martedì 19 ottobre 2010

Le olive di Fitto


Il Piano Salva Padania.


18 ottobre 2010
Fase 1: L'auto salva le province del Nord. Il bollo sostituirà i trasferimenti regionali, ma al Sud il gettito non basta.
“In Basilicata, Calabria e Liguria la tassa pagata dagli automobilisti della regione non basta nemmeno per coprire l'addio ai trasferimenti correnti; in Piemonte, Toscana, Marche e Umbria è appena sufficiente per compensare la prima voce ma, come accade anche in Emilia Romagna, Campania e Puglia, la coperta è troppo corta per compensare un addio integrale ai trasferimenti regionali. Senza problemi solo Lombardia, Veneto, Lazio, Abruzzo e Molise. In sintesi: a Milano e Roma circolano abbastanza auto da finanziare le province, in Veneto, Abruzzo e Molise l'equilibrio si spiega con il fatto che i trasferimenti regionali sono circa la metà della media nazionale, nel resto d'Italia il problema è concreto.
Se gli automobilisti lombardi e veneti possono guardare con ottimismo a questa data, lo stesso non capita agli altri, soprattutto al Sud.
Fase 2: Napoli «regina» dei tagli.
”Gli spettatori più attenti della complessa partita in corso sono gli amministratori del Mezzogiorno; a Milano, per esempio, i trasferimenti statali alle province valgono 3 euro ad abitante, a Napoli 29.
(….l'ipotesi (….) applica la tagliola solo ai trasferimenti «strutturali» (fondo ordinario, perequativo, consolidato e compartecipazione Irpef), l'altra la estende a tutte le voci in arrivo dallo stato (compreso il fondo sviluppo investimenti). Il primo caso "salverebbe" dai sacrifici una quindicina di province, tutte del Centro-Nord, tra cui compaiono big come Milano, Torino, Brescia, Verona, Bologna e Firenze. Nell'altra ipotesi anche loro parteciperebbero ai tagli, con somme però contenute che non arrivano mai al milione di euro. Molto diverse le cifre in gioco a Napoli (20 milioni), Palermo (fra 10 e 15) o Catania (fra 8 e 13).
In entrambi i casi, le province settentrionali possono mostrare le pagelle migliori: in Friuli Venezia Giulia, Piemonte e Veneto, per esempio, le buste paga dei dipendenti assorbono meno di un quarto della spesa corrente, mentre Abruzzo, Sicilia e Molise dedicano alle stesse voci più del 40% delle uscite, e la Calabria si ferma poco sotto. Una geografia simile, con qualche variabile legata ai contributi delle regioni autonome, si incontra nell'autonomia finanziaria, che in Lombardia arriva al 71,4% e in Basilicata si ferma al 27,2 per cento”.
Ulteriori informazioni in Valeriana@Morfina