mercoledì 17 novembre 2010

Riforma Gelmini, studenti in corteo in tutto il Sud


ROMA - Campania, Puglia, Calabria, Basilicata, Molise, sono oltre 40 i cortei e le iniziative studentesche nelle regioni del Sud Italia promosse dalla Rete della Conoscenza, il network di Unione degli Studenti e Link-Coordinamento universitario.  
In Campania si stanno svolgendo cortei Salerno,Caserta e Napoli, dove è previsto in serata un concerto delle band emergenti giovanili, sebbene il corteo si stia svolgendo sotto l’acquazzone, annuncia la Rete della Conoscenza, è prevista un’azione calando uno strscione dall’Università Federico II. Ad Avellino gli studenti hanno dato vita ad un’assemblea studentesca presso la palestra comunale, sono presenti studenti da tutte le scuole della città.

“La giornata del 17 novembre in Campania - spiega Angelo Buonomo, della Rete della Conoscenza - ci permette di dare forza alla nostra battaglia per trasporti pubblici per gli studenti economici e di qualità. La mobilità è un problema congenito sul territorio regionale per l’inefficienza cronica dei servizi. Noi chiediamo totale per gli studenti con maggiori difficoltà economiche e sconti per gli studenti. Vogliamo un biglietto unico in tutta la Campania al costo di 18 euro per gli studenti fuori sede che devono raggiungere le università. 'Un diciotto politicò al servizio dei trasporti”.

Sono ben undici città interessate dalla protesta studentesca oggi in Puglia, nelle province di Bari, Lecce, Foggia e Taranto. Nella giornata mondiale di mobilitazione studentesca, la Rete della Conoscenza Puglia “aprirà una fase di informazione e rivendicazione per politiche forti in tema di welfare studentesco e cittadinanza”. L'interlocutore con cui vogliono confrontarsi gli studenti è è la Regione “che ha ridotto i fondi per il diritto allo studio e non ha ancora approvato i regolamenti attuativi della Legge Regionale per il Diritto allo Studio, lasciandola di fatto inapplicata”. Per questo gli studenti della rete della Conoscenza chiedono l’approvazione di una legge Regionale per il reddito di formazione e cittadinanza”.

A Foggia il corteo si sta snodando nel centro cittadino, passando per tutti i “punti simbolici della Cultura e dei Saperi - spiegano Link e UdS - per fermarsi dinanzi a quelli spazi che l’attuale classe politica sta cercando di distruggere con sempre più vigore e noncuranza”.

A Bari tra la distribuzione di banconote di carta con la faccia del ministro Gelmini il corteo promosso dalla Rete della Conoscenza assieme all’Adi e l’Flc, il corteo continua ad aumentare numericamente anche grazie ad azioni come la lettura di poesie davanti al provveditorato, aprendo con lo striscione 'A Violenza rispondiamo conoscenza'. Il corteo che si concluderà in Piazza Prefettura ha visto anche la partecipazione dell’ass. alle politiche giovanili del comune Fabio Losito e gli assessori regionali Campese e Sasso. Anche gli studenti di Campobasso ed Isernia scenderanno in piazza insieme agli studenti e le studentesse di tutta Italia in occasione della giornata mondiale di mobilitazione studentesca con un sit-in pubblico a Villa dei cannoni.

“Ribadire l’estrema contrarietà ai provvedimenti presi da questo governo in merito ai tagli economici imposti alle scuole superiori, all’università e alla ricerca - afferma Manuel Colangelo, dell’Uds - e siamo qui per chiedere una nuova legge sul diritto allo studio in Molise.”
“Chiediamo una Legge Regionale sul Diritto allo Studio che preveda sconti sostanziali sui trasporti, Comodato d’uso dei libri di testo nelle scuole, Sistema di borse di studio Regionali che funzioni, Formazione lungo tutto l’arco della vita”.

In Calabria sono due i cortei, uno a Reggio e l’altro a Cosenza. “La Calabria è la Regione Italiana con la Legge sul Diritto allo Studio più datata, risalendo al 1985 - denuncia Davide, della Rete della Conoscenza - Chiediamo l’apertura di un tavolo di discussione verso l’approvazione di una nuova Legge Regionale sul Diritto allo Studio che preveda: Sconti sostanziali sui trasporti, Comodato d’uso dei libri di testo nelle scuole, Sistema di borse di studio Regionali che funzioni, Formazione lungo tutto l’arco della vita”.

In Sicilia praticamente tutte le province vedono oggi svolgersi numerose iniziative studentesche. Gli studenti hanno dato vita a cortei da Palermo (da piazza Politeama), a Trapani, Messina, Catania, Siracusa. Ad Enna il corteo è arrivato fin sotto la sede della provincia. “Protestiamo per le carenze dell’edilizia scolastica - fanno sapere gli studenti dell’Uds - solo alcuni giorni fa al liceo Alighieri un ragazzo è rimasto ferito per il crollo del contro-soffitto. E’ inaccettabile!”.

Ma non mancano anche iniziative culturali e creative, dove la giornata mondiale studentesca si sta colorando del protagonismo e della creatività giovanile. A Siracusa questo pomeriggio l’Unione degli Studenti organizzerà a piazza Santa Lucia un 'intera giornata di dibattiti, workshop e concerto in cui si esibiranno le band giovanili della città. Hanno aderito alla manifestazione le associazioni come l’Arci, Legambiente, Altromercato, Amnesty international, la Cgil, il comitato siracusano dei precari.

Similmente, a Ragusa gli studenti dell’UdS daranno vita nella mattina ad assemblee nelle scuole in cui si discuterà del ruolo della giornata mondiale studentesca e nel pomeriggio, in piazza Pola, a workshop ed attività culturali. Cagliari, Siniscola, Olbia, Sassari, Oristano, Nuoro: sono queste le città sarde dove stamattina gli studenti non sono entrati a scuola. Nel capoluogo regionale, al termine del corteo, partito da piazza del carmine, si terrà una lezione in piazza tenuta dai ricercatori universitari precari. Nella regione l’unione degli Studenti porta avanti anche una vertenza contro il caro-trasporti. “i costi degli abbonamenti sono saliti quest’estate fino al 25% - spiega l’associazione -noi chiediamo il ritiro degli aumenti e forti agevolazioni per gli studenti provenienti da famiglie bisognose.”
17 Novembre 2010
Fonte:

“Funerale di Berlusconi? Prematuro”. Parla Bruno Vespa:


“Dopo la sconfitta del 2008 era depresso”
”Celebrare ora i funerali di Berlusconi è prematuro. Può darsi che il funerale ci sia oppure non ci sia, è stato auspicato tante volte. Ma sono parecchi i funerali ai quali è sopravvissuto. Non è per niente chiaro né se ci sarà il dopo Berlusconi, nè da chi sarà guidato”: lo ha detto Bruno Vespa durante Otto e Mezzo condotto su La7 da Lilli Gruber, dopo un intervento di Vittorio Zucconi di Repubblica, che ha detto di temere ”il dopo-potere, perché in Italia è sempre molto brutto”.
”Dopo la sconfitta ai punti nel 2006, Berlusconi è entrato in una crisi depressiva e da allora ha cominciato ad essere piuttosto imprudente, con feste ogni settimana”, ha aggiunto Vespa. In trasmissione si è parlato anche del suo ultimo libro, ‘Il cuore e la spada’, i cui ultimi quattro capitoli sono dedicati al premier.
Per il conduttore di Porta a Porta, ”poi la separazione dalla moglie e la morte della madre, si è legato molto ai figli. Ma quando torna a casa non trova più nessuno che lo aspetta. Questo ha condizionato certe scelte e certe imprudenze”.
17 novembre 2010 | 21:18
Fonte:
http://www.blitzquotidiano.it/politica-italiana/funerale-berlusconi-depresso-bruno-vespa-644686/?utm_source=feedburner&utm_medium=feed&utm_campaign=Feed%3A+blitzquotidiano+%28Blitzquotidiano%29


Berlusconi in campagna acquisti: 7 deputati finiani nel mirino del premier.
Uno di loro: “Mi ha offerto 500 mila euro”
Silvio Berlusconi è nel pieno della campagna acquisti. In vista del 14 dicembre, quando si voterà la fiducia al Senato e alla Camera, il premier tenta di “comprare” i deputati finiani più indecisi. Tenta, quindi, di ottenere i voti favorevoli sufficienti per non far cadere il suo governo. Nel mirino del Cavaliere ci sarebbero già 7 deputati finiani meno propensi a correre il rischio di dover abbandonare la propria poltrona in Parlamento. L’arma di Berlusconi per convincerli a votargli la fiducia? Il premier gli prometterà delle cariche istituzionali, da quella di sottosegretario a viceministro, tra le dieci lasciate vacanti dai finiani che si sono dimessi e da altri esponenti del Pdl.
Poi ci sono i metodi meno “ortodossi”. Come scrive Amedeo La Mattina sulla ‘Stampa’, un deputato finiano ha confidato che gli sarebbero stati offerti 500 mila euro per “tradire” Fini. Insomma la guerra è iniziata contro quell’ex cofondatore che Berlusconi ora definisce “un traditore”. Ovvero Gianfranco Fini. Berlusconi punta tutto su quei deputati dubbiosi che hanno paura di perdere il proprio posto in Parlamento. In effetti nessuno dei 35 finiani oggi eletti può essere certo che Fini potrà, in caso di nuove elezioni, garantirgli il posto, dovendo tra l’altro spartire le candidature con Casini, Rutelli e Lombardo. “Nella vita, e quindi anche in politica – spiega il ministro Altero Matteoli – è lecito cambiare idea, ma ho l’impressione che coloro che hanno aderito al Fli abbiano preso un treno la cui destinazione è cambiata senza avviso e senza il loro pieno consenso”.
17 novembre 2010 | 20:42
Fonte:
http://www.blitzquotidiano.it/politica-italiana/berlusconi-campagna-acquisti-finiani-offerta-644618/?utm_source=feedburner&utm_medium=feed&utm_campaign=Feed%3A+blitzquotidiano+%28Blitzquotidiano%29 

Quote latte: ok riscossione coatta multe


Avviata la procedura di notifica per 561 irriducibili
17 novembre, 19:22
(ANSA) - ROMA, 17 NOV - Oggi e' iniziata la procedura di notifica dei provvedimenti per la riscossione coattiva delle multe dovute alla produzione di latte eccedente le quote assegnate. Lo rendono noto Agea e il commissario straordinario per le quote latte Paolo Gulinelli. In questo ambito Agea comunica che sono 561 i produttori di latte che non hanno mai aderito ad alcuna forma di rateizzazione delle multe. La somma che a questi allevatori si intima di pagare ammonta in totale a 96,4 milioni di euro.
Fonte:

Fratelli di debito.

A settembre il debito pubblico ha raggiunto quota 1.844,817 miliardi, di euro. Lo Stato Italiano detiene il record del più alto in Europa, pari al 116% del prodotto interno lordo annuo. Poco tempo fa, circa due mesi, il Governo Italiano e’ riuscito, in sede UE, a far passare un criterio più elastico per pesare il livello di indebitamento di un paese, inserendo - accanto a quello pubblico - anche la valutazione del debito delle famiglie, sommato a quello delle imprese. Sempre il Governo, dice che in Italia esso e’ contenuto, percio’ il nuovo dato statistico contribuisce ad alleggerire il quadro complessivo dell’indebitamento italiano, visto che le famiglie e le imprese degli altri paesi UE stanno mediamente un po’ inguaiati. Sulla carta la cosa funziona, il peso statistico complessivo si alleggerisce. Si da’ il caso – pero’ – che gli investitori istituzionali, esogeni ed endogeni, del quadro statistico se ne impippano. Giusto, lo farebbe anche io, come si dice tra noi. Intanto che ci si crogiola della genialita’ partorita dal Tremonti, che l’accredita al Berlusconi, il debito - come gli investitori - se ne frega, e continua a salire. La collocazione, di ieri l’altro, dello stock di cambiali del Tesoro, e’ stata resa possibile ad un costo superiore, rispetto alla precedente, di decimi. Il che vuol dire che per finanziare la spesa corrente e pagare gli interessi sul debito, si e’ ricorsi ad aumentare il tasso d’interesse. Insomma un’offerta piu’ lucrosa per gli investitori. Altrimenti quelli non compravano. Comunque sia, il capitale da rimborsare continua ad aumentare, anche in questo momento. Il montante pure. Ciucciatevi il calzino.
Intanto le entrate dell’Erario sono diminuite dell’1,7%, perche’ la crescita del periodo luglio-settembre è stata inferiore alle aspettative. Vuol dire che la stagione turistica e’ stata una schifezza. E la Cgil afferma che è stato gia’ superato il miliardo di ore di lavoro in cassa integrazione. In circa otto mesi. Mitico, direbbe Burt Simpson, il quale aggiungerebbe: “Cari Italians, di questo passo sfonderete il Break Event Point, altrimenti detto dei coglioni; cioe’ il punto oltre il quale si e’ pure cornuti. Tranquilli, tra qualche mesetto, non vi preoccupate, direbbe Burt, tra qualche mesetto sarete, finalmente, nella Hall of the Fame of Break Event Point”. Che non e’ il famoso break even point. Tanto per non confonderci.
I giornali italiani dicono che la Grecia sta un po’ peggio, ma lo affermano per avere il cuscino sotto i piedi. Son balle, il debito pubblico greco e’ in - termini assoluti - circa nove volte inferiore, e bisogna tener conto che loro, i greci, sono una comunita’ nazionale, anarchici compresi. Se gli salta la mosca al naso, quelli dicono: “Che volete? Chi vi ha imposto di prenderci nella U.E.? Amen, grazie ed arrivederci alla prossima.” Tu che fai? Li isoli? Li espelli? Fammi ridere. Equivale a fargli un piacere. Hanno gia’ venduto il porto del Pireo ai cinesi; i quali vanno in giro per il mondo a comprare debiti dai paesi porci, quelli a rischio d’insolvenza. Cosi’ i porci non potranno dire no al Made in China. Alla faccia di tutti quelli che la pensavano diversamente, i cinesi possono riversare nei circuiti internazionali montagne di dollari, e comprare spot, un po’ di tutto ed anche i bisognosi. Ciucciatevi il calzino.
Questo per affermare, senza alcun dubbio, che in tema di virtu’ finanziaria pubblica, i Cittadini della Repubblica Italiana non sono penultimi a nessuno. In Europa sono gli ultimi. In termini anglosassoni, i primi, tra i porci. Il che e’ vero solo per definizione generica, perche’ se vogliamo stare alla legge delle proporzioni, Portogallo, Irlanda e Grecia sono porcellini, rispetto all’Italia. Punto.
Questo per stabilire un sacrosanto presupposto sul debito del verro (per gli intellettuali, il maschio della scrofa): i cittadini del Mezzogiorno non sono porci, sono innocenti. O deficienti. Ma per buona parte, non c’entrano una beata mazza con il verro ingrassato dallo Stato nelle altre regioni. Nord e compagnia cantante: padania, regioni autonome, province autonome, regioni sviluppate in non so bene cosa; quelli del Mezzogiorno c’entrano poco con le civilissime montagne di cambiali, protesti, giardinetti ecc. Per lo piu’, cavoletti nordici. Compresi quelli coltivati in Val Sugana. Si mettessero nei capannoni a gettare il sangue e faticare per pagare i fottutissimi debiti dello Stato. Il quale paga per la Sanita’ d’eccellenza – che e’ al Nord, giu’ si muore dopo lunga malattia; la Scuola – che nel Mezzogiorno son tutti asini; gli Asili infantili da primato del mondo per qualita’ – che giu’ molti bambini stanno a casa, o per strada; il Sistema delle Comunicazioni – che nel Mezzogiorno non sanno neanche di che cavolo si tratta; e vai avanti con la Messa cantata.
Al nord si difendono attaccando; ottima tattica. Dicono che nel Mezzogiorno ci sono i posti pubblici, troppi, e che loro mandano giu’ i soldi per pagare gli stipendi a questi nullafacenti sfaticati. Balle, se i costi del settore pubblico locale fossero calcolati redistribuendoli sul potenziale accertato e verificabile delle economie di area, il Mezzogiorno se la cava, il centro chiede aiuto al Papa ed il nord va con i porci. La’, la cosa non e’ sana. E’ piu’ sano ed intrinsecamente solida l’economia – i numeri – del Mezzogiorno: da Olbia all’Aquila, via Sicilia. Il fatto e’ che chi puo’ saperlo, lo sa.

Quelli affermano sul Mezzogiorno cose che conoscono meglio del piu’ impastato, mariuolo e scaltro assessore di una qualsiasi delle regioni del Mezzogiorno. E’ il loro modus pensandi, e’ la cultura dell’uomo medio padano, alpino, veneto o carsolino. Corrotto nel midollo, e coperto dal silenzio stampa locale, ed ancor piu’ dal duopolio televisivo. Questi ultimi foraggiati dai finanziamenti delle Leggi Finanziarie. Anche di quest’anno 2010. Ma a Roma va bene cosi’, anche il debito – in fin dei conti – produce PIL: paradossale.
Intanto il Ministero dell’Economia ha espletato la funzione di eiettare la Finanziaria 2010. Quest’anno l’hanno battezzata: infatti si chiama Legge di Stabilità. Uno pensa alla fisica dei solidi. No, clikki su Google, escono circa 381.000 risultati (0,33 secondi): e’ la Legge di Stabilità, quella che hanno pure maxiemendata. Del tipo: dopo il Battesimo ci si Cresima. Un Maxiemendamento cresimato e Star d’Internet. Mitico. Il Ministro Tremonti ha detto che la Legge di Stabilità vale per un triennio, ma è vincolante solo per il primo anno e non per gli altri due, in quanto la Costituzione stabilisce il principio dell’annualità del bilancio. Tremonti, Lei ci e’ o ci piglia per il deretano? Ma che fa? Inventa una bella roba che dovrebbe funzionare per un triennio ma purtroppo non sara’ cosi’. E allora che la tira fuori a fare? Se si puo’, si puo’; se non si puo’, non si puo’.
Il Signor Ministro dell’Economia, Prof. Giulio Tremonti, ha inventato due cose che non servono ad un piffero di niente: il debito privato in quello pubblico, ed il patto di stabilta’. Due robe che servono a niente, se non a riempire le pagine dei compiacenti giornali con elogi per la Sua competenza ed autorevolezza. Oggi, 17 novembre 2010, alle ore 14:17 ne ha inventata un’altra: ”l'Italia è un paese serio, non è vista come un problema ma come parte della soluzione.” Lo ha detto al termine della riunione dell’Ecofin. Non e’ un Mito Moderno? Di quelli che guadagnano l’immortalita’ dissimulando con arte immaginifica la realta’. Mi scusi, Egregio Signor Ministro, ma se quelli della UE vedono l’Italia come “parte della soluzione” e’ solo perche’ bussano a soldi. Vogliono un contributo finanziario per sanare i piccoli porci.
Il Ministro Tremonti riesce ad iperbolizzare la realta’ come palleggiava Maradona. Peccato che con il pallone quello segnava i gol, mentre il Ministro non segna un bel niente perche’ il 15 novembre, l’altro ieri, il prezzo del costo dell’assicurazione contro l’insolvenza per i titoli di Stato, è costato l’1,88%, era l’1,50 il 25 ottobre. Meno di un mese fa. Quello della Germania e’ del 0,05%.
Ma, chiediamoci, anche se son stufo, quale puo’ essere lo spazio di autonomia del Ministro Tremonti con un debito cosi’ alto sulle spalle.
E poi chiediamoci cosa potra’ apportare il Parlamento al testo della Finanziaria – sia pure maxiemendata - da Lui presentata in Aula, e – posto che qualcuno dei suoi componenti ci capisca qualcosa – cosa si puo’ cambiare in meglio. Risposta: niente, e’ da votarla cosi’ com’e’. Non ci sono spazi, il debito incombe. Per cui tutti zitti, parla il SuperMinistro Tremonti. E dopo che Lui ha parlato, fare finta di essere, o non essere. Tutto qui.
Stando cosi’ le cose, la politica economica del Governo è, e sara’, decisa mediante decreti legge, con la scusa della natura dell’urgenza, priva del contributo parlamentare. In realta’ la copertina decreto legge serve per l’incombente inverno siberiano: si pagano gli stipendi e gli interessi montanti sul debito. Finito qui. Fate sacrifici. L’alternativa è incrementare le tasse o inventarne delle nuove. O un mix delle due. Anche perche’ non si puo’ svalutare. E devi pagare i debiti. E allora? Allora lo spazio di autonomia del Ministro Tremonti, con un debito cosi’ alto sulle spalle, non c’e’, nisba, non esiste se non nelle Sue immaginifiche iperboli. L’unica cosa concreta che puo’ fare il Ministro e’ tagliare. Tagliare il prosciutto sino all’osso. Per fare il panino ai creditori. All’interno di questa logica, si pone il quesito di chi debba pagarlo, il panino. Per questo il Nord vuole il federalismo, vuole sia realizzato il suo concetto di federalismo, e intorno a questo suo concetto deve, secondo il grande partito del nord, orbitare l’equilibrio politico ed economico governativo.
grecanico

Napoli nel caos rifiuti. Ma quelli del Cairo li gestiamo noi


Mentre il capoluogo campano non risolve la sua emergenza, la capitale egiziana rinnova un contratto da 50 milioni di euro l'anno alla società Aaec (Gruppo Gesenu)
16 Novembre 2010
Napoli dovrebbe imparare dal Cairo a smaltire la spazzatura che ciclicamente mette in ginocchio il capoluogo campano. Avremmo tutte le competenze e le tecnologie necessarie per fronteggiare e risolvere l'emergenza, come dimostra il contratto da 50 milioni di euro l'anno fino al 2018, con cui un'azienda italiana gestirà i rifiuti della capitale egiziana. Secondo varie agenzie, a capo dell'operazione c'è il Gruppo Gesenu (Perugia), attraverso la società controllata Aaec. Il nuovo contratto ha prorogato il precedente accordo tra Aaec e il Cairo: l'azienda dovrà fornire servizi nell'intero ciclo di gestione dei rifiuti, dalla pulizia delle strade allo smaltimento finale, passando per la raccolta porta a porta, dai cassonetti e presso gli esercizi commerciali, il trattamento degli scarti e il compostaggio. L'obiettivo è avvicinare ancora di più la metropoli egiziana agli standard europei; Aaec opererà nelle zone Nord e Ovest del Cairo in quindici distretti complessivi, su un'area di oltre 60 km quadrati, dove abitano cinque milioni e mezzo di persone (861mila utenze domestiche) che producono ogni giorno 2.250 tonnellate di rifiuti. L'azienda italiana conterà su 5.500 impiegati e operai e 540 mezzi operativi. Si prevede anche di costruire un impianto di selezione e compostaggio a 25 km dal centro del Cairo, in grado di recuperare carta, plastica, vetro e alluminio, per poi produrre compost dalla rimanente frazione organica della spazzatura trattata.
Fonte:
http://energia24club.it/01NET/HP/0,1254,51_ART_137557,00.html

Rifiuti, Palermo verso la normalità


Prosegue a ritmi serrati la raccolta. L'Amia rassicura la Cgil: "Il conferimento nella discarica di Bellolampo è preceduto da procedure di pretrattamento, non si applica alcuna deroga"

PALERMO - Prosegue a ritmi serrati la raccolta dei rifiuti a Palermo dove la situazione sta lentamente tornando alla normalità. L'Amia sta rispettando il programma di recupero: ieri sono state raccolte 1.300 tonnellate di spazzatura, questa mattina il trend ha registrato un incremento del 20%.

"Risultato soddisfacente - afferma l'azienda in una nota -, reso possibile grazie anche alla sinergia che è stata creata fra gli equipaggi degli autocompattatori di raccolta ordinaria e quelli della raccolta differenziata, nonchè all'impegno lodevole che tutti i dipendenti stanno profondendo in questa eccezionale situazione".

La raccolta si è concentrata soprattutto nelle periferie, dove erano ancora rimasti cumuli di spazzatura lungo le strade. Ed infatti oggi sono in programma interventi straordinari di bonifica, con minicompattatori, pale meccaniche, camion e raccolta manuale, nelle seguenti zone: Zen 2 (da ultimare), Pallavicino, Mondello, Uditore, Archirafi, Corso dei Mille, S. Onofrio, Brancaccio-Settecannoli, via Sperone, via D'Aquino (Zisa), via Altofonte. Interventi anche in via Villagrazia-Montegrappa, via Bennici, viale dei Picciotti, via Cappello, via Saetta.

"Quanto alle preoccupazioni espresse dalla Cgil regionale - precisa l'Amia - l'azienda assicura che le attività di conferimento dei rifiuti nella discarica di Bellolampo sono precedute, secondo legge, dalle procedure di pretrattamento e che non si applica alcuna deroga".
17/11/2010
Fonte: http://www.lasiciliaweb.it/index.php?id=48800

Traffico illecito rifiuti: 7 arresti, anche presidente Riso Scotti Energy


Il Corpo forestale ha eseguito 60 perquisizioni sequestrando un impianto e 46 automezzi. Scoperto giro d'affari di quasi 30 milioni di euro nel solo periodo 2007-2009
17 novembre, 13:19
MILANO - Giorgio Radice, presidente del consiglio di amministrazione della Riso Scotti Energy, una delle società della galassia del gruppo Riso Scotti, è agli arresti domiciliari nell'ambito di una inchiesta della procura di Pavia su traffico illecito di rifiuti e produzione illegale di energia da rifiuti. L'operazione denominata "Dirty Energy" è stata condotta dal Corpo forestale di Milano e rappresenta il bilancio di un anno e mezzo di indagini. L'inchiesta conta 12 indagati, 7 le persone destinatarie di una ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari.

Il Corpo forestale ha eseguito 60 perquisizioni, sequestrando un impianto di "coincenerimento" e 46 automezzi per un giro d'affari stimato di quasi 30 milioni di euro nel solo periodo 2007-2009. Oltre all'arresto di Giorgio Radice, l'Autorità Giudiziaria ha disposto il sequestro preventivo dell'impianto di coincenerimento della Scotti Energy a Pavia, situato in via Angelo Scotti, e la misura cautelare degli arresti domiciliari nei confronti di: Massimo Magnani, direttore tecnico dell'impianto; Giorgio Francescone, consigliere delegato e responsabile dell'impianto; Cinzia Bevilacqua, impiegata amministrativa dell'impianto; Marco Baldi, direttore del laboratorio di analisi chimiche Analytica S.r.l. di Genzone (Pavia); Silvia Canevari, tecnico responsabile del laboratorio Analytica; Alessandro Mancini, intermediario e Amministratore Unico della Mancini Vasco Ecology S.r.l. di Montopoli in Valdarno (Pisa). Dalle indagini svolte è stato possibile accertare il coinvolgimento di diversi impianti di trattamento dei rifiuti provenienti dal circuito della raccolta urbana, dall'industria e da altre attività commerciali dislocate in Piemonte, Lombardia, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna, Toscana e Puglia, impegnando oltre 250 Forestali su tutto il territorio.
Fonte:
http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/cronaca/2010/11/17/visualizza_new.html_1700183384.html

Convocazione Consiglio dei Ministri del 18/11/2010


17 Novembre 2010
Il Consiglio dei Ministri è convocato giovedì 18 novembre 2010 alle ore 9,30 a Palazzo Chigi con il seguente ordine del giorno:

- DECRETO-LEGGE: Misure urgenti in materia di smaltimento dei rifiuti in Campania e gestione della flotta aerea antincendi dello Stato (PRESIDENZA);

- DECRETO LEGISLATIVO: Disposizioni in materia di determinazione dei fabbisogni standard di comuni, città metropolitane e province (ECONOMIA – RIFORME FEDERALISMO – SEMPLIFICAZIONE – RAPPORTI REGIONI – POLITICHE EUROPEE);

- DECRETO PRESIDENZIALE: Regolamento recante semplificazione e riordino dell’erogazione dei contributi all’editoria (PRESIDENZA);

- N. 2 DECRETI LEGISLATIVI (POLITICHE EUROPEE – AMBIENTE) recanti attuazione delle seguenti direttive:

 2008/98/CE relativa ai rifiuti e che abroga alcune direttive;
 2008/105/CE e 2009/90/CE relative a standard di qualità ambientale nel settore della politica delle acque, nonché all’analisi chimica e al monitoraggio dello stato delle acque;

ESAME PRELIMINARE DI N. 2 DECRETI LEGISLATIVI (POLITICHE EUROPEE – MINISTERI DI SETTORE) recanti attuazione delle seguenti direttive:
 2009/125/CE: elaborazione di specifiche per la progettazione ecocompatibile dei prodotti connessi all’energia;
 2009/145/CE: deroghe per l’ammissione di ecotipi e varietà vegetali minacciati da erosione genetica;

- DECRETO LEGISLATIVO: Attuazione dei Regolamenti (CE) nn. 273/2004, 111/2005 e 1277/2005, come modificato dal Regolamento (CE) n. 297/2009, in tema di precursori di droghe, a norma dell’articolo 45 della legge n. 96 del 2010 (GIUSTIZIA - INTERNO - SALUTE – LAVORO) - ESAME PRELIMINARE;

N. 4 DISEGNI DI LEGGE (AFFARI ESTERI) recanti ratifica ed esecuzione dei seguenti Atti internazionali:
 Accordo di cooperazione culturale Italia – Qatar;
 Accordo di cooperazione culturale Italia - Repubblica Araba Siriana;
 Accordo Italia - Albania, aggiuntivo alle Convenzioni europee di estradizione e di assistenza giudiziaria in materia penale;
 Convenzione Italia-Libano per evitare le doppie imposizioni e prevenire le evasioni fiscali;


- DECRETO PRESIDENZIALE: Regolamento recante modifiche al T.U. delle disposizioni regolamentari in materia di ordinamento militare di cui al DPR n. 90 del 2010, a norma dell’articolo 2, commi da 8-bis a 8-sexies, del decreto-legge n. 194 del 2009, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 25 del 2010 (DIFESA) ;

- INFORMATIVA del Ministro Galan sulla Politica agricola comune - PAC;

- LEGGI REGIONALI.

Fonte:
http://www.governo.it/Notizie/Palazzo%20Chigi/testo_int.asp?d=60919

No-profit, Italia generosa: è la terza al mondo per fondazioni e donazioni


Con un patrimonio di 225 milioni, 30 fondazioni attive ed erogazioni per 25 milioni di euro, l’Italia è al terzo posto nella classifica mondiale per le attività filantropiche sul territorio dietro a Usa e Canada e davanti al Regno Unito, scavalcato nel 2007.
E’ il dato con il quale si apre domani a Como il Wingsforum 2010, il congresso mondiale della filantropia locale.

La metà delle Fondazioni di comunità italiane è rappresentato dai 15 enti che fanno riferimento alla Fondazione Cariplo, che nel 2009 hanno ricevuto 3.845 donazioni per un valore complessivo di 9 milioni di euro, portando il patrimonio complessivo a quota 200 milioni, con un incremento del 7% rispetto al 2008.

Secondo Giuseppe Guzzetti, presidente dell’ente milanese, uno dei grandi azionisti di Intesa Sanpaolo, ”forse proprio nei momenti di crisi – si legge in una nota – scatta la molla della solidarietà e il nostro territorio non ha dimenticato questo valore: ci sono persone che donano agli altri quello che possono, costituiscono piccoli fondi che messi a reddito servono a finanziare progetti, senza intaccare il capitale”.

Guzzetti poi chiarisce che ”le Fondazioni di comunità sono organismi autonomi da Fondazione Cariplo” e ”dispongono già di un loro patrimonio: a ciascuna di queste fondazioni abbiamo dato una dote di partenza di 10 milioni di euro per costituire il patrimonio iniziale”. ”Oggi – conclude – possono rappresentare anche un modello efficace per generare una nuova welfare society a livello locale”.
17 novembre 2010 | 12:12
Fonte:
http://www.blitzquotidiano.it/cronaca-italia/noprofit-italia-fondazioni-donazioni-beneficenza-643588/?utm_source=feedburner&utm_medium=feed&utm_campaign=Feed%3A+blitzquotidiano+%28Blitzquotidiano%29

Bankitalia: disavanzo settembre 8,1 mld


Ad agosto era stato di 5,04 mld, nei 12 mesi di quasi 58 mld
(ANSA) - ROMA, 17 NOV - A settembre il disavanzo di conto corrente della bilancia dei pagamenti italiana ha raggiunto quota 8,123 miliardi. Lo segnala la Banca d'Italia. Ad agosto il disavanzo di conto corrente era stato di 5,04 miliardi. Nei 12 mesi terminanti a settembre 2010 il disavanzo ha sfiorato i 58 miliardi (e' a 57.947 milioni) a fronte di un deficit nei 12 mesi terminanti ad agosto di 55,48 miliardi.
17 novembre, 12:06
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Una ricchezza formato famiglia. Le virtù di un paese che brilla in impreditorialità e risparmio


di Marco Fortis - 17 novembre 2010
L'Italia, nonostante handicap formidabili come il divario Nord-Sud, il più alto tasso di dipendenza dall'estero per l'energia primaria del G-20, l'evasione fiscale e lo storico debito pubblico ereditato dal passato, è un paese straordinariamente ricco in virtù della imprenditorialità e del risparmio. Peccato che abbia una politica povera, con i vari governi tutt'al più impegnati, senza discontinuità, a porre rimedio ai precedenti (e ad altri) handicap che ci espongono permanentemente a crisi potenziali.
Eppure ci sono solo due economie al mondo che possono vantare una ricchezza delle famiglie (finanziaria e immobiliare) più diffusa dell'Italia: la Norvegia, che nuota letteralmente nel petrolio, e l'Australia, che nuota nell'opulenza fondiaria e mineraria, tra allevamenti di pecore e giacimenti di metalli e carbone. L'Italia, che non ha né idrocarburi né materie prime, è invece ricca perché è un paese manifatturiero di grandi lavoratori risparmiatori e di proprietari di case. Infatti, la nostra ricchezza mediana per adulto (di quell'individuo, cioè, che divide esattamente in due la popolazione adulta) assomma nel 2010 a 115mila dollari (contro i 157mila della Norvegia e i 124mila dell'Australia).

Una cifra che permette all'Italia di surclassare tutte le altre maggiori economie avanzate. Nel G-7 il Giappone, che presenta la ricchezza mediana per adulto più alta dopo la nostra, è ben distaccato a quota 103mila dollari, seguito dal Canada con 95mila, dalla Gran Bretagna con 79mila, dalla Francia con 67mila e dalla Germania con 59mila. Chiude la graduatoria il paese che per Pil pro capite dovrebbe essere uno tra i più ricchi del mondo, gli Stati Uniti, che però può vantare solo 48mila dollari di ricchezza mediana per adulto, cioè un valore che è poco più del 40% di quello italiano.

L'Italia eccelle anche nella classifica dei debiti delle famiglie, avendo il più basso debito medio per adulto tra i paesi del G-7, pari a 21.800 dollari, contro i 30.400 dei tedeschi, i 32.300 dei francesi, i 41.600 degli inglesi, i 41.700 dei giapponesi e i 55mila dei canadesi. Anche in questa classifica gli Stati Uniti sono all'ultimo posto, con ben 60.500 dollari di debiti per adulto, cioè un valore quasi triplo di quello medio italiano.
Tutti i dati citati provengono da un monumentale studio su 160 paesi promosso dal Credit Suisse Research Institute, pubblicato a fine ottobre e intitolato Global Wealth Report, a cui hanno lavorato i massimi esperti mondiali in materia di ricchezza: Anthony Shorrocks che è stato direttore del World Institute for Developments Economics Research dell'Università delle Nazioni Unite di Helsinki dal 2001 al 2009 e Jim Davies della University of Western Ontario, entrambi già tra i principali autori di Personal Wealth From A Global Perspective (Oxford University Press, 2008).

La ricchezza delle famiglie, in generale, è molto più concentrata di quanto non lo sia il reddito nelle fasce più abbienti della popolazione. Per questo motivo la ricchezza mediana è un indicatore assai più significativo della ricchezza media, in quanto fornisce un'indicazione sia del livello di diffusione del benessere sia della capacità complessiva di un paese di sopportare senza traumi sociali dei forti shock esterni come, ad esempio, una crisi planetaria come quella che stiamo vivendo. Dunque le stime del Credit Suisse Research Institute sulla ricchezza privata dell'Italia mettono in evidenza una delle ragioni, assieme alla rigorosa linea sui conti pubblici tenuta dal ministro dell'Economia Giulio Tremonti, per cui il nostro paese si è rivelato più robusto e coeso di molti altri in questi ultimi due anni, al di là di ciò che dicono i semplici dati sul Pil.

L'Italia, nelle graduatorie dello studio di Shorrocks e Davies, eccelle in molti indicatori. In termini assoluti presenta la settima ricchezza media pro capite al mondo (e la seconda del G-7 dopo la Francia, dove la ricchezza è però più concentrata che da noi). Per ricchezza pro capite ci precedono, nell'ordine: Svizzera, Norvegia, Australia, Singapore, Francia e Svezia. L'Italia stacca gli Stati Uniti di oltre 11mila dollari. E vanta anche la decima ricchezza media per adulto del mondo.

Ma è soprattutto negli indici di equi-distribuzione della ricchezza che l'Italia emerge in modo clamoroso nelle classifiche internazionali, confermando le indicazioni già emerse da altre precedenti ricerche pionieristiche, come, ad esempio, quelle del Luxembourg Wealth Study. Infatti, in base ai dati di Shorrocks e Davies, l'Italia è il primo paese al mondo per la più bassa percentuale di popolazione adulta con una ricchezza inferiore ai 10mila dollari (solo il 3% degli adulti contro, ad esempio, il 27% degli Stati Uniti). Inoltre, presenta, assieme al Giappone, l'indice di Gini di concentrazione della ricchezza più basso del G-7 ed è il secondo paese del G-20 dopo l'Australia sia per ricchezza mediana sia per percentuale di adulti che possono contare su oltre 100mila dollari di patrimonio (il 56% degli adulti italiani contro il 36% degli Stati Uniti).

L'Italia insidia alla Germania il terzo posto al mondo dopo Stati Uniti e Giappone per numero assoluto di adulti con una ricchezza personale superiore ai 100mila dollari: in Italia sono 27 milioni mentre in Germania sono 27,9 milioni. Ma la Germania ha 22 milioni di abitanti più dell'Italia e una ricchezza mediana che è solo poco più della metà della nostra, dimostrandosi dunque molto meno granitica nel campo del patrimonio delle famiglie di quanto non lo sia nell'industria. Gli adulti con oltre 100mila dollari di ricchezza sono invece 21,9 milioni in Gran Bretagna, 18,7 milioni in Francia e 17,5 milioni in Cina (dove sono già 805mila i milionari).

L'ultimo decennio ha fatto registrare il fallimento del liberismo sfrenato che faceva crescere il Pil a colpi di debiti sotto l'impulso di servizi che, più che avanzati, alla fine si sono rivelati, per così dire, "avariati", come i nefasti prodotti che essi hanno generato: dai mutui subprime ai ninja, ai derivati eccetera. Dopo lo scoppio della "bolla" immobiliare e finanziaria, non a caso, la ricchezza è letteralmente crollata nei paesi che più hanno abusato dell'indebitamento per sospingere il reddito e l'occupazione. La ricchezza ha invece "tenuto" nei paesi "formica" come Germania e Italia.

I dati di Shorrocks e Davies sono chiari. Nel 2010 la ricchezza media per adulto in dollari a tassi di cambio costanti, rispetto all'anno di picco pre-crisi, è ancora inferiore del 29% circa in Spagna e Irlanda, del 19% circa in Grecia e Olanda, del 10% in Giappone e del 7% in Gran Bretagna. La ricchezza delle famiglie è invece diminuita solo dell'1,5% in Canada, del 3,8% in Italia e del 4,8% in Germania. Il paradosso reddito-ricchezza è che i paesi che sono cresciuti di più negli anni scorsi in termini di Pil sono diventati più poveri in termini di patrimonio e, in aggiunta, hanno oggi tassi di disoccupazione molto elevati.

Sicché è vero che il Pil italiano nel 2009 è tornato indietro (principalmente per la caduta dell'export) ai livelli del 2001 mentre quello statunitense è arretrato solo ai livelli del 2005, ma la ricchezza delle famiglie italiane in rapporto al reddito disponibile ha già recuperato la modesta caduta subita durante la crisi ed è oggi ai massimi storici mentre quella americana è precipitata ai valori del 1994. Inoltre, il tasso di disoccupazione in Italia è tornato ai livelli del 2004 mentre negli Stati Uniti si è riportato su quelli massimi del 1983.

I dati sulla ricchezza forniscono non solo lezioni sul recente passato ma anche indicazioni sulla sostenibilità futura dei debiti pubblici molto più significative del consueto rapporto debito/Pil. Infatti, se rapportiamo la ricchezza netta delle famiglie stimata da Shorrocks e Davies per il 2010 al debito pubblico su Pil previsto dall'Fmi per il 2012 (anno di picco atteso per l'Italia), scopriamo che il grado di "copertura" del debito pubblico italiano assicurato dalla ricchezza privata è il più alto assieme a quello della Germania (la ricchezza, cioè, copre oltre 4,3 volte il debito). In una posizione intermedia ma in costante deterioramento si collocano Stati Uniti e Spagna, mentre molto bassa è la solvibilità dei paesi più esposti come Irlanda e Grecia. Dunque l'Italia non è a rischio in base ai fondamentali patrimoniali. Il che non significa, però, che non debba fare il possibile per tagliare il suo debito pubblico e la sua spesa improduttiva.
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Rc auto negata al Sud, indaga l’Isvap


L’Istituto di vigilanza sulle assicurazioni ha avviato una istruttoria per fare luce sul boom di disdette da parte della compagnie al Meridione. Lo ha annunciato il presidente dell’Isvap, Giancarlo Giannini. “Ci sono disdette massime nel Sud, abbiamo aperto un’istruttoria”, ha detto durante un convegno. In molti casi da parte delle compagnie ci sono pratiche “elusive dell’obbligo a contrarre”. L’Isvap ha gia’ individuato 14 casi del genere. Da gennaio intanto arriva la nuova banca dati dei sinistri che dara’ un deciso contributo, annuncia, a scovare le frodi. Gli automobilisti del Sud, infatti, dopo aver pagato per anni premi di gran lunga superiori a quelli delle altre regioni, ora si vedono addirittura rifiutare la copertura assicurativa. Danno e beffa che, però, non è tollerabile: le compagnie, infatti, hanno l’obbligo di assicurare le auto.

Rifiuti senza sbocchi


17/11/2010 - 10:30
Giorgio Mottola
EMERGENZA. A Napoli e provincia, la monnezza in strada è arrivata a 6500 tonnellate. La situazione è più grave che mai, ma la camorra non c’entra. Bratti (Pd): «Lo Stato non ha mantenuto neanche una parola data»

La monnezza napoletana è ormai quasi materia viva. Cresce di cinquanta tonnellate ogni ora. Ieri la quantità per strada superava le 3000 tonnellate. E al momento un piano rifiuti, che dia una soluzione nel brevissimo termine, non c’è ancora. L’Emilia Romagna ha ritirato la disponibilità ad accogliere una parte dei rifiuti campani. Una risposta negativa probabilmente arriverà anche dalla Toscana. Il motivo sarebbe innanzitutto di carattere economico. Le regioni che hanno aiutato la Campania durante le crisi precedenti infatti devono essere ancora pagate dal Governo. Sembra tramontare anche l’ipotesi spagnola, giudicata «difficilmente attuabile» dall’assessore comunale all’Igiene pubblica Paolo Giacomelli.  «È una situazione senza via d’uscita», dice Alessandro Bratti parlamentare del Pd, dopo le audizioni che la Commissione parlamentare d’inchiesta sulle ecomafie ha svolto ieri a Napoli.

Sommando la quantità di monnezza presente per le strade ai rifiuti del resto della provincia si arriva a oltre 6500 tonnellate. Mille e quattrocento sono ferme nei rimorchi di 114 camion dell’Asia. Ci rimarranno sicuramente per molti altri giorni, dal momento che la sola discarica aperta è quella di Chiaiano. Dove però non possono arrivare più di 700 tonnellate al giorno, per via degli accordi che furono presi con i comitati locali all’epoca della riapertura.

La speranza di Cesaro e del sindaco Rosa Russo Iervolino è il supermento della gestione provincializzata dei rifiuti in Campania. Entrambi lo hanno ribadito davanti alla delegazione della Commissione ecomafie, che ha registrato l’assenza di tutti parlamentari di centrodestra, fatta eccezione per il presidente Gaetano Pecorella. «L’attuale emergenza è molto più grave di quelle passate», è la sintesi di quasi tutti dopo le audizioni, cui ha partecipato anche il Procuratore generale di Napoli Giandomenico Lepore, che ha confermato quanto aveva già detto in diverse occasioni: «La camorra non c’entra, le responsabilità sono della cattiva gestione amministrativa».

Il presidente della Provincia Cesaro ha ribadito invece la proposte delle micro discariche in provincia di Napoli. Si tratterebbe di due o tre invasi (soprattutto cave dismesse) da 150 mila tonnellate ciascuna, dove verrebbe conferita la frazione organica biostabilizzata. Ma l’ipotesi sembra di difficile praticabilità, soprattutto in tempi brevi. Allo stesso modo sembra essere stata abbandonata l’idea dell’esportazione. Il Governo infatti non ha ancora saldato i vecchi debiti. Trovare regioni disponibili a dare una mano è quindi diventato impossibile. Allo stesso modo si spiega anche la scarsa disponibilità degli amministratori locali campani. Spiega Alessandro Bratti: «Non è stato versato un solo euro per le bonifiche, i ristori premessi non sono mai arrivati. Lo Stato qui in Campania non ha mantenuto nemmeno una delle parole date».
Fonte:
http://www.terranews.it/news/2010/11/rifiuti-senza-sbocchi

Ronde anti-rifiuti nel centro città. Le guida il «re» delle cravatte


Marinella e i commercianti di Chiaia annunciano controlli contro chi sversa fuori orario.
NAPOLI — «Adesso basta. Adesso incominciamo a controllare noi il territorio. E se ci andranno di mezzo altri commercianti pazienza. La misura è davvero colma». Maurizio Marinella — insieme con altri titolari di boutique di Chiaia — guida una protesta non solo anti immondizia, ma soprattutto anti vandali. Qualcuno le chiamerà ronde, ma loro non desistono. «Da troppo tempo conviviamo con questi cumuli di immondizia abbandonati in piazza Vittoria — aggiunge — e non possiamo non concordare sul fatto che tanti di noi, spesso titolari di pubblici esercizi, depositano i rifiuti a tutte le ore. Basta dare una occhiata alla natura dell’immondizia. E tutto avviene in barba ai regolamenti. Ora le regole le dettiamo noi. E non guarderemo in faccia a nessuno».

Sono due i piani sui quali il comitato di commercianti di Chiaia si sta muovendo. Da un lato la stesura di un decalogo del buon esercente, che rispetta le regole, al quale si dovrà formalmente aderire per ottenere una sorta di certificazione di qualità. Dall’altro una lettera, dai toni durissimi, una specie di manifesto programmatico inviato alle autorità cittadine e sottoscritta anche da una serie di residenti in zona. Una missiva dove si chiede che venga finalmente effettuata la raccolta differenziata e gestito l’umido in maniera differente, per evitare che imputridisca all’aria. Il caso di piazza Vittoria è emblematico: dall’inizio della crisi l’immondizia non è mai scomparsa dallo slargo. «E allora a noi non resta che diventare controllori del territorio — avverte il re delle cravatte —. Registreremo le infrazioni e apriremo un filo diretto con i vigili e la Municipalità». L’altra anima della protesta è Carla Della Corte, una gioielleria in via Calabritto e l’esasperazione alle stelle. «Multare i trasgressori è inevitabile — sbotta— e puntare al recupero e al riciclo della materia è il punto di partenza per risalire la china. Perché, mi creda, siamo arrivati davvero al fondo».

Il quadro diventa completo quando da Marinella arriva una coppia di turisti. Sono clienti abituali e il primo quarto d’ora va via non a parlare di sete e di nuance, di fantasie piccolo punto o di regimental, ma del cumulo di immondizia che cresce sempre di più fuori dall’edicola della piazza, lambito dai passaggi del City Sightseeing che spesso guada il monte di sacchetti, li schiaccia sotto le ruote. «Ed è così da giorni — aggiunge Marinella —. Ogni cliente un commento, una parentesi inevitabile su questa assurdità». All’appello hanno già risposto in tanti. «Fra i firmatari della missiva — spiega la Della Corte — la cui stesura è stata affidata a Maria Carmen Villani, ci sono Gigi Russo, Alessio Visone, Annalisa Mignogna, Donato e Paola Rosa, Paola Abbamonte, Pasquale Sorrentino. E sono solo i primi. Ci sono anche tutti i dipendenti dei nostri negozi. Tutti si sono impegnati a vigilare e a segnalare depositi dei rifiuti fuori orario e finanche a vigilare sulla mancata differenziata».

Ma come agire, come coordinare i controlli? Un cittadino come può segnalare un abuso del genere? I controlli, quelli ufficiali, sono demandati alla polizia municipale. «Le nostre squadre — spiega il generale Luigi Sementa, comandante dei vigili urbani di Napoli — sono impegnate, compatibilmente con tutti gli altri incarichi che portiamo avanti, in una serie di controlli e sono state elevate una serie di multe anche nella zona Chiaia. Gli uomini guidati da Gaetano Frattini hanno effettivamente sorpreso commercianti e anche signore della cosiddetta città bene a depositare i sacchetti a mezzogiorno. Uno degli ultimi casi che mi è stato segnalato riguarda la zona di piazza Municipio dove sono stati multati la farmacia ed il bar vicino a Palazzo San Giacomo poiché alle 18 gettavano cartoni e rifiuti che potevano essere depositati solo dopo le venti». Ma qual è la strategia da consigliare a questi nuovi controllori del territorio? Come muoversi per ottenere il massimo del risultato e non vanificare gli sforzi? «Occorrono denunce circostanziate — avverte il generale — e senza cattiveria. Qui non si tratta di colpire il vicino poco simpatico, ma di modificarne i comportamenti in una direzione di civismo nell’interesse di tutti. Magari torna utile una foto con una macchinetta che indichi anche la data, l’ora. E poi meglio tenere il numero dell’unità operativa a portata di mano».
Anna Paola Merone - 17 novembre 2010
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