Giuseppe Timpone
Ieri, il Tesoro italiano ha collocato titoli obbligazionari, per complessivi otto miliardi di euro, che si aggiungono all’asta del giorno precedente, che aveva collocato BoT e CTz, per altri 12 miliardi di euro.
In sostanza, il Tesoro, in soli due giorni, è riuscito a piazzare titoli, per complessivi 20 miliardi di euro; una cifra che risalta ancora di più, se si considera il clima festivo di questi giorni, con scambi ridotti sui mercati finanziari. Dato, ancora più importante, in considerazione della capacità del Tesoro di non piazzare il fabbisogno tutto sulle spalle del primo periodo del 2011, quando una forte richiesta di quattrini, da parte dei governi di Eurolandia potrebbe provocare forti tensioni sui mercati; e l’Italia, tra tutti, avrebbe la fetta più grossa di richieste.
I BTp triennali e decennali, complessivamente del valore di 6 miliardi, hanno segnato rendimenti al 3,25% e al 4,8%, rispettivamente. Rialzi di 39 e 36 centesimi, dall’ultima asta.
Questa è l’unica nota dolente dell’asta; il costo del debito aumenta per l’Italia, anche se i margini sono ancora di non forte impatto ed entità.
Quanto ai CcT indicizzati all’Euribor, il loro riscontro sul mercato non è stato parecchio esaltante. Trattasi di obbligazioni poliennali, in questo caso a 5 e a 7 anni, i cui tassi hanno un fisso garantito, legato all’Euribor, che dovrebbero sostituire gradualmente i vecchi CcT, legati ai rendimenti dei BoT, mai molto amati dal mercato.
I CcT con scadenza 2015 e 2017 hanno raccolto risparmio, per circa 2 miliardi, comunque circa 200 milioni in meno del tetto massimo prefissato dal Tesoro; segno che questi nuovi titoli dovranno essere meglio studiati e pubblicizzati.
I loro rendimenti sono saliti, rispettivamente, al 2,8% e al 2,92%.
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