Basilicata. Petrolio, la Regione ricorre alla
Consulta per la legge sulle estrazioni
Energie rinnovabili, la Calabria sul podio
nazionale
Domani cancellieri e severino firmano “patto
per Napoli sicura”
A milano un cinese ogni sette è imprenditore
Crisi: Spagna, banche esposte per 195 mld
debito pubblico
Monfalcone, oltrepadania. “Tempo tuta”,
Fincantieri rischia salasso di 71 milioni
Basilicata. Petrolio, la Regione ricorre alla
Consulta per la legge sulle estrazioni
Il consiglio
regionale ha appena dato parere favorevole al governatore De Filippo a
impugnare l’articolo 38 della legge 134 perché «lesiva delle prerogative della
Regione», nella parte che riguarda le intese per le estrazioni petrolifere
02/10/2012 La Regione Basilicata ricorrerà alla Corte
Costituzionale impugnando l’articolo 38 della legge 134 del 2012 poichè «lesiva
delle prerogative della Regione», nella parte che riguarda le intese per le
estrazioni petrolifere. Il governatore lucano, Vito De Filippo, ha annunciato
l'intenzione di impugnare la legge nel corso della riunione del Consiglio
regionale, che si sta svolgendo a Potenza: l'assemblea, all’unanimità, ha dato
parere favorevole al ricorso. De Filippo ha evidenziato che la lesione delle
prerogative riguarda in particolare una parte dell’articolo 38 in cui si
definisce la «mancata espressione da parte delle amministrazioni regionali
degli atti di assenso o di intesa» per le estrazioni petrolifere, e la
possibilità data al ministero dello Sviluppo economico, «in caso di ulteriore
inerzia», di rimettere «gli atti alla Presidenza del Consiglio dei Ministri la
quale, entro 60 giorni», provvede «con la partecipazione della regione
interessata». Il governatore lucano ha infine evidenziato che «nella lunga e
articolata giurisprudenza, l’intesa prevista per le concessioni ha una sua
forza e una sua consistenza giuridica che con la modificazione non vedrebbe
solo mutata la tempistica, ma ridurrebbe la partecipazione della Regione a un
mero parere una procedura che noi riteniamo rilevante».
Energie rinnovabili, la Calabria sul podio
nazionale
Crotone provincia
virtuosa, Cosenza ama il solare
Solo la Puglia
produce di più. Trainante la zona crotonese che punta su bioenergie e biomasse.
Per il fotovoltaico sono 8.770 gli impianti attivi in regione e coprono il 2,7%
della produzione nazionale. Catanzaro specializzata nell'eolico: è al secondo
posto nel Mezzogiorno
NEL 2011 la
provincia calabrese più «rinnovabile» è stata quella di Crotone, che ha fatto
registrare il valore regionale più alto di produzione di energia elettrica da
fonti rinnovabili, pari all’1,6% del totale nazionale. A seguire la provincia
di Catanzaro (1,3%), Cosenza (1,2%), Reggio Calabria (0,1%) e Vibo Valentia.
Complessivamente, la Calabria incide per il 4,2% sulla produzione nazionale da
fonti rinnovabili, collocandosi al secondo posto tra le regioni meridionali
dopo la Puglia (7%). Lo rileva il rapporto statistico sugli impianti a fonti
rinnovabili del 2011 pubblicato dal Gse (Gestore dei servizi energetici). Per quanto riguarda l’energia solare
fotovoltaica, la Calabria, con 8.770 impianti attivi nel 2011 e una potenza
complessiva pari a 237,2 mW, incide per il 2,7% sul totale nazionale per numero
di pannelli distribuiti nella regione, per l’1,9% sulla potenza installata e
per l’1,8% sulla produzione energetica.
La provincia di
Cosenza è quella che produce più energia da solare fotovoltaico, con una
percentuale pari allo 0,9% del totale nazionale, seguita da Catanzaro (0,3%),
Crotone, Reggio e Vibo, ognuna con lo 0,2%.
Nel 2011, inoltre, la Calabria ha prodotto il 13% dell’energia eolica
del Paese, utilizzando un numero di impianti pari al 5,6% del totale nazionale
e una potenza installata dell’11,3%. Su base provinciale, il primato va a
Catanzaro che, con il 7,8% della produzione di energia eolica complessiva, si
colloca al secondo posto in tutto il Mezzogiorno dopo la provincia di Foggia
(20,0%) e prima di Avellino (6%), Palermo (5,8) e Trapani (5%). In Calabria,
seguono Crotone con il 4,6%, Cosenza (0,7%), Reggio e Vibo. Il primato di
provincia che produce più energia da fonti rinnovabili va a Crotone, che guida
la classifica della produzione da bioenergie con il 3,4% e da altre biomasse
con il 13,9%.
02 ottobre 2012
17:22
Domani cancellieri e severino firmano “patto
per Napoli sicura”
Roma - Il ministri
dell’Interno, Annamaria Cancellieri, e della Giustizia, Paola Severino, domani
3 ottobre alle ore 10, saranno in Prefettura a Napoli per partecipare alla
riunione di approfondimento in materia di ordine e sicurezza pubblica con la
partecipazione dei vertici nazionali delle Forze di Polizia e della
Magistratura. Seguirà alle ore 11,45 la firma, alla presenza della stampa, del
“Patto per Napoli sicura” finalizzato alla realizzazione di progetti in grado
di accrescere la vivibilità del territorio, la sicurezza dei cittadini e la
qualità della vita attraverso il rafforzamento della collaborazione fra le
Forze di Polizia statali e i Corpi di Polizia municipale e provinciale.
(ilVelino/AGV)
(com/fch) 02 Ottobre
2012 15:18
A milano un cinese ogni sette è imprenditore
Elaborazione della
Camera di commercio di Milano: su circa 19 mila residenti cinesi sono 2.720 le
imprese individuali
Roma - A Milano un
cinese ogni sette ha un’impresa. Su circa 19 mila residenti cinesi sono 2.720
le imprese individuali con titolare cinese attive nel comune di Milano, in
aumento del 6,2% in un anno. I settori in cui la presenza cinese è più forte
sono il commercio all’ingrosso e al dettaglio (1.036 sedi d’impresa, 38,1% del
totale), le attività dei servizi di alloggio e ristorazione (744 attività,
27,4%) e altre attività di servizi (424, 15,6%), queste ultime in crescita
rispettivamente di 72 e 51 sedi d’impresa in un anno. Emerge da un’elaborazione
della Camera di commercio di Milano su dati registro imprese al IV trim. 2011 e
2010.
Interscambio mobili e design con la Cina. Vale
quasi 85 milioni di euro l’interscambio per il settore mobili e design tra Cina
e Lombardia nei primi sei mesi del 2012, circa un terzo del totale italiano.
Como, Monza e Brianza, e Milano prime per export nel Paese. Milano aumenta il
suo export del 30% rispetto ai primi sei mesi del 2011, in aumento anche
l’import del 2,2%. L’import milanese pesa il 50,6% su quello lombardo, 11,9%
invece il peso dell’export. In tutti i settori, non solo i mobili, la Lombardia
esporta in Cina per un totale di circa un miliardo e mezzo di euro al II
trimestre 2012, un terzo del totale italiano. L’interscambio tra Lombardia e
Cina è rappresentato principalmente dai prodotti manifatturieri (97,7% del
totale import/export). Emerge da un’elaborazione Camera di Commercio di Milano
su dati Istat al II trimestre 2011 e 2012. “La Camera di commercio – ha
dichiarato Dario Bossi, consigliere della Camera di commercio di Milano –
partecipa all’iniziativa “Meet the media guru: Beyond Design” attraverso un
momento di dibattito “virtuale” tra Milano e Pechino sul settore del design. La
Cina rappresenta un mercato in forte crescita nei nostri rapporti
internazionali. L’export di mobili milanesi in Cina è cresciuto del 30% in un
anno. Siamo accanto al Comune di Milano per favorire la presenza delle nostre
imprese del design su questo importante mercato anche attraverso l’utilizzo di
sistemi innovativi”. (ilVelino/AGV)
(red/glv) 02 Ottobre
2012 13:59
Crisi: Spagna, banche esposte per 195 mld
debito pubblico
02 ottobre, 16:00
(ANSAmed) - MADRID,
2 OTT - Le banche spagnole sono diventate i principali investitori nel debito
pubblico spagnolo dopo la fuga di capitali stranieri, col ritiro di 89,6
miliardi di euro nei primi otto mesi dell'anno, secondo i dati del ministero
del Tesoro. Da gennaio a ottobre, le banche hanno incrementato di 100,85
miliardi la loro esposizione nel debito pubblico: dai 94,37 miliardi che
registravano alla chiusura dell'esercizio 2011, ai 195,203 miliardi registrati
ad agosto. Nel solo mese di agosto, il debito da parte degli istituti
finanziari ha di nuovo segnato un massimo storico, con un incremento di 10,671
miliardi (+106,84%).
Sul fronte opposto, gli investimenti stranieri
nel debito sovrano sono caduti nello stesso periodo per 89,603 miliardi, pari a
-31,8%, situandosi a 191,836 miliardi di euro, rispetto ai 281,439 registrati
alla chiusura del 2011. Il cambio nei parametri dell'investimento nel debito
pubblico ha fatto si' che le banche siano diventate il principale investitore,
rispetto ai capitali stranieri, con un accumulo del 34,07% del debito pubblico,
rispetto al 33,49% controllato da questi ultimi. Una situazione che non si dava
dal 2003, quando gli investitori stranieri presero il testimone di principale
investitore, fino ad allora detenuto dagli istituti di credito iberici. Le
banche starebbero sostenendo le emissioni di bonos e obbligazioni a piu' lungo
termine emessi dal Tesoro, dal momento che controllano 178,939 miliardi di
questo tipo di debito, rispetto ai 102,866 che detenevano alla chiusura del
2011 (+35,7%).
Da parte loro, le comunita' autonome hanno
rallentato ad agosto l'acquisto di debito pubblico, fino a 3,114 miliardi, pari
al 12,9% del totale. Dall'inizio dell'anno, hanno incrementato di 4,689
miliardi il livello di esposizione, fino ai 74,256 miliardi, rispetto ai 69,567
alla chiusura del 2011.
(ANSAmed).
Monfalcone, oltrepadania. “Tempo tuta”,
Fincantieri rischia salasso di 71 milioni
È la stima
dell’azienda per pagare gli arretrati in tutti gli stabilimenti del gruppo
Bocciato dal tribunale l’accordo che esclude dall’orario i minuti per cambiarsi
di Laura Borsani
Quei 45 minuti per
indossare la tuta potrebbero costare molto caro a Fincantieri. La Fismic ha
calcolato 7 milioni di arretrati e un milione e mezzo di straordinari ogni
anno. Cambiarsi e lavarsi pagati come straordinari, un costo pari al 18-20% in
più. L’azienda stima una media complessiva per tutti i cantieri del Gruppo pari
a 13 milioni all’anno di straordinari, aggiungendo 71,5 milioni di arretrati,
oltre agli interessi e alle rivalutazioni. Ma il potenziale “effetto domino”
che la causa accolta in primo grado dal giudice del Lavoro di Gorizia, promossa
da un lavoratore appartenente al sindacato autonomo Fismic-Confsal (non
rappresentato nelle attuali Rsu del cantiere e che vi rimarrà tale anche nella
fase del rinnovo) potrebbe moltiplicare gli scenari. Come la messa in
discussione dello stesso accordo siglato il primo dicembre 2006 tra l’azienda e
Fiom, Fim, Uilm. L’ombra di questo potenziale “precedente” giudiziario, che a
Trieste per una causa analoga ha invece registrato il non accoglimento, si allunga
anche nell’ambito del rinnovo delle Rsu di stabilimento. C’è il rischio di una
“diserzione” tra i lavoratori iscritti a Fiom, Fim, Uilm? L’Ugl per questa
tornata sarà della partita.
L’azienda non ha
sottaciuto la grande preoccupazione per le possibili conseguenze sottese da una
sentenza che, pronunciata da un “ente terzo”, la costringerebbe proprio a
riconsiderare l’intero impianto dell’accordo. Ciò potrebbe significare
l’azzeramento delle agevolazioni, ritenute un investimento non dovuto: niente
trasporto interno, riduzione di docce e spogliatoi. Sul tappeto, inoltre, la
maggiorazione in straordinario con valore retroattivo. E il “decoro
individuale” dei lavoratori che verrebbe attribuito all’azienda, seppure la
tuta non rappresenta un dispositivo di sicurezza. Una situazione delicata,
gonfia di possibili risvolti estensibili all’intero settore della
metalmeccanica. Certo, siamo a una sentenza di primo grado, ma la portata del
provvedimento potrebbe rivelarsi dirompente. A maggior ragione quando dalla Fismic
e dalla Ugl si manifesta l’intenzione di procedere con una sorta di “class
action”. Lo spiega il segretario provinciale della Ugl di Gorizia, Mauro
Marcatti, dipendente di Fincantieri: «La causa vinta rappresenta un segnale
positivo, che potrà avere riflessi anche sugli altri siti produttivi e a
livello contrattuale. L’intenzione è quella di rimanere in stand-by in vista
del rinnovo delle Rsu, anticipate a fine mese. Vorremmo comunque andare a una
causa unica, che raccolga le istanze di più lavoratori». Marcatti conferma il
ritorno della Ugl per il rinnovo delle Rsu: «Ci siamo anche noi, siamo già
presenti in Ansaldo e in altre realtà aziendali». Potrebbe esserci uno
“spostamento” di lavoratori verso i sindacati autonomi? «Potrebbe darsi»,
risponde Marcatti. Michele Latino, della Fismic, osserva: «Stiamo preparando
altri ricorsi, abbiamo avuto diverse adesioni. Cercheremo di presentare una
causa comune, pur trattandosi poi di valutazioni e conteggi soggettivi per ogni
lavoratore». Anche la Failms scende in campo per il rinnovo delle Rsu. Mario
Pizzolitto intanto fa sapere che sono in piedi una ventina di cause promosse
dai propri iscritti. «Noi procediamo con la nostra vertenza - spiega -. Il 9
ottobre è prevista l’udienza davanti al giudice del Lavoro per il tempo-tuta,
il 16 ottobre quella per il lavaggio-tuta». A chiedergli del rinnovo delle Rsu,
dice: «Questa causa vinta darà fastidio alle sigle che hanno firmato l’accordo.
Mi auguro che i lavoratori capiscano chi sta difendendo i loro diritti».
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