L'UNIONE SARDA. Nessuna risposta dal ministero dell'Ambiente.
Nei prossimi giorni sui fondali saranno piazzati sensori per il rilevamento di idrocarburi in grado di rintracciare anche dosi minime di prodotti tossici. Intanto la popolazione si mobilita. Sono stanchi, esasperati e arrabbiati perché dal ministero dell'Ambiente ancora non è arrivata una mano. Lavorano da più di una settimana lungo i litorali per rimuovere il catrame incollato sugli scogli e quello misto ai granelli di sabbia. Sono i volontari che operano a Santa Teresa e ad Aglientu. Non possono fermarsi, lottano contro il tempo ma continuano ad invocare lo stato di emergenza nazionale.
STINTINO Intanto sono riprese ieri mattina a Stintino le operazioni di bonifica del catrame arrivato sulle spiagge del litorale tra Ezzi Mannu e le Saline. Tra gli amministratori c'è un prudente ottimismo: la sostanza inquinante, infatti, che ha raggiunto Stintino «potrebbe essere soltanto un residuo che ancora vagava per il Golfo dell'Asinara». Poco catrame quindi ma diffuso: ieri gli operai al lavoro ne hanno raccolto circa quattro chili. L'Amministrazione comunale ha attivato, tra squadre di barracelli e operai comunali, circa 20 persone che stanno battendo palmo a palmo tutta la costa.
TENSIONE ALTA In Costa invece la tensione è altissima. I cittadini sono pronti a tutto. Pure ad occupare - se necessario - il porto teresino che collega la Sardegna alla Corsica o a erigere barricate lungo le principali strade di collegamento da Olbia a Sassari e a manifestare negli aeroporti. Gli uomini della Capitaneria di Porto, della Protezione civile e della Forestale si sono recati sui litorali aggrediti dal catrame. Hanno verificato e quantificato il materiale inquinante recuperato sinora. Imballato nei sacchi bianchi e classificato come materiale altamente pericoloso, sarà presto avviato ai centri di smaltimento. Lo stato di allerta rimane alto. FIUME SANTO La marea di olio combustibile che si è riversata sulle coste del nord Sardegna dalla centrale di Fiume Santo sta risparmiando le acque dell'Arcipelago maddalenino. La superficie e i fondali nel tratto di mare che delimita i confini del Parco nazionale sono monitorati di continuo. «La situazione è sotto controllo - dice il presidente Giuseppe Bonanno - resta il problema generale da risolvere: un danno ambientale di proporzioni significative che deve essere affrontato con l'impegno dei soggetti istituzionali coinvolti».
SENSORI NEI FONDALI Nei prossimi giorni sui fondali saranno piazzati sensori per il rilevamento di idrocarburi in grado di rintracciare anche dosi minime di prodotti tossici. WALKIRIA BALDINELLI
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