giovedì 14 ottobre 2010

I virus del nord pagano i debiti?


Sul Mattino di oggi, mercoledì 13 ottobre 2010, a pagina 1, si legge quanto segue.

Titolo: Va premiato solo il Sud che funziona, di Emmott Bill - Grillo Francesco.

Elaborato: “La prima cosa che viene comunicata a qualsiasi straniero che si avvicina all'Italia, è che questo Paese si caratterizza per essere diviso in due da un muro immaginario, che alcuni collocano sul fiume Garigliano e altri più a Nord. Del resto la tensione tra nordisti e sudisti è considerata la chiave di lettura più potente per capire cosa succede nella politica italiana e, persino, per spiegare le fratture nella maggioranza di governo. Noi riteniamo che questo sia un luogo comune. La divisione più importante non è quella tra Nord e Sud, ma tra una cattiva e una buona Italia che vivono, spesso, una accanto all'altra. Ed il problema è che, troppo spesso, la moneta cattiva finisce con lo scacciare quella buona. È una constatazione semplice quella che ci rimane dopo un viaggio per l'Italia - che abbiamo in parte condiviso - alla ricerca di virus positivi e, tuttavia, in grado di cambiare radicalmente il giudizio su decenni di riforme ambiziose e impotenti, e di suggerire un approccio al cambiamento della società italiana che deve essere molto diverso da quello finora adottato.
In fin dei conti, ogni Paese, così come ogni persona, esprime potenzialità e problemi. Ed è il bilanciamento delle convenienze, dei modelli culturali, che determinala differenza tra situazioni nelle quali le nazioni conseguono prosperità e prestigio, rispetto a quelle nelle quali si avviano su parabole di declino irreversibili. Le riforme - intese come atti legislativi il cui obiettivo è cambiare un intero sistema (pubblica amministrazione, università, scuola, sanità) - falliscono spesso perché partono dalla ipotesi sbagliata che le società siano uniformi o, tutt'al più, divise in due parti. Questo è un errore e lo dimostrano molti casi che il libro «Forza, Italia» racconta: la trasformazione di Torino che negli ultimi venti anni è riuscita a sfuggire ad un destino di archeologia industriale per diventare una delle città a più alta concentrazione di tecnologie e creatività; ma anche Bari, che è diventata il centro di una regione a forte vocazione turistica e il cui centro solo qualche anno fa era considerato pericoloso per chiunque vi si avvicinasse. Differenze importanti esistono anche tra gli ospedali di Napoli per efficienza, tra le università della Campania in termini di capacità di attrarre finanziamenti privati. Persino, dallo sport arrivano dal Napoli Calcio e dalla Juve Caserta le conferme che dai peggiori fallimenti, ci si può riprendere e ricominciare a vincere. E allora invece che di grandi riforme, abbiamo bisogno di identificare attraverso semplici sistemi di misurazione i casi di buona amministrazione, di premiarli attraverso incentivi, di indicarli come esempi. O, perlomeno, dobbiamo lasciare i virus positivi liberi di crescere perché, spesso, in Italia chi ha entusiasmo viene penalizzato. Ciò di cui un Paese come l'Italia ha bisogno è soprattutto apertura e competizione. Competizione leale, perché chi è bravo deve poter sostituire chi consuma risorse a danno di tutti. Apertura, perché gli alleati di chi innova possono venire anche dall'esterno. C'è poi bisogno di istituzioni che si concentrino sui propri compiti: garantire il rispetto di regole uguali per tutti; incoraggiare la responsabilità individuale; svolgere, in alcuni casi, funzioni da imprenditori per il proprio territorio - come, ad esempio, in un'area di enormi opportunità per il Mezzogiorno come il turismo - dando sempre conto dei risultati raggiunti e delle risorse investite. La partita tra virus positivi e negativi si gioca, infine, sulla conoscenza che un paese riesce a sviluppare e a far circolare. In questo senso l'infrastruttura di cui l'Italia ha più bisogno è una piattaforma digitale, in grado di far connettere chiunque e qualunque oggetto tra di loro e senza fili. Le università giocano un ruolo decisivo e, tuttavia, è cruciale che vengano riprogettate per essere al servizio degli studenti mentre ancora, troppo spesso, quelle italiane servono da piattaforma per le carriere politiche dei professori. I buoni esempi di Italia sono dovunque. Esistono differenze importanti anche nel Sud. Se piuttosto che aspettare riforme e alchimie politiche riusciremo - come giornalisti, politici, insegnanti, amministratori - a favorirne l'emulazione, cominceremo a invertire quella rassegnazione diffusa che è il vero avversario di chi a questo Paese ancora ci crede.”

Ci sia consentito, emerite, delicate, penne; ospiti del Mattino, una volta glorioso: stendo un velo pietoso sul cumulo di luoghi comuni spennellati nel vostro delizioso componimento da terza media inferiore, e stento a riderne, perche’ voi, a quello che avete scritto, un po’ ci credete, anche.
Invece di sparare sentenze ‘sui generis’, di stampo moralistico, degne di quelle propinate – ai miei tempi - dalla gentile suora dell’asilo di Bellavista, perche’ non impegnate il Vostro Intelletto per leggere due tabelle? E magari ripensare alle quattro leggerezze di cui sopra, da voi due – con notevole faccia tosta – offerte ai Lettori di oggi? Banca d’Italia, oggi, ha reso pubblico – a mezzo del Bollettino statistico n. 51 del 13 Ottobre 2010 - il Debito delle amministrazioni pubbliche.
Bene, non fermatevi alla prima pagina, andate alle Tavole 7 e 8. E leggerete:

Tavola 7 - Debito delle Amministrazioni locali: analisi per comparti e strumenti - TCCE0250
(sono compresi Titoli emessi e Prestiti di IFM e CDP spa)

anno 2008:
Regioni e Province autonome € 41.691.000 
Regioni e Province autonome, peso % su totale 39,0
Province € 8.939.000
Province, peso % su totale 8,0
Comuni € 47.716.000
Comuni, peso % su totale 45,0
Altri enti € 8.733.000
Altri enti, peso % su totale 8,0
Debito delle Amministrazioni locali (totale) € 107.079.100

anno 2009:
Regioni e Province autonome € 42.283.000 
Regioni e Province autonome, peso % su totale 38,0
Province € 9.071.000
Province, peso % su totale 8,0
Comuni € 48.581.000
Comuni, peso % su totale 44,0
Altri enti € 11.115.000
Altri enti, peso % su totale 10,0
Debito delle Amministrazioni locali (totale) € 111.050.100

Tavola 8 - Debito delle Amministrazioni locali: analisi per aree geografiche - TCCE0275

anno 2008:
Nord ovest € 27.875.000 
Nord ovest, peso % su totale 26,0
Nord est € 15.744.000
Nord est, peso % su totale 15,0
Centro € 32.333.000
Centro, peso % su totale 30,0
Sud € 22.782.000
Sud, peso % su totale 21,0
Isole € 8.344.000
Isole, peso % su totale 8,0
Debito delle Amministrazioni locali (totale) € 107.078.100

anno 2009:
Nord ovest € 29.041.000 
Nord ovest, peso % su totale 26,0
Nord est € 15.854.000
Nord est, peso % su totale 14,0
Centro € 33.258.000
Centro, peso % su totale 30,0
Sud € 24.552.000
Sud, peso % su totale 22,0
Isole € 8.346.000
Isole, peso % su totale 8,0
Debito delle Amministrazioni locali (totale) € 111.051.100

Scusate Emeriti, chi paghera' lo stradebito delle province autonome e delle regioni del nord? Quelli che risiedono li'? Manco a pensarci, magari dovranno farlo i virus buoni del Sud, anche attraverso la politica dei tagli in Finanziaria. Cosa dovremo aspettarci? Una ecumenica divisione dei debiti? Grazie alla forza contrattuale del partito del nord?
Perche' non spendete i soldi del Mattino ed la Vostra intelligenza su questo tema?

Fonte: Banca d'Italia
elaborazione: http://grecanico.blogspot.com/