giovedì 4 novembre 2010

Tanto ti dovevo, nonna. Ciao


di grecanico
Panebianco e’ un cognome di origine sicula, zona Catania, da dove gli antichi romani ritiravano il grano duro. Il migliore. Ancor oggi con la semola di grano duro si prepara il pane bianco, al Sud; il migliore. Al mondo. Come sia potuto accadere non lo so, ma che questa meraviglia abbia potuto prestare la sua denominazione merceologica ad Angelo, appunto Panebianco, rimarra’ per me il sesto mistero glorioso. 
Oggi Panebianco ha sfornato un Editoriale, del tipo Analisi Politilogica. Sul Corsera. Una roba degna degli angeli. Leggero, quasi superficiale, una torta al burro. Niente a che vedere con la saporita fragranza del pane del Sud. Niente da fare, chi emigra, di persona o nei testicoli di papa’, cambia gusti, spesso crede di dover essere, appunto, leggero nell’uso dei termini, come quasi superficiale nei riferimenti che, a Suo parere, dovrebbero sostenere l’impianto dell’Analisi Politologica. Un esempio?: “Possiamo pensare alla politica come a una torta a due strati: c’è uno strato superficiale e uno sottostante.” Magari il Nostro caro Angelo l’ha lievitata con il Pane degli Angeli.
Per un buon tratto, l’Analisi ci illustra delle cose che hanno il gusto dell’ovvio e dello scontato, con riferimenti all’asimmetria nord/sud e dei dislivelli che la D.C. sapeva lenire. Come tutti i trapassati a miglior vita, anche la D.C. aveva i Suoi meriti. Amen.
Ma fin qui, come si dice a Roma, non ce ne po’ frega’ de meno. E se la Lezione Politologica si fosse dilungata e conclusa sulla falsariga pasticceria, a quest’ora sarei al mercato del pesce. Con il Corsera, mi serve per incartare il pagello. Ma non e’ cosi’. Il Nostro caro Angelo tende, nella conclusione, a spararle grosse, sia in superficialita’ che in assiomi; si legge: La leggenda nera sull’Italia unita nasce subito dopo l’unificazione nutrendosi di fatti veri (l’occupazione piemontese, la spietata guerra al brigantaggio, il peggioramento delle condizioni delle campagne, la grande migrazione verso le Americhe)” Ora si da il caso che uno, invaso, occupato, espropriato, perseguitato, torturato, impoverito, fucilato e costretto ad emigrare nelle Americhe, non dovrebbe – secondo Lievito Panebianco – leggere questi fatti piattamente, senza spirito critico, insomma con una leggere incazzatura, ma inserirli in “una visione più ampia, nella quale la partita del dare e dell’avere fra le regioni ricche e quelle povere svelerebbe il proprio carattere autentico: quello di un complesso interscambio che ha portato, nel lungo periodo, più vantaggi che svantaggi all’intera comunità nazionale.” Panebianco? Mi scusi, Emerito, ma Lei ci fa o ci e’? Lei ci dice, quasi quasi esplicitamente, che i Meridionali sono cornuti, e che un po’ di mazzate aggiunte non guastano. Bisogna avere spirito critico, una visione ampia, vero Panebianco?
Adesso sarei un po’ stufo di Lei, Emerito Professore, dei Suoi ragionamenti politologici, ma devo concludere, lo devo alla memoria di mia Nonna. Mi ha raccontato i fattarielli del nonno e del bisnonno.
Lei completa il Trattato: “Il secessionismo culturale del Sud, nonostante il suo successo e la sua diffusione, ha il fiato corto. A differenza di quello del Nord non può tradursi in secessionismo politico: non dispone dei soldi. Può però avere l’effetto di esasperare ulteriormente il secessionismo nordista.”
Cos’e’ blandisce, o minaccia? Comunque sia, se i padani si esasperano sono fatti loro; sa Professore, gli anziani urlano, sbraitano, votano, ma non possono niente di piu’ o di diverso. Cosa vuole che facciano, l’esercito dei paraplegici ottuagenari? O comanderanno i soldati, del Sud, di sparare ai loro genitori? Noi non abbiamo soldi? Forse, ma il patrimonio complessivo del Mezzogiorno e’ piu’ solido di quello del Nord, e siamo piu’ giovani, molto piu’ giovani, e piu’ numerosi, piu’ incazzati, piu’ agganciati all’estero, possiamo sostituire facilmente i fornitori del Nord, cosa che non e’ possibile per loro. Possiamo sostituire facilmente i prodotti del Nord, e loro possono fare a meno di un mercato di venticinque milioni di consumatori? I nostri prodotti sono insensibili al mercato del nord - forse non lo sa - ma spesso vanno all’estero, che compra, addirittura, in anticipo, pur di averli. Lo sa che il 50% della raffinazione del petrolio in Italia e’ allocata in Sicilia? Lo sa che il 10% del fabbisogno di petrolio in Italia e’ coperto dalle estrazioni in Basilicata? Lo sa che nel mezzogiorno ci sono 46 distretti industriali? Lo sa che il peso maggiore debito pubblico e’ prodotto al Nord? Numeri che bastano ed avanzano. Adesso son proprio stufo. Vado al mare. A parlare con i pagelli, quelli ne capiscono di tortellini. Ciao Nonna.
Fonte:
(vedi articolo in …e sotto, come va?)