sabato 29 gennaio 2011

Notizie Federali della Sera: Silvio e Sandro, mitopoietici. 29 gennaio 2011.

Sezione Sud Tirolo ed assimilabili:
1. Bozen. Durnwalder agli italiani: spostiamo insieme il duce.
2. Aoste. Un workshop dedicato all'integrazione degli immigrati.

Sezione Padania ed assimilati:
3. Venezia. Zaia: "Il Veneto abbia risorse adeguate per la giustizia".
4. Milano. Nicole Minetti: “Silvio è il mio mito, e non mi dimetterò”.
5. Pavia. Un solo nato ogni tre morti.
6. Pavia. Case popolari. Inquilini più poveri della Lombardia.
7. Pavia. Ferrera, voto unanime contro la discarica.

Sezione ultima cella:
8. Napoli. Iervolino: terme di Agnano ai privati.

1. Bozen. Durnwalder agli italiani: spostiamo insieme il duce. Il presidente: voglio coinvolgere il Comune, ma senza accordo faremo da soli. di Maurizio Dallago. BOLZANO. «Tranquilli, domani non mando Mussner con una squadra di operai a smontare il duce a cavallo». Luis Durnwalder dice di voler rispettare le sensibilità del gruppo italiano. Intende procedere allo spostamento del bassorilievo in accordo con il Comune capoluogo e la comunità italiana. «Certo che l'opera di Piffrader verrà spostata, lo chiedo da anni», sottolinea comunque il presidente della Provincia. Il Landeshauptmann mette in evidenza che l'intesa è stata fatta col governo e non con il Pdl altoatesino. «Quale?» si chiede ironicamente Durnwalder, invitando il gruppo italiano a riconoscersi in simboli diversi dai monumenti d'epoca fascista, «perchè l'autonomia è stata fatta ed è prosperata anche grazie agli italiani» e di questo «ne devono andare fieri».
Ancora nelle stelle il luogo di destinazione del duce a cavallo, come quello dell'Alpino a Brunico. Sul monumento alla Vittoria l'idea del presidente altoatesino è quella di realizzare una mostra-museo sul nazi-fascismo. Presidente Durnwalder, sorpreso dalle aperture del ministro Bondi sui monumenti d'epoca fascista? «No, perché erano almeno due anni che andava avanti la trattativa, tra lettere e incontri. Da tempo chiedevamo di spostare il bassorilievo da piazza Tribunale, una richiesta che risale addirittura ai tempi di Magnago». Non vorrà però negare che poco prima del voto di fiducia su Bondi c'è stata un'accelerata sull'argomento. «Proprio lunedì mattina si è mosso qualche ministro». Chi? Frattini? «Non dico il nome»
Come è andata la trattativa sulla tratta Bolzano-Roma ad inizio settimana?
«Dopo le promesse verbali ho voluto un testo scritto, anche per darlo ai parlamentari del mio partito che dovevano poi votare sulla fiducia a Bondi ed all'Obmann Theiner».
La lettera arrivata da Roma cosa contiene?
«Il via libera del governo sui 4 punti: monumento alla Vittoria con lo stop ai lavori e l'utilizzo della cripta a fini museali, lo spostamento del monumento all'Alpino di Brunico, una diversa collocazione per il bassorilievo in piazza Tribunale e le targhe esplicative negli ossari».
A questo punto come intende procedere per il trasloco dell'opera di Piffrader dal palazzo degli uffici finanziari?
«Ho la sensibilità politica per rispettare e ascoltare il punto di vista del gruppo italiano e del Comune. Solo se mancasse la collaborazione, allora procederemmo da soli. Comunque il trasferimento non sarà immediato, perché prima vogliamo essere sicuri al 100 per cento sul piano giuridico».
Che significa?
«Prima di pensare a dove traslocare il bassorilievo, è necessario essere sicuri di poterlo fare. Non dovrebbero esserci problemi, perché abbiamo già l'assenso del ministro Bondi, vedi Sovrintendenza, e del ministro Tremonti proprietario dell'edificio».
Ha già un'idea di dove potrebbe finire il bassorilievo?
"Ne parleremo col Comune e con tutti quelli che si interessano all'operazione. Possiamo vedere se in Trentino, dove esiste il Museo della guerra, lo vogliono, oppure il Museo civico di Bolzano. Siamo agli inizi, un luogo lo troveremo di comune accordo».
L'intesa con il ministro Bondi prende in considerazione anche il monumento alla Vittoria. Cosa ne vuole fare?
«Certo il monumento alla Vittoria resta dov'è. Non potendo eliminarlo, si deve storicizzarlo. Si tratta di togliere la cancellata, di realizzare un museo o una mostra permanente nella cripta e di metterci dei nuovi cartelli esplicativi».
C'è chi però manifesta sorpresa, se non disappunto, per lo spostamento del bassorilievo da piazza Tribunale.
«Non capisco perché essere sorpresi, se è da 50 anni che il mio partito ne chiede il trasloco dalla piazza».
Molti esponenti politici e cittadini del gruppo italiano si sentono però colpiti da quella che è definita una svendita da parte del governo.
«Nessuno mi dica che togliere il duce a cavallo sia come eliminare parte dell'identità del gruppo italiano, perché non credo che molti si riconoscano in Mussolini. Il gruppo italiano ha altri migliori maestri nel campo della storia, della cultura ed economia. Senza dimenticare il ruolo della comunità italiana nell'autonomia diventata prospera e sempre più completa. Il bassorilievo verrà solo spostato, riconoscendone il valore artistico e storico».
2. Aoste. Un workshop dedicato all'integrazione degli immigrati. Aosta - Come è possibile misurare l'integrazione degli immigrati in una società? La domanda sarà al centro di un workshop proposto dal'Osservatorio economico e sociale in programma venerdì 4 febbraio dalle ore 16.15 ad Aosta, nel Salone delle manifestazioni. Come è possibile misurare l'integrazione degli immigrati in una società? E' la domanda al centro di un workshop proposto dal'Osservatorio economico e sociale della Regione che si terrà venerdì 4 febbraio dalle ore 16.15 ad Aosta, nel Salone delle manifestazioni di palazzo regionale.
Il seminario "L'integrazione degli immigrati: che cos'è e come si misura?" è inserito nel più ampio progetto europeo Demochange e si propone da una parte di approfondire il concetto di integrazione, di cui non esiste una definizione condivisa né a livello scientifico, né a livello politico e di confrontare diverse esperienzaìe di valutazione dell'integrazione sviluppate in regioni come l'Emilia Romagna, la provincia autonoma di Bolzano e la città di Vienna.
Ad introdurre i lavori il Presidente della Regione Augusto Rollandin a cui seguirà l'intervento di Dario Ceccarelli, capo dell'Osservatorio economico e sociale della Regione. L'intervento di Giovanna Zincone, Presidente di FIERI e Consulente del Presidente della Repubblica Italiana Napolitano per i problemi legati alla coesione sociale, approfondirà il concetto di integrazione. A lei anche il compito di indicare i punti salienti e lo stato dell'arte dell'iniziativa pilota, denominata Servizi, Sensori dell'integrazione degli immigrati (da cui l'acronimo SSII)  sviluppata in Valle d'Aosta. di Nathalie Grange
3. Venezia. Zaia: "Il Veneto abbia risorse adeguate per la giustizia". "Una Regione come il Veneto che ogni anno regala allo Stato centrale sette miliardi  di euro ha diritto a una giustizia efficiente, con risorse adeguate alle necessità" è l'opinione del governatore Zaia sull'inaugurazione dell'anno giudiziario. VENEZIA. "Una Regione come il Veneto che ogni anno regala allo Stato centrale sette miliardi  di euro ha diritto a una giustizia efficiente, con risorse adeguate alle necessità. Sono certo che le relazioni del procuratore generale Pietro Calogero e della presidente della Corte d'appello Manuela Romei Pasetti e le loro denunce sull'inadeguatezza delle risorse per la giustizia non sono una critica al Governo, quanto piuttosto una giusta denuncia di una situazione insostenibile. Mi riconosco totalmente nel loro appello in difesa di valori comuni". Così il Presidente dalla Regione del Veneto Luca Zaia commenta gli interventi e i dati emersi in occasione dell'inaugurazione dell'anno giudiziario  a Venezia.
"E' iniquo - prosegue il presidente Zaia - che Regioni che si distinguono per sprechi, inefficienze e incapacità gestionale abbiano mezzi uguali e qualche volta scandalosamente superiori alle risorse del Veneto. Da tempo la presidente Romei Pasetti segnala la disorganizzazione e le carenze del sistema giudiziario nella nostra Regione. La mole dei procedimenti pendenti nel Veneto, quasi 250 mila cause civile e 57 mila procedimenti penali, indica che questa è una vera emergenza, sulla quale non è più possibile chiudere gli occhi. Non si può che essere pienamente d'accordo con il dottor Vittorio Borraccetti che giustamente denuncia l'impostazione sabauda del sistema giudiziario e auspica che si possa ripartire dalle esigenze e dalle conformazioni dei singoli territori".
"Il Veneto - prosegue Zaia - deve tornare ad essere uno dei centri nodali dello Stato nei confronti dei cittadini, con un magistratura in grado di lavorare con efficacia, efficienza e celerità. I temi della ragionevole durata del processo e del principio di uguaglianza di fronte alla legge richiamati oggi sono questioni che riguardano la libertà di tutti i cittadini perché una giustizia che non funziona significa una democrazia monca".
Commendando i dati sul sovraffollamento carcerario del Veneto dove contro una presenza regolamentare di 1815 detenuti e una soglia tollerabile di 2.848 a ottobre 2010 c'erano 3.295 reclusi, il governatore veneto ha ricordato che "in carcere ci vanno persone che hanno diritto a una punizione giusta e non possono essere considerate reiette e abbandonate in strutture orribili e fatiscenti". "In particolare - aggiunge Zaia - la troppo lunga carcerazione preventiva è una grave incrinatura del patto sociale. Da mesi la Regione del Veneto sta lavorando con il ministero della Giustizia per offrire tutto l'aiuto possibile nel reperire strumenti e luoghi in grado di restituire decoro alle nostre strutture detentive. Garantisco al procuratore Calogero, alla presidente Romei Pasetti e a tutta la magistratura le più viva attenzione di tutta la Regione su questi temi fondativi del patto sociale e istituzionale".
4. Milano. Nicole Minetti: “Silvio è il mio mito, e non mi dimetterò”. MILANO / Un’intervista a tutto tondo: è quella rilasciata da Nicole Minetti alle pagine de “Il Giornale”, nelle quale si sfoga e racconta la sua verità su Ruby e sulle feste di Arcore.
“Io non reclutavo ragazze, tantomeno facevo sesso col Presidente Silvio Berlusconi o con qualcun altro. Sono una donna normale, ho un fidanzato e una laurea con 110 e lode”.
La Minetti racconta di aver conosciuto Berlusconi al San Raffaele, mentre lui si trovava dal dermatologo. La Minetti si è avvicinata e gli ha detto che era il suo mito, raccontandogli che le sarebbe interessata la carriera politica. Da lì, i primi inviti a cena ad Arcore, gli incontri, fino alla candidatura alle regionali. “Lui mi ha fatto capire che credeva in me ed è nata la mia candidatura per le regionali”, riferisce Nicole Minetti.
Interrogata in merito alle feste, la consigliera regionale parla di “serate divertenti e non scene a luci rosse”, mentre dice di Ruby: “L’ho vista un paio di volte, mi ha detto di avere 24 anni”.
La Minetti è assicurato che non intende dimettersi, “perché sarebbe un’ammissione di colpevolezza”. Inoltre, la ragazza definisce le intercettazioni, nelle quali si riferisce a Berlusconi come “pezzo di m…, è un c… flaccido”, “uno sfogo”.
“Sono in giro con mio padre, per Milano. Entriamo in libreria, compro Mignottocrazia di Paolo Guzzanti. Lo sfoglio: c’è un capitolo su di me dove mi dipinge come una maîtresse e c’è una foto del mio lato B. Anche se in realtà non sono io, ma non importa. Papà, così orgoglioso della figlia consigliere regionale, quasi si sente male, io m’incavolo. Perdo le staffe, chiamo Clotilde, la mia assistente, e urlo la mia rabbia. Il mio è uno sfogo”.
5. Pavia. Un solo nato ogni tre morti. Ma la città non si spopola grazie al boom di stranieri. VOGHERA. Una città in cui nascono meno bambini, ma che parla sempre più lingue diverse per effetto di un'immigrazione incessante: gli stranieri sono in tutto 4.101 (1.912 uomini e 2.189 donne). A balzare agli occhi, però, è che i neonati sono pochi. I dati dell'ufficio Demografia mettono a nudo numeri che fanno riflettere e lasciano intravedere ulteriori cambiamenti futuri.  Nel 2010 i decessi sono stati 854 e i nuovi nati 304.  Ancor più eloquente il dato relativo ai primi venti giorni di gennaio 2011: i deceduti sono stati 78 contro 19 nuovi nati.  Per effetto dell'immigrazione i residenti restano però, complessivamente, 39mila 868.  A guidare la classifica dei «nuovi vogheresi» sono i rumeni arrivati a quota 1,121, seguono gli albanesi che sono 552, i marocchini che sono 485, gli ucraini che sono 390 e i cinesi che sono 153. Al sesto posto i senegalesi a quota 151, gli ecuadoregni che sono 143, gli egiziani che sono 128, i tunisini che sono 103 e i brasiliani chiudono la «top ten» a quota 75.  Tante comunità che hanno portato le scuole vogheresi a diventare multicolori e multiculturali.  Ormai gli stranieri regolari hanno superato la soglia del dieci per cento dei cittadini residenti.  «E' cambiato anche il centro storico - spiega Giorgio Silvani, esponente dell'associazionismo - dove si avvistano ormai diversi negozi nuovi. In tema di stranieri bisogna però distinguere i piani. Un conto è il problema dell'integrazione abitativa, che è ancora problematica così come trovare un lavoro stabile. La scuola, invece, è quella che ha risposto più puntualmente alla novità dei nuovi vogheresi. Buona anche la risposta del tessuto sociale, la ghettizzazione non c'è stata».  Silvani fa però una riflessione sul piano economico: «Cinesi a parte, si vedono quasi solo negozi di alimentari gestiti da immigrati. Non vediamo ancora stranieri con attività commerciali e artigianali di altro tipo, come avviene già da tempo a Milano. Credo che due terzi degli stranieri arrivati a Voghera siano ancora operai e lavoratori dipendenti. Le donne, quasi al novanta per cento, sono badanti. La situazione è in continuo divenire, vero è che 4.101 stranieri sono ormai una piccola città destinata, comunque, a crescere negli anni».  Insieme all'ufficio Servizi sociali, restano un punto di riferimento per l'integrazione anche le associazioni dell'arcipelago del volontariato, la prima è «Insieme», coordinata da Marcella Barbieri, che aiuta in particolare i famigliari dei lavoratori, per favorire una facile integrazione.
6. Pavia. Case popolari. Inquilini più poveri della Lombardia. PAVIA. Non si riesce a pagare l'affitto, anche se «popolare»: in provincia più della metà degli inquilini Erp ha un Isee sotto i 9mila euro, record in Lombardia.  Il 10% in più rispetto al resto della Regione. Nella fascia di reddito più bassa si collocano più di 2mila famiglie in Provincia, la metà degli ospiti delle case popolari, 860 solo a Pavia città. «Gli inquilini - spiega Pierluigi Albetti, Sunia Cgil, sfogliando il rapporto dell'osservatorio regionale sulle politiche abitative - sono mediamente più poveri a Pavia che nel resto della Lombardia. E questo ha evidenti ripercussioni anche sulle entrate di Comuni e Aler e sulla loro effettiva possibilità di fare manutenzioni». A questo si aggiunge il problema della morosità, in crescita. Gli inquilini morosi erano il 7% nel 2009, nel 2010 sono arrivati al 10% del totale secondo i sindacati inquilini sulla base dei dati forniti dall'Aler. Lo stesso vale per il Comune di Pavia. E non è solo colpa della crisi.  «Questa tendenza - spiegano dall'ufficio casa del Mezzabarba - è dovuta anche all'applicazione necessaria della legge Regionale affitti che ha portato a un aumento del 100% dei canoni di affitto delle case comunali rispetto al 2008». L'aumento per le case del Comune è entrato in vigore proprio ai primi di gennaio, e già arrivano le prime proteste. L'aumento ha colpito soprattutto le fasce dai 9300 euro di Isee erp in su. «Soprattutto per la fascia di permanenza - ammettono dal Comune - gli affitti sono in linea con quelli degli accordi territoriali». «Non abbiamo potuto fare altrimenti - afferma l'assessore alle politiche della casa Luigi Greco -. Ma per cercare di rimediare abbiamo raddoppiato a 150mila euro il fondo affitti. E stiamo cercando, con le poche entrate, di fare manutenzione».  Ma, dicono i sindacati, non basta. «Pavia ha il record regionale dei redditi bassi in Lombardia - spiega Tino Negri, del sindacato inquilini Sicet Cisl -, e quindi le entrate sono inferiori. In più manca una programmazione degli interventi: il direttore Aler è in carica da pochi mesi». Cosa comporta? «Ci sono case con affitti irrisori e spese altissime perché gli infissi sono vecchi o rotti, gli impianti antiquati - spiega Negri -: in una vecchia casa del rione Scala si pagano 100 euro di riscaldamento in più rispetto a una nuova casa in via Pampuri».
7. Pavia. Ferrera, voto unanime contro la discarica. Duecento mani alzate, bocciato il progetto per lo smaltimento del cemento-amianto. FERRERA ERBOGNONE. Il Comune ritirerà la disponibilità a ospitare la discarica di cemento-amianto alla cascina Gallona. L'assemblea consultiva dell'altra sera ha votato unanime l'ordine del giorno proposto dal sindaco Giovanni Fassina.  Fassina ora scriverà al Clir spa di Mortara per fare un passo indietro. Più di 200 persone hanno affollato la sala polifunzionale per partecipare alla consultazione popolare indetta dalla giunta. Non si è trattato tecnicamente di un referendum, per cui sarebbe servito il 50,1% degli aventi diritto al voto: i cittadini residenti, con voto palese deciso seduta stante dall'assemblea, hanno alzato la mano per approvare il ritiro della disponibilità. Nei primi minuti non sono mancate le polemiche. Mauro Zilli, portavoce del gruppo «No all'amianto a Ferrera Erbognone, siamo già una discarica», ha accusato il sindaco: «Abbiamo raccolto 472 firme di residenti, mentre nel 2009 l'attuale maggioranza era stata votata da 541 elettori. Non è stato comunque sufficiente a spingere Fassina a ritirare ritirarela disponibilità: quindi, non è il sindaco che fa per noi». La replica di Fassina, affiancato dal segretario comunale Mariano Cingolani: «Abbiamo agito in modo più che democratico e cristallino informando la popolazione sotto l'aspetto tecnico e indicendo una consultazione popolare, per cui è sufficiente solo la presenza del 10% degli aventi diritto». Dopo il voto dei circa 200 elettori, i cittadini antidiscarica hanno esultato, pur consapevoli che l'ultima parola spetterà alla Regione. «La discarica potrebbe comunque essere autorizzata a Ferrera: per questo motivo il nostro gruppo rimarrà vigile e non si scioglierà finché la vicenda non sarà finita», ha commentato Zilli. Marco Ferrari, capogruppo della minoranza consiliare, ha affermato: «Massima soddisfazione, soprattutto per le firme antidiscarica raccolte in paese. Ora attendo che il Comune metta in pratica il volere della popolazione». Fassina conferma: «Scriverò al Clir».
8. Napoli. Iervolino: terme di Agnano ai privati. Il presidente Spadafora: «Unica soluzione al collasso è il fitto di ramo d’azienda con gara internazionale». NAPOLI - L'albergo delle Terme di Agnano deve essere privatizzato. La decisione, secondo quanto riferisce il Velino, l'ha presa direttamente il sindaco Rosetta Iervolino. Il primo cittadino, salta l'ipotesi ventilata in commissione bilancio di sottoporre la decisione al Consiglio comunale, e apre l'amministrazione a fondi privati nella gestione della partecipata Terme di Agnano (in particolare fittando un ramo della società). Eppure, solo pochi giorni fa, le Commissioni Bilancio e Sviluppo, presiedute rispettivamente da Saverio Cilenti e Salvatore Galiero, avevano affrontato il caso su richiesta del consigliere Pdl Raffaele Ambrosino.
IL COMPLESSO - Il presidente della partecipata Vincenzo Spadafora, insediatosi insieme al nuovo Cda nel giugno 2010, aveva illustrato la realtà del complesso termale: 55 ettari di estensione di cui 50 di area verde, posizionato all’interno della città, una Spa, centro termale convenzionato con l’Asl, un albergo, un centro congressi e un ristorante che ricoprono una superficie di 19mila mq. Di queste la Salus per aquam è l’unica che garantisce la sopravvivenza finanziaria e il pagamento delle spese correnti, il parco necessita di un’opera di bonifica dai numerosi sversamenti illegali e occupazioni abusive, per i quali sono state avviate azioni legali, mentre la struttura ricettiva, in condizioni fatiscenti, è utilizzata solo al 30%.
CREDITI VERSO LE ASL - Le sofferenze del bilancio - sempre secondo quanto riporta il Velino - derivano principalmente da crediti. vantati verso l’Asl e il Comune, ammontanti in totale a 9 milioni di euro. Nel piano strategico del 2008 fu decisa la realizzazione di un complesso di piscine che ricoprono uno spazio di 500 mq, i cui lavori, finanziati con fondi europei, volgono al termine in vista della programmata apertura del prossimo marzo. «La struttura, da sola, non può sostenersi né affrontare le costose ristrutturazioni necessarie, che per la sola parte ricettiva ammontano a 15/20 milioni di euro - chiarì Spadafora – e l’unica soluzione che abbiamo indicato nel nuovo piano strategico è il fitto di un ramo d’azienda attraverso una gara internazionale. Il rischio è che tra due mesi mancheranno i fondi per pagare anche gli stipendi”. Ma il fitto del ramo di azienda, aveva assicurato l’assessore alle partecipate Michele Saggese, non è stato deliberato ma subordinato ad un piano di fattibilità economica finanziaria non ancora presentato. “La decisione sarà rimessa al Consiglio, dopo una mia preliminare valutazione del documento, ma va inserita nell’ambito di una valutazione sull’ asset strategico complessivo delle partecipate”, disse. A breve, invece, partirà il bando. 29 gennaio 2011
 

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