mercoledì 6 ottobre 2010

“Ernesto! Ernestino, beneamato del nostro cuoricino! Cosa turba il Tuo Cuore, tenera stellina?”




Trascrizione di un dialogo maieutico, incorso tra Ernestino e Totore, ed avvenuto il 6 ottobre 2010 nella pizzeria ‘Bella Seveso’.


Ernestino: “Le attuali celebrazioni dell’anniversario dell’Unità stanno confermando un carattere particolare e se si vuole bizzarro della nostra vita pubblica: tra i grandi Paesi europei siamo il solo la cui esistenza come Stato ha dato luogo tra i suoi stessi cittadini a forti, spesso radicali, dissensi interni. Che di fatto durano ancora oggi: praticamente su tutto, sui modi della nascita dello Stato stesso (assenza di una vera partecipazione popolare, assenza dei cattolici, «annessionismo» piemontese, eccetera), sull’inadeguatezza militare mostrata e dunque sulla dipendenza dall’aiuto straniero, sulla forma dello Stato (monarchia o repubblica, accentramento o federalismo)”.

Totore: eh caro amico mio, e che ci vuò fa? È così, che ci vuoi fa, mala tempora currunt. Io, per esempio, l’altro ieri, di prima mattina, dovevo concludere un affare con certa gente di Terzigno, ma poi è successo che ho fatto tardi all’appuntamento a Bellavista, perché mia moglie mi ha fatto il cappuccino, poi sono uscito di casa e mi è venuto un sommovimento di panza e sono dovuto tornare di corsa a casa. Si è fatto tardi e ho perso l’affare, in conclusione. Capisci? È questione di assenza, inadeguatezza, dipendenza…!

Ernestino: “Questo paradossale carattere divisivo dell’Unità italiana si è venuto rapidamente calando in quella che è diventata la divisione principe della nostra storia contemporanea: la divisione Nord e Sud. Che oggi, non a caso, è quella che più animata e spesso esaspera la discussione sull’Unità: con al Nord una Lega che agita a scadenza fissa la bandiera della secessione, mentre al Sud diventano sempre più numerosi coloro che si propongono d’imitarla, dando vita ad un partito del Sud e accontentandosi per il momento di riconoscersi in un libro colmo di invenzioni strampalate e di fole come Terroni.

Totore: eh mio caro, e che ci vuò fa. C’è fole di confusione. Io, per esempio, ieri sera volevo comprare un libro di favolette per la mia piccirella. Sono andato in cartoleria e il negoziante mi ha fatto vedere un sacco di libri, che io sono rimasto imbarazzato per la scelta. Non sapevo decidermi. Sono rimasto là senza decidermi. Capisci? È questione di divisione, esasperazione, agitazione, invenzioni strampalate…, eh!

Ernestino: “Come si spiega il paradosso di cui sto dicendo? Credo con due ragioni: la prima è che la lotta per la nascita dell’Italia corrispose, in una misura che abbiamo dimenticato, anche ad una guerra intestina tra italiani (che non ha certo ben disposto i perdenti). E in secondo luogo con il fatto che tutte le culture politiche dell’Italia del Novecento (da quella dei cattolici a quella del fascismo e del comunismo gramsciano) si sono costruite a partire da una critica più o meno radicale al Risorgimento. Cioè al modo, per l’appunto, in cui l’Italia è nata.

Totore: è proprio come dici tu, ma che vuò fa. C’è imbarazzo. Io, per esempio, ieri sera, ho portato il libro di favole a piccirella, l’ho avuto con un piccolo sconto, e poi mi sono scofanato tre porzioni di parmigiana di melanzane, fatta da mia moglie, che è tutto dire, mi spiego amico mio? E così stanotte anch’io ho subìto la lotta intestina, ma devo dire però che non mi sono dato perdente, ho combattuto e stamattina ho vinto.

Ernestino: “Eppure bisogna avere il coraggio di dirlo: la storia dell’Italia, dello Stato nazionale italiano, è stata senza alcun dubbio una storia di successo. Certo, il merito lo ha avuto anche quella cosa che ha riguardato tutti i Paesi e che si chiama il progresso. Ma se negli ultimi 150 anni gli italiani, tutti gli italiani, hanno mangiato, abitato, vissuto incomparabilmente meglio dei loro antenati, se hanno avuto la possibilità di curarsi, di istruirsi, di leggere un libro, di assistere ad uno spettacolo, di conoscere il mondo, in una misura anche 50 anni fa inimmaginabile, lo devono perlopiù solo all’esistenza di quella gracile creatura nata nel lontano 1861. La quale, venuta alla luce da una incredibile avventura grazie specialmente alla politica, sempre grazie a questa, attraverso i diversi regimi, è riuscita a mobilitare le risorse necessarie per raggiungere i traguardi appena detti.

Totore: È proprio come dici tu, giusto amico mio, proprio così, io non mi sono arreso alla lotta con la parmigiana di mia moglie, che è tutto dire, lo voglio dire e rimarcarlo, è proprio buona; così stamattina ho potuto vincere, al cesso.

Ernestino: L’iniziativa del «Corriere» vuole servire soprattutto a questo: a ricordarcelo. Vuole servire a renderci consapevoli, attraverso una panoramica sulle dimensioni cruciali della nostra vita collettiva, che l’Italia unita ha rappresentato lo strumento decisivo per la nostra emancipazione culturale, civile ed umana. L’Italia, lo Stato italiano, di cui tutti pure conosciamo i mille difetti, le mille inadempienze, le mille miserie ma che alla fine è il solo paese che abbiamo: il nostro Paese. Perché buttarlo?

Totore: Già, anche la monnezza ha un suo valore, è indiscutibile. Mala tempora currunt!

P.S. Documento top secret, ottenuto by registrazione ambientale.

Fonte:
http://www.corriere.it/cultura/eventi/2010/italia/notizie/Italia-eventi_259b46d4-d11c-11df-b040-00144f02aabc.shtml