sabato 27 novembre 2010

Lavoro: rischio giovani, pochi e in fuga all'estero


Rapporto Manageritalia, rischio è 'degiovanimento' anche sociale
27 novembre, 14:26
Di Lucia Manca
ROMA - Gli elettori over 50 tra dieci anni supereranno gli under 50: i giovani sono pochi e lo saranno sempre meno, hanno difficolta' a trovare lavoro e a fare carriera e su di loro non si investe.

E' il quadro desolante che emerge da un Rapporto di Manageritalia, nel quale si sottolinea il rischio che le nuove generazioni ''non solo siano sempre meno per effetto del declino delle nascite, ma anche che sempre piu' giovani ad alto potenziale lascino l'Italia per le carenze di opportunita'''. Non solo: il rischio di disoccupazione tra i giovani nel biennio della crisi 2008-2009 e' aumentato del 20% e di piu' che in tutti gli altri Paesi europei. ''Riusciamo - lamenta il presidente della federazione, Lorenzo Guerriero - ad attrarre pochi giovani dall'estero, impoverendo sempre piu' quel capitale umano di qualita' che rappresenta la risorsa piu' importante per dare un futuro al nostro Paese''.

BYE BYE GIOVANI - I nostri giovani sono gia' oggi quasi 4 milioni in meno rispetto ai coetanei francesi. Piu' in generale siamo il Paese in Europa con la piu' bassa percentuale di giovani under 25 (meno del 25% della popolazione, stranieri esclusi). Circa 20 milioni a meta' anni ottanta, sono ora meno di 15 milioni. Nel 2020 contera' quantitativamente di piu' chi ha oltre mezzo secolo di vita alle spalle rispetto alle forze piu' giovani e dinamiche della societa'. La fascia elettorale 18-49 anni passera' da 26,5 milioni attuali a meno di 24 milioni nel 2020. Viceversa gli over 50 aumenteranno nello stesso periodo da 23,6 a 27,5 milioni. I giovani - denuncia Manageritalia - diventeranno una minoranza tra la popolazione. In particolare, secondo una elaborazione da stime Istat le persone tra i 20 e i 39 anni caleranno da 15,6 milioni a 13,5 milioni (di cui 11,3% stranieri), con una perdita netta di 2,1 milioni di persone; quelle tra i 50 e i 69 anni aumenteranno da 14,6 a 16,9 milioni (di cui 2,8% stranieri), con un incremento pari a 2,3 milioni.

NON ATTIRIAMO GIOVANI DALL'ESTERO - Secondo il Rapporto, non e' vera la fuga dei cervelli all'etero. I nostri giovani piu' istruiti fuggono dall'Italia nelle stesse proporzioni degli altri giovani europei. Su cento studenti che si laureano, quasi sei decidono di lasciare l'Italia: numeri non molto diversi da quelli di altri Paesi visto che lo stesso indice e' pari a al 4,5% in Francia, al 5,5% in Germania, all'8% in Grecia, al 2,5% in Spagna, al 12,2% in Gran Bretagna e allo 0,7% negli Stati Uniti. E' invece vero che non sappiamo attirare giovani dall'estero e quindi il saldo tra giovani che escono ed entrano in Italia e' negativo: -1,2% contro 5,5% della Germania e del 20% degli Usa.

CLASSE DIRIGENTE VECCHIA - Manageritalia punta l'indice contro lo scarso rinnovamento nella classe dirigente italiana. Il rischio, sostiene, e' che al 'degiovanimento demografico' corrisponda anche un 'degiovanimento sociale': una perdita generalizzata di peso, importanza, valore dei giovani nella societa' italiana. Nel 1990 l'eta' media dell'élite era di 51 anni, nel 2005 di circa 62. Un aumento di 11 anni a fronte di una crescita della speranza di vita di circa 4 anni. I dirigenti privati e pubblici hanno in Italia un'eta' media di 47,7 anni contro una media europea del 44,7%.

SCARSA MOBILITA' SOCIALE - Avere un padre laureato permette al figlio di guadagnare in media il 50% in piu' rispetto a chi ha un genitore con titolo piu' basso a parita' delle caratteristiche individuali del giovane stesso.
Fonte: 
http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/economia/2010/11/26/visualizza_new.html_1676438160.html


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