di Calcaterra Michele
Nel suo annuale rapporto sul paese, se da un lato riconosce che le misure anticrisi adottate dal Governo vanno nella giusta direzione, dall'altro afferma che non sono probabilmente sufficientia superare l'empasse.
In questa ottica, l'organizzazione parigina invita l'esecutivo a procedere quanto prima al varo delle previste riforme strutturali, con misure coraggiose come quella di portare l'età pensionabile oltre i 67 anni o come quella di introdurre un contratto unico di lavoro tale da permettere maggiore flessibilità. Ma anche di accelerare forme di liberalizzazione, settoriali, professionali e di prodotto, tali da facilitare la concorrenza. Cose note ma importanti nel momento in cui l'economia spagnola appare stagnante (chiuderà l'anno in negativo), i consumi sono fermi (le vendite del periodo natalizio potrebbero contrarsi tra un io e un 15%) e il tasso di disoccupazione continua aviaggiare attorno al2o% della popolazione attiva. Quanto basta per prevedere un 2011 difficile (ieri Fitch ha ridimensionato le previsioni di crescita 2011) e per mettere in dubbio le capacità del paese di rimettere ordine, nei tempi prestabiliti, nei suoi conti pubblici. Ieri il sottosegretario all'Economia José Manuel Campa ha rassicurato i più scettici, dichiarando che l'anno prossimo, nella peggiore delle ipotesi, il disavanzo pubblico della Spagna si discosterà al massimo dello 0,25% rispetto a quanto previsto. Arrivando al 6,25%, contro il 6% prefissato. Come a dire che non ci sarebbe dapreoccuparsi e, che la Spagna sta facendo il suo dovere. Cosa che sembra plausibile dato che se i conti dell'amministrazione centrale appaiono sotto controllo, non di meno lo sarebbero quelli delle Comunità autonome (era una delle debolezze indicate da Moody's per tagliare il rating), che nel recente passato destavano tanta preoccupazione. Secondo quanto annunciato ieri dal ministro dell'Economia Elena Salgado, nei primi nove mesi dell'anno il disavanzo complessivo delle Regioni è stato pari all'1,24% del Pil (vale a dire 13 miliardi di euro) e quindi in linea con le proiezioni per fine anno del 24 per cento. Anche se non tutte le autonomie sono "virtuose", come dimostrano quella di Castilla-La Macha (4,69%) e quella di Murcia (342%), e a fronte di un indebitamento complessivo del sistema regionale che nel corso dell'anno ha superato per la prima volta nella storia il 10% del Pil (oltre 107 miliardi di euro), con un incremento del 27% nel solo terzo trimestre dell'anno. Mentre l'indebitamento delle città ha toccato i 36,2 miliardi, in crescita del 4,6 per cento. Insomma, sembra di capire, dati i margini di manovra ristretti, non sarà facile arrivare alla quadratura del cerchio a fronte di necessità di cassa in sensibile aumento a tutti i livelli dell'amministrazione. Per questo nel 2011 sono prevedibili ulteriori aggiustamenti e quindi importanti tagli nelle spese, sanità ed educazione comprese. Tanto più che i problemi di liquidità del mercato persistono (sopratutto per banche e imprese) e si faranno sentire anche nei prossimi mesi. Oggi intanto la Spagna procederà all'ultima emissione di titoli pubblici dell'anno, con il previsto collocamento di "letras" a 3 e 6 mesi per un importo compreso tra i 3 e i 4 miliardi di euro. Inutile dire che si prevedono rendimenti in sensibile aumento, sulla scia di quanto accaduto nelle ultime settimane. Basti considerare che i tassi fanno ormai concorrenza a quanto il sistema creditizio è disposto a pagare sui depositi a 12 e i8 mesi (in alcuni casi fino al 4,75%) e che in media i rendimenti delle emissioni pubbliche spagnole,, nel corso del 2010, sono rincarati attorno al 39% rispetto al 2009. E meno male che fino alla tarda primavera del prossimo anno non ci saranno più aste di una certa rilevanza. Così José Luis Zapatero potrà tirare un sospiro di sollievo. michele.calcoterra@ilsole24ore.com
http://rassegnastampa.mef.gov.it/mefeconomica/PDF/2010/2010-12-21/2010122117468179.pdf
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