Rifiuti Napoli, nuovo piano: Stir Giugliano accoglie 900 tonnellate
Basilicata, la Regione finanzia il matrimonio
Napoli. Storia Patria: adottate i tesori di Napoli
Cuffaro, le motivazioni della Cassazione
Rifiuti Napoli, nuovo piano: Stir Giugliano accoglie 900 tonnellate
Napoli, 19 apr (Il Velino/Velino Campania) - Nuova emergenza rifiuti a Napoli nell'imminenza delle festività pasquali: le vie del centro sono cariche di buste di immondizia, anche a ridosso delle strutture alberghiere e degli ospedali. Ma è stato deciso un piano ad hoc in una riunione tra Sapna (società della Provincia di Napoli per la gestione del ciclo integrato dei rifiuti), Asia (azienda che fornisce i servizi di igiene ambientale ai napoletani) e l'Ufficio Flussi della Regione Campania. Alcuni impianti Stir della provincia partenopea privilegeranno gli autocompattatori provenienti dal capoluogo campano, che avranno priorità d'accesso. Con queste modalità si prevede un recupero giornaliero pari a circa 200/250 tonnellate. In particolare, sarà lo Stir di Giugliano (Napoli) ad accogliere i quantitativi più ingenti, circa 900 tonnellate. Intanto, nella discarica di Chiaiano, da tre-quattro giorni - a causa di ulteriori lavori e carotaggi - i conferimenti non superano le 120 tonnellate. Fiduciosa il sindaco di Napoli, Rosa Russo Iervolino, nell'auspicio che si possa avere la città pulita dai rifiuti entro Pasqua: "Faremo l'impossibile - dice - per ripulire la città dai rifiuti prima di Pasqua”.
(rep/lr) 19 apr 2011 11:31
Basilicata, la Regione finanzia il matrimonio
Contributi economici destinati alle giovani coppie in procinto di sposarsi per l’acquisto della prima casa, per l’affitto, per il rimborso totale della tassa sui rifiuti o per quello parziale (fino al 50 per cento) per l'attivazione delle altre utenze domestiche, e fino a mille euro per le spese sostenute per la cerimonia nuziale e per l'arredamento. È quanto previsto in una proposta di legge presentata dai consiglieri regionali Luigi Scaglione (Pu), Roberto Falotico (Plb), Francesco Mollica (Mpa), Ernesto Navazio (Ialb), Vincenzo Ruggiero (Udc) e Alessandro Singetta (Api). In arrivo, dunque, contributi economici. Soldi destinati all’acquisto della prima casa, all’affitto, al rimborso totale della tassa sui rifiuti o a quello parziale (fino al 50 per cento) per l'attivazione delle altre utenze domestiche, e fino a mille euro per le spese sostenute per la cerimonia nuziale e per l'arredamento. La norma prevede contributi per le coppie fino a 35 anni di età e un reddito massimo complessivo di 40mila euro, oltre alla residenza di entrambi i coniugi in Basilicata. In particolare, la proposta tende anche ad assicurare forme di incentivi per il pagamento degli affitti della casa coniugale prevedendo anche una riserva pari al 10 per cento sui programmi dell’edi - lizia residenziale pubblica sovvenzionata o convenzionata.
«Si tratta di una legge – spiega il consigliere Scaglione, primo firmatario della proposta – che rientra in un percorso normativo a sostegno della comunità lucana in ogni aspetto della vita sociale, con l’obiettivo ultimo dell’introduzione del quoziente familiare. Manca ancora l’avvio di una stagione di riforme promessa e non attuata e noi, andando oltre le sigle partitiche, cerchiamo di colmare uno stallo legislativo che esiste in questo momento in Regione».
«Abbiamo voluto aprire un laboratorio perché vogliamo misurarci su tematiche importanti - aggiunge il consigliere Falotico - Crediamo sia fondamentale sostenere le giovani coppie. Attraverso queste puntuali riflessioni si potrà dire ai giovani: provate a sposarvi». A richiamare l’attenzione sul quoziente familiare, invece, è il consigliere Navazio. «In Consiglio regionale la proposta legislativa si è ridotta al lumicino - sottolinea Navazio - i nostri argomenti sono sempre stati condivisi e le soluzioni devono essere condivise». La voglia di unità per affrontare i problemi, invece, è stato evidenziato dal consigliere Singetta. «L’iniziativa è di sei consiglieri che appartengono a opposizione e maggioranza - dice Singetta - e dimostra che a noi interessano solo le problematiche. La proposta copre una carenza normativa a livello nazionale ed il tema sono i giovani».
«Noi stiamo passando dalle parole ai fatti - conclude, invece, il consigliere regionale Mollica - Si avvia, infatti, un meccanismo virtuoso che ritagli spazi per le giovani coppie perché il territorio non muoia». All’incontro di ieri, promosso per spiegare la proposta di legge, è intervenuto anche il presidente regionale dell’associazione mobilieri, Pietro Basile, che ha sollecitato una riduzione dell’iva dal 20 al 10 per cento sull’acquisto di mobili. [a.i.]19 Aprile 2011
Napoli. Storia Patria: adottate i tesori di Napoli
Libri, cimeli e foto, vota il tuo preferito
La Società che conserva la memoria meridionale rischia di chiudere. Unione Industriali, banche e Provincia hanno detto no ai fondi. L'istituto lancia nuove iniziative
NAPOLI - La distanza tra le «cose» della cultura e ampie fasce della società passa spesso per una reciproca non conoscenza. Come due persone che forse si ameranno, ma che non possono farlo finché qualcuno non li presenta. A Napoli, il divario tra i due potenziali amanti è proporzionale alla ricchezza del patrimonio cultura: enorme. Per fortuna ogni tanto qualcuno fa da «ruffiano» per così dire, e cerca di creare incontri d’amore tra i napoletani e la sua bellezza.
In questo solco s’iscriveva l’iniziativa «Abbracciamo la cultura», promossa da Legambiente con una rete di associazioni e il Corriere del Mezzogiorno. La seconda fase è tutta dedicata alla Società di Storia Patria che, beffa, proprio nel centocinquantenario dell’Unità rischia di chiudere per mancanza di fondi. Non tantissimi - circa centocinquantamila euro, dice la storica Renata De Lorenzo che presiede la Società - ma fondamentali. Dopo i no incassati da Unione industriali, Banco di Napoli e altri istituti, ora si aggiunge quello della Provincia.
La rete di associazioni, coordinata da Legambiente, lancia dunque una controffensiva «dal basso»: l’adozione di una delle rarità che raccontano l’identità cittadina (che in molti casi coincide con la storia europea). Adozione simbolo: basta scegliere con un clic tra dieci cimeli segnalati da un nuovo sondaggio sul sito del nostro giornale. Adozione reale: un euro da versare in salvadanai che saranno distribuiti nelle librerie del centro e in altre sedi, o sul conto corrente. Non solo. Che c’è di meglio di una visita per favorire un incontro? Ci penseranno un gruppo di docenti universitari che, in occasione di Maggio dei Monumenti, guideranno gratuitamente i lettori nella torre di Castel Nuovo, alla scoperta dei tesori di Storia Patria. Ogni visita sarà un viaggio nel passato di Napoli e del Mezzogiorno a partire da manoscritti, documenti, libri e altre fonti (ingresso da 10 euro a salire, in base alle tasche, e il ricavato sarà interamente devoluto alla Società). Il sondaggio sul nostro sito offre invece, per sintesi internettiana, una sorta di Top Ten del patrimonio conservato nelle belle sale del castello. Eccoli.
L’AUGUSTALE DI FEDERICO II - L’augustale è una moneta d’oro, della grandezza di 20 centesimi di euro, coniata nel 1231 per ordine di Federico II di Svevia, imperatore germanico e re di Sicilia. La moneta non era solo un mezzo di pagamento, che testimonia peraltro l’enorme sviluppo dei commerci nel Duecento, ma è anche un segno del potere. L’imperatore, definito Cesare nella legenda, è raffigurato come un antico romano: in effetti egli si richiamò costantemente agli imperatori romani, come se ne fosse il successore, come se la sua politica di potenza non fosse che un ristabilimento dell’ordine antico. La Società di Storia patria possiede un’importantissima collezione di circa 2000 monete di tutti i tempi, donata da Bartolomeo Scacchi nel 1926.
MANOSCRITTO DI CASTEL DELL'OVO (423) - Nell’isolotto di Castel dell’Ovo si trovava nel Medioevo il monastero femminile di San Pietro ad Castrum (al castello), oggi scomparso. Ci è rimasto questo manoscritto in pergamena, di cui vediamo le prime pagine. Si tratta in realtà di un atto notarile, rogato dal notaio Ruggero Pappansogna il 9 aprile 1423, e confezionato nella forma di un fascicoletto reso solenne dalla miniatura di San Pietro, circondato da stemmi nobiliari, tra i quali c’è quello degli Angiò-Durazzo, re di Napoli. Il manoscritto è importante per la storia dell’arte e per la storia religiosa ed economica di Napoli: esso contiene infatti un inventario di tutti i beni posseduti dalle monache nella città e nei suoi dintorni (botteghe, terreni ecc.). È solo uno dei 30.000 manoscritti posseduti da Storia patria.
UNO DEI PRIMI LIBRI A STAMPA DEL MONDO - Ed eccoci a una delle prime opere stampate in Italia dopo l’invenzione di Gutenberg, la rivoluzionaria tecnica dei caratteri mobili. Questo incunabolo, come vengono chiamati i libri a stampa del ’400, contiene un’opera di Sant'Agostino (De Civitate Dei) e fu prodotto a Subiaco il 12 giugno del 1467 dai proto-tipografi Corrado Sweynheym e Arnaldo Pannartz. L’esemplare è miniato in rosso con fregi che incorniciano alcune parti. Esso appartenne, tra gli altri, al marchese de Sterlich, nobile abruzzese, filosofo e intellettuale, vissuto nel XVIII secolo (si vede la nota di possesso in fondo alla pagina). La Società possiede alcune decine di incunaboli, oltre a migliaia di volumi del ’500: in Campania è la collezione più importante di libri antichi dopo quella della Biblioteca Nazionale di Napoli.
UN DIPLOMA DI LAUREA DEL 1566 - Ancora oggi, il diploma di laurea viene comunemente chiamato pergamena, anche se è stampato su carta. Questa che vediamo è davvero una pergamena di laurea, abbellita da splendide miniature. In basso si trovava un grande sigillo pendente, oggi scomparso. Il diploma, in lingua latina, fu emesso da don Innico d’Avalos d’Aragona, cardinale di Sant'Adriano, gran cancelliere del regno di Napoli (il nome è in lettere capitali al principio) in favore di Cesare Palazzo di Cosenza, proclamato dottore in diritto canonico e civile il 1 ottobre 1566, dopo un esame che è definito «rigoroso e tremendo», e che consistette in una lezione pubblica tenuta nel Duomo di Napoli. Questa è solo una delle 3200 pergamene possedute da Storia Patria.
MANUALE DI CATERING DEL 1694 - Da sguattero a scalco, ovvero a maggiordomo, passando per aiuto cuoco e trinciante. Dal cardinale romano Antonio Barberini al vicerè Carrillo y Salsedo, Antonio Latini (1642-1696) percorre rapidamente tutte le tappe fino a consacrare la sua fama dando alle stampe Lo Scalco alla Moderna (1692-1694): nei due volumi, (il secondo interamente dedicato alle vivande di magro), si leggono consigli per cuochi e dispensieri, spenditori e bottiglieri, raccomandazioni ai trincianti, suggerimenti ai padroni su come comportarsi con la servitù; indicazioni su come imbandire le tavole (vedi foto) e realizzare i trionfi; ricette di arrosti, bolliti, stufati, fritti, brodi, minestre, pasticci, pizze, salse, aceti profumati, conserve, sciroppi e sorbetti. Non mancano un’appendice con liste di banchetti e ricette per convalescenti e un catalogo dei prodotti gastronomici d’eccellenza e dei migliori vini del Regno di Napoli. È solo uno dei 350.000 volumi di Storia Patria.
INCISIONE: CARNEVALE IN VIA TOLEDO - Carnevale in via Toledo (1778) 22 febbraio 1778, sfilata di Carnevale in via Toledo. Si tratta di una delle dodici tavole incise da Raffaello Morghen per ricordare la “cavalcata turca” di quell’anno. A Napoli, a partire dalla metà del ’700, le feste di ispirazione orientale erano diventate molto popolari, anche in seguito agli accordi diplomatici e commerciali fra Ottomani e Regno di Napoli. Le feste, organizzate per le celebrazioni religiose e per magnificare i fasti della corte, celebravano le virtù dei principi e dello Stato e assicuravano il consenso del popolo attraverso magnifiche costruzioni scenografiche con apparati, cuccagne e trionfi barocchi, puntualmente “fotografati” dai più brillanti incisori dell’epoca. Questa è solo uno degli oltre 3500 fogli di disegni ed incisioni conservati a Storia patria.
LA FOTO DEL BRIGANTE DI GE' - Un brigante apprezzato da Giustino Fortunato. Nella foto è ritratto il brigante Michele Di Gè di Rionero in Vulture. La foto si trova oggi nel fondo Fortunato (libri, manoscritti e carte varie) custodito da Storia patria. Essa documenta l'interesse di Giustino Fortunato (1848-1932), storico e politico, per il Mezzogiorno. Condannato all'ergastolo nel 1869, Di Gè, che non era colpevole di omicidio, fu scarcerato nel 1894; per «restare un ricordo» stampò nel 1911 un'autobiografia, che Fortunato e lo storico Gaetano Salvemini considerarono una rilevante testimonianza dei tempi del brigantaggio. La foto del pastore diventato brigante figura tra le migliaia di documenti che, grazie a storici e filologi, diventano “parlanti” e, attraverso vicende individuali minori, permettono di conoscere meglio gli eventi della grande storia.
ACQUERELLO DEL COSTUME DI FAUST PER IL SAN CARLO 1838 - Il disegno, acquarellato a colori vivaci, è uno studio per il costume di scena dei protagonisti di una pantomima, probabilmente il Faust di Salvatore Taglioni (1789-1868), ballerino e coreografo siciliano, che, stabilitosi a Napoli, lavorò a lungo per il San Carlo, di cui fu direttore dei balli dal 1817 al 1860. La pantomima fu rappresentata nel 1838: i costumi riecheggiavano gli abiti medievali, ma erano chiaramente influenzati dalla moda ottocentesca, con la gonna gonfia e decorata e la pettinatura alla tedesca. È solo uno dei 400 disegni di opere, pantomime e balletti di epoca borbonica presenti nella Biblioteca della Società Napoletana di Storia Patria.
UNA LETTERA DI DARWIN - La lettera fu spedita da Charles Robert Darwin il 25 luglio 1853. Darwin ringrazia Alexis Perrey per alcuni resoconti scientifici ricevuti. È solo uno dei preziosi documenti contenuti nel Fondo Sismico della Società Napoletana di Storia Patria. Il sismologo francese A. Perrey (1807-1882) raccolse una ricchissima biblioteca di documentazione di fenomeni sismici, vulcanesimo e manifestazioni ad essi connessi, che fu acquistata dalla Sezione napoletana dl Club Alpino, e da questa affidata in via definitiva alla Società nel 1894. Il Fondo, con i suoi documenti, libri, periodici, ritagli di giornale, incisioni, fornisce una mappatura pressoché completa, sul piano nazionale e internazionale, degli eventi sismici e vulcanici.
FOTO DELL’ACQUA SULFUREA DI SANTA LUCIA - Cinque adulti e un ragazzino a piedi nudi raccolgono nelle mummere l’acqua sulfurea di Santa Lucia. Si trovano in una grotta sotto il livello della strada, ai primi del secolo scorso. La foto è tratta dalla Raccolta di Fotografie di Napoli dell’800, ne’ suoi monumenti, nei suoi costumi, nella sua vita, donata alla Società da Gennaro D'Amato (1857-1947), giornalista, illustratore, fotografo e pittore. L’album (160 fogli con oltre 400 fotografie) documenta paesaggi, ambienti, trasformazioni del tessuto urbano, fatti di cronaca, feste popolari (Madonna dell'Arco, Montevergine, la corsa dei Gigli di Nola). Le foto vanno messe in collegamento con la stagione del verismo artistico e letterario, che fa capo a protagonisti come Vincenzo Gemito, Vincenzo Migliaro e Matilde Serao.
Natascia Festa
Cuffaro, le motivazioni della Cassazione:
«C'era accordo politico-mafioso col boss»
Per la Suprema Corte è accertata la sussistenza di «ripetuti contatti» tra l'ex governatore e Guttadauro
PALERMO - Per la Suprema Corte è «accertata» la «sussistenza di ripetuti contatti» fra l’ex governatore della Sicilia, Salvatore Cuffaro e «vari esponenti» di Cosa Nostra: questo, scrive la Cassazione, «spiega» quale sia stato «l’atteggiamento psichico» dello stesso Cuffaro nel rivelare al boss di Brancaccio Guttadauro, «con il quale aveva stipulato un accordo politico mafioso», la notizia che c’erano indagini sul capomandamento. È tutto nelle motivazioni, appena depositate, della sentenza con la quale lo scorso 22 gennaio è stata confermato la condanna a sette anni di reclusione, a carico di Cuffaro, per rivelazione di segreto d’ufficio e favoreggiamento personale, con l’aggravante di aver favorito l’intera organizzazione mafiosa di Cosa Nostra. Da allora il politico siciliano è nel carcere di Rebibbia.
LA SENTENZA - Il verdetto sulla posizione di Cuffaro si compone di circa 80 pagine di motivazione, mentre l’intera sentenza - n.15583 della seconda sezione penale - si estende per 215 pagine e comprende anche le posizioni degli altri 10 coindagati. I supremi giudici sottolineano che, in maniera del tutto corretta, argomentata e riscontrata, i giudici della corte di appello di Palermo - con la sentenza emessa il 23 gennaio 2010, che ha innalzato da cinque a sette anni la condanna a Cuffaro con l’accusa di mafia - hanno provato l’esistenza dell’accordo «politico mafioso» tra «il capomandamento Guttadauro Giuseppe e Salvatore Cuffaro, e la consapevolezza di quest’ultimo di agevolare l’associazione mafiosa, inserendo nella lista elettorale per le elezioni siciliane del 2001 persone gradite ai boss e rivelando, in più occasioni, a personaggi mafiosi l’esistenza di indagini in corso nei loro confronti. La Cassazione ricorda che Guttadauro stringe l’accordo con il Cuffaro, mediato dal portavoce Miceli, «proponendo all’uomo politico, che accetta (e inserisce nella lista) la candidatura alle elezioni regionali del Miceli, mobilitando l’intera famiglia mafiosa per le consultazioni, al fine di ottenere il sostegno per un ridimensionamento del regime carcerario del 41 bis, per il controllo dei flussi della spesa pubblica e per il condizionamento delle attività economiche sul territorio, tutti interessi dell’associazione mafiosa che Miceli si era impegnato a realizzare».
Redazione online
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