Per aver assunto, da presidente del Financial stability board una vera leadership nella crisi internazionale guadagnandosi la credibilità per costruire la nuova regolazione finanziaria.
Anche quest'anno la sua relazione annuale agli azionisti di Banca d'Italia è stata la più lucida delle analisi sulla situazione economica del paese. La vigilanza sulle banche ha consentito agli istituti italiani di non venire coinvolti dalla bufera e sul fronte internazionale ha esercitato con intelligenza moral suasion nei confronti della Bce per indurla a un atteggiamento prudenziale nell'acquisto di bond. Come presidente del Financial stability board, nei vertici di Pittsburgh e Londra ha assunto la leadership nella crisi, tanto da essere, come sostiene anche il Financial Times, il più autorevole candidato alla successione di Trichet alla guida della Bce. Un candidato non «italiano» ma veramente «europeo».
31 dicembre 2010
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