martedì 19 aprile 2011

Il figlio di Bertoldino: Cacasenno Ricolfi.





asterisco.
Cacasenno: “Se si considera solo il Nord, siamo una fra le realtà più avanzate d’Europa, se si considera solo il Sud siamo una delle realtà più arretrate.”
Il giochetto delle tre carte sul rapporto percentuale delle aree Istat e’ vecchio. Ci sono cresciuto dentro, ne conosco l’infidia.
Se togliamo al bilancio padano le esportazioni vs il Mezzogiorno, se togliamo l’imputazione a bilancio - impropria - dei ricavi, degli utili e dell’iva che le aziende padane fatturano nel Mezzogiorno, la realta’ dei numeri e’ diversa. Molto diversa. Quindi quelli citati sono dati statistici spuri, falsati.
Inoltre, se si redistribuiscono i dati statistici di struttura della padania e del Mezzogiorno all’interno dei due sub-sistemi, quindi considerandoli due entita’ indipendenti, ed ogni voce distinta, il quadro globale del Mezzogiorno risulta in surplus: e’ uno Stato autosufficiente e benestante; la padania agonizzante. A riprova di questo, Cacasenno si accorge di quanto segue:
Ma c’è un punto fondamentale su cui, contrariamente a quanto si crede, il Nord non è affatto in vantaggio sul Sud. Questo punto è la crescita: dal 1995 a oggi il prodotto interno lordo (Pil) del Nord non è affatto cresciuto più di quello del Sud, e in termini pro capite è cresciuto decisamente di meno. E questo è vero non solo per gli anni della crisi (dopo il 2007), ma per il lungo periodo che va dalla fine delle svalutazioni della lira (1995) all’ultimo anno pre-crisi (2007). In quel dodicennio il Pil pro capite del Sud è cresciuto a un tasso medio dell’1,4%, quello del Nord a un tasso compreso fra lo 0,7% e lo 0,8%, dunque circa la metà di quello del Mezzogiorno. Insomma è in parte vero, come spesso sentiamo dire ai nostri politici, che l’economia italiana si muove «a due velocità». Ma non è vero che il Nord corre e il Sud arranca, semmai è vero il contrario.
Ma se il nord arranca, perche’ Cacasenno sentenzia che il problema è di consentire al Sud di agganciare il resto del Paese? Vallo a capire. Forse ci desidera agonizzanti, come loro. Dunque, proposta rimandata al mittente. Manco per sogno, il Mezzogiorno non ha bisogno di modelli importati dalla padania. Perche’ ce l’ha di gia’. E funziona.
Se non funzionasse non crescerebbe. Il Mezzogiorno cresce nonostante le rapine finanziarie perpetrati dal Governo brianzolo in trasferta alle terme di caracalla, ed in combutta con molti parlamentari del sud, prezzolati e spesso semi-analfabeti.
Infine, aspettiamo che la Commissione Europea preposta ai Fas si pronunci sulla legittimita’ del loro rastrellamento dal Mezzogiorno a vantaggio dell’agonizzante padania. Rideremo.
Ma cacasenno non demorde, non si da’ per vinto! Vuole la rivincita, in qualsiasi modo: (…….) Se il Sud cresce più del Nord nonostante tutti gli handicap che lo affliggono, vuol dire che - accanto a questi handicap - ci devono essere anche alcuni vantaggi. E questi vantaggi devono essere così importanti da compensare i moltissimi handicap di cui il Sud soffre. Più esattamente, devono avere un impatto (positivo) ancora maggiore di quello (negativo) dei fattori frenanti di cui il Sud è costellato.
(…..) Ma quale può essere questa forza misteriosa che spinge il Sud ma non il Nord?
(…..) La teoria economica al riguardo ha una risposta canonica. Una risposta che, pur non condivisa da tutti gli studiosi, ha dalla propria parte una robusta evidenza empirica. La forza misteriosa che stiamo cercando di identificare non è altro che la pressione fiscale sui produttori. Una pressione fatta di due ingredienti fondamentali: la selva degli adempimenti burocratici, e i prelievi che più direttamente gravano sui fattori produttivi (Irap, Ires, cuneo fiscale e contributivo). Questo, a mio parere, è il solo terreno su cui il Sud gode di un vantaggio enorme rispetto al resto del Paese, e in particolare nei confronti del Nord. Non tanto a causa di agevolazioni e sgravi, quanto semplicemente per la diversa propensione a pagare le tasse.
Finalmente! Cacasenno, dopo una leziosa introduzione fatta di nulla, se esludiamo la citazione del Governatore Draghi, getta sulla bilancia il suo peso.
E’ evidente che cacasenno non legge i giornali, magari quelli regionali, che da alcuni mesi a questa parte, riportano dell’azione della Guardia di Finanza sul recupero dell’evasione fiscale. Nel Mezzogiorno come in Padania. Cacasenno ignora che il leader dell’evasione fiscale in Italia non e’ un mafioso o uno del genere, bensi’ abita in veneto, come il secondo. Che l’evasione in padania e’ molto piu’ pesante di quella strombazzata in televisione nel Mezzogiorno. Chi non crede a questa affermazione e’ pregato di sfogliare le notizie federali riportate quotidianamente in questo blog.
A Napoli si dice: acca’ nusciun’ e’ fess’.
Bene, quello che asserisce e poi conclude Cacasenno non ha valore, almeno per me.
grecanico.




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