Palermo. Fincantieri, c'è nuova commessa
Conti pubblici, rapporto deficit PIl al 5,3 % nei primi sei mesi
Crisi, gli italiani ora risparmiano anche sul cibo
La distribuzione dei profughi nordafricani nelle regioni italiane
Milano, padania. Stranieri, Pisapia lancia la raccolta di firme per cittadinanza e diritto di voto
Fiducia in calo in Eurolandia, l'Italia è il fanalino di coda
Palermo. Fincantieri, c'è nuova commessa
Operai al lavoro fino a febbraio
La commessa si traduce in 75 mila ore di lavoro
e vedrà i lavoratori impegnati fino a fine febbraio
PALERMO - I lavoratori dello stabilimento Fincantieri di Palermo possono tirare un sospiro di sollievo. È stata infatti confermata oggi una nuova commessa che vedrà gli operai al lavoro da novembre a fine febbraio. Si tratta della trasformazione di una nave da crociera, la Saga della compagnia Bleu de France, dal valore di 15 milioni di euro. Oggi è stata firmata a Roma nella sede del Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, anche la cassa integrazione in deroga fino al 31 dicembre per 470 dipendenti. A darne notizia è la Fim Cisl che insieme alla Fiom Uilm e Ugl ha siglato l'intesa con il Ministero, Regione siciliana e Italia Lavoro.
«Per i lavoratori di Fincantieri» – spiegano Mimmo Milazzo Segretario Generale Cisl Palermo e Nino Clemente componente della Segreteria provinciale della Fim Palermo – «la commessa si traduce in 75 mila ore di lavoro che li vedrà impegnati dal 7 novembre fino a fine febbraio. Siamo soddisfatti della sigla del contratto – aggiungono – ora attendiamo gli interventi annunciati dalla Regione per i bacini di carenaggio, come la gara d'appalto che era attesa per il mese di settembre, e le iniziative di rilancio da Fincantieri». Milazzo e Clemente concludono: «Auspichiamo sia davvero l'inizio di un periodo di rilancio che passi attraverso l'arrivo di altre commesse che valorizzino le professionalità dello stabilimento palermitano , la società deve impegnarsi a portare avanti i tre rami dell'attività svolta nel cantiere, la costruzione la trasformazione e la riparazione».
Val. Cat.
Conti pubblici, rapporto deficit PIl al 5,3 % nei primi sei mesi
Istat: miglioramento di 0,1 rispetto al 2010
L’indebitamento netto delle amministrazioni pubbliche in rapporto al Pil è stato pari al 3,2%. Le uscite totali sono aumentate in termini tendenziali dell’1,6%
Roma, 29 settembre 2011 - Nel secondo trimestre 2011 l’indebitamento netto delle amministrazioni pubbliche in rapporto al Pil è stato pari al 3,2%, contro il 2,5% dello stesso trimestre del 2010 (in peggioramento di 0,7 punti percentuali). Lo comunica l’Istat.
Inoltre, prosegue l'Istituto nazionale di statistica, nei primi sei mesi dell’anno, si è registrato un rapporto tra indebitamento netto e Pil pari al 5,3%, in miglioramento di 0,1 punti percentuali rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
Il saldo primario (indebitamento al netto degli interessi passivi) è risultato positivo e pari a 8.236 milioni di euro (+9.025 milioni di euro nello stesso trimestre del 2010). Nei primi sei mesi del 2011 si è registrato un saldo primario negativo e pari allo 0,6% del Pil, con un miglioramento di 0,4 punti percentuali rispetto allo stesso periodo del 2010.
Il saldo corrente (risparmio) è stato pari a -1.373 milioni di euro (-854 milioni di euro nello stesso periodo dell’anno precedente), con un’incidenza negativa sul Pil dello 0,3%.
Nel secondo trimestre, inoltre, le uscite totali sono aumentate in termini tendenziali dell’1,6%, con una incidenza rispetto al Pil pari al 48,1%. Le uscite correnti sono aumentate dell’1,6% mentre quelle in conto capitale sono salite del 2,8%. Nel trimestre sono risultati in calo del 2,5% i redditi da lavoro dipendente mentre sono saliti i consumi intermedi e le prestazioni sociali in denaro (+1,9%) e gli interessi passivi (+11,5%).
Nei primi sei mesi del 2011 le uscite totali risultano così pari al 48,2% del Pil (48,4% nello stesso periodo del 2010). Le entrate totali, nel secondo trimestre, sono cresciute su base tendenziale dello 0,1% mentre il rapporto tra entrate totali e Pil e’ stato pari al 44,9% (45,7% nel corrispondente trimestre del 2010).
Nel trimestre si segnala un calo delle imposte dirette (-1,6%) e un aumento delle imposte indirette (+0,2%), dei contributi sociali (+2,9%) e delle altre entrate correnti (+11,3%). Nei primi sei mesi del 2011 le entrate totali sono aumentate dell’1,9% tendenziale, con una incidenza sul Pil pari al 42,8% (43% nello stesso periodo del 2010).
http://qn.quotidiano.net/economia/2011/09/29/590533-conti_pubblici_rapporto_deficit_primi_mesi.shtml
Crisi, gli italiani ora risparmiano anche sul cibo
Agricoltori: "Crolla il pane, carne rossa solo al discount"
Allarme per i dati Istat sul reddito delle famiglie: i consumi sono fermi, le vendite non ingranano. La Confederazione Italiana Agricoltori: "Ipermercati in crisi, la qualità degli alimentari viene sacrificata"
Roma, 29 settembre 2011 - I consumi sono fermi, le vendite non ingranano e le borse della spesa languono. Lo dimostrano i dati Istat sul reddito delle famiglie nel secondo trimestre dell’anno, che evidenziano una nuova perdita del potere d’acquisto (meno 0,3 per cento tendenziale e meno 0,2 per cento sui tre mesi precedenti).
La conseguenza è che gli italiani continuano a comprare poco e, quando lo fanno, passano per sconti e promozioni. Anche per la tavola le famiglie spendono di meno, modificando abitudini alimentari e cercando il risparmio nei discount. Lo afferma la Cia-Confederazione italiana agricoltori, commentando i risultati dell’indagine dell’Istituto nazionale di statistica.
Nei primi sei mesi del 2011, infatti, i consumi alimentari diminuiscono ulteriormente - spiega la Cia - e a farne le spese non sono soltanto i prodotti “superflui” ma anche quelli di prima necessità: il pane crolla dell’8,5 per cento e il pesce del 4,8 per cento; la domanda di carne rossa scende del 3,2 per cento e quella di frutta del 2,7 per cento. Non si salva neppure la pasta, che subisce una flessione dell’1,6 per cento.
Ma l’attenzione al risparmio da parte degli italiani in questa fase di crisi è evidente anche dai dati relativi alle tipologie commerciali. Sebbene perdano terreno tutti gli esercizi indistintamente - continua la Cia - ad accusare di più i carrelli vuoti sono gli ipermercati, che calano del 2,7 per cento tra gennaio e luglio.
A “tenere” sono solo i discount, le cattedrali dell’offerta, registrando un più 0,9 per cento nel primo semestre dell’anno. D’altra parte, ci sono prodotti che ormai gli italiani vanno a cercare solo nei regni del low-cost.
Prima fra tutti la carne rossa, che segna un “boom” di acquisti negli hard-discount (più 17,9 per cento) mentre precipita giù del 9,2 per cento nelle botteghe di quartiere.
Insomma, continua a crescere anche nel 2011 la quota di famiglie che, proprio a causa delle difficoltà economiche e del risparmio “al minimo”, compra prodotti alimentari di qualità inferiore e ricorre quasi esclusivamente alle promozioni commerciali: era pari al 30 per cento nel 2010 -osserva la Cia- sale fino al 40 per cento quest’anno.
Ora l’aumento dell’Iva di un punto percentuale rischia di dare il colpo di grazia ai consumi: c’e’ il serio rischio che possa tradursi in un calo dell’1,5 per cento dei consumi a tavola.
La distribuzione dei profughi nordafricani nelle regioni italiane
Comunicato del 29/09/2011
Secondo gli ultimi dati forniti ieri dal Ministero dell’Interno, sono 22.217 gli immigrati collocati dal Dipartimento della Protezione civile nelle regioni italiani.
Le presenza dei migranti per regione:
» Lombardia, 3.060 presenze.
» Campania, 2.278 presenze.
» Lazio, 2.337 presenze.
» Sicilia, 2.270 presenze.
» Piemonte, 1.748 presenze.
» Veneto, 1.711 presenze.
» Emilia Romagna, 1.710 presenze.
» Puglia, 1.376 presenze.
» Toscana, 1.253 presenze.
» Calabria, 1.025 presenze.
» Sardegna, 581 presenze.
» Liguria, 583 presenze.
» Marche, 565 presenze.
» Friuli Venezia Giulia, 517 presenze.
» Umbria, 390 presenze.
» Basilicata, 252 presenze.
» Provincia autonoma di Trento, 210 presenze.
» Provincia autonoma di Bolzano, 182 presenze.
» Molise, 126 presenze.
» Valle d’Aosta, 43 presenze.
Nel centro di accoglienza di Mineo sono presenti 1.718 migranti.
Milano, padania. Stranieri, Pisapia lancia la raccolta di firme per cittadinanza e diritto di voto
L'iniziativa «L'Italia sono anch'io» si propone di introdurre lo «ius soli»: è cittadino chi nasce in Italia
MILANO - È iniziata con le firme del sindaco di Milano Giuliano Pisapia e del presidente del Consiglio comunale Basilio Rizzo la raccolta di firme per due proposte di legge di iniziativa popolare sui temi della cittadinanza e del diritto di voto per gli immigrati. Obiettivo dell'iniziativa «L'Italia sono anch'io», presentata giovedì a Palazzo Marino, è quello di raggiungere le 50 mila firme per ciascuno dei due documenti, affinché possano arrivare al vaglio del Parlamento. La prima proposta di legge va a riformare la legge sulla cittadinanza, sostituendo allo «ius sanguinis» (ovvero la cittadinanza trasmessa per via del sangue e quindi solo se si è figli di italiani) lo «ius soli» (è cittadino chi nasce in Italia). In particolare l'intenzione dei promotori - tra cui Acli, Arci, Cgil, Cisl e alcune associazioni di immigrati - è quella di una modifica della normativa vigente, in modo tale che chi nasce in Italia da almeno un genitore legalmente presente da un anno sia italiano, oltre a dare la possibilità di richiedere la cittadinanza non appena maggiorenne (per chi fa domanda entro i due anni successivi al compimento del 18esimo) a chi è nato in Italia o vi è arrivato entro il decimo anno di età. La modifica della legge coinvolgerebbe anche i sindaci, che potrebbero presentare una istanza al presidente della Repubblica per concedere la cittadinanza agli stranieri legalmente soggiornanti in Italia da 5 anni (attualmente ne occorrono 10).
IL VOTO - La seconda proposta chiede il diritto di elettorato attivo e passivo alle elezioni amministrative (Comuni, Province e Regioni) agli stranieri residenti regolarmente in Italia da 5 anni. I moduli per firmare sono disponibili agli uffici comunali di via Larga e nei nove Consigli di Zona. «È una bellissima iniziativa. Anche il nome è importante: "L'Italia sono anch'io"», ha dichiarato Pisapia. «Una nuova legge - continua il sindaco - della cittadinanza, perché la legge attuale è una legge vecchia, una legge superata che non tiene conto della realtà attuale, e una legge che preveda il diritto di voto amministrativo ai tanti stranieri che sono in Italia e che hanno una vita regolare, che lavorano, operano e studiano in Italia».
Fiducia in calo in Eurolandia, l'Italia è il fanalino di coda
Continua ad indebolirsi il clima di fiducia tra famiglie e imprese dell'area euro, anche se in maniera lievemente meno acuta del previsto: l'indice generale elaborato dalla Commissione europea si è attestato a 95 punti a settembre, dai 98,4 punti del mese precedente. In media gli analisti prevedevano una flessione a 94,4 punti.
Con un calo dell'indice pari a 5,1 punti, l'Italia è il paese più "sfiduciato", seguito da Francia (-3,5 punti), da Gran Bretagna (-3,4) e da Germania (-2,1). Il calo - sottolinea la Commissione Ue - riflette un peggioramento generalizzato della fiducia, con un deterioramento accentuato nell'industria e nei servizi.
29 settembre 2011
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