venerdì 31 dicembre 2010

La maggior parte dei dipendenti pubblici è al Nord (34,7%).

di D. Col.
ROMA. Il blocco del turn-over, al netto delle deroghe che di tanto in tanto il legislatore concede, sta dando i suoi effetti. Il popolo del pubblico impiego comincia infatti a ridursi significativamente anche se continua a crescere la massa salariale.



Nel 2009, secondo i dati diffusi ieri dalla Ragioneria generale dello stato nel consueto Conto annuale, il numero dei dipendenti a tempo indeterminato è calato di circa 37.000 unità.

Considerando anche i contratti a termine della scuola che non sono stati rinnovati la riduzione complessiva è stata di 64mila addetti (-1,89% rispetto al 20o8). Un anno fa i colletti bianchi e le tute blu impiegate in tutte le amministrazioni centrali e periferiche erano poco più di 3,3 milioni (3.311.582, per la precisione; contro i 3.366.376 unità nel 2007 a 3.375.440 nel 2008, per una riduzione nel triennio dell`1,63%). Una cifra che sale a 3 milioni e 494mla dipendenti se si aggiungono i corpi di polizia, le forze armate, i dipendenti con contratto flessibile, gli interinali i lavori socialmente utili (in questo caso il calo è del 2,21% rispetto al 2007).

A fronte di questo trend, che conferma le proiezioni fatte a fine ottobre dal ministero della Pa e l`Innovazione, la curva dei costi complessivi del personale dipendente e dei contrattisti dell`intera Pa è continuata invece a crescere. Nel 2007 sono stati spesi 156,1.12 miliardi, che sono diventati 166,658 nel 2008 per arrivare a 168,149 l`anno scorso, con una crescita nel triennio del 7,71 %. Una dinamica frutto della complessità e della lentezza che caratterizza i rinnovi contrattuali nei numerosi comparti che attualmente frazionano le diverse amministrazioni.

Anche al netto degli effetti trascinamento e degli arretrati, l`andamento della spesa per il personale è cresciuta comunque ben oltre il tasso composto di inflazione, con un incremento del 2,9% tra il 2009 e il 20o8 dopo il +4,26% del 2008 sul 2007. Negli ultimi tre anni, annota in particolare la Ragioneria, il pagamento degli arretrati per le cosiddette competenze fisse e accessorie è stato pari a 2,7 miliardi nel 2009,6 miliardi nel 2008 e 2 miliardi nel 2007.

Come si può notare dalla tabella, nel triennio il tasso di crescita delle retribuzioni medie più elevato tra i principali comparti è stato quello della scuola (+15,2%) circa il doppio di quello, per esempio, del servizio sanitario nazionale. Ma proprio nella scuola si registra anche il livello di retribuzione medio tra i più bassi dopo i ministeri e le amministrazioni periferiche (30.570 euro nel 2009, contro una media per l`intero pubblico impiego di34.497 euro). L`altro dato interessante del Conto annuale e che conferma gli effetti degli ultimi interventi governativi riguarda il numero delle giornate medie di assenza pro-capite, anch`esse in calo:
19 giorni nel 2009, di cui 9,1 per malattia, contro i 21,5 giorni nel 2008, di cui 10,7 per malattia, e i 22,1 giorni del 2007 di cui per malattia 12,2.
In aumento, e lo sarà ancora di più negli anni a venire alla luce dei requisiti più restrittivi sui pensionamenti per vecchiaia, la presenza femminile e la sua incidenza sul totale a tempo indeterminato. Le dipendenti statali a fine 2009 erano 1.827.271 (55,2% del totale), con un incremento particolare soprattutto nei comparti Sanità, regioni ed autonomie locali, ma anche negli enti di ricerca, la magistratura e i corpi di Polizia. Infine la mappa geografica dei travet: la maggior parte dei dipendenti pubblici con contratto a tempo indeterminato è al Nord (34,7%), contro il 31,8% del Centro, e il 33,3% di Sud e Isole.

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