sabato 9 aprile 2011

Mezzogiorno-Mattino. 9 aprile 2011.

Sicilia. Fondi Ue, Armao vs Fitto: “Non dia lezioni e pensi al gap infrastruttuale”.

L'Ue ha milioni pronti per opere anti-alluvione ma l'Italia non li spende

Agrigento. Ad Agrigento è emergenza rifiuti: stop raccolta e cassonetti in fiamme

Napoli. La moschea di piazza Mercato accoglie i tunisini scappati dai Cie

Bari. Quaranta clandestini tra casse di arance

Napoli. Rifiuti, a giudizio per epidemia colposa Bassolino, Iervolino, Pansa e altri 17

Pantelleria, scafisti gettano in mare 40 immigrati

Tajani sulla Fiat di Termini Imerese: «La salveranno le piccole imprese»

Immigrati: vertice con Protezione civile Sicilia per piano accoglienza


Sicilia. Fondi Ue, Armao vs Fitto: “Non dia lezioni e pensi al gap infrastruttuale”.
di BlogSicilia 8 aprile 2011 -
“Ieri Fitto è venuto a spiegarci come spendere bene i fondi europei, a noi che lo sappiamo bene. Il governo nazionale deve spiegare alla Sicilia cosa intende fare per recuperare un gap infrastrutturale che da incolmato rischia di diventare incolmabile con il federalismo fiscale”.
Lo ha detto l’assessore regionale all’Economia Gaetano Armao a margine della “Conferenza regionale sul credito e l’economia” a villa Malfitano a Palermo.

“Sulla perequazione infrastrutturale siamo a zero -ha aggiunto-. Abbiamo un gap del 40% di dotazione infrastrutturale, e questo federalismo rischia di spaccare ancora di più il paese”.
Fol

L'Ue ha milioni pronti per opere anti-alluvione ma l'Italia non li spende
BRUXELLES. Spunta il “Fondo prevenzione disastri naturali”: l'ideale per finanziare i bacini
La scoperta dell'on. Gardini (Pdl): c'è un gruzzolo disponibile dal 2007 ma su 450 milioni a lui destinati il nostro Paese ne ha usati solo il 20% C'è un perché: sono co-finanziamenti, bisogna metterci un po' di soldi. 08/04/2011
Alessio Pisanò
BRUXELLES
Per il periodo 2007-2013 l'Ue ha messo a disposizione dell'Italia ben 450 milioni di euro con una destinazione precisa: interventi di "prevenzione di disastri naturali". E si capisce bene come questi termini risuonino nel Veneto colpito dall'alluvione di novembre. Ma dai dati Ue purtroppo a fine 2009 solo il 20 per cento risulta utilizzato, e se i restanti 360 milioni non verranno richiesti entro fine 2013 resteranno a Bruxelles. È evidente che almeno parte di questi milioni, rientranti nel Fondi di coesione Ue, potrebbe appunto essere spesa in Veneto per prevenire calamità come le alluvioni - già sfiorate di nuovo anche a dicembre e in marzo - costruendo bacini idrici e altre strutture di prevenzione.
A dare la sveglia al Veneto è stata l'on. Elisabetta Gardini, eurodeputata padovana del Pdl, che ha avuto un incontro con i capi unità del Monitoring Information Center (Mic), il centro che coordina la Protezione civile europea. E avverte: «L'Europa mette a disposizione degli Stati membri importanti fondi per avviare o completare opere di prevenzione ed intervenire sulle aree colpite da disastri naturali come l'alluvione in Veneto. Ora sta a noi saperli sfruttare». Ma appunto finora l'Italia ha fatto davvero poco, visto che l'80% dei fondi di coesione destinati alla prevenzione resta a Bruxelles. I 450 milioni fanno parte del più cospicuo stanziamento di 5,7 miliardi di euro a disposizione dei 27 Stati membri, fondi che sono diversi dal Fondo di solidarietà dell'Unione europea che però come noto interviene a posteriori di una tragedia e che copre al massimo il 2,5% dei danni totali (si arriva al 6% per situazioni davvero eccezionali, oltre la cosiddetta "soglia dei maggiori disastri"). Altra cosa ancora poi è la Protezione civile europea, che interviene per il primo soccorso: ripristino di elettricità, rete idrica, trasporti, telecomunicazioni, sanità-istruzione, eventuali alloggi temporanei e servizi di soccorso, ripulitura delle zone.
Attenzione: per attingere ai 450 milioni bisogna presentare un progetto d'intervento ben strutturato che il fondo di coesione andrebbero solo a cofinanziare: vuol dire che l'Italia deve mettere una parte dei soldi per averne un'altra da Bruxelles. L'assenza di richieste dall'Italia potrebbe quindi essere l'assenza di "liquidi nostrani" per investire in simili progetti, così come ad esempio per il corridoio Lione-Torino dell'Alta velocità. Secondo la Gardini, nominata relatrice per la Protezione civile al Parlamento Europeo, «il paradosso è che solo una piccola parte di questo fondo è stata utilizzata. Gli Stati non concretizzano i vantaggi offerti da questa opportunità. Abbiamo l'urgenza di avviare numerosi interventi per preservare il territorio dai rischi naturali», aggiunge l'eurodeputata. «Non possiamo restare con il fiato sospeso ogni volta che piove, i lavori devono iniziare subito. È vitale mettere in sicurezza i fiumi, gli scoli e anche i fossi veneti creando contemporaneamente tutti quei bacini di laminazione in grado di impedire alluvioni».
La stessa Commissione europea, in una comunicazione sui "Contributi alla politica regionale per una crescita sostenibile verso l'Europa 2020", sottolinea la disponibilità a cofinanziare progetti di prevenzione di disastri naturali e incoraggia i Governi a cogliere questa opportunità. Certo, ma i finanziamenti devono arrivare anche da Roma e dalla Regione.

Agrigento. Ad Agrigento è emergenza rifiuti: stop raccolta e cassonetti in fiamme
Le ditte che lavorano per conto dell'Ato Gesa Ag2
da tre mesi non ricevono gli stipendi
AGRIGENTO - Continua lo sciopero degli operatori ecologici delle ditte che lavorano per conto dell’Ato Gesa Ag2. È saltato infatti l’accordo per il pagamento delle tre mensilità arretrate. L’Ato ha infatti a disposizione 4 milioni di euro per pagare soltanto due stipendi. Così Agrigento e i 18 comuni dell’hinterland sono ancora invasi dalla spazzatura. E divampano i roghi dei cassonetti bruciati dai cittadini esasperati.

Durante la scorsa notte, sono stati incendiati una trentina di cassonetti soltanto ad Agrigento e in via Esseneto le fiamme hanno anche danneggiato un camion posteggiato. Nel quartiere di Villaseta, niente lezioni alla scuola elementare Alessio Di Giovanni. Il fumo sprigionato dai roghi ha invaso i corridoi e le aule, rendendo l’aria irrespirabile all’interno dell’istituto scolastico, tanto che genitori e docenti hanno protestato nel piazzale esterno. Per oggi è stato organizzato, dagli operatori ecologici, un sit-in davanti la sede dell’Ato.

Napoli. La moschea di piazza Mercato accoglie i tunisini scappati dai Cie
Abdullah Cozzolino: ci prepariamo ad accoglierne altri,
ci coordineremo con Croce Rossa e Caritas
NAPOLI - La moschea di piazza Mercato a Napoli sta svolgendo da alcuni giorni attività di assistenza a favore di una settantina di immigrati clandestini tunisini fuggiti da diversi centri di accoglienza del sud Italia e giunti nel capoluogo partenopeo. La notizia è rilanciata da AdnKronosInternational. Lo rende noto il direttore del centro islamico “Zayd Ibn Thabit” di Napoli, Abdullah Cozzolino. «Si sono rivolti – spiega Cozzolino - a noi numerosi immigrati clandestini tunisini sbarcati nelle scorse settimane a Lampedusa che sono riusciti a fuggire dai centri di accoglienza dove erano stati portati, e per loro la moschea di piazza Mercato ha allestito uno sportello informativo per dare aiuto a queste persone, offrendo non solo sostegno spirituale, ma anche sostegno logistico per i tanti che vogliono andare in Francia. Inoltre da questa settimana abbiamo un medico che gestirà un ambulatorio per questi immigrati, così come abbiamo messo a loro disposizione le nostre docce, oltre a viveri e beni di prima necessità».

Fino ad ora sono 70 i clandestini che si sono rivolti alla moschea: «Ci stiamo preparando ad accoglierne altri – aggiunge Abdullah Cozzolino - e per questo abbiamo deciso di coordinarci con i volontari di altre fedi religiose come quelli della Croce Rossa e della Caritas. Abbiamo avuto richieste da parte dei clandestini presenti nel Centro di accoglienza per immigrati di Santa Maria Capua Vetere, in provincia di Caserta, per avere un imam che guidi la preghiera del venerdì. Ci stiamo muovendo con la Prefettura di Napoli per poter inviare una guida religiosa nel Centro ed assistere così i fedeli presenti al suo interno».
Carlo Tarallo

Bari. Quaranta clandestini tra casse di arance
La scoperta al porto, bulgaro in manette
Scoperti dalla guardia di finanza e polizia di frontiera
Per il viaggio hanno pagato 1.700 euro a testa
BARI - Quaranta clandestini nascosti in un tir carico di arance al porto di Bari. A scoprirli la polizia di frontiera e i finanzieri del nucleo operativo che hanno arrestato un cittadino bulgaro Georgi Ruskov Tipografov di 44 anni. L'uomo è sbarcato da un traghetto Superfast, proveniente da Igoumenitza (Grecia) alla guida di un camion che trasportava casse di arance. Tra la frutta erano nascosti 40 clandestini extracomunitari di cui 34 afgani, 4 pachistani, un iraniano ed un iracheno, tutti uomini.

I clandestini erano nascosti in un vano ricavato nel rimorchio del mezzo dietro il carico di cassette di arance, a cui si accedeva attraverso una botola. Ad ognuno di loro il viaggio della speranza è costato circa 1700 euro a testa. Il bulgaro, destinatario di un mandato di arresto europeo su richiesta delle autorità greche per il reato di complicità in contraffazione, è finito in carcere. Mentre i clandestini dopo essere stati soccorsi sono stati rimpatriati.
Valentina Marzo

Napoli. Rifiuti, a giudizio per epidemia colposa Bassolino, Iervolino, Pansa e altri 17
L'accusa: non sono intervenuti per evitare l'accumulo di spazzatura a Napoli durante l'emergenza del 2008. ROMA - La procura di Napoli ha chiesto il rinvio a giudizio per 20 tra sindaci, commissari prefettizi e pubblici funzionari, tra i quali l'ex prefetto di Napoli, Alessandro Pansa, già commissario straordinario per l'emergenza rifiuti, l'ex governatore della Campania, Antonio Bassolino, e l'attuale sindaco Rosa Russo Iervolino, tutti accusati di epidemia colposa e abuso d'ufficio per i cumuli di rifiuti accumulatisi in strada, senza interventi, nel corso dell'emergenza del 2008.

Per altri 16 indagati è stato disposto lo stralcio che prelude a una probabile richiesta di archiviazione. Sono coloro che hanno dimostrato di avere preso provvedimenti - come lo spargimento di calce o la creazione di appositi siti di stoccaggio - per evitare che la presenza dei rifiuti in strada causasse malattie ai cittadini. L'udienza preliminare per i 20 di cui la procura ha chiesto il giudizio si svolgerà davanti al gup Raffaele Piccirillo.
Venerdì 08 Aprile 2011 - 13:14    Ultimo aggiornamento: 13:17

Pantelleria, scafisti gettano in mare 40 immigrati
di BlogSicilia 8 aprile 2011 -
Altro dramma dell’emigrazione al largo di Pantelleria, dove quaranta tunisini sono stati gettati in mare dagli scafisti che pilotavano il loro barcone e che hanno tentato di darsi alla fuga.
La conferma è arrivata dalla Capitaneria di Porto di Pantelleria, impegnata nel soccorso dei migranti le cui condizioni di salute sembrerebbero buone. I tre scafisti sono stati inseguiti ed arrestati da due motovedette della Guardia Costiera. Si attendono nuovi aggiornamenti.

Tajani sulla Fiat di Termini Imerese: «La salveranno le piccole imprese»
Per il commissario oggi «le pmi sono le uniche che possono creare nuovi posti di lavoro»
PALERMO - «Il caso di Termini Imerese è emblematico: oggi le piccole e medie imprese sono le uniche che possono creare nuovi posti di lavoro e le uniche che possono affiancare le grandi nella ristrutturazione». È quanto ha affermato il commissario europeo per l’industria e l’imprenditoria, Antonio Tajani, al convegno «La direttiva europea sul ritardo dei pagamenti nelle transazioni commerciali».

Il commissario ha auspicato la nascita di piccole imprese sul territorio in grado di supplire alla chiusura degli impianti. Così ha concluso, «salvaguardiamo l’occupazione, che alla fine è il compito della politica».

Immigrati: vertice con Protezione civile Sicilia per piano accoglienza
Palermo, 8 apr (Il Velino/Il Velino Sicilia) - Un vertice con la Protezione civile e le associazioni umanitarie per fare il quadro della situazione sull’emergenza immigrazione. Il vertice, convocato dall’assessore regionale siciliano alla Famiglia e alle politiche sociali, Andrea Piraino, è stato propedeutico alla emanazione di una apposita ordinanza della Protezione civile che dovrà prevedere modalità, luoghi di accoglienza e operatori professionali con cui la Sicilia darà assistenza ai circa 2.200 immigrati che la Sicilia ospiterà, sul totale di 24 mila migranti che si trovano sul territorio italiano e che otterranno il permesso di soggiorno temporaneo, così come previsto dall’accordo siglato tra governo e autonomie locali. L’ordinanza della Protezione civile, in raccordo con il dipartimento delle Politiche sociali, metterà a punto un piano di accoglienza sia di adulti che di minori non accompagnati mettendo a disposizione diverse figure professionali quali psicologi e traduttori. L’assessore Piraino ha auspicato una collaborazione con la Protezione civile, che vada oltre l’emergenza del momento, perché “e’ di fondamentale importanza il lavoro di ‘pronto intervento’ della protezione civile ma molto può fare in sinergia il dipartimento dell’assessorato perché può mettere in campo tutta una serie di strumenti tecnici, legislativi, amministrativi”.
(fcm/gic) 8 apr 2011 16:04

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