sabato 12 febbraio 2011

Il nord? Piu' ricco della Svezia

Da "Il Corriere della Sera" di sabato 12 febbraio 2011
Il Nord? Più ricco della Svezia Il Nord Italia è più ricco della Svezia. Il Sud è più povero del Portogallo.


L`Italia senza il Mezzogiorno sarebbe un Paese con un tenore di vita superiore a quelli di Gran Bretagna, Germania e Francia. - E` questa la base statistica su cui il ministro dell`Economia Giulio Tremonti sta costruendo il piano per la crescita da presentare all`Unione europea nel mese di aprile. L`analisi è elaborata da Marco Fortis (Fondazione Edison), economista di riferimento del ministro, sulle cifre di Eurostat (l`Istituto della Commissione europea). Il parametro chiave è il «Pil pro capite in parità di potere di acquisto», cioè la media della distribuzione della ricchezza del Paese in rapporto agli abitanti, tenendo conto delle differenze di prezzi tra aree geografiche e, per i confronti internazionali, tra Stati diversi. Ebbene, l`Italia, con 25.800 euro pro capite (tutti i dati si riferiscono al 2007) viene dopo i tre grandi Paesi europei (Gran Bretagna, 29.100; Germania: 28.800; Francia: 27.000). Ma se si scorporasse il Meridione, la Penisola sorpasserebbe tutti, salendo fino a 30.445 euro, arrivando a ridosso della Svezia (30.600). Presi da soli sia il Nord-Ovest (31.400 euro) che il Nord-Est (30.900) stanno davanti agli svedesi.

Risultati analoghi, scrive Fortis nel suo studio, si ottengono anche utilizzando il parametro più semplice: quello del pil pro capite a valori correnti (dati 2008). In questo caso l`Italia senza Sud precede comunque Francia, Germania, Gran Bretagna. Mentre il Sud senza Italia affonda alle spalle della Grecia. Non basta: il dualismo economico italiano si sta allargando in rapporto all`esperienza degli altri Paesi europei. La Germania, per esempio, senza le due regioni più ricche (Baviera e Nord Reno-Westfalía) manterrebbe comunque un reddito pro capite superiore a quello della Francia.

Con questi numeri in mano Tremonti spiega la sua tesi che si è materializzata nel viaggio in treno a Reggio Calabria: non esiste «un problema di crescita nazionale»; esiste, invece, «un problema meridionale». E, per questo motivo, nel piano di aprile ci saranno quasi solo provvedimenti a favore del Sud. I tecnici del ministero lavorano su quattro dossier: incentivi fiscali per le imprese; risorse per poche grandi opere pubbliche; sviluppo della «green economy»; rilancio dell`agricoltura e del turismo di qualità. Sul piano più generale, invece, Tremonti vuole lanciare un`agenzia sul modello della banca pubblica tedesca Kfw per raccogliere commesse e appalti all`estero, da smistare poi alle imprese italiane. La struttura dovrebbe poggiare sull`attività della Cassa Depositi e prestiti e della Sace (Servizi assicurativi del commercio estero). Ma, in parallelo, bisognerà vedere quali saranno le ricadute sul piano politico. Al netto del complicato rapporto con Silvio Berlusconi, vale la pena mettere a fuoco almeno un punto: il «Tremonti meridionalista» si concilia con quello federalista? Il ministro, evidentemente, pensa di convincere (o lo ha già fatto) Umberto Bossi con l`idea di un «federalismo a due velocità»: al Nord si traduce in una larga autonomia fiscale; al Sud in un maggiore interventismo delle Regioni (e del governo) per spezzare quella che lo stesso Tremonti definisce «l`anarchia» dei comuni e delle lobby locali.

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