domenica 28 novembre 2010

Messo «sottovuoto» l'Uomo di Altamura


di GAETANO CAMPIONE
Il futuro dell’«Uomo d’Altamura» è tridimensionale, a metà tra la realtà virtuale e quella hollywoodiana da effetti speciali. Perché, una volta ottenute tutte le informazioni possibili e immaginabili sotto il profilo storico-scientifico, la grotta di Lamalunga sarà chiusa. Per sempre.
È questo l’unico modo per conservare uno dei più importanti giacimenti paleontologici del Mediterraneo dalle contaminazioni. E, quindi, dall’autodistruzione.
Ruggero Martines, direttore generale per i Beni culturali e paesaggistici della Puglia - dal 1° dicembre il suo posto sarà preso da Isabella Lapi Ballerini - lascia un percorso tracciato e una sfida da un milione di euro. È la somma prevista dall’accordo quadro di programma, da dividere col Comune di Altamura appena si raggiungerà l’intesa. La sfida è mettere insieme il patrimonio culturale e il mondo della tecnologia, affinché condividano lo stesso linguaggio, comunichino, si capiscano. Infatti, 700mila euro serviranno per completare gli studi e gli approfondimenti, 300mila euro potranno essere utilizzati per allestire, in un palazzo del centro storico di Altamura di proprietà dell’amministrazio- ne comunale, una specie di museo virtuale, dove sarà possibile toccare l’Uomo, osservarlo da tutte le angolazioni, rivivere e riprodurre addirittura le emozioni dal vero di una discesa nella grotta.
Martines ha ribadito con forza la necessità di conservare l’«Uomo di Altamura» «sottovuoto» e non «sottovetro». E non ha escluso l’idea di una Fondazione tra Università interessate alla paleontologia (da Porto Badisco a Trinitapoli la Puglia è piena di siti da valorizzare) e pronte a raccogliere le tante diversità del nostro territorio. Una cosa ben diversa dalla gestione della grotta, la cui fruizione deve essere solo di carattere virtuale.
L’occasione per fare il punto sugli studi dell’«antenato» di tutti i pugliesi è arrivata dalla presentazione del secondo numero della rivista «Dire in Puglia», dedicato tutto all’«Uomo di Altamura». Gli studiosi, grazie alle tecniche più avanzate, ci raccontano come siamo di fronte ad un cacciatore Neandertaliano, alto 160 centimetri, forse dai capelli rossicci, che molto probabilmente è caduto in una buca. Ma i piccoli segreti racchiusi nei resti di Lamalunga sono tanti. Si aspettano ancora la datazione assoluta dei reperti ossei (quelli animali all’ingresso della grotta risalgono a 40mila anni fa mentre quelli sullo scheletro umano ci riporterebbero molto indietro nel tempo, lungo la linea evolutiva dall’Homo di Neandertal), i riscontri sul paleoclima, sulla grotta-contenitore. Le certezze legate al Dna arriveranno a breve.
E c’è anche chi ha proposto l’estrazione in sicurezza e con modalità non invasive del cranio e della mandibola. Intanto l’esplorazione del sito di Lamalunga prosegue. Con risultati incredibili che vanno oltre il sogno. C’è chi racconta di una lucentissima grotta zeppa di cristalli scoperta e subito richiusa. Ne sentiremo parlare.
27 Novembre 2010
Fonte: 
http://www.lagazzettadelmezzogiorno.it/notizia.php?IDNotizia=385616&IDCategoria=11


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