29 dicembre 2010 -
Troppe poche le Stelle al Sud. 9 in Sicilia e 49 in Lombardia, 37 in Piemonte e 21 in Veneto, per fare un primo esempio. No, non si discute di astronomia ma di gastronomia premiale.
La crociata parte dal sindaco di Noci, in Puglia, che di stelle ne ha solo 4, alla faccia di orecchiette, burrate, frutti di mare e pesce vivo cucinato con i migliori ortaggi del Paese. Piero Liuzzi ha scritto un documento, ha già raccolto 13 adesioni ed ha fatto partire la crociata contro la Michelin e l’altrettanto prestigiosa guida de l’Espresso.
Denunciano i firmatari: in tutto il Mezzogiorno i locali con una stella sono 33, con due 8 e con tre nessuno. Sebbene, è assolutamente il caso di sottolinearlo, chef come Ciccio Sultano a Ragusa e Pino Cuttaia a Licata, hanno avuto, negli anni, numerosi e prestigiosi riconoscimenti dalle Guide.
E allora, perchè il Sud viene ignorato? Per lo chef di Don Alfonso, uno dei locali più premiati e più amati dai commensali italiani e stranieri, le ragioni sono legate alla geografia e alle economie dei luoghi. Vecchia storia, e non riguarda certo solo le cucine del Sud.
Insomma, più sei vicino alla sede della Guida più facilmente sarai giudicato. E premiato.
Morale? “Uscire dal guscio - consiglia lo chef campano – mai piangersi addosso, e rimboccarsi le maniche in tutti i sensi. Esportare, insomma, la qualità egregia delle materie prime e delle professionalità meridionali in cucina con una buona e costante comunicazione.
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