9 Febbraio 2011
Con una relazione del Presidente Berlusconi, che ha illustrato gli obiettivi di liberalizzazione e di sviluppo dell’economia nazionale, il Consiglio dei Ministri ha definitivamente approvato il disegno di legge costituzionale per la modifica degli articoli 41, 97 e 118 della Costituzione.
Il disegno di legge costituzionale che oggi il Governo propone al Parlamento, su proposta dello stesso Presidente e dei Ministri Bossi, Tremonti, Calderoli, Romani, Brunetta, Alfano e Fitto, parte da una rivisitazione in senso liberista degli articoli 41 e 118, comma quarto, della Costituzione, nonché dell’articolo 97, dedicato alla pubblica amministrazione. Lo spirito che informa la proposta di riforma è improntato, per quanto riguarda gli articoli 41 e 118, alla rimozione degli ostacoli che si frappongano fra l’imprenditore e la realizzazione dell’intrapresa, esaltando la responsabilità personale, nonchè il ruolo dei livelli territoriali di governo nel concorso e nell’impulso alla realizzazione dell’iniziativa economica. La revisione dell’articolo 97 invece, perseguendo l’obiettivo di incrementare qualità e trasparenza della pubblica amministrazione, correla in maniera inscindibile le funzioni pubbliche al bene comune della collettività.
Il Consiglio ha avviato l’esame di un pacchetto di norme, su proposta dei Ministri Calderoli e Tremonti, per il rilancio della competitività e per lo sviluppo. Si tratta di misure semplificatorie che afferiscono a campi diversi (tra gli altri: contratti pubblici, riqualificazione urbana, immobili di interesse culturale) volte a conferire, in particolare, celerità e snellezza alle procedure. Il Consiglio ha rinviato ad un tavolo di concertazione fra i numerosi Ministri interessati la stesura definitiva del provvedimento, che sarà successivamente approvato in una prossima seduta.
Nell’ambito dell’azione complessiva di impulso che il Governo intende dare al rilancio dell’economia nazionale, il Consiglio ha esaminato, su proposta del Ministro dello sviluppo economico, Paolo Romani, uno schema di decreto legislativo che disciplina, sulla base della specifica delega ricevuta dal Parlamento, gli interventi di sostegno al sistema produttivo finalizzati allo sviluppo del territorio, alla crescita (con particolare riferimento alle piccole e medie imprese), alla promozione delle attività di ricerca, allo sviluppo e all’innovazione, alla reindustrializzazione delle aree di crisi e al salvataggio e ristrutturazione delle imprese in difficoltà. Il provvedimento prevede l’adozione di un programma triennale che individui gli obiettivi da perseguire, le tipologie di interventi da attuare e le relative risorse, con un riordino del sistema degli incentivi. Il collegamento con le Regioni viene garantito mediante accordi di programma, mentre sono previste semplificazione ed accelerazione dei procedimenti relativi all’accesso e all’erogazione delle agevolazioni. L’esame del disegno di legge in materia di mercato e concorrenza è stato rinviato, invece, ad altra seduta.
Il Ministro per i rapporti con le Regioni e per la coesione territoriale, Raffaele Fitto, ha illustrato una relazione sullo stato di attuazione del Piano nazionale per il Sud, riferendo su quanto già realizzato da luglio 2010 ad oggi e sul successivo programma di interventi attuativi.
Tra le attività svolte: ricognizione degli interventi finanziati dal Fondo per le aree sottoutilizzate e delle risorse liberate dei programmi comunitari; varo del Piano nazionale per il Sud, che delinea la strategia del Governo per il rilancio del Mezzogiorno e per orientare in modo più efficace la programmazione dei fondi nazionali e comunitari per lo sviluppo; definizione delle modalità di attuazione degli interventi speciali volti alla promozione dello sviluppo e della coesione economica, sociale e territoriale del Paese; perequazione infrastrutturale, che prevede una ricognizione dello stato del deficit infrastrutturale esistente al fine di individuare i modi per colmarlo;
Le fasi attuative in corso, tra l’altro, prevedono: la revisione dei programmi comunitari, regionali, interregionali e nazionali per l’accelerazione della spesa d’intesa con la Commissione Europea, nonché il confronto con le Regioni per la revisione dei Programmi attuativi regionali (PAR) e il finanziamento degli interventi strategici; la presentazione al CIPE della ricognizione delle risorse FAS 2000 – 2006 e “liberate”; l’approvazione degli interventi strategici nazionali e la riprogrammazione dei PAR; la sottoscrizione dei contratti istituzionali di sviluppo che riguarderanno ciascuna delle otto priorità del Piano per il Sud. Per la fase successiva il Ministro Fitto ha prefigurato azioni ed interventi per le infrastrutture e l’ambiente, beni culturali, turismo, istruzione, sicurezza, Banca del Mezzogiorno, sostegno alle imprese, al lavoro e all’agricoltura.
Sempre in tema di misure per lo sviluppo dell’economia, previa relazione del Ministro della giustizia, Angelino Alfano, è stato approvato un disegno di legge recante misure specifiche volte ad incrementare la produttività del sistema giudiziario civile ed a ridurre la durata dei processi civili, dando attuazione al principio della ragionevole durata del processo previsto dall’art. 111 della Costituzione.
Il legame tra competitività e processo civile è stato già sperimentato con successo in occasione della manovra adottata con il decreto-legge n. 112 del 2008, laddove sono state utilizzate norme procedurali come leva di sviluppo economico.
Il provvedimento prevede:
1) l’obbligo di programmazione annuale del lavoro per la riduzione del contenzioso, con l’individuazione di una corsia preferenziale per i processi più vecchi;
2) la possibilità di decidere le cause con una motivazione semplificata, fermo restando il diritto delle parti che non sono soddisfatte della decisione di richiedere la motivazione estesa;
3) la semplificazione della decisione in appello, con la possibilità di pronunziare sentenza contestuale e di delegare gli atti istruttori ad un solo componente del collegio;
4) la nomina di 600 giudici ausiliari, tra i magistrati e gli avvocati dello Stato in pensione, che affiancheranno i giudici in servizio allo scopo esclusivo di definire le cause più risalenti in attesa di sentenza e che saranno retribuiti con un gettone per ogni causa definita;
5) l’introduzione della possibilità di stipulare convenzioni che consentiranno ai laureati in giurisprudenza più meritevoli di svolgere un anno di praticantato con pieno valore legale presso gli Uffici giudiziari, con funzione di assistenti di studio dei giudici.
Il Consiglio ha deliberato la trasmissione alle Camere ed alla Conferenza unificata dello schema di decreto legislativo in materia di federalismo fiscale municipale, con le relative osservazioni e modifiche, a norma dell’articolo 2, comma 4, della legge n.42 del 2009.
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