venerdì 10 dicembre 2010

L’Italia delle mazzete in testa alle classifiche

Alessandro De Pascale 
RAPPORTO. Oltre un milione di cittadini dichiara di essere stato coinvolto in episodi corruttivi. A dirlo è il “Barometro 2010 della corruzione”, presentato ieri dalla Ong Transparency International..
Quando ai cittadini italiani intervistati è stato chiesto «negli ultimi dodici mesi avete pagato o ricevuto una tangente?», ben il 3,8 per cento ha risposto di sì. Sembra un dato irrisorio, rispetto al 96,2 per cento che ha detto di no, ma stando a questa percentuale oltre un milione di nostri connazionali sarebbero coinvolti in fatti corruttivi. Inoltre il 65 per cento degli italiani ritiene che negli ultimi tre anni la corruzione sia aumentata nel nostro Paese. Sono i dati del capitolo dedicato all’Italia dello studio “Barometro 2010 della corruzione mondiale”, realizzato dall’agenzia non governativa con sede in Germania Transparency International, cui aderiscono oltre 80 associazioni su base nazionale (la filiale italiana si trova a Milano). Si tratta di un’indagine demoscopica, realizzata intervistando 91.500 persone in 86 Paesi «sulla visione che del fenomeno maturano, anno dopo anno, i cittadini comuni», presentata ieri a Roma per la Giornata mondiale contro la corruzione.

A differenza del ben più famoso Corruption perception index (Cpi) che rileva la percezione dei fenomeni corruttivi dentro le pubbliche amministrazioni. Tornando a quelli che in Italia hanno dichiarato di essere stati coinvolti in episodi corruttivi, le mazzette avrebbero riguardato il sistema giudiziario (28,8%), le transazioni doganali (13,9%) e quelle immobiliari (12,9%), un dato in forte crescita, la sanità (10%), le utilities (8,7%), le imposte (6,9%) e l’ottenimento di permessi (6,4%). Giudizio negativo anche sull’operato del governo: il 64 per cento degli intervistati ritiene che l’esecutivo non faccia abbastanza per contrastare la corruzione, ma in Germania va  peggio (77%), «anche a causa dei recenti episodi di cronaca che hanno riguardato imprese tedesche in Russia e Cina», spiega il rapporto. Le categorie che gli italiani percepiscono come le più corrotte sono il Parlamento (4 su un massimo di 5) e i partiti politici (4,4 rispetto al 4,2 del 2005). Seguono le imprese (3,7), il sistema giudiziario (3,4) e i media (3,3). Quelle che viceversa godono della fiducia dei nostri connazionali sono le Ong, le forze armate, il sistema scolastico e la polizia.

Per Transparency è «drammatico» che il 40 per cento degli intervistati abbia dichiarato di non fidarsi di nessun organismo indicato nel sondaggio. «È la dimostrazione che in Italia manca il senso delle istituzioni - spiega Maria Teresa Brassiolo, presidente di Transparency International Italia -. Questo influisce anche sull’umore delle persone, una situazione dolorosa soprattutto per i più deboli». L’Italia figura come la nona nazione più corrotta dell’Unione europea. Peggio di noi soltanto Lituania, Romania, Ungheria, Grecia, Lussemburgo, Lettonia, Polonia e Repubblica Ceca. «Il cerchio che inizia dalla corruzione - continua la presidente di Transparency Italia - porta alla violazione dei diritti umani e non si tratta di un destino ineluttabile ma di un sistema culturale. L’antidoto è la trasparenza, un atto di coraggio che però ritengo vada imparato da bambini. Perché giustificando questi comportamenti l’Italia finisce in fondo alle classifiche», conclude la Brassiolo. Sembrano averlo capito anche gli italiani: l’86 per cento ritiene infatti che i cittadini possano fare la differenza e migliorare la situazione.
Fonte:
http://www.terranews.it/news/2010/12/l’italia-delle-mazzette-testa-alle-classifiche


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