Foggia ancora sommersa da immondizia e imballaggi
Basilicata. «No» a nuovi pozzi nell'area di Viggiano
Fisco: contribuenti.it, ville estive intestate a nullatenenti
Foggia ancora sommersa da immondizia e imballaggi
di Filippo Santigliano
FOGGIA - I cumuli di rifiuti non abbandonano Foggia, ma se non altro si cerca di recuperare il tempo perduto perché ormai da due giorni i mezzi in campo sono stabilmente sette più una piccola pala meccanica. Certo, il lavoro di pulizia richiederebbe un piano straordinario ma - come riferito dalle organizzazioni sindacali di Amica - senza i mezzi adeguati ogni iniziativa viene vanificata perché non c’è il modo materiale per trasportare i rifiuti in discarica.
E a proposito di discarica. Questa situazione di criticità sul fronte mezzi sta creando problemi anche a «Passo Breccioso» perché i rifiuti vengono scaricati ma non ridotti di volume. Sempre nella zona della discarica, secondo i sindacati, occorrerebbe attuare un intervento di ripristino minimo della viabilità interna perché i camion, lungo quei tratturi, facilmente spezzano il semiasse. Insomma, occorre un po’ asfalto.
Sul piano strettamente pratico, le tonnellate recuperate nelle ultime ore ammontano a non meno di duecento. Per strada ne restano ancora un centocinquanta. E’ come se la raccolta fosse in ritardo di oltre due giorni.
Ieri una squadra anche «manuale» ha fatto tappa lungo via Lenotti e nella zona della «Macchia gialla» per svuotare i cassonetti ma anche per bonificare alcune aree stracolme di rifiuti dispersi. E’ evidente che non basta, anche perché ai rifiuti indifferenziati bisogna aggiungere quelli «differenziati» che vengono raccolti con il contagocce perché la «Daunia ambiente» ha il personale ma non i mezzi e per la raccolta di plastica e cartone l’Amica deve prestare all’impresa «ex controllata» alcuni mezzi che di conseguenza vengono sottratti alla normale raccolta dei rifiuti. Ecco quindi spiegata la necessità di accelerare sul processo di acquisizione di alcuni mezzi a noleggio (4 mezzi per due mesi costerebbero 40 mila euro) in attesa di acquisire quelli che il Comune ha già acquistato con una gara di appalto (500 mila euro del bilancio comunale per tre compattatori nuovi). Si devono utilizzare i 500 mila euro stanziati dalla Regione Puglia e che da martedì dovrebbero essere nella disponibilità del Comune di Foggia.
Un capitolo a parte merita la questione degli «imballaggi». Il villaggio artigiani è sommerso da scatoloni, polistirolo, bustoni di ogni genere. Si tratta di materiale che non fa parte dei rifiuti «normali» ma speciali. Il Comune, l’Amica e le organizzazioni di categoria, quindi, dovrebbero raggiungere quanto prima un’intesa per evitare la dispersione degli imballaggi in città.
Basilicata. «No» a nuovi pozzi nell'area di Viggiano
di PINO PERCIANTE
VIGGIANO - Stop alle trivelle in Val d’Agri. «Prima dell’apertura di nuovi pozzi – dice Giambattista Mele di Laboratorio per Viggiano, una delle associazioni che ieri hanno partecipato alla manifestazione “la Val d’Agri non è la Libia d’Italia” - vogliamo un monitoraggio serio e innovativo dell’ambiente e della salute perché su questo fronte la trasparenza è uguale a zero. Dicono sempre che è tutto a posto ma il monitoraggio lo fanno Eni e Regione: non ci fidiamo più, vogliamo tecnici indipendenti che possano rendere trasparente il compito che gli sarà affidato dall’osservatorio ambientale. Qua non si muoverà più niente se non avremo risposte. Chiediamo di spostare i nuovi pozzi previsti a piano di Lepre».
«Qui non si vive più – dice Domenica che abita vicino al centro oli - la puzza è sempre più insopportabile, rumori di giorno e di notte e stiamo male: capogiri, vomito bruciori agli occhi e alla gola ma ci prendono per pazzi». «Quando l’impianto – dice Vincenzo Antonio Capogrosso – entra a pieno regime vibra tutto. Ora vogliono addirittura raddoppiarlo. Da qua ce ne dobbiamo solo andare». Mele mostra ai cronisti dove dovrebbero sorgere i due nuovi pozzi Enoc 6 e 7. Proprio sulla collina di fronte a piazza Papa Giovanni dove si è svolta la manifestazione, a ridosso di alcune abitazioni, un hotel e un complesso turistico. «Se verranno aperti i pozzi - dice Mele - dichiariamo fallito il turismo a Viggiano. È stata scelta questa piazza perché è il luogo emblematico non solo per i viggianesi ma per tutta la Basilicata; è il posto dove viene celebrata la messa la prima domenica di settembre di ogni anno per festeggiare la Madonna Nera, quando viene riportata dal Sacro Monte in paese per ricevere l’omaggio delle migliaia di pellegrini provenienti non solo dalla Basilicata ma anche dalle altre regioni limitrofe». È evocativo, quindi, di tante cose. Di gente però non ce n’è tanta, ma neppure poca. La manifestazione nasce proprio per dire “no” alle nuove estrazioni. Una contrarietà motivata dal fatto che i due pozzi petroliferi oltre ad essere situati in prossimità del centro abitato, sarebbero anche in aree ad elevato rischio idrogeologico e a vocazione storico-religiosa-ambientale, per il fatto che vi si svolge la tradizionale processione della Madonna nera, protettrice della Basilicata. La manifestazione è proseguita con la performance musicale di alcuni gruppi e un’anticipazione dello spettacolo di Ulderico Pesce «Attenti al cane», le perforazioni dell’Eni in Basilicata e in Africa.
Fisco: contribuenti.it, ville estive intestate a nullatenenti
ROMA - Nullatenenti e disoccupati. Sono i poveracci, dalle dichiarazioni dei redditi irrisorie, presumibilmente prestanome di imprenditori e professionisti che in questo modo eludono il fisco o, peggio ancora, fanno affari d'oro con la malavita organizzata, gli affittuari, molto spesso a nero, delle più belle ville di lusso in Italia. Lo sostiene in una nota Contribuenti.it, Associazione Contribuenti Italiani che con Lo Sportello del Contribuente rileva costantemente il fenomeno dell'evasione fiscale in Italia, secondo la quale si espande a dismisura il fenomeno dei ''ricchi nullatenenti'' e ''poveri possidenti'' che vivono spendendo migliaia di euro e non hanno ''nulla da dichiarare'' al fisco.
Il 53% dei contratti di locazione, spesso non registrati, delle ville di Porto Cervo, Forte dei Marmi, Porto Rotondo, Rapallo, Capri, Sabaudia, Positano, Ravello, Panarea, Portofino, Taormina e Amalfi sono intestati a nullatenenti o a pensionati con la social card, prestanome di facoltosi imprenditori, per evadere le tasse.
Secondo lo studio dell'Associazione Contribuenti Italiani, divulgato oggi a Capri, che sarà prossimamente pubblicato su "Contribuenti.it Magazine", elaborato su dati de Lo Sportello del Contribuente e del Ministero delle Finanze, oltre la metà degli italiani ha dichiarato nel 2010 (redditi 2009) meno di 15.000 euro annui e circa due terzi meno di 20.000 euro; di contro, solo lo 0,95% ha dichiarato oltre 100 mila euro, lo 0,17% più di 200mila euro e solo 15 mila persone ha dichiarato un reddito di oltre 300 euro all'anno.
Una fotografia che strida con i dati relativi alle richieste di posti barca che sono cresciuti del 12,3% e agli acquisti di imbarcazioni di lusso. La spesa è cresciuta in Italia nel 2011 del 6,7%. I "ricchi nullatenenti e i poveri possidenti" anche quest'anno hanno destineranno buona parte della loro spesa nella locazione di ville esclusive o per i cosiddetti "passion investiments" come auto di grossa cilindrata (240.000 fuoriserie e suv), mega yachts, gioielli e oggetti d'arte, nonostante la strategia della tensione messa in atto dall'amministrazione finanziaria con lo spesometro e il nuovo redditometro.
"L'evasione fiscale che è diventato lo sport più praticato dagli italiani - afferma Vittorio Carlomagno presidente dell' Associazione Contribuenti Italiani - Gli accertamenti fiscali da soli non servono per combattere l'evasione fiscale. In Italia negli ultimi 5 anni è crollata la fedeltà fiscale di oltre 11 punti. I soldi recuperati dagli accertamenti devono essere destinati a ridurre le aliquote fiscali che sono tra le più alte in Europa''.
Contribuenti.it - Associazione Contribuenti Italiani
L'ufficio stampa Infopress 0642828753
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