martedì 2 ottobre 2012

(3) II.X.MMXII/ Lieta novella per il grande storico Paolo Mieli: il suo Belpaese padanino e’ terzo. Terzo partner per interscambio con la Serbia: e’ passato dallo sfruttamento dell’Affrica a quello dei Balcani. Ma li’ ci lasciate le penne, come sempre.===Parma, padania, Passera: «Quello che è successo con Parmalat non è stato un buon risultato, da lì hanno portato via tutto e lasciato solo quello che non hanno potuto portare via», ha dichiarato il ministro, parlando del tema delle acquisizioni di aziende italiane da parte di investitori esteri.


Tar del Lazio accoglie ricorso Comuni foggiani contro trivellazione
Pomigliano, ancora due settimane di cig
Fiat: Fim-Cisl, cig a Pomigliano riflette andamento mercato
Corte Conti: rischio corto circuito rigore-crescita
Squinzi: ''Firmerei per ripresa nel 2015. Lavorare di più per essere competitivi''
Serbia: Italia terzo partner per interscambio
Parma, padania. Parmalat ai francesi, per il ministro Passera "non è stato un buon risultato"

Tar del Lazio accoglie ricorso Comuni foggiani contro trivellazione
TERMOLI (CAMPOBASSO) – Il Tar del Lazio, Sezione seconda bis, ha accolto il ricorso presentato dai comuni di Peschici, Rodi, Vieste, Vico del Gargano e Manfredonia (Foggia) contro la Petroceltic Italia srl per l’annullamento di un decreto del 29 marzo 2011 che valuta positivamente, sotto il profilo della compatibilità ambientale, il programma di indagini sismiche proposto dalla multinazionale per l’individuazione e lo sfruttamento di giacimenti petroliferi sottomarini in Adriatico”

Pomigliano, ancora due settimane di cig
Stop produttivo dal 29 ottobre al 9 novembre
Attualmente sono già in corso due settimane di «cassa»
NAPOLI - Nuova cassa integrazione per gli operai della newco Fabbrica Italia Pomigliano, che saranno interessati da due settimane di stop dal 29 ottobre al 9 novembre, con rientro l'11 novembre. Lo riferiscono fonti sindacali, che hanno ricevuto la nuova comunicazione dalla Fiat mentre a Pomigliano sono ancora in corso le due settimane di cig: gli operai, infatti, rientreranno in fabbrica lunedì 8 ottobre. I lavoratori avevano già effettuato due settimane di stop a fine agosto.
ROTTURA CON FIOM - Nessun percorso unitario tra Fiom e le sigle sindacali che hanno sottoscritto l'accordo con Fiat a giugno del 2010. Lo annunciano da Fim, Uilm, Fismic e Ugl, che rendono nota la loro intenzione di convocare assemblee di lavoratori a Pomigliano d'Arco, ma da soli, in quanto l'indisponibilità della Fiom a sottoscrivere l'accordo con il Lingotto, ribadita la scorsa settimana dal segretario provinciale dei metalmeccanici della Cgil, Andrea Amendola, renderebbe «impraticabili percorsi unitari con le organizzazioni firmatarie». La precisazione arriva a seguito della lettera di Amendola in risposta a quella che sembrava essere un'apertura nei confronti della Fiom da parte dei sindacati firmatari, che si dicevano disposti a percorsi unitari di informazione dei lavoratori, alla sola condizione che l'accordo fosse sottoscritto anche dai metalmeccanici Cgil. Amendola, da parte sua, aveva ribadito il proprio no all'accordo, affermando, però, la propria disponibilità ad un incontro per discutere del futuro dello stabilimento e delle iniziative per tutelare il posto di lavoro degli operai ancora in Cig. «Vi ricordiamo - scrivono ora i sindacati firmatari alla Fiom - che quell'accordo fu approvato dalla maggioranza dei lavoratori e l'unica condizione per poter dare una prospettiva occupazionale ai lavoratori in cig è quello di richiederne la piena attuazione. Pertanto l'indisponibilità espressa a sottoscrivere l'accordo rende impraticabili percorsi unitari con le organizzazioni firmatarie».
FISMIC - La Fismic chiederà un incontro con i vertici Fiat per capire a che punto è la gamma di motorizzazioni in produzione a Pomigliano, non appena si riprenderà a lavorare. Lo ha annunciato il segretario regionale del sindacato, Felice Mercogliano, alla luce della nuova comunicazione di cassa integrazione per lo stabilimento dove si produce la nuova Panda. Una notizia, quella del nuovo stop dal 29 ottobre al 9 novembre prossimi, che sta già facendo il giro tra gli oltre duemila lavoratori della newco, che ritorneranno in fabbrica l'8 ottobre, al termine di due settimane di cig. «Dal Lingotto - ha spiegato Mercogliano - ci hanno informati che lo stop è stato reso necessario a causa del mercato stagnante. Ma non appena si tornerà in fabbrica chiederemo un incontro per conoscere a che punto è la nuova gamma di motorizzazioni, come la Gpl, il metano e la 4x4, in modo da capire anche in che modo si pensa di proseguire il lavoro per uscire da questa situazione di stallo, magari con le vendite di questi modelli».

Fiat: Fim-Cisl, cig a Pomigliano riflette andamento mercato
02 Ottobre 2012 - 14:40
 (ASCA) - Roma, 2 ott - ''La richiesta di cassa integrazione nello stabilimento Fiat di Pomigliano riflette l'andamento del mercato in Europa e in Italia, andamento, tra l'altro, confermato dai dati diffusi ieri sulle immatricolazioni del mese di settembre 2012 dove si evidenzia il permanere di un forte calo delle immatricolazioni in Europa e in particolare sul mercato interno. E' quanto dichiara il segretario nazionale della FIM Cisl, Ferdinando Uliano.
 ''Per lo stabilimento campano di Fiat - prosegue - ora sara' importante, ai fini dell'assorbimento dei lavoratori attualmente in cassa e previsto entro luglio 2013, l'impatto sui volumi che si determinera' dal 1 gennaio 2013, quando lo stabilimento polacco di Tychy di Fiat fermera' la produzione della vecchia Panda; per quanto ci riguarda come Fim Cisl su quest'ultimo punto, diventa indispensabile l'impegno per l'assorbimento di tutti i lavoratori sul piano occupazionale previsto dall'accordo e che resta un impegno preciso e fermo su cui Fiat dovra' dare seguito''.
 ''Sul fronte industriale - secondo Uliano - diventa urgente e indispensabile, l'impegno preso in sede governativa per il rilancio della dimensione dell'export e della competitivita' dell'impresa attraverso l'efficientamento del sistema Paese, riteniamo importante da parte del Governo come gia' detto nell'incontro, della necessita' di individuare subito politiche di sostegno agli investimenti nel settore industriali, compreso il settore auto, questo potrebbe portare Fiat ad implementare subito i suoi investimenti nel Paese e toglierebbe qualsiasi alibi alla politica attendista di del Gruppo sul lancio di nuovi prodotti''.
com-fgl/

Corte Conti: rischio corto circuito rigore-crescita
Grilli: no corto circuito, crescita senza rigore è come costruire una casa sulla sabbia
02 ottobre, 13:57
ROMA - La Corte dei Conti evidenzia il "pericolo di un corto circuito rigore-crescita, favorito dalla composizione delle manovre correttive delineate nel Def: per quasi il 70% affidate, nel 2013, ad aumenti di imposte e tasse". Questo con una pressione fiscale oltre il 45%. Lo dice il presidente Luigi Giampaolino alla Camera.
Il pareggio di bilancio nel 2013 conseguito attraverso le misure previste dal governo (in particolare l'aumento della tassazione e il conseguente "drenaggio" di risorse) rischia di poggiare su "un equilibrio precario". E' la preoccupazione espressa dalla Corte dei Conti alla Camera sulle politiche economiche indicate dal Def.
La spesa delle famiglie si è contratta a metà del 2012 del 4%. Un dato che - secondo il presidente della Corte dei Conti - è "presumibilmente destinata a peggiorare nella seconda parte dell'anno e nei primi mesi del 2013".
"Dosi crescenti di austerità e rigore al singolo paese, in assenza di una rete protettiva di coordinamento e solidarietà, e soprattutto se incentrata sull'aumento del prelievo fiscale, si rivela alla prova dei fatti una terapia molto costosa e in parte inefficace". Una 'cura' che "neppure offre certezze circa il definitivo allentamento delle tensioni finanziarie".
Il calo del Pil indicato nella nota di aggiornamento al Def "é stimato al 2,4% (contro il -1,2% del Def di aprile), ma sorprende soprattutto la diminuzione dell'1% del prodotto anche in termini nominali: un risultato eccezionalmente negativo che, storicamente, si era verificato solo nel 2009, l'anno centrale della grande recessione".
 "Nel 2013 si registrano minori entrate complessive per oltre 21 miliardi rispetto a quelle previste. Di questi poco più di 6,5 miliardi sono riconducibili al superamento dei previsti incrementi dell'Iva (almeno fino al giugno 2013), ma la flessione delle imposte dirette (-7,4 miliardi) e dei contributi sociali (-2,3) è da imputare ad una caduta del Pil molto superiore al previsto". 
E' "necessario rafforzare la strategia per la crescita puntando a obiettivi più ambiziosi di quelli finora adottati". Serve anche che "si apra una prospettiva di riduzione della pressione fiscale". "Non si può non rilevare - afferma - come i risultati attribuiti al programma di riforme abbiano una dimensione insufficiente per colmare il vuoto di domanda apertosi a partire dal 2007".
 "Non dovrebbe rivelarsi necessaria una nuova manovra di correzione dei conti pubblici, che l'economia potrebbe difficilmente sostenere", sottolinea Gianpaolino.

GRILLI, NO CORTO CIRCUITO, RIGORE-CRESCITA COMPATIBILI - "Più che un corto circuito c'é una compatibilità tra rigore e crescita". Lo sostiene il ministro dell'Economia Vittorio Grilli replicando ai timori della Corte dei conti sul rapporto tra rigore e crescita. A margine del Forum della cooperazione Grilli ha spiegato che "la crescita senza rigore è come costruire una casa sulla sabbia".

Squinzi: ''Firmerei per ripresa nel 2015. Lavorare di più per essere competitivi''
ultimo aggiornamento: 02 ottobre, ore 15:32
Bruxelles, 2 ott. (Adnkronos) - "Se una vera ripresa fosse nel 2015 ci metterei la firma". E' quanto ha detto il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, al suo arrivo a Bruxelles per la conferenza Techitaly 2012. "Per l'anno prossimo una vera ripresa non la vediamo -ha sottolineato- salvo un miglioramento verso la fine dell'anno".
"Dobbiamo lavorare duro come Paese -ha ammonito ancora Squinzi, parlando con i giornalisti a Bruxelles- nel senso che dovremmo mettere mano a tutte le riforme che da tempo auspichiamo".
E quale sarebbe la prima delle riforme invocate? "Come ho detto nel mio discorso programmatico del 24 maggio - ha ricordato il numero uno di viale dell'Astronomia - la madre di tutte le riforme è la semplificazione normativo-burocratica del Paese, che poi vuole dire tutto". Quindi, alla domanda se il 2% sarebbe per lui una vera ripresa, Squinzi risponde: "Speriamo".
Per il presidente di Confindustria bisogna lavorare di più per recuperare competitività. "E' il mio sogno" recuperare dieci punti di competitività con la Germania, sostiene il numero uno di Viale dell'Astronomia, che, alla domanda su come sarebbe possibile farlo, replica: "Se vogliamo sintetizzare con uno slogan, lavorando di più".
"Stiamo finalizzando tra oggi, domani e dopo una serie di proposte che permettano di incidere davvero sul costo del lavoro", dice il presidente di Confindustria. E la prima di queste proposte, spiega, prevede "certamente qualche ora di lavoro in più, per adesso". Quante? "Se vogliamo recuperare il 10%, si fa presto a fare i conti", chiosa Squinzi.
Per il leader Cgil Susanna Camusso ''questa riduzione sul tema lavorare di più'' rischia ''di diventare, per molti lavoratori, anche offensiva visto che siamo costretti a misurare le decine di milioni di ore di cig e a contare decine di migliaia di lavoratori in mobilità ai quali piacerebbe tanto poter lavorare e invece sono costretti all'inattività''. Basta dunque "ricette facili" e "colpevolizzazione dei lavoratori": "piuttosto le imprese, pubbliche e private, abbassino le retribuzioni ai grandi dirigenti e taglino le stock option", conclude.

Serbia: Italia terzo partner per interscambio
ultimi dati relativi a periodo gennaio-agosto
02 ottobre, 13:51
(ANSAmed) - BELGRADO, 2 OTT - L'Italia si conferma terzo partner commerciale della Serbia, sia per l'export che per l'import. Stando ai dati relativi ai primi otto mesi dell'anno diffusi dall'Istituto nazionale di statistica, l'Italia figura al terzo posto sia per l'export, con un valore di 652 milioni di dollari, sia per l'import con 1,16 miliardi di dollari.
 Nel campo delle esportazioni serbe, il nostro Paese e' preceduto da Bosnia-Erzegovina (710 milioni di dollari) e Germania (858,4 milioni di dollari), mentre per le importazioni di Belgrado l'Italia e' terza alle spalle di Federazione russa (1,32 miliardi di dollari) e Germania (1,38 miliardi di dollari). (ANSAmed)

Parma, padania. Parmalat ai francesi, per il ministro Passera "non è stato un buon risultato"
A una Parmalat francese, il ministro dello Sviluppo economico Corrado Passera avrebbe preferito un gruppo forte, alleato di altre realtà italiane, capace di stare sui mercati internazionali. Secondo il ministro, insomma, la cessione a Lactalis non è stata un buon risultato. Passera lo ha detto questa mattina parlando a Milano, all'inaugurazione del salone B-Mu.
 «Quello che è successo con Parmalat non è stato un buon risultato, da lì hanno portato via tutto e lasciato solo quello che non hanno potuto portare via», ha dichiarato il ministro, parlando del tema delle acquisizioni di aziende italiane da parte di investitori esteri. Passera ha spiegato di voler portare con il caso Parmalat «un esempio tratto dalla mia vita passata». Secondo lui, «l'ideale sarebbe stato che Parmalat si fosse messa insieme ad un’altra azienda italiana per creare un grande campione multinazionale»


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