domenica 5 dicembre 2010

Ferrovie, l'Isola resta a terra: eslusa dai piani del Governo



Saltano quattro progetti, tra cui la stazione a Elmas. Mauro Pili annuncia il ricorso alla Corte Costituzionale.
 La Sardegna resta a terra, dimenticata ed esclusa dai progetti delle Ferrovie. 




Ne danno notizia i parlamentari sardi, sia del Pd che del Pdl, che denunciano l'ennesima esclusione dell'Isola dai piani del Governo. Progetti attesi da tempo non verranno realizzati, come risulta nell'accordo di programma tra il ministero delle Infrastrutture e Rete ferroviaria italiana spa.

LA DENUNCIA «La Sardegna è sparita - denuncia il senatore del Pd Francesco Sanna annunciando per domani la presentazione di un'interrogazione urgente, sottoscritta da tutti i senatori del partito, al ministro Altero Matteoli - si assiste a un'ondata di definanziamenti e rinvii delle opere previste». Arrabbiatissimo il deputato Pdl, Mauro Pili, firmatario di un'interrogazione con Settimo Nizzi, Bruno Murgia, Carmelo Porcu e Paolo Vella. Pili annuncia in commissione Trasporti la decisione di contrastare in tutti i modi i progetti del Governo. «Non voto questo piano - dice Pili - perché cancella la Sardegna dalla rete ferroviaria italiana: è incostituzionale, grave e lesivo della coesione nazionale e del riequilibrio tra regioni». Scende in campo anche l'Unione popolare cristiana con il segretario Antonio Satta: «Finalmente il Pdl, con Pili, apre gli occhi sullo stato comatoso dei trasporti ferroviari nell'Isola. Non solo le strade sono malridotte ma anche per le ferrovie, che scontano un arretramento decennale, non è stato previsto alcun piano di rilancio. L'amore di Berlusconi per la Sardegna - dice il segretario dell'Upc - è solo sulla carta».

I PROGETTI I progetti al palo sono quattro. In primo luogo salta la velocizzazione del percorso dei treni tra San Gavino, Sassari e Olbia: «L'opera vale 607 milioni di euro - dice Sanna - previsti nel 2008 due milioni da impiegare per la progettazione: questi vengono cancellati e sino a tutto il 2011 non ci saranno fondi». Non c'è traccia neppure del potenziamento della tratta Cagliari-Oristano, 129 milioni di euro di lavori. «Poco più di 23 erano da spendere adesso, sono stati cancellati del tutto». Altro progetto è lo sviluppo della flotta navale per combinare il trasporto via mare con il treno, al quale erano destinati 50 milioni. «Ora nel contratto di servizio si ridefiniscono i fabbisogni in termini di unità navali e si cancella integralmente la previsione finanziaria», fa sapere Sanna. Rinviata anche la nuova stazione ferroviaria all'aeroporto di Elmas: i 7,7 milioni di euro che servono per realizzarla sono fermi. «Nell'aggiornamento del contratto - attacca Sanna - le risorse aggiuntive sono solo gli 11 milioni per il raddoppio della Decimomannu-San Gavino, ma 5 milioni sono finanziati dalla Regione».

CONTROFFENSIVA Secondo Pili, «il piano è illegittimo, si esclude la Sardegna dalla cartina geografica: quel contratto va impugnato alla Corte Costituzionale. Sta passando la tesi che la posizione della Regione è ancora quella scellerata di Soru che aveva pensato di risolvere il problema con qualche trenino in più. Il problema non sono i trenini ma rifare binari e reti ferroviarie adeguate sia su pendenze che rettifili. Va ripreso l'accordo di programma quadro 2004 che si era fermato per colpa di chi aveva bloccato il piano di infrastrutturazione della rete ferroviaria sarda». A tutto ciò si aggiunge - ricorda l'Upc - «l'incapacità del Governo di dotare della quarta corsia la Sassari-Olbia: Roma ci considera solo quando deve inviare i mafiosi nelle nostre carceri».
05 Dicembre 2010
FONTE:
http://www.unionesarda.it/Articoli/Articolo/205616


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