giovedì 29 settembre 2011

Federali.mattino_29.9.11. Napoli, Caldoro vince la mucca carolina: ne son felici bambini e sofferenti.----Napoli. Sanità, sbloccati fondi per 450 milioni. Premiata l'austerity della Campania. È il 75% delle risorse vincolate, il risultato migliore tra le regioni legate dal «patto». Caldoro: primi in Italia.----Marco Moussanet: Una delle poche cose di cui non si potrà accusare Nicolas Sarkozy nel corso della campagna per le presidenziali che si sta aprendo è di aver arrangiato una Finanziaria pre-elettorale.

“Oltre la crisi”, a Foggia per discutere di imprenditoria del mattone
Napoli. Sanità, sbloccati fondi per 450 milioni. Premiata l'austerity della Campania
La Francia avanti sull'austerity: scende la spesa
Il parlamento svizzero dice addio all'atomo


“Oltre la crisi”, a Foggia per discutere di imprenditoria del mattone
Foggia – L’attuale stato di crisi colpisce tutti i settori dell’economia, compreso quello delle costruzioni; secondo i dati Ance il 2010 è stato in Puglia il terzo anno consecutivo di contrazione del valore della produzione (comprendente gli investimenti nel pubblico e nel privato, oltre che le manutenzioni straordinarie), che tra il 2007 e il 2010 è sceso da 11,122 a 8,779 miliardi di euro segnando un calo del 21%. Anche l’occupazione è in grave difficoltà: nel 2010 si sono persi oltre 4mila posti di lavoro, equamente distribuiti tra lavoratori dipendenti e autonomi. Le ore di cassa integrazione ordinaria, straordinaria e in deroga autorizzate nel 2010 per il comparto edile sono state oltre 8,5 milioni, con un incremento, rispetto al 2009, del 33,9%.
 Per guidare il cambiamento e individuare percorsi di crescita e di sviluppo occorre che le imprese e il sistema economico produttivo facciano un salto di qualità, diversificando la produzione, spostando il business in settori più dinamici e allargando la loro presenza nei mercati esteri. Saranno questi i principali temi al centro del convegno annuale dell’ANCE Puglia dal titolo “Oltre la crisi” che si terrà venerdì a partire dalle 9,30 al Grand Hotel Vigna Nocelli di Foggia.
 Dopo i saluti del sindaco di Foggia (e imprenditore) Gianni Mongelli, interverranno Antonio Gennari, del Centro Studi Ance, Massimo Lo Cicero, docente dell’Università “La Sapienza” e Salvatore Matarrese, presidente regionale e coordinatore del Consiglio delle Regioni ANCE. Alla tavola rotonda prenderanno parte Fabiano Amati e Angela Barbanente, assessori rispettivamente ai Lavori pubblici e all’Urbanistica della Regione Puglia, Felice Delle Femine, responsabile Territoriale Sud di UniCredit, Giovanni Trisciuoglio, presidente Ance Foggia, l’economista Nicola Rossi e Antonio Leone, vicepresidente della Camera dei Deputati. Concluderà i lavori Paolo Buzzetti, presidente nazionale dell’ANCE.
 L’associazione pugliese dei costruttori edili intende analizzare, con il contributo di economisti di fama nazionale e rappresentanti delle istituzioni, scenari, genesi ed evoluzione della crisi per comprendere come sia possibile superarla attraverso iniziative proprie della pubblica amministrazione e delle imprese, impegnate nel loro ruolo di promotori dello sviluppo economico e sociale del Paese.
 «In questo particolare momento di crisi – dichiara Salvatore Matarrese, presidente ANCE Puglia – gli imprenditori devono assumersi la responsabilità di guidare il cambiamento. Ma, per cogliere le sfide di un mercato che ha ridimensionato i livelli produttivi ed è diventato più selettivo occorre uno sforzo congiunto di tutti gli interlocutori coinvolti, a partire dalle pubbliche amministrazioni. Se le imprese devono fare un salto di qualità per confrontarsi con una domanda che richiede servizi sempre più evoluti, la pubblica amministrazione deve essere orientata a favorire opportunità di lavoro e creare quindi quel contesto utile allo sviluppo economico».
 L’Ance Puglia ha la rappresentanza regionale della categoria imprenditoriale inquadrata nel sistema associativo facente capo all’Ance (Associazione Nazionale Costruttori edili). In particolare rappresenta e tutela i costruttori nei rapporti con le istituzioni e le amministrazioni regionali, con le rappresentanze politiche economiche, sindacali e sociali e con ogni altra componente regionale della società. Inoltre promuove esamina e tratta i problemi specifici della categoria a livello regionale, assume le relative determinazioni ed interviene presso le Autorità, enti ed Amministrazioni competenti per la risoluzione degli stessi. L’attività dell’Ance Puglia si esplica in conformità agli scopi e funzioni stabilite dallo statuto approvato dall’Ance.
Redazione Stato

Napoli. Sanità, sbloccati fondi per 450 milioni. Premiata l'austerity della Campania
È il 75% delle risorse vincolate, il risultato migliore tra le regioni legate dal «patto». Caldoro: primi in Italia
NAPOLI - Dopo l'austerity, la Campania respira: sbloccati i fondi per il comparto sanità. Si tratta di 450 milioni dei 680 totali, ovvero le risorse ancora vincolate al rispetto del patto di stabilità che pende sulle regioni meno virtuose. Lo sblocco è il risultato del tavolo interministeriale che si è tenuto oggi a Roma tra i tecnici della struttura commissariale e del ministero della Salute e dell'Economia. Alla Campania è toccata la porzione più grande: il 75% dei fondi vincolati (il Lazio ha ottenuto «solo» 350 milioni). Il tavolo ha riconosciuto il lavoro svolto dalla Regione. Il risultato raggiunto in questi mesi dalla giunta Caldoro è stato indicato come il migliore tra gli enti sottoposti al piano di rientro sanitario. Nulla di fatto, invece, per la Regione Puglia.
«ANDIAMO AVANTI SU QUESTA LINEA»- «Abbiamo invertito la rotta» ha commentato, con enorme soddisfazione, Stefano Caldoro. «Uno straordinario risultato - spiega il governatore - che premia il lavoro della intera struttura commissariale e di tutti gli operatori della Sanità, dai dirigenti al personale che a vario titolo contribuisce al funzionamento della settore. Andiamo avanti su questa linea che coniuga rigore e qualità dei servizi. Sulla buona amministrazione - conclude - siamo, anche su questo, i primi in Italia».
Al. Ch.

La Francia avanti sull'austerity: scende la spesa
Marco Moussanet
 PARIGI. Dal nostro corrispondente
 Una delle poche cose di cui non si potrà accusare Nicolas Sarkozy nel corso della campagna per le presidenziali che si sta aprendo è di aver arrangiato una Finanziaria pre-elettorale. La legge di bilancio 2012 varata ieri è modellata sulle esigenze di austerità e di rigore, anche se il Governo non ama queste parole, necessarie per rispettare l'obiettivo di un deficit (in calo di 14 miliardi, da 95,5 a 81,8) al 4,5% del Pil, rispetto al 5,7% di quest'anno.
 La crisi ha fatto carta straccia delle promesse di riduzione del prelievo fiscale che il presidente aveva fatto nel 2007, al momento dell'elezione. Allora era al 43,4% del Pil, nel 2012 sarà del 44,5 per cento.
 Nonostante la riduzione del numero dei dipendenti pubblici (150mila in cinque anni, poco più di 30mila l'anno prossimo, con la mancata sostituzione di un addetto ogni due in uscita), il calo della spesa pubblica complessiva (dal 56,3% del 2011 al 55,8%), la diminuzione in valore (1 miliardo) della spesa dello Stato per la prima volta dal dopoguerra e la lunga serie di misure decise con la manovra del 24 agosto, il debito continuerà a crescere e l'onere sul debito (48,8 miliardi) diventa la prima voce sulla lista delle uscite, superando la pubblica istruzione (45,5 miliardi, pensioni escluse).
 L'unica novità è l'introduzione, che dovrebbe limitarsi al 2012, di una carbon tax che colpirà tutte le aziende già soggette al regime delle quote di CO2, con un prelievo compreso tra lo 0,08% e lo 0,12% del fatturato netto. L'imposta, duramente criticata dal Medef (la Confindustria francese), verrà pagata da circa 400 imprese (Edf in testa) e garantirà entrate per poco più di 220 milioni.
 Mentre è molto probabile che durante il percorso parlamentare - più ostico del previsto, dopo la conquista del Senato da parte della sinistra - verrà rivisto il tetto di reddito al di là del quale viene pagata la cosiddetta "tassa sui ricchi". Il prelievo resterà del 3%, ma la soglia sarà portata da 500mila a 250mila euro annui. Quadruplicando, da 5mila a 20mila, il numero dei contribuenti assogettati.
 Ma l'attenzione è già al dopo-elezioni, a una manovra ulteriore che quasi tutti danno per scontata. I numeri della Finanziaria si basano infatti su una previsione di crescita dell'1,75% e il Governo pensa di poterli confermare anche con un aumento del Pil dell'1,5 per cento. Le ultime stime degli esperti oscillano però intorno all'1,2% e se davvero il ritmo di crescita sarà quello - o addirittura più basso - i conti sono tutti da rifare.

Il parlamento svizzero dice addio all'atomo
Di Sonia Fenazzi, swissinfo.ch
La Svizzera chiuderà progressivamente le centrali atomiche e non rilascerà nuove autorizzazioni: entrambe le Camere del parlamento sono d’accordo sul principio dell’abbandono del nucleare. Ma la sua concretizzazione non è per domani.
 È stato un “compromesso nel compromesso”, preparato all’ultimo minuto dalla commissione preparatoria della Camera dei Cantoni, che oggi ha consentito di ottenere anche il nullaosta della maggioranza dei senatori su questa decisione di fondo. Una decisione che va nella direzione tracciata in maggio dal governo, poi confermata dalla Camera del popolo in giugno, ma che rallenta il ritmo di marcia.
Socialisti e verdi avrebbero voluto un abbandono rapido e incondizionato. La stragrande maggioranza dei democratici di centro (UDC, destra conservatrice) e dei liberali radicali (PLR, centro) non ne volevano sapere affatto di dire addio all’atomo. I popolari democratici (PPD, centro) erano divisi.
Alla fine una proposta di compromesso, elaborata dalla commissione preparatoria alla vigilia del dibattito alla Camera dei Cantoni, ha trovato una ampia maggioranza di senatori consenzienti. Al testo della mozione per un abbandono del nucleare, approvata lo scorso giugno dalla Camera del popolo, è stata aggiunta una clausola che stipula che “non sarà emanato alcun divieto di tecnologie”. Inoltre si precisa che la ricerca nucleare continua e che il governo istituisce una vigilanza che renda conto dei progressi in questo campo.
In questo modo si vuole garantire alla Svizzera la possibilità di ritornare sulla decisione dell’abbandono qualora un giorno si trovassero nuove tecnologie nucleari sicure. Questo non è possibile saperlo oggi: non si possono fare previsioni, ha argomentato il relatore della commissione Filippo Lombardi. Secondo il senatore PPD ticinese, inoltre, la Svizzera per restare all’avanguardia ha bisogno “di persone formate e della ricerca”.

I tempi si allungano
Secondo il verde ginevrino Robert Cramer, invece, si tratta di un segnale sbagliato. “Oggi il nostro paese ha bisogno di inviare un messaggio senza ambiguità alle cerchie economiche e agli investitori per impegnarsi in modo deciso nelle energie rinnovabili e nel risparmio energetico”, ha affermato.
Al contrario, le modifiche creano una divergenza con la Camera del popolo, che è “fonte di confusione e incertezza”, ha denunciato. E soprattutto allungano i tempi, poiché il testo modificato dovrà essere nuovamente sottoposto alla Camera bassa. Questa potrà pronunciarsi solo nella prossima sessione parlamentare, in dicembre.

“Dibattito semantico”
Un’inutile perdita di tempo, dettata da tatticismi preelettorali, biasimata anche dal liberale radicale Raphaël Comte, secondo il quale “il dibattito energetico è stato trasformato in un dibattito semantico”. Il senatore neocastellano ha osservato che, “invece di dibattere per o contro l’abbandono del nucleare, dobbiamo prendere posizione su testi estremamente simili, con differenze sottili, che ognuno interpreta a modo suo”.
“Bisogna finirla con questa saga che dura da troppo tempo e permettere al legislativo di mettersi al lavoro”, ha tuonato anche il socialista neocastellano Didier Berberat. Infatti, il vero dibattito sarà quello sulle disposizioni legislative, al momento in cui il governo presenterà al parlamento le proprie proposte concrete.
A quel punto, saranno ancora possibili ribaltamenti di situazione. Per cui, hanno sottolineato diversi oratori, sia sul fronte degli oppositori dell’energia nucleare che su quello dei sostenitori, le modifiche introdotte nella mozione sono superflue. Ma queste servono a offrire uno spiraglio di speranza alle cerchie nucleari, senza inimicarsi quella maggioranza di popolazione che nei sondaggi si esprime per l’abbandono dell’atomo.
Quando ormai mancano solo tre settimane e mezzo alle elezioni federali del 23 ottobre, partiti e candidati giocano le loro carte. La pressione della campagna elettorale è stata evocata da diversi senatori, che hanno messo in dubbio le vere intenzioni di alcuni colleghi. In ogni caso, solo una minoranza di coloro che si ricandidano per la prossima legislatura non ha approfittato dell’occasione di profilarsi, rinunciando a prendere la parola in un dibattito su cui erano puntati tutti i riflettori.
Sonia Fenazzi, swissinfo.ch

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