di ENRICA SIMONETTI
Cade o non cade? «Macchè, non cade! Al massimo faranno un governo tecnico. Tanto poi a comandare può andare anche Totò U' Curtu, non cambierà nulla finché non si faranno le vere cose che servono a salvare l'Italia e cioè: la nuova legge elettorale, fermare il debito e sopprimere tutti i vari conflitti di imteresse. Capirai, non lo farà mai nessuno...».
A parlare del governo e della tragi-commedia italiana è il tragi-comico Beppe Grillo, appena arrivato a Bari per il suo spettacolo di oggi al Teatroteam (ore 21 e domani ore 18,30). Due serate del tour Grillo is back, che sta facendo il pienone ovunque in Italia e che segue il Delirio tour di due anni fa, anche quello di enorme successo. Se allora Grillo si presentava in camicia di forza a descrivere il circo di nani e ballerine della politica «made in Italy», questa volta avrà le braccia libere e presenterà un work in progress senza copione in cui accade di tutto. Alle spalle di Grillo è montato un enorme schermo semicircolare collegato a quella che per lui è la vera democrazia, la Rete, ossia internet.
Allora Grillo cosa ci aspetta a Bari? «Magia, pura magia, capacità di spostare gli oggetti solo con la forza del pensiero... se ne vedranno delle belle. Ma soprattutto vedremo in tempo reale con Google-earth la vostra terra, la Puglia, che indagheremo con il satellite!».
La Puglia, la conosciamo. Cosa dovremmo vedere di nuovo dal satellite?
«Si vede una regione come è stata ridotta negli ultimi tempi. Invece di vendere pomodori vendete celle fotovoltaiche. Sui campi in cui si coltivava sta avvenendo una rapina senza precedenti, in Puglia come in altre regioni. In Sardegna mettono le pale eoliche, da voi i pannelli sui campi coltivati».
Ma lei non era per l'energia alternativa?
«Sì, ma i pannelli li devi mettere nelle città, non in campagna al posto delle coltivazioni. Nelle città però scendono in campo le Belle Arti e così io invece di beccarmi sul tetto i pannelli solari, li metto in Puglia e ci guadagno. E questo non è schiavismo? E dire sì agli inceneritori della Marcegaglia cos'è? Che sta succedendo nella terra più bella d'Italia, la vostra, in cui c'è persino la tipologia di vita ideale, c'è il clima buono, c'è il cibo, la natura... E ci manca poco che ora vi faranno anche la centrale nucleare a forma di trullo, lì ad Alberobello! Scusate se ve lo dico, ma secondo me state naufragando».
Un sospetto: non è che per caso la sua acredine nasce dall'alterco con Nichi Vendola? Per il fatto che lui ha criticato il suo commento negativo alla trasmissione di Fazio-Saviano «Vieni via con me», definendola un integralista e dicendo che «la politica è un campo in cui non si può pensare di avere sempre la verità con la V maiuscola, altrimenti ci si sente un Savonarola»?
«In realtà non c'è stato nessun alterco, queste cose le creano i giornali. Nichi, anzi io lo chiamo Nicola, fa delle “super-cazzole”. La complessità della politica di cui parla sono loro stessi, intervenendo tra istituzioni e cittadini. Hanno una visione del mondo che ormai è vecchia, fondano e promettono partiti, ma non è più tempo di partiti è invece il tempo dei giovani e della loro forza in rete».
Sospetto numero due: non è che vi scontrate perché lui toglie voti ai grillini?
«Lei ragiona con sistemi che non ci appartengono. Il vostro limite è di usare con noi una dialettica che è invece la logica degli altri partiti: noi siamo un movimento diverso e abbiamo un programma serio, tutto il resto delle logiche non ci interessa. Tra l'altro, non ho polemizzato con Vendola e sono rimasto male per la risposta; noi lo abbiamo sorretto sempre, poi lui ha fatto quello che ha fatto, dal sì agli inceneritori della Marcegaglia fino agli arresti nella sua giunta..., le cose di cui non sapeva nulla. Io parlo e so che lei queste cose non le scriverà nemmeno, ma le dico lo stesso».
E allora cosa resta, solo il suo movimento?
«La rete è il vero futuro. Lo sono gli scambi sui fatti, sul concreto: il Paese sta agonizzando e in un'Italia che non c'è più, gli studenti vanno sui tetti e anche i politici vanno sui tetti. Ci vanno perché hanno bisogno di farsi legittimare, dato che sono morti. Dovevano muoversi prima, quando si parlava della Finanziaria, non ora, davanti alle telecamere. Bella questa frase, mi piace. Bè ora basta, le altre cose ce le teniamo per lo spettacolo di oggi e domani!».
27 Novembre 2010
Fonte:
http://www.lagazzettadelmezzogiorno.it/notizia.php?IDNotizia=385617
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