ROMA - Manca poco meno di un mese al maxi vertice che si terrà il 7, l’8 e il 9 febbraio, tra i presidenti delle Regioni che dovranno decidere il riparto del Fondo sanitario nazionale 2011. Una somma che ammonta a oltre 106 miliardi di euro, ma che, secondo la bozza del ministro della Salute Ferruccio Fazio, dovrebbe essere suddiviso tra le amministrazioni regionali secondo criteri che hanno fatto sobbalzare sulle sedie i governatori meridionali.
La storia è sempre la solita. Più soldi al Nord che al Sud. La fronda è stata ufficializzata ieri nel corso della Conferenza delle Regioni, al termine della quale anche il governatore Giuseppe Scopelliti ha detto la sua, facendo trasparire la sua irremovibile posizione: «Sul Fondo sanitario 2011 faremo una battaglia senza sosta. Non possono più beneficiarne solo le Regioni ricche. La Calabria è la Regione più giovane: scusate se facciamo figli». Scopelliti è pronto a dare battaglia in vista del riparto del Fondo sanitario 2011 tra le Regioni.
«Auspichiamo un accordo ma non cederemo di un passo - avverte il presidente - siamo sereni e andremo al confronto con gli altri presidenti delle Regioni ma vogliamo paletti anche sull’impiego dei fondi». Anche il presidente della Conferenza, Vasco Errani, ha fatto presente il suo disappunto. «Come tutti gli anni il riparto del Fondo sanitario è un passaggio serio e impegnativo e quest’anno lo è ancora di più dal momento che l’incremento è solo dello 0,8% in più rispetto al 2010». Ai giornalisti che gli chiedevano se le Regioni avranno difficoltà nel trovare l’intesa tra loro, ha risposto che le difficoltà «non sono una novità ma auspico che alla fine sia possibile trovare una intesa. Lavoreremo tutti per questo». Errani ha ricordato che il Patto della salute comprende la copertura da parte dello Stato dei ticket per le visite specialistiche e gli esami diagnostici ma che la copertura al momento c’è solo per alcuni mesi. Il discorso si lega, indirettamente, a quello del federalismo fiscale. Il riparto dei fondi, infatti, potrebbe essere stato studiato sulla base dei costi standard che sono stati concordati da Governo e Regioni a metà dicembre e ora all’esame della commissione competente. In generale sul federalismo fiscale le Regioni hanno una posizione molto chiara e hanno presentato i loro emendamenti. Errani ha ricordato che la Conferenza ha un ruolo istituzionale, rispetto alla sostanza e al metodo del decreto ha già assunto una posizione netta. Errani ha aggiunto che chiederanno al Governo che nella fase in cui sarà esaminato il decreto sul fisco regionale si «possa trovare una metodologia per seguire insieme i lavori della Bicamerale».
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