ai 1000 euro. Sono alcuni
dei dati più importanti che emergono dal bilancio sociale dell’Inps.
AMMORTIZZATORI SOCIALI - A fronte di un minore
utilizzo degli ammortizzatori “temporanei” come la cassa integrazione guadagni
si colloca un uso maggiore di quelli a più lunga durata, quali l’indennità di
mobilità e di disoccupazione. A testimoniare il peggioramento del quadro
economico. Per quanto riguarda i sussidi di disoccupazione, sono stati oltre
494 mila i beneficiari come media annua nel 2011, dato che ovviamente
sottostima i beneficiari effettivi poiché le “persone” che hanno beneficiato
dell’indennità anche per un solo giorno sono un multiplo dei beneficiari medi.
Anche la mobilità ha toccato livelli altissimi con circa 150 mila beneficiari
medi annui. Per quanto riguarda la spesa complessiva, la diminuzione totale
relativa alle prestazioni a sostegno del reddito erogate dall’Inps, registrata
nel corso del 2011, è quindi dovuta alla diminuzione della spesa per la Cassa
integrazione che ha compensato la maggiore spesa per la disoccupazione ed i trattamenti
di mobilità. La spesa complessiva per gli ammortizzatori sociali comprende sia
l’onere per le prestazioni che quello per i contributi figurativi
sostanzialmente a carico dello Stato. Nel 2011 l’ammontare della spesa per gli
ammortizzatori sociali è stata di 19,1 miliardi di euro, dei quali 10,7 di
prestazioni e 8,3 di contributi figurativi. La diminuzione di spesa rispetto al
2010 è di 0,3 miliardi. La spesa è ripartita in 5 miliardi per la Cassa
integrazione, 11,6 miliardi per l’indennità di disoccupazione e 2,4 miliardi
per l’indennità di mobilità. Rispetto al 2010 si registra una diminuzione di
spesa per la Cig nel suo complesso di 649 milioni di euro (-11,4%) ed un
aumento della spesa sia per l’indennità di disoccupazione (+1,1%) che per l’indennità
di mobilità (+8,2%). Se la Cig ha coinvolto in tutto più di 1.400.000
lavoratori, la mobilità ne ha interessati oltre 236.000, la disoccupazione nel
suo complesso (agricola, non agricola e a requisiti ridotti) più di 2 milioni.
In totale quasi 4 milioni di lavoratori hanno percepito un ammortizzatore nel
2011. Se si tiene conto che i lavoratori dipendenti iscritti all’Inps nel 2011
sono stati quasi 13 milioni ne deriva che quasi un terzo dei lavoratori sono
stati interessati nello stesso anno da qualche forma di ammortizzatore sociale.
POTERE D’ACQUISTO FAMIGLIE – Dall’elaborazione
dei dati Istat si evidenzia che il Pil si è incrementato rispetto al 2010 solo
dello 0,2% e che i redditi delle famiglie ne hanno risentito in maniera
rilevante, considerato che sono aumentati dell’1,9% in termini monetari ma si
sono ridotti dello 0,9% in termini reali. Il potere d’acquisto delle famiglie
si riduce per il terzo anno consecutivo: complessivamente dal 2008 ad oggi la
riduzione è stata del 3,8% (che sale al 5,2% rispetto al 2007). Questa
situazione – si legge sul Bilancio sociale dell’ente - avrebbe potuto essere
ben più grave senza l’intervento compensativo delle prestazioni sociali.
Infatti negli anni di riduzione del reddito primario l’aumento delle prestazioni
sociali ha attutito la caduta del reddito disponibile.
52% DEI PENSIONATI PRENDE MENO DI MILLE EURO -
Nella distribuzione per classi di importo, il 52% dei pensionati Inps (7,2
milioni di individui) presenta redditi pensionistici inferiori a 1.000 euro
mensili e il 24% (3,3 milioni) si colloca nella fascia tra 1.000 e 1.500 euro
mensili. Il 12,7% riscuote pensioni comprese tra 1.500 e 2.000 euro mensili e
il restante 11,2% gode di un reddito pensionistico mensile superiore a 2.000
euro.
SPESA PENSIONISTICA - Nel 2011 l’Inps ha
erogato oltre 14,5 milioni di pensioni di natura previdenziale
(vecchiaia/anzianità, invalidità/inabilità e pensioni ai superstiti) per una
spesa che si aggira attorno ai 169,9 miliardi di euro e poco più di 4 milioni
di pensioni assistenziali (principalmente pensioni e assegni sociali e
trasferimenti agli invalidi civili) per circa 24,6 miliardi di euro. La spesa
pensionistica lorda complessiva, comprensiva delle indennità di accompagnamento
agli invalidi civili, è passata da 191,2 miliardi di euro nel 2010 a 194,4
miliardi di euro nel 2011 con un aumento dell’1,7% (3,2 miliardi in valore
assoluto) sostanzialmente localizzato nella spesa previdenziale. Le prestazioni
pensionistiche Inps in essere alla fine del 2011 sono oltre 18,3 milioni e
presentano nel complesso un lieve incremento (+0,2%) rispetto all’anno
precedente. In particolare, si tratta di oltre 14,8 milioni di pensioni
previdenziali (+0,6%) e più di 3,5 milioni di pensioni assistenziali (pensioni
e assegni sociali e prestazioni di invalidità civile) erogate per conto dello
Stato, in diminuzione dell’1,4% rispetto al 2010. Con riferimento, invece, alle
nuove pensioni sorte nel corso del 2011 – in tutto circa 964.000 trattamenti
(-14,5% rispetto al 2010) – il decremento si presenta in misura del 12,8%
nell’ambito previdenziale e del 16,5% in quello assistenziale. In particolare,
si osserva una consistente riduzione (-24,5%) delle prestazioni di invalidità
civile. Dal punto di vista fiscale la pensione è equiparata al reddito da
lavoro dipendente ed è quindi soggetta allo stesso tipo di tassazione sulla
base di aliquote divise per fasce di reddito. La spesa per pensioni
previdenziali – pari a circa 169,9 miliardi di euro per rate di pensione e
connessi trattamenti di famiglia – ha registrato nel 2011 un incremento del
2,5% (+4,1 miliardi) sull’anno precedente che risulta, tuttavia, meno elevato
rispetto a quello registrato nel 2010 (+3,1%). Le pensioni previdenziali in
essere alla fine del 2011 sono 14.801.990, con un incremento dello 0,6%
(+92.910 trattamenti) rispetto all’anno precedente (14.709.080). In
particolare, aumenta il numero delle pensioni di vecchiaia e di anzianità
(+155.205) ed ai superstiti (+39.792), mentre diminuiscono le prestazioni di
invalidità previdenziale (-102.087). Nella composizione della spesa per
tipologia, gli assegni di vecchiaia e anzianità pesano per oltre il 77% sul
totale delle erogazioni, seguiti dalle pensioni ai superstiti (indirette e
reversibilità) con il 16,5%. Il restante 6% attiene alle prestazioni di
invalidità e inabilità. (ilVelino/AGV)
(red/mal) 20
Novembre 2012 13:15
Crisi: Efsf rimanda emissione bond triennale
dopo taglio rating Francia
20 Novembre 2012 -
15:43
(ASCA) - Roma, 20 nov - La perdita del rating
di tripla A per il debito pubblico della Francia, ''non impatta sull'emissione
dei nostri titoli a breve termine'' cosi' Christophe Frankel, Cfo dell'Efsf (il
fondo salva stati europeo temporaneo, in scadenza a meta' 2013).Il taglio di
Moody's ha infatti riguardato il debito pubblico a lungo termine, mentre non e'
cambiato il merito di credito per quello a breve termine. Qualche problema
invece per le emissioni di obbligazioni a medio e lungo termine.
Oggi l'Efsf ha rimandato per ragioni tecniche
l'emissione di un bond triennale da 3 miliardi di euro sebbene avesse ricevuto
dagli investitori offerte per un importo superiore.
Alla base della decisione dell'Efsf c'e'
proprio il taglio del rating della Francia che determina un problema dal lato
del Deeds of Guarantee, cioe' delle garanzie statali offerte sui bond emessi
dall'Efsf. I bond emessi dal fondo salva stati devono essere coperti, a partire
dalla data di emissione, al 100% da garanzie degli Stati membri dell'Efsf che
dispongono di un rating equivalente o migliore di quello dell'Efsf (AAA).
Il declassamento della Francia da AAA ad AA1
va venire meno uno dei garanti. ''Intendiamo lanciare l'emissione non appena
l'emittente (Efsf) sara' in grado di soddisfare le Deeds of Guarantee'', ha
spiegato Frankel.
Dopo l'addio della Francia alla Tripla A, gli
stati membri dell'Efsf con rating (AAA) uguale a quello dell'Esfs sono Austria,
Finlandia, Germania, Lussemburgo e Olanda.
men/
Spagna: boom asta titoli a 12 e 18 mesi
Venduti 4,94 mld di
bond contro target 4,5 mld
20 novembre, 11:29
(ANSA) - ROMA, 20
NOV - La Spagna fa il pieno in un'asta di titoli di Stato a 12 e 18 mesi
vendendo 4,94 miliardi di bond contro un obiettivo massimo di 4,5 miliardi.
Sulla scadenza annuale i tassi hanno visto un lieve calo al 2,797% dal 2,823%,
mentre su quella a 18 mesi i rendimenti hanno segnato un leggero rialzo al
3,034% dal 3,022%. La domanda per i titoli a un anno e' stata di 2,12 volte
l'importo offerto, in calo da 2,71, mentre il bid to cover per i bond a 18 mesi
e' stato di 5,72 volte contro 3,04.
Nessun commento:
Posta un commento