sabato 17 marzo 2012

pm:17.3.12/ La cinta dei pantaloni non serve, o serve, dipende: se si tratta della Campania o dell’Abruzzo serve a campani ed abruzzesi per stringerla. Questo governo fa quello che Tremonti sognava: bisogna mandarlo via, non serve al Mezzogiorno.

Puglia, il grande falò delle tradizioni
Consiglio dei Ministri n. 19 del 16 marzo 2012
Monti: rapporto con Fiat non sempre sano
Per la Spagna in crisi l'austerity non basta
Trst, oltrepadania. Nasce la piccola Europa dell’Adriatico

Puglia, il grande falò delle tradizioni
di GIACOMO ANNIBALDIS
Ricòrdati di santificare le feste. Il terzo comandamento del decalogo cristiano si è mutato in un più sotterraneo appello alla memoria collettiva. È un dovere ricordare le feste popolari con i loro costumi e liturgie, tradizioni e riti. La memoria rinverdisce la nostra identità territoriale, che la cultura cosiddetta «globalizzata» contribuisce a far sbiadire sempre di più. È questa la «missione» che si è prefissa Pietro Sisto, italianista dell’Unversità di Bari ma sempre più immerso in una dimensione antropologica.
Lo studioso di Putignano - coinvolto profondamente nella tutela e nella ricerca storica sul noto Carnevale della sua cittadina - ha dedicato alla memoria delle feste «popolari» una serie di approfondimenti sulla «Gazzetta del Mezzogiorno»: articoli che - come «opere e giorni» esiodei - coglievano le tracce vive o svanite di tradizioni, e le intrecciavano con una raffinata indagine delle fonti antiche che ne testimoniavano la preesistenza. Quei contributi, non essendo effimeri, non meritavano di finire al macero con le pagine del quotidiano; e giustamente sono stati ripresi - con aggiornamenti e rivisitazioni - in un volume: I giorni della festa , il cui sottotitolo invia a «Miti e riti pugliesi tra memoria e realtà» (Progedit, pp. 205, euro 27).
Sulla scia di almanacchi e di strenne del tempo passato, il volume di Sisto sfoglia i giorni «in rosso» sul calendario, ripercorrendo alcune delle festività che si svolgono in Puglia (ma non solo), e connotando gli aspetti che più riguardano il territorio. Le parole si coniugano con le numerose immagini; e, come copertina, ogni mese dell’anno è aperto - nel volume - dalle riproduzioni di «Les Très Riches Heures» il calendario del Duca di Berry (1411-1416). A gennaio, apprendiamo che a produrre la prima strenna- almanacco nel Regno di Napoli fu il pugliese Giuseppe Del Re (nato a Turi il 1806), che stampò «L’Iride» nel 1833, «pubblicazione raffinata ed elegante rivolta soprattutto alla nobiltà che frequentava la corte» borbonica, e che rammentava le date delle «gale della real casa». A Bari Tiberio Pansini editò invece la strenna «La Lodoletta» nel 1848.
Pubblicazioni seguite dall’odorosa scia (di borotalco o di colonia) con cui si presentavano i calendarietti dei barbieri, illustrati con le mitiche donnine tutte da sognare. I falò, i fuochi pirotecnici, i palloni aerostatici... usanze e alchimie che allietavano le feste patronali e che mescolavano antichi riti della luce con le moderne tecniche esplosive e chimiche: vengono da Sisto chiamati all’appello, a fare luminoso corteo all’orgoglio delle «piccole patrie», ai simboli e alle devozioni che a lungo ci hanno contrassegnato.
Ai santi patroni, che fossero San Rocco o Sant’Antonio Abate con i loro animali - il cane e il porcello - e le terapie ai mali secolari (la peste e il «fuoco sulla pelle»), si intrecciavano le liturgie del Natale e della Settimana Santa, dell’Ascensione, giorno in cui si credeva che il cielo «fosse aperto», e del Corpus Domini, con la processione del Santissimo, i tappeti di fiori per terra e le coperte di seta stese ai balconi e alla finestre. A Brindisi l’ostia sacra va ancora sul «Cavallo parato»; a Otranto il corteo con la santa particola va a mare, nel porto, tra lanci di fiori sulle onde. Alle feste religiose, declinate con gesti, cibi e contorni popolari, si alternavano eventi stagionali pienamente laici, spesso condannati dalla Chiesa oppure assimilati. La festività di San Giovanni Battista, il 24 giugno, scandiva la magia del solstizio d’estate, celebrato con il comparatico e gli altri riti. A San Francesco d’Assisi, in ottobre, arrivava «il tordo e il fresco»; e a Castellana la gente se n’andava con trappole («tuledde», cappi di crine di cavallo), fischietti («zippiaturi»), gabbie di vimini. E gli uccelletti venivano messi in salamoia, da inviare a compaesani immigrati. A San Martino, in novembre, l’orso andava in letargo per risvegliarsi alla Candelora; e si faceva la festa ai «cornuti».
Tra Carnevale, Quaresima, Calendimaggio e fine d’anno, l’anno passava per tornare sui suoi passi. Lasciando orme, perdute ormai. Lamenta Sisto: «I ritmi sempre più frenetici e incalzanti della modernità e le immagini sempre più invasive e virtuali dei mezzi di comunicazione di massa hanno finito per cancellare riti e cerimonie che in passato accompagnavano i momenti più importanti dell’anno solare, i giorni magici e inquietanti di un calendario ormai sbiadito dal tempo».

Consiglio dei Ministri n. 19 del 16 marzo 2012
16 Marzo 2012
Il Consiglio dei Ministri si è riunito oggi alle ore 11,10 a Palazzo Chigi, sotto la presidenza del Presidente del Consiglio, Mario Monti.
Segretario il Sottosegretario di Stato alla Presidenza, Antonio Catricalà.
Le misure adottate dal Consiglio dei Ministri riguardano:
a. Ratifica ed esecuzione dell’accordo quadro tra l’Unione europea e i suoi Stati membri e la Repubblica di Corea;
b. Integrazioni e modifiche alle norme relative all’esercizio di alcuni diritti degli azionisti di società quotate;
c. Attuazione delle direttive comunitarie relative a: (a) recupero di vapori di benzina durante il rifornimento dei veicoli a motore nelle stazioni di servizio; (b) condizioni di ingresso e soggiorno di cittadini di Paesi terzi che intendano svolgere lavori altamente qualificati (cd. Blue Card);
d. Deliberazioni su dissensi emersi in Conferenza di servizi in merito a: (a) progetto di realizzazione di un porto turistico in località Torre Flavia, Comune di Ladispoli (Roma); (b) progetto di sperimentazione dell’uso di CDR e pneumatici triturati quali combustibili alternativi nello stabilimento di Tavernola Bergamasca (Bergamo);
e. Proroga dello scioglimento del Consiglio comunale di San Procopio (Reggio Calabria);
f. Leggi regionali
g. Nomine

A. ACCORDO QUADRO CON LA COREA DEL SUD
Su proposta del Ministro degli affari esteri, di concerto con i Ministri dell’Economia, dell’Ambiente, delle Politiche agricole, dell’Interno, dello Sviluppo economico, delle Infrastrutture e trasporti, della Giustizia e per gli Affari europei è stato approvato il disegno di legge che ratifica l’Accordo quadro tra l’Unione Europea e la Corea del Sud.
L’accordo riveste grande valenza politica, ponendo le premesse per un sostanziale salto di qualità nelle relazioni tra la UE e la Corea del Sud. In considerazione del peso crescente che tale Paese sta assumendo a livello internazionale, l’intesa amplia infatti la collaborazione al di là dell’ambito economico ora prevalente, estendendola a tutti i temi principali dell’agenda politica e del dialogo settoriale.
Oltre a prevedere un dialogo politico ad ampio raggio ed il rafforzamento della cooperazione regionale in seno alle principali organizzazioni internazionali, vengono individuate alcune aree di cooperazione prioritaria:
1) la promozione dello sviluppo economico (politica economica, cooperazione fra imprese, fiscalità, cooperazione doganale, concorrenza, tecnologia e società dell’informazione, politica dei consumatori);
2) lo sviluppo sostenibile (salute, ambiente, affari sociali, cambiamenti climatici, agricoltura);
3) energia e sicurezza energetica;
4) trasporti; turismo; società civile; pubblica amministrazione; istruzione e cultura; giustizia libertà e sicurezza (cooperazione giuridica, migrazione, lotta contro le droghe, contrasto della criminalità organizzata, della corruzione e del riciclaggio).
Viene così posta la cornice giuridica di un autentico partenariato strategico, nell’ambito del quale affrontare congiuntamente le grandi sfide globali.
A tutela del corretto funzionamento dell’Accordo, è stato previsto un Comitato misto, composto da rappresentanti del Consiglio e della Commissione europea e della Repubblica di Corea, che si riunirà una volta l’anno alternativamente a Bruxelles e a Seoul, incaricato inoltre di definire le priorità d’azione da perseguire nell’ambito dell’intesa e di garantire uno sviluppo armonioso delle relazioni complessive tra le parti.

B. DIRITTI DEGLI AZIONISTI DI SOCIETÀ QUOTATE
La direttiva 2007/36/CE dell’11 luglio 2007, relativa all’esercizio di alcuni diritti degli azionisti di società quotate, ha introdotto importanti novità in tema di funzionamento dell’assemblea con l’obiettivo di favorire la partecipazione degli azionisti alla vita della società e, in particolare, l’esercizio del voto (anche transfrontaliero).
La direttiva è stata recepita nell’ordinamento italiano con il decreto legislativo n. 27 del gennaio 2010. Il decreto legislativo ha, in realtà, una portata più ampia della direttiva. In base alle indicazioni della legge delega, infatti, conteneva una rivisitazione completa della normativa in materia di gestione accentrata e dematerializzazione e della disciplina della sollecitazione di deleghe di voto, nonché alcuni adeguamenti in materia di disciplina dell’assemblea, di impugnazione delle delibere assembleari e di diritto di recesso. Il decreto conteneva anche la previsione di un meccanismo di identificazione degli azionisti, tramite gli intermediari.
I dati evidenziano come dalle nuove norme sia derivata una partecipazione senza precedenti degli azionisti alle assemblee e una migliore percezione della governance delle società quotate italiane. In particolare, la nuova disciplina ha consentito agli investitori istituzionali, italiani ed esteri, di esercitare più agevolmente (e con minori costi) i relativi diritti amministrativi, con un sensibile miglioramento dell’efficienza del sistema finanziario nel suo complesso.
La prima applicazione della normativa ha tuttavia evidenziato alcune criticità. Tra queste, le più importanti sono:
- La disciplina della convocazione unica, con riguardo alla prassi invalsa di delegare al consiglio di amministrazione la facoltà di decidere volta per volta, in relazione a singole assemblee, di ricorrere o meno all’unica convocazione;
- L’estensione alle assemblee speciali dei portatori di obbligazioni ammesse al sistema di gestione accentrata delle disposizioni in materia di legittimazione all’intervento e al voto in assemblea;
- L’individuazione della record date nei casi in cui le date delle adunanze delle assemblee successive alla prima convocazione non fossero stabilite nell’unico avviso di convocazione ma con avvisi separati;
- Determinazione del termine della pubblicazione delle relazioni sulle materie all’ordine del giorno o dei documenti da sottoporre all’assemblea quando per le materie cui si riferiscono siano astrattamente previsti termini di convocazione diversi;
- L’opportunità di mantenere una disciplina omogenea per quanto riguarda l’informativa preassembleare per tutte le società quotate, lucrative o meno;
- La disciplina della sollecitazione di deleghe, con riguardo all’ipotesi che l’emittente si renda promotore di una sollecitazione di deleghe e all’estensione della disciplina della sollecitazione di deleghe anche con riferimento alle assemblee speciali;
- La disciplina della relazione finanziaria annuale, con riguardo alle caratteristiche del modello dualistico di amministrazione e controllo della società.
Per risolvere le criticità evidenziate è stato predisposto uno schema di decreto correttivo. L’intervento approvato dal Consiglio dei Ministri è dunque sostanzialmente di fine tuning ed è volto ad eliminare difficoltà applicative, incertezze interpretative e difetti di coordinamento della normativa.
Tra le modifiche previste dallo schema di decreto correttivo si segnalano in particolare tre aspetti:
1) l’estensione del meccanismo della record date alla legittimazione all’intervento e al voto nelle assemblee speciali qualora gli strumenti finanziari rilevanti siano negoziati in mercati regolamentati o nei sistemi multilaterali di negoziazione;
2) la riscrittura della disciplina del diritto di porre domande prima dell’assemblea;
3) la revisione delle disposizioni relative alle pubblicazione della relazione finanziaria annuale.

C. ATTUAZIONE DELLE DIRETTIVE COMUNITARIE
Il Consiglio dei Ministri ha approvato due schemi di decreto legislativo di attuazione di due direttive comunitarie. Si tratta di:
1. Condizioni di ingresso e soggiorno di cittadini di Paesi terzi che intendano svolgere lavori altamente qualificati (cd. Blue Card).
L’approvazione dello schema di decreto legislativo, avvenuta su proposta del Ministro degli affari europei e del Ministro del lavoro e delle politiche sociali, di concerto con i Ministri degli affari esteri, per la pubblica amministrazione e semplificazione, della giustizia, dell’economia e delle finanze e dell’interno, recepisce la direttiva del Consiglio europeo del 25 maggio 2009 e contribuisce al conseguimento degli obiettivi di Lisbona in tema di crescita sostenibile con nuovi e qualificati posti di lavoro. La strategia di Lisbona, infatti, ha previsto di “attirare e trattenere lavoratori altamente qualificati provenienti da Paesi extracomunitari”, pur sempre nel rispetto del principio di preferenza comunitaria. Lo scopo è quello di riconoscere alla migrazione legale un ruolo di rafforzamento dell’economia e della conoscenza europee, incrementando al tempo stesso la competitività delle imprese e la capacità di attrarre lavoratori stranieri di alto profilo formativo e professionale.
Lo schema di decreto in questione integra il vigente quadro normativo (Testo unico dell’immigrazione), facilita l’ammissione di tali cittadini nel territorio europeo e nazionale e armonizza le condizioni del loro ingresso e soggiorno, prevedendo l’introduzione di una nuova tipologia di titolo di soggiorno, denominato ‘Blue Card’.
2. Recupero di vapori di benzina durante il rifornimento dei veicoli a motore nelle stazioni di servizio.
L’approvazione dello schema di decreto legislativo, su proposta del Ministro per le politiche europee e del Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, di concerto con i Ministri della Salute, della Giustizia, degli Affari esteri, dell’Economia e delle finanze, recepisce la direttiva comunitaria 2009/126/CE. La direttiva stabilisce, ai fini della tutela della salute e dell’ambiente, misure intese a ridurre la quantità di vapori di benzina (ricompresi tra i composti organici volatili) emessi nell’atmosfera durante il rifornimento dei veicoli a motore nelle stazioni di servizio.
Lo schema di decreto prevede che gli impianti distribuzione di benzina per i veicoli a motore nuovi o assoggettati a completa ristrutturazione (il cui flusso sia superiore a determinate soglie) debbano essere equipaggiati con sistemi di recupero. L’obbligo si estende poi, entro il 2018, agli impianti di distribuzione esistenti che hanno un flusso di benzina superiore a 3000 mc/anno. Questi sistemi devono avere un’efficienza di cattura dei vapori di benzina pari o superiore all’85% e un rapporto vapore / benzina compreso tra 0,95 e 1,05 (sistemi di recupero dei vapori di fase II).

D. DELIBERAZIONI SU DISSENSI EMERSI IN CONFERENZA DI SERVIZI
Il Consiglio dei Ministri, a seguito di rimessioni, ha poi deliberato in merito a due progetti:
1. deliberazione negativa in merito alla realizzazione del progetto di un porto turistico in località Torre Flavia, Comune di Ladispoli (Roma);
2. deliberazione positiva in merito alla realizzazione del progetto di sperimentazione dell’uso di CDR (combustibile derivato da rifiuti) e pneumatici triturati quali combustibili alternativi nello stabilimento di Tavernola Bergamasca (Bergamo).

E. PROROGA DELLO SCIOGLIMENTO DEL CONSIGLIO COMUNALE DI SAN PROCOPIO
Il Consiglio dei Ministri ha inoltre deliberato la proroga della gestione commissariale del Consiglio comunale di San Procopio (Reggio Calabria). Lo scioglimento era stato disposto il 23 dicembre 2010 a seguito del riscontro di fenomeni di infiltrazione e condizionamento da parte della criminalità organizzata.
La proroga della gestione commissariale è stata decisa per assicurare il ripristino dei principi democratici di legalità e per restituire efficienza e trasparenza all’azione amministrativa dell’ente.
F. LEGGI REGIONALI
Il Consiglio dei Ministri ha esaminato sei leggi regionali su proposta del Ministro per gli affari regionali, Piero Gnudi. Nell’ambito di tali leggi, il Consiglio ha deliberato l’impugnativa, dinanzi alla Corte Costituzionale, delle seguenti leggi:
1) Abruzzo - Legge n. 3 del 13/11/2012, recante “Modifiche all'art. 35 della L.R. 30 aprile 2009, n. 6, recante: "Disposizioni finanziarie per la redazione del bilancio annuale 2009 e pluriennale 2009 - 2011 della Regione Abruzzo (Legge finanziaria Regionale 2009)" e altre disposizioni di adeguamento normativo.”
Alcune disposizioni contrastano con la legislazione statale in materia di accreditamento delle strutture sanitarie, nonché con le previsioni del Piano di rientro per il disavanzo sanitario, violando gli articoli 117, terzo comma, e 120, della Costituzione.
2) Campania - Legge n. 1 del 27/01/2012, recante “ Disposizioni per la formazione del bilancio annuale 2012 e pluriennale 2012 - 2014 della regione Campania (Legge finanziaria regionale 2012).”
Numerose disposizioni, intervenendo sull’assetto organizzativo delle Aziende ospedaliere universitarie, sul relativo finanziamento, in materia di personale regionale, di finanza pubblica, di contratti pubblici, nonché in materia di concessioni per la ricerca e l’utilizzazione delle acque minerali e termali, contrastano con la legislazione statale vigente nonché con l’attuazione del Piano di rientro dal disavanzo sanitario, in violazione degli articoli 3; 81; 97; 117, secondo comma, lettere l), m), s); 117, terzo comma, e 120 della Costituzione.
3) Campania - Legge n. 2 del 27/01/2012, recante “Bilancio di previsione della regione Campania per l'anno 2012 e bilancio pluriennale per il triennio 2012 - 2014.”
Alcune disposizioni, disponendo il ricorso al mercato finanziario per l’anno 2012 senza la previa approvazione del rendiconto per l'esercizio finanziario 2010 o essendo prive di garanzia di copertura finanziaria, violano gli articoli 81, quarto comma, e 117, terzo comma, della Costituzione.
4) Campania - Legge n. 3 del 27/01/2012, recante “ Disposizioni per l'attuazione del piano di rientro del settore sanitario.
Alcune disposizioni, apportando modifiche e integrazioni alle norme della legge regionale n. 4 del 2011 già impugnate dal Governo senza eliminarne i motivi d’incostituzionalità, contrastano con l’attuazione del Piano di rientro dal disavanzo sanitario e con il mandato del Commissario ad acta, violando gli articoli 117, terzo comma, e 120 della Costituzione.
Per altre leggi regionali, invece, il Consiglio dei Ministri ha deliberato la non impugnativa. Si tratta delle seguenti leggi:
1) Sardegna – Legge n. 1 del 27/01/2012, recante “Autorizzazione all'esercizio provvisorio del bilancio della Regione per l'anno 2012.”
2) Trentino Alto Adige – Legge n. 1 del 20/01/2012, recante “Rendiconto generale della Regione autonoma Trentino-Alto Adige per l'esercizio finanziario 2010.”

G. NOMINE
Infine, il Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro dell’interno, ha reintegrato il prefetto a riposo Giovanni TROIANI nell’incarico di Commissario per il coordinamento delle iniziative di solidarietà per le vittime dei reati di tipo mafioso, fino al 19 giugno 2012, in ottemperanza al ricorso accolto dal Consiglio di Stato.
Su proposta del Ministro della giustizia, sono stati nominati dirigenti generali penitenziari i dottori Pietro BUFFA, Carmelo CANTONE ed Enrico SBRIGLIA.
Su proposta del Ministro della difesa, il generale di divisione dell’Esercito Danilo ERRICO è stato promosso generale di corpo d’armata.
Il Consiglio dei Ministri ha preso atto e condiviso la proposta dei Ministri Severino e Moavero di comunicare la conferma del prof. Antonio TIZZANO e del prof. Paolo MENGOZZI, rispettivamente, a giudice e avvocato generale della Corte di giustizia europea.
Il Consiglio, nel decidere l’assunzione a carico dello Stato delle spese per i funerali dell’ing. Franco Lamolinara, ha condiviso la proposta del Presidente Monti di assumere analoga decisione per il sindacalista Placido Rizzotto, figura emblematica della lotta contro la mafia, una volta terminati gli accertamenti tecnici sui resti recuperati.
Il Consiglio è terminato alle ore 13,45

Monti: rapporto con Fiat non sempre sano
Ma ha diritto scegliere dove investire
17 marzo, 13:44
(ANSA) - MILANO, 17 MAR - ''Credo che il rapporto tra l'Italia e la Fiat sia un rapporto di grande importanza storica, ma non sempre e' stato sano''. Lo ha detto il premier, Mario Monti. ''Chi gestisce la Fiat - ha tuttavia aggiunto Monti - ha il diritto e il dovere di scegliere per i suoi investimenti e per le sue localizzazioni piu' convenienti''.

Per la Spagna in crisi l'austerity non basta
di Paul Krugman
Fin dall'inizio ho considerato la Spagna, e non la Grecia, il Paese simbolo della crisi dell'euro. Ora che il Governo guidato da Mariano Rajoy, giustamente, fa resistenza all'imposizione di ulteriori misure di austerità, l'attenzione sta finalmente tornando a concentrarsi sul problema vero.
Con la Spagna al centro della scena diventa evidentissima la sostanziale infondatezza di tutta la politica che l'Europa ha portato avanti finora. La Spagna non è entrata in crisi perché ha gestito in modo irresponsabile i suoi conti pubblici. Ora sentiamo dire che l'attivo di bilancio della Spagna prima della crisi era gonfiato dalla bolla, ma Martin Wolf, editorialista del Financial Times, fa notare che all'epoca il Fondo monetario internazionale giudicava quel surplus strutturale.
«Prendiamo i saldi strutturali per il 2007 (l'ultimo anno - per la gran parte - prima della crisi) calcolati dal Fondo monetario internazionale nell'ottobre di quell'anno (in "tempo reale", per così dire)», ha scritto Wolf il 6 marzo. «L'indicatore avrebbe dovuto urlare "crisi": eppure la Spagna registrava un forte avanzo strutturale e l'Irlanda era in pareggio".
Il dubbio è cosa fare adesso. La Spagna ha chiaramente la necessità di diventare più competitiva: forse la riforma del mercato del lavoro che Rajoy sta cercando di far passare servirà allo scopo, ma sono abbastanza scettico; se non basterà quella dovrà riuscirci attraverso una graduale deflazione relativa (o un'uscita dall'euro con svalutazione).
Quello che è chiaro è che ancora più austerità non serve a nulla se non a rafforzare ancora di più la spirale discendente e ad avvicinare l'eventualità di una catastrofe vera e propria.

Lasciate perdere la cinghia
Molte persone mi hanno chiesto una spiegazione semplice e concisa della differenza fra uno Stato e una famiglia: in sostanza, vogliono sapere perché è sbagliato sostenere che in tempi di difficoltà economica lo Stato dovrebbe stringere la cinghia.
Ci sto lavorando su, ma forse possiamo usare la Grecia per illustrare rapidamente il punto.
La Grecia può essere paragonata a una famiglia che ha speso troppo e si è indebitata, costringendo i suoi membri a fare tutte le cose che fa una famiglia quando si trova in una situazione del genere: tagliare tutte le spese non essenziali, rimandare le visite mediche e altre spese importanti, lasciare il lavoro e ridurre il reddito… no, aspettate.
Ovviamente il punto chiave è questo: quando una famiglia deve stringere la cinghia, i suoi componenti non smettono di lavorare. Quando uno Stato stringe la cinghia in un contesto di depressione economica, un mucchio di persone perde il lavoro, e questo è negativo anche semplicemente nell'ottica della tenuta dei conti pubblici, perché un'economia in recessione significa meno entrate.
Potreste sostenere che tagliare la spesa pubblica non incide negativamente sull'occupazione: sì, se avete passato gli ultimi anni in una caverna o in uno dei think-tank della destra americana, senza avere alcun accesso ai dati sugli effetti che produce realmente l'austerity, potreste sostenere una cosa del genere. I risultati delle politiche di rigore in Europa sono il test migliore che si possa avere in macroeconomia e ogni taglio significativo della spesa pubblica, senza eccezioni, è stato seguito da un pesante calo del prodotto interno lordo. Perciò, lasciate perdere la cinghia dei pantaloni: come metafora, non funziona per niente.
(Traduzione di Fabio Galimberti)
© NEW YORK TIMES SYNDICATION

Trst, oltrepadania. Nasce la piccola Europa dell’Adriatico
Fvg, Veneto e Carinzia tengono a battesimo il Gect. Fronte comune contro Trenitalia per rompere l’isolamento
euroregione
di Gianpaolo Sarti
TRIESTE. Si discute di accordi e progetti transfrontalieri. Stavolta senza il pericolo di parlare di aria fritta: sull’Euroregione incombe uno spauracchio. Si chiama isolamento, trasporti, ferrovie. Bestia nera del Friuli Venezia Giulia, che però ora può raccontare ai vicini di casa quanto sfortunato è. E chiedere aiuto. Lo sanno bene Renzo Tondo, Luca Zaia e Gerhard Doerfler venuti a Trieste (in treno?) per il trilaterale tra Friuli Venezia Giulia, Veneto e Carinzia. L’assessore Riccardi ha congelato il contratto con Trenitalia per colpa dei disservizi? Il Fvg incassa subito la solidarietà di Zaia: «Ora dobbiamo fare massa critica». Il vertice consuma presto gli atti formali di rito: stacca un altro foglio di via per la costituzione dell’Euroregione battezzando lo Statuto della Convenzione delle tre aree e salutando per sempre nonna Alpe Adria, costituita nel ’78, per una più moderna “Senza confini”. «Dobbiamo guardare avanti, oggi apriamo un percorso, un nuovo modo di intendere l’Europa. La dimostrazione – ha osservato Tondo – è il risultato sul Corridoio Adriatico Baltico». L’incontro di ieri sancisce la nascita di un Gruppo europeo di cooperazione territoriale. Al Gect, che avrà sede nel capoluogo giuliano, potranno aggiungersi anche altri territori: «Auspichiamo l’adesione della Repubblica di Slovenia e delle Contee dell’Istria croata, Istriana e Litoraneo-Montana», è stato il suggerimento comune. «E deve coinvolgere la Baviera, per contare su almeno 10 milioni di abitanti» – ha precisato Zaia. Al vertice hanno partecipato, come osservatori, il Console generale a Trieste della Repubblica di Slovenia, Vlasta Valencic Pelikan, e il governatore della Contea istriana, Ivan Jakovcic.
Ieri i presidenti hanno sottoscritto una dichiarazione congiunta che sarà invitata alla Presidenza del Consiglio dei ministri; a breve la ratifica dello Statuto, subito dopo l’adozione da parte delle tre Regioni. «Oggi si creano le condizioni - ha dichiarato il presidente Fvg - per avviare una linea di collaborazione più forte. Siamo davanti a una grandissima opportunità: sta a noi saperla riempire di contenuti concreti, far capire ai cittadini la sua importanza». Dorfler vede invece nell’Euroregione una «piccola Europa sull'Adriatico. Dobbiamo dimostrare - ha evidenziato - che l'Europa non si fa solo a Bruxelles o a Strasburgo». Il nuovo soggetto giuridico apre a una collaborazione su un ventaglio di aspetti: ambiente, energia, protezione civile, sanità, attività produttive, formazione e infrastrutture. Per creare economie di scala, si legge nel documento, e gestire insieme progetti e risorse.
Il centrosinistra approva: «Un passo avanti per l’Europa delle Regioni», commenta l’europarlamentare del Pd Debora Serracchiani. Il tema dei trasporti, ferrovie in primis, è destinato a collocarsi in cima all’agenda dei tre governatori. Tondo può contare sull’appoggio di Zaia: «Siamo sempre più convinti che i territori debbano essere uniti anche nella partita con Trenitalia», rileva il governatore del Veneto, perché «quella del trasporto pubblico locale è una partita irrisolta». La vicenda del mancato rinnovo a Trenitalia accende il dibattito in Consiglio regionale, a cominciare dal Pdl che suggerisce di guardare altrove. «La posizione di Riccardi in merito alla trattativa con Trenitalia – scrive Maurizio Bucci – è ampiamente condivisa soprattutto alla luce dell’interessamento che stanno dimostrando verso il Fvg le ferrovie di Austria e Germania. Premesso che dobbiamo muoverci in un contesto europeo e che lo stesso governo Monti parla di liberalizzazioni – prosegue il consigliere – non si può non sottolineare come le ferrovie austriache, senza nessun tipo di finanziamento pubblico come invece avviene con Trenitalia, stiano facendo un ottimo lavoro sulla movimentazioni merci all’interno del porto di Trieste e che tale opportunità potrebbe allargarsi anche alla movimentazione delle persone e delle autovetture». Il consigliere sollecita, infine, a ripristinare il collegamento Trieste-Lecce e a rivedere gli orari di partenza da Trieste verso le coincidenze a Mestre con Roma e Milano, «dove i nostri treni arrivano sempre cinque minuti dopo la partenza della coincidenza costringendo i passeggeri ad aspettare il treno successivo».

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