domenica 28 novembre 2010

Segreti di Pulcinella



Questo blog non segue la resa pubblica dei segreti di Pulcinella, detto con tutto l'amore e rispetto per la maschera universale del grande teatro napoletano. Perche', direbbe Pulcinella, se fossero tali, non sarebbe possibile renderli al pubblico, e se fossero pubblici non ci sarebbe necessita' di secretarli per renderli segreti di Pulcinella.
grecanico

L’incubo di Erode nell’affare della monnezza lucana


28 novembre 2010
Se non si possono mandare sulla luna, vuol dire che li dobbiamo bruciare, è il luogo comune che sentiamo dire in questi giorni di emergenza rifiuti anche in Basilicata.

L’emergenza non facilita un approccio sereno alla complessa dinamica della gestione dei rifiuti, ma anzi favorisce le soluzioni falsamente definitive e falsamente rapide, perché per realizzare un inceneritore, o anche semplicemente per mettere a norma quelli esistenti, oltre a cifre folli, occorrono tempi lunghi. Gli stessi del ciclo virtuoso della raccolta differenziata, che però costa molto meno ai cittadini ed è politicamente corretta verso l’ambiente del territorio e la salute dei suoi abitanti.

Motivo che con molta probabilità rende il partito degli inceneritori molto forte in Basilicata, regione nella quale, pur non vivendo livelli di allarme campani, gli scarti del consumismo della nostra era galleggiano tra l’essere un problema e un affare.

Il rifiuto solido urbano, RSU, la comunissima “monnezza”, per intenderci, resta tale solo per il cittadino, perché gli puzza in casa e non sa come disfarsene. Tanto che decide di pagare una tassa, la Tarsu, e di demandare ad altri gestione e trattamento. Dal momento in cui il cittadino se ne disfa, l’immondizia incomincia a diventare un problema amministrativo e, come ci insegnano le recenti cronache di Napoli, ma anche della nostra Potenza, diventa persino una questione sociale, di salute e di ordine pubblico.
Tra l’altro, la vecchia discarica di conferimento per rsu non esiste più, dal momento in cui il decreto legge 36/2003 con successiva modifica n. 13/2009, ha riclassificato le discariche in tre soli tipi, per inerti (scarti di edilizia), per rifiuti non pericolosi (rsu e scarti industriali non tossici) e per rifiuti pericolosi (ceneri, scarti degli inceneritori, sostante tossiche).
Una riclassificazione che rende evidente come il rifiuto prodotto dalle famiglie smette di essere un effetto collaterale del consumismo familiare per essere equiparato a scarti della lavorazione delle concerie, a rifiuti dell’industria tessile o della raffinazione del petrolio e dei processi di chimica organica.
Cioè, diventa un problema nel problema, perché questa nuova classificazione delle discariche rompe gli argini comprensoriali e territoriali delle discariche lucane aprendole anche a rifiuti non prodotti in loco, ma magari provenienti dalle concerie di Avellino, come è accaduto alla discarica poi messa tempo fa sotto sequestro di Tricarico. Tra uno sversamento e l’altro, tra un traffico e l’altro, magari capita anche che vengano liberate sostanze pericolose, trasformando il rifiuto e le discariche anche in un affare, senza escludere, purtroppo, le sue possibili implicazioni di malaffare.

La 36/2003, e la sua modifica del 2009, è una legge che rende senza confini e con maggiori difficoltà di controllo ogni discarica presente e invita a realizzarne sempre di nuove e di più grandi. Contravvenendo a quello che dovrebbe essere l’approccio più corretto in tema di sversamenti di rifiuti da fare in discariche di piccole dimensioni, poco impattanti e più facilmente controllabili, ma soprattutto orientate a gestire i rifiuti anche e solo delle attività produttive prevalenti del proprio territorio. Senza indurre in tentazione chi tra discariche e immondizia realizza affari notevoli a discapito di salute e ambiente.

Eppure è possibile pensare ai rifiuti né come affare né come problema, ma come ciclo virtuoso che riduce i volumi da conferire in discarica, produce compost verde (concime naturale – non compost grigio, differenza da rimarcare perché il compost grigio è materiale secco da inceneritore), ricicla la plastica, il vetro e la carta producendo risparmio e persino economia e occupazione.

Come inizieranno a provarci cinque comuni del Metapontino: Montalbano Jonico, Bernalda, Montescaglioso, Pisticci e Scanzano Jonico che realizzeranno un vero impianto di compostaggio per la produzione appunto di compost verde da utilizzare in un’area agricola, il Metapontino, che, guarda il caso, è stata classificata di recente da una direttiva europea proprio come area nazionale vulnerabile ai nitrati. E dunque, un po’ di compost verde naturale non gli farebbe male, anzi, ridarebbe nuovi equilibri ai terreni e agli impianti agricoli. I cinque centri lucani si apprestano ad un percorso comune che andrà anche oltre, perché cercherà di far rapportare direttamente i cittadini dei sei comuni (circa 60 mila abitanti) con il recupero della plastica, della carta e del vetro da riciclare con una collaborazione più stretta e diretta con il Conai. Il Conai è un consorzio che raccoglie aziende di riciclo e che, conferendo direttamente al consorzio plastica, carta e vetro, e non alle società di raccolta dell’immondizia, renderà tangibile alla gente i vantaggi della raccolta differenziata, distribuendo ai singoli cittadini, e non ad un ente terzo, il valore economico di quanto differenziato. Tra i cinque comuni e la Provincia di Matera, per la verità, c’è la volontà è di andare ben oltre sul versante delle buone intenzioni, con un accordo – per ora di principio – per una realizzazione in Val Basento, nell’immediato futuro, anche impianti per riciclare la plastica, la carta e il vetro prodotti in loco e nelle aree limitrofe, con lo scopo di realizzare anche occupazione e mercati dal rifiuto differenziato.

Un atteggiamento che è esattamente l’opposto di una certa cultura dell’emergenza che porta invece – strumentalmente – a sbrigativi e falsamente risolutivi percorsi di incenerimento dei rifiuti, creando facili luoghi comuni sull’efficacia distruttiva degli inceneritori. A parte gli enormi consumi di acqua (bisogna raffreddare ciò che si brucia) che possono inquinare le falde come è successo non in Kazakistan, ma con l’inceneritore di casa nostra, Fenice di Melfi, è bene sapere che l’incenerimento dei rifiuti non distrugge nulla.

Purtroppo per i fautori di questo enorme affare privato, l’inceneritore, o termovalorizzatore, si limita semplicemente a ridurre di volume i rifiuti bruciati, trasformandoli, però, da non pericolosi in rifiuti speciali e pericolosi da destinare a specifiche e costose discariche.

Quattrocento euro la tonnellata è, infatti, il costo del deposito in queste discariche, un affare nell’affare, tanto è che dovunque deve arrivare un inceneritore, si osserva in genere la presenza o la previsione di una discarica per rifiuti speciali e pericolosi. Senza dimenticare gli elevati rischi di inquinamento per l’immissione in aria di polveri pm10, diossina e cov, componenti organiche volatili. Che per quanti filtri innovativi la tecnica si possa inventare, non lascerebbero mai tranquilli gli abitanti nei dintorni di un inceneritore. Come dimostrato da diverse decine di studi di settore. Uno dei più recenti è lo studio inglese (Uk Healt Reasearch, 2009) sull’inceneritore di Kirkless, denominato “l’inceneritore di Erode” perché lo studio, durato ben 4 anni, dal 2004 al 2008, ha analizzato la mortalità infantile. Risultata 5 volte superiore rispetto alla norma. Lo studio è andato oltre il dato generico ottenuto, valutando anche la percentuale di mortalità infantile in relazione all’andamento del vento nella cittadina dello Yorkishire. Disarmante la risposta ottenuta dallo studio: le zone sottovento, più esposte alle emissioni dell’inceneritore, presentano una percentuale di mortalità del 9.6 per mille contro l’1,1 per mille delle zone sopravento. Il che vuol dire che i lucani che avranno in regalo un inceneritore sotto casa, si preparino a studiare l’andamento del vento: potrebbero statisticamente averne un vantaggio. [Articolo di Enzo Palazzo]
FONTE:
http://www.olambientalista.it/index.php/erode-monnezza-lucana/


Il valore dell’Unità


Di pitagorico – Taranto sera
La massa critica, in politica, si raggiunge quando è impossibile essere ignorati, scavalcati, considerati irrilevanti. Nella vicenda della Piattaforma Logistica portuale, Taranto ha raggiunto la massa critica al termine di un lungo e difficile percorso che merita di essere ricordato, proprio oggi che raggiunge il suo punto decisivo e finale.

Nella fase tecnica, i promotori del progetto, hanno sempre tenuto presente il territorio come riferimento dell’iniziativa, e le istituzioni che lo governano come interlocu-tori permanenti. Tutto il percorso autorizzativo è le approvazioni degli organi di governo e del Cipe, sono avvenute nel pieno coinvolgimento di tutte le parti politiche e sociali. La crisi che ha attraversato l’Autorità portuale di Taranto, con il succedersi di contestazioni e commissariamenti, ha rallentato il percorso di realizzazione della Piattaforma Logistica, ma non lo ha interrotto. Anche la crisi economica ha provocato una contrazione nell’attivazione delle risorse pubbliche, facendo temere una possibile cancellazione del progetto tarantino dal contesto delle scelte strategiche di investimenti. A questo punto era necessario attivare un percorso politico, non nel senso partigiano e settario, ma nella sollecitazione ad una convergenza dei diversi attori della scena politica ed istituzionale, per far diventare questo progetto un valore della comunità. In questo si è distinta la determinazione e la ferma volontà dei soggetti promotori, ad andare avanti, sollecitando con senso di responsabilità ad un comune sentire e, soprattutto ad una costante azione, Parlamento e Regione, Camera di Commercio e Sindacati, imprenditori ed enti locali. Grazie anche alla forte iniziativa di TarantoSera, la risposta è stata convinta ed impegnata, e Taranto, questa volta, ha dato mostra di essere un’entità solidale e incisiva. La massa critica è stata raggiunta così; era impossibile ignorarla, e ne sono testimoni coloro che direttamente hanno partecipato all’ultima battaglia. Il commissario all’Autorità Portuale, la cui presenza fisica nelle riunioni del Cipe, è stata testimonianza, con l’Assessore Regionale ai Trasporti, dell’attenzione e dell’impegno della comunità tarantina sull’esito favorevole di questo progetto. Ma anche quella parte del Governo (Fitto, Micci-ché), che hanno mantenute ferme le posizioni, quando, improvvisamente, all’interno del Cipe, si erano nuovamente levate azioni di sbarramento che miravano a rinviare ancora. Ed infine il ruolo dei parlamentari tarantini, di maggioranza ed opposizione, che hanno sostenuto nelle sedi proprie il buon esito finale di questa iniziativa.
Naturalmente il vero lavoro comincia ora; dopo tante critiche, invettive, auspici, aspirazioni, velleitari desideri, potete immaginare con quanto piacere possiamo parlare in termini concreti di un progetto che deve essere realizzato nel territorio, in tempi certi, e senza ulteriori attese. E con quanta soddisfazione possiamo indicare nell’unità raggiunta dalla comunità di Taranto, un fattore decisivo al successo di questo progetto ed alle sue prospettive.
Fonte: http://www.tarantosera.com/

Emergenza rifiuti, quando la storia non insegna


All’università ho studiato storia. Ci si raccontava che chi la conosce evita di commettere gli errori di quelli che ci hanno preceduto.

Ho fatto l’università a Napoli negli anni immediatamente successivi al “rinascimento” di Antonio Bassolino, in quelli in cui, con la chiusura delle prime discariche provinciali, si iniziava ad avvitare su sé stessa l’emergenza dei rifiuti campana.
Ho ben chiaro che, al di là di quello che dimostrerà il processo che i pm Noviello e Sirleo stanno portando avanti al tribunale partenopeo, è evidente di come la risposta “industriale” data ad un problema di semplice amministrazione pubblica (lo smaltimento dei rifiuti)  sia stata molto più che sbagliata. E ho anche chiaro che questo piano “industriale” era stato dato “chiavi in mano” a una importante impresa, nazionale e internazionale, che ha nome Impregilo.

Secondo il bando di gara, affidato ben dieci anni fa a Impregilo, entro il 31 dicembre del 2000, sarebbe stato costruito l’inceneritore per i rifiuti, perno del piano regionale per il trattamento dell’immondizia. Anche prima – sarebbero bastati 300 giorni – si sarebbe provveduto alla costruzione dei sette cdr, che avrebbero confezionato l’unico prodotto che quel “termovalorizzatore” avrebbe potuto bruciare: il “Combustibile Derivato dai Rifiuti”.
Certo, la storia ricorda, la commissione tecnica che esaminò quei progetti, ritenne che quello presentato da Impregilo contenesse “informazioni scarse e in più punti insufficienti e inconsistenti”, “diffusa carenza di dati tecnici”, pagine descrittive sugli impianti di cdr “per larga parte identiche e ripetute tre volte”. Eppure la gara fu vinta sui due requisiti del minor tempo richiesto per la realizzazione degli impianti (sic) e del minor impatto del prezzo richiesto per ogni tonnellata di rifiuti bruciata. E gli impianti vennero costruiti tardi e male (tanto che l’inceneritore ha un annetto di vita e funziona a singhiozzo e i cdr, gran produttori di ecoballe, non produssero mai cdr, tanto che oggi sono stati riconvertiti in stir - dei gran trituratori di immondizia).

Ecco, se oggi vedo i siti di stoccaggio temporaneo di mezza Campania grondanti percolato, gli sversatoi di Ferrandelle, o il rimestaggio dei rifiuti di Maruzzella, per non dire dei sei milioni di tonnellate di ecoballe impilati in quel di Taverna del Re a Giugliano, penso che in dieci anni Impregilo non sia stata in grado di fare il suo lavoro.
Se ascolto Silvio Berlusconi consigliare “da imprenditore”, di affidare la costruzione degli altri due inceneritori di rifiuti previsti per la Campania alla stessa Impregilo, penso che non abbia compreso nulla dalla storia, e che i miracoli e gli imbrogli si possono comunque vendere una sola volta.
astersico.
E' il loro lavoro. Sanno farlo, da Milano. Guardare il contratto per il ponte di Messina, gli ultimi bilanci, dove hanno le mani in pasta, i dividendi e chi sono i consiglieri ed i managers. Solidissimi, con agganci fortissimi con una lobby religiosa. Son forti, ti schiacciano. Vogliono i soldi, e li ottengono, comunque.

FONTE:
http://www.ilfattoquotidiano.it/2010/11/27/emergenza-rifiuti-quando-la-storia-non-insegna/79167/


La bontà ha il volto di una bimba di 10 anni


di MARIA ROSARIA GIGANTE

Anna Colella è una bella bambina di 10 anni, molto alta per la sua età, un volto dolce e paffuto incorniciato da morbidi capelli biondi che le arrivano appena sulle spalle, orgogliosa dei suoi occhi verdi, gioiosa e briosa, solare, sorride felice. Ma è anche molto emozionata. Perché lei è l’alunna più buona d’Italia.

Nella palestra del 23° circolo didattico «Raffaele Carrieri», dove frequenta la quinta classe, Anna ha ritirato ieri il «Premio alla bontà Hazel Marie Cole» per l’anno 2010, un riconoscimento nazionale promosso dalla Fondazione Premio alla Bontà Hazel Marie Cole - Onlus, in collaborazione con l'associazione «L'alunno più buono d'Italia».

Alla cerimonia sono presenti tra gli altri oltre ai suoi compagni, insegnanti, genitori e nonni, l’assessore comunale alla Pubblica istruzione, Anna Rita Lemma, il comandante della Compagnia Carabinieri di Taranto, Francesco Guzzo, il dirigente scolastico Piermario Pedone.

Cosa ha fatto Anna per meritare questo premio? Lei, a differenza degli adulti, ha parole molto semplici per spiegarlo: «Sin dalla prima elementare ho sempre aiutato la mia compagna di classe Chiara, diversamente abile, a mettere sul banco ciò che le occorre, a portarla fuori quando doveva andare in bagno, le ho sempre raccontato tante storielle. Le sono sempre stata vicina e mi spiace che oggi sia ammalata e non sia qui a condividere con me questo premio».

Gli adulti, che in questi anni l’hanno seguita ed apprezzata, hanno saputo valorizzare e capire quanto questi semplici gesti quotidiani fossero, invece, la forza incredibile che muove il mondo, l’energia che ha tenuto insieme i rapporti in una classe intera, la rivoluzione che da sempre ispira grandi valori. Per questo scrivono nella presentazione dell’alunna premiata, lì dove evidenziano il rapporto speciale con la compagna: «Anna, con la sua sensibilità, senza alcuna sollecitazione dell’adulto riesce a leggere ed interpretare i suoi bisogni e le offre il suo aiuto con discrezione e con il sorriso sulle labbra. Infatti, sa intervenire nei vari momenti della vita scolastica ludico-ricreativi e didattici, relazionandosi con lei in maniera dolce e giocosa, coinvolgendola nel piccolo gruppo, inducendola a parlare con gli altri; tutte azioni che contribuiscono a farla sentire amata, accettata ed immersa in un clima disteso e rilassante».

Anna da grande vorrebbe fare la veterinaria. Ha già in casa - racconta mamma Donatella - un cane, un gatto, dei pesciolini. E, soprattutto, anche a casa - dice sempre la mamma - «è così come la si vede ora». Felice e serena. Il premio le comporta anche una modestissima somma di danaro di cui potrà disporre quando sarà maggiorenne ed una ancor più piccola sommetta da utilizzare subito.

Cosa farà la piccola Anna? Avrà pure un piccolo sfizio da volersi togliere. Lei riflette un po’, poi risponde: «Ci penserò, non so». E’ la mamma ad aggiungere: «Anna non è molto esigente. Tuttavia se chiede qualcosa, ti viene spontaneamente da accontentarla». La stessa spontaneità che la bambina manifesta nel fare dono ogni giorno dei suoi sorrisi. I suoi compagni di classe, infatti, hanno scritto su uno strioscione che campeggia in palestra «Voler bene è un sorriso che flette nei tuoi occhi la gioia che regali».

Premiare la bontà instilla una goccia di gioia a tutti. Anche perché ripaga delle amarezze «di un’Italia che sta andando alla deriva». Sin fin troppo facile prendersela con giornali e tv che accendono sempre i riflettori su modelli e realtà negative, «quando invece la realtà è fatta di vita di tutti i giorni, di generosità, solidarietà, piccoli gesti, sorrisi quotidiani. Questa è l’immagine di un’Italia splendida». «Vince il mondo dell’infanzia - dice l’assessore Lemma -. Presi dagli affanni quotidiani, gli adulti dimenticano o confondono la bontà con la pietà. Questo protagonismo positivo dimostra cosa sia in realtà la scuola che costruisce valori positivi giorno dopo giorno». «Questo è un seme - aggiunge il dirigente scolastico Pedone - che ha trovato terreno fertile nel 23° circolo. Lavoriamo per raggiungere risultati concreti in termini di educazione sociale e di legalità».
28 Novembre 2010
FONTE: http://www.lagazzettadelmezzogiorno.it/notizia.php?IDNotizia=385775&IDCategoria=11


Mi presento: sono un evasore ed ho 27 anni.


Per la verità non mi sento tale, ma so che chiunque potrebbe additarmi cosi: dalle ingenuità sulle tasse della mia start-up d’impresa, che adesso inzia ad ingranare, mi trovo a due anni di distanza a chiedermi come riuscire ad iniziare a pagarle, le tasse.

Importo prodotti provenienti da paesti Extra-UE, UE ed alcuni vengono invece realizzati qui. L’ho fatto per abbattere una politica di oligopolio che stava nascendo nel particolare settore dove opero.

Lo dico da subito: ho procastinato, rimandato il problema delle tasse fino ad oggi, facendolo divenire ora il mio incubo.

Aggiungo anche che sono un “college drop-out” (Scienze Politiche e Comunicazione) che a 20 anni ha mollato l’università (e se ne sta pentendo) per inseguire dei sogni che riteneva possibili. “Fare impresa come in USA”, mi dicevo.

Creare un’idea seria, che cambiasse le regole in Italia. O almeno iniziasse a cambiare qualcosa.

Dicevo, non so come e perchè pagare le tasse. Per due ragioni:

La prima, è che le situazioni accumulate in 2 anni a quanto pare non sono risolvibili dai commercialisti a cui mi sono rivolto, uno all’anno. Non solo, i commercialisti stessi “spaventati” dal mio modello di business fatto di Importazione e canali di distribuzioni alternative quali l’e-commerce, non vogliono nemmeno suggerirmi qualche aiuto per pagare un po’ meno di quel che dovrei (scusate la franchezza con cui lo dico). A loro volta rimandano la situazione del 2009 mentre anche quella del 2010 diventa sempre più oscura, perchè non vengo istruito su che fare.

A tutto ciò si accumula una tragica assenza di formazione, o meglio presenza di confusione. L’ottimo sito dell’agenzia delle entrate dà informazioni tramite manuali all’uso del fisco che poi non trovano riscontro con quello che i commercialisti dicono (a proposito: avete notato che oltre al manuale esiste anche il glossario dei termini del fisco? Manco si trattasse di un’altra lingua!).

La seconda, è più di concetto e forse meno giustificabile: cosa ha fatto il Sistema Italia (di cui lo Stato è solo una parte) per me? Da quando sono al mondo ho vissuto solo disagi e tradimenti: il Liceo che frequentavo è stato chiuso e tutti gli studenti sono stati trasferiti in blocco presso un altro istituto, solo per volontà politiche. Non ho mai trovato modo di esprimere le mie idee, né in università, né ai mezzi di informazione, ma ho avuto modo di osservare ogni giorno di più il decadimento. A partire dagli impietosi paragoni con le altre realtà europee (per esperienza posso dirvi che anche l’Irlanda è socialmente più sana e MORALE di noi), alla libertà di creare delle persone, alla libertà di vivere e di inventare dei giovani.

In Italia, un sistema bancario gerontocratico penalizza chiunque voglia fare impresa e non voglia giocarsi le garanzie della famiglia – tristemente l’unico incubatore aziendale presente nel “bel” paese – per avviare una qualsivoglia idea. In Italia vengo trattato male agli sportelli dello stato. In Italia per proporre innovazioni puoi solo avere santi in paradiso, altrimenti queste idee ti vengono rubate (su questo aneddoto, sarò ben disposto a spiegare con prove ad ogni interlocutore). In Italia, l’università non è un campus di idee. E’ un ambiente diviso in tre componenti: ragazzi che studiano per lavorare da impiegati o nell’impresa del papà, ragazzi che stanno in università come se fosse un grande asilo infantile pagato dai genitori, professori che non hanno meriti ma hanno cattedre e – peggio -  assistenti che assomigliano a clientes. In Italia “Svluppo Italia” è una società farlocca dove i telefoni suonano a vuoto. In Italia i fondi SME Europei NON ESISTONO ed il fantomatico ufficio a Roma non ha un recapito. In Italia, i miei coetanei che la vedono come me non si espongono perchè hanno troppo da perdere e sanno che lo perderanno se agiscono.

Non voglio fare di tutta l’erba un fascio: ho incontrato esempi positivi in università e fuori. Ed il sistema italia ha comunque il pregio di avermi fatto diventare cittadino europeo. Non ho barriere all’interno dell’Europa, la mia ragazza è di quel paese industrializzato che sta più a nord del nostro, viaggio molto e grazie all’Inglese (con una punta di orgoglio posso definirmi anche molto fluente in americano) l’Europa ha aperto i miei occhi su tutto ciò che è decadimento in Italia.

Però non è grazie a questo sistema, non è grazie alle sue tasse, non è grazie a questo Stato se il mio Americano è fluente, se ho avviato un’impresa con un seed capital minimo raccolto grazie ad un’illuminata associazione di imprenditori che valuta SOLO per merito, visto che non ci sono “i santi”.

Non è grazie a questo sistema se ho più competenze in due campi consulenziali diversi di quanto qualasiasi universitario mio coetaneo possa avere una volta laureato. Non è grazie a questo Paese se ho un introito personale che non mi qualifica dentro la “generazione mille” (di cui comunque ho fatto parte per due anni, vivendo il Disagio).

Per questo sistema, io sono un evasore. Mi sento un evasore e mi faccio male da solo. Se evado prima o poi la pagherò. Se non evado la pago comunque, perchè una start-up di due anni non sopravvive se si ravvede. Amo comunque il mio Paese, ma sempre più spesso lo vivo disincantato.

Sono l’ennesimo atto di j’accuse in cerca di risposte. E sono qualcosa di peggio di un evasore: sono un ingenuo.
asterisco.
No, egregio fallito all'universita', pseudo-imprenditore delle tre carte, furbetto generazionale, caso psicologico, la vita e' ben altro. Lei - se esiste davvero - e non e' un'invenzione mediatica per lo scoop della domenica brianzola, deve rivedersi dentro. Lei e' sbagliato dentro, mischia i massimi ed i minimi sistemi come tentavano gli alchimisti con l'olio e l'acqua. Ha avuto – sino ad ora – la vita facile, com'e' facile in internet. Ma i conti tornano. Sempre.
grecanico

FONTE: http://www.chicago-blog.it/2010/11/22/confessione-di-un-evasore/

 

Emergenza rifiuti a Napoli: imprenditori e avvocati in corteo, la protesta della società civile


Avvocati, imprenditori, commercianti. La società civile scende in piazza, a Napoli. E sacchetto di immondizia in mano, sta sfilando lungo le strade della citta’ per esprimere la ”rabbia nel vedere una citta’ cosi’ sporca” e anche per dire chiaro e tondo ”che non e’ colpa dei cittadini se la citta’ e’ piena zeppa di rifiuti”.
Piuttosto, ”la colpa e’ di una politica irresponsabile”. Un corteo che va ad aggiungersi ad un’altra iniziativa di protesta che, sempre nel centro della citta’, vede pero’ in prima linea la Rete Campana Salute e Ambiente. Le adesioni sono partite attraverso Facebook ed oggi, ”siamo oltre un migliaio”, dice Francesco Forzati, avvocato e docente universitario nonche’ presidente dell’associazione Cambiamo Napoli.
”Stiamo manifestando in nome dell’articolo 32 della Costituzione che tutela il diritto alla salute – spiega Forzati – Noi, societa’ civile, vogliamo oggi denunciare la disastrosa gestione dei rifiuti a Napoli, contro la politica di destra e di sinistra”. ‘Napoli pulita, Napoli pulita”, urlano intanto i manifestanti, e poi ‘Vogliamo la raccolta differenziata”. Il corteo è partito dal ‘salotto buono’ di Napoli, dal quartiere Posillipo. Attraversando il lungomare, tappa in Villa Comunale, la destinazione sara’ piazza del Plebiscito.
”Dicono che siamo la citta’ dell’emergenza, che amiamo vivere nel caos, che non siamo in grado di fare la raccolta differenziata – spiega Ilenia Incoglia, vicepresidente del gruppo Giovani Associazione piccole e medie imprese di Napoli – tutti alibi per una politica irresponsabile che ha fallito e che non si assume le proprie colpe, che ci lascia vivere come delle bestie da circo a scapito della nostra salute e del nostro orgoglio. Dietro la parola camorra si nasconde il clientelismo che ha speso male i nostri soldi, si nasconde il rapporto malato con la politica che fa i propri interessi e non il bene della comunita’. Io non la chiamerei piu’ emergenza rifiuti ma scandalo, vergogna, mancanza di pudore”.
28 novembre 2010 | 14:16



La escort, il premier mi disse: sono il sogno degli italiani


28 novembre 2010 
«Ad Arcore e in Sardegna ho incontrato tante ragazze giovani, penso minorenni».
Lo ha detto la escort Nadia Macrì a `l’intervista´ su Skytg24. «Dopo la vicenda di Noemi - ha aggiunto - ho pensato, allora ci sono ragazze minorenni».
La giovane ha raccontato anche però di non aver mai socializzato con le altre ragazze incontrate nelle varie occasioni o feste a Milano e in Sardegna. «Non si poteva parlare tra noi - ha detto dovevamo stare zitte».
«Sono andata ad Arcore per 5 mila euro - ha raccontato Nadia Macrì - ma con il presidente mi sono confidata, speravo in un aiuto da parte sua».

«Forse ho sbagliato a presentarmi come una escort - ha aggiunto - avrei dovuto chiedere di fare la velina».
Nadia Macrì ha anche ripercorso l’approccio che l’ha portata a conoscere Berlusconi. «Ero ad un semaforo e un giovane mi ha fermato chiedendomi se volevo seguirlo. Mi ha poi portato nello studio di Lele Mora dove c’erano altre ragazze, tutte straniere, russe e brasiliane».
«Da li siamo state portate nello studio di Emilio Fede - ha proseguito - che, finito il tg ci ha parlato una per una e ha fatto una selezione, due sono state mandate via».
«Ad Arcore la prima volta era tutto bello, si mangiava bene, c’erano solo le ragazze, Fede e la segretaria del Presidente che ci ha chiesto i numeri di telefono. Era una ragazza giovane, bionda alta, che lavora per la tv, sembrava lei ad organizzare tutto».
«La selezione per me andò bene perché mi chiamarono una seconda volta, mi contattò direttamente il presidente sul mio cellulare». Berlusconi «mi disse: `sono il sogno degli italiani. Sono il Presidente´`. Poi sono andata anche a villa Certosa, in Sardegna e li´ oltre alle ragazze c’erano tanti imprenditori, avvocati, notai».
Fonte:
http://www.ilsecoloxix.it/p/italia/2010/11/28/AMB9QsIE-premier_escort_italiani.shtml
 
 

Rifiuti, 400 soldati per pulire Napoli


Natale senza immondizia: ecco il piano
NAPOLI (28 novembre) - Cala un po' la quantità di rifiuti lungo le strade di Napoli: oggi la città si è svegliata con 2680 tonnellate a terra; ieri erano 2910. Secondo quanto spiega l'assessore all'Igiene Urbana del Comune di Napoli, Paolo Giacomelli, «ieri abbiamo raccolto e conferito oltre 1600 tonnellate. Questo è stato possibile perchè gli impianti Stir di Tufino a Giugliano hanno funzionato quasi a pieno ritmo».
Protesta al Plebiscito. Sacchetti di immondizia in mano, bimbi compresi, hanno attraversato, tra turisti incuriositi, il centro della città. Poi, in piazza del Plebiscito, cuore di Napoli, con i sacchetti hanno formato un vero e proprio cumulo. Obiettivo? Protestare affinché la raccolta differenziata parta sul serio. Il corteo è stato organizzato dalla Rete Campana Salute Ambiente. E in un presidio davanti alla Prefettura, hanno spiegato perché. La premessa: «Berlusconi è tornato a Napoli promettendo un altro miracolo. Ma mentre lui gioca a fare San Gennaro, migliaia di tonnellate di spazzatura marciscono sui marciapiedi, davanti alle scuole, sotto i balconi», spiega Antonietta.
Lo scaricabarile. Sotto accusa «il solito scaricabarile tra Governo, Regione, Comune, ma è ormai chiaro a tutti che Berlusconi, come Caldoro, Cesaro e Iervolino, continuano a mentire spudoratamante soprattutto quando danno la colpa dell'emergenza alle popolazioni che lottano per non essere avvelenate». Quindi, la soluzione: niente discariche, inceneritori, ma una raccolta differenziata che comporti, però, il recupero e il riciclo totale della materia. Insomma «un piano rifiuti zero». In bella mostra striscioni "Uniamo le ribellioni in difesa di salute e ambiente", e anche i disoccupati del progetto Bros che in questi anni sono stati formati proprio per fare la differenziata.
Mezzi da Roma. Da oggi, inoltre, «sono in azione anche i dieci mezzi messi a disposizione dal Comune di Roma». E se la periferia della città, sottolinea Giacomelli, è un po' più pulita, difficoltà restano nel centro storico. La causa, spiega ancora l'assessore, è «dovuta ad un passaggio di consegne tra due ditte esterne che fanno capo all'Asia», l'azienda servizi di igiene ambientale che si occupa della raccolta dei rifiuti a Napoli. Una ditta di Genova subentrerà ad un'altra di Savona il 1 dicembre. «Da oggi a quella data - conclude - potrebbero registrarsi dei problemi nella raccolta di immondizia in quell'area specifica della città».
Natale senza rifiuti. Napoli, il suo Natale, lo vivrà senza rifiuti. Si dice ottimista, in tal senso, l'assessore all'Igiene Giacomelli, che aggiunge: «Puntiamo ad arrivare a domenica prossima con la città in condizioni decorose». Intanto la priorità, in questi giorni, per ciò che riguarda la raccolta di immondizia dalle strade, sono soprattutto gli itinerari turistici. Via i cumuli da piazza Garibaldi, "biglietto di presentazione" della città con la stazione ferroviaria, e dalla strada dei presepi nota in tutto il mondo, San Gregorio Armeno, che fino ad oggi non aveva segnalato criticità.
I turisti. Del resto, anche stamattina, sono diversi i bus con turisti a seguito che circolano in città, «faremo, dunque, di tutto per fare in modo che gli itinerari turistici si presentino al meglio», assicura l'assessore. Domani, conferma Giacomelli, si terrà la riunione operativa per mettere a punto la raccolta umido-secco in venti piazza delle città. Non solo, «si metterà a disposizione delle autorità regionali che hanno la competenza dei sottosuoli, lo studio fatto dal Comune di Napoli su tutte le cavità disponibili ad accogliere frazione organica stabilizzata. Che, sia chiaro, è terriccio, non rifiuti».
400 soldati per pulire Napoli. Quattrocento militari per ripulire Napoli e provincia dall’assedio dei rifiuti: in una intervista al Mattino il ministro della Difesa La Russa dà corpo all’intervento dell’esercito. Prima fase dell’intervento sarà la provincia: Quarto, Volla e Sant’Antimo. Le discariche saranno trasformate per decreto in siti strategici sotto il controllo dei militari. Saranno impiegati anche i siti militari per lo stoccaggio dell’immondizia.
FONTE: 
http://www.ilmessaggero.it/articolo.php?id=128504&sez=HOME_INITALIA#


Il "ni" di De Filippo sui rifiuti


27/11/2010
di EGIDIO DIGILIO
La risposta del Presidente della Regione Basilicata alla richiesta di smaltimento di una parte dei rifiuti campani è un “nì” che lo mette in difficoltà con la posizione di disponibilità assunta dal suo collega pugliese Vendola e denota l'ambiguità di un comportamento di chi si candida a rappresentare il più alto livello istituzionale del centrosinistra al Sud e poi dichiara che “non si è in grado di prendere nemmeno un chilo di rifiuti dalla Campania”.
Diventa perciò necessario che De Filippo e le Regioni che si sono schierate apertamente contro la richiesta di smaltire rifiuti campani chiariscano cosa intendano per affrontare l'emergenza attraverso “la via istituzionale” e la partecipazione delle Regioni. Per ora si registrano solo contraddizioni politiche a meno che la situazione relativa a discariche, siti di conferimento e inceneritori in Basilicata sia molto più problematica di quella rassicurante che vorrebbero farci credere. Se così fosse il Presidente della Regione e i Presidenti delle Province insieme al sindaco di Potenza e al collega di Matera invece di gettare acqua sul fuoco delle polemiche divampate dopo il trasferimento di rifiuti potentini alla discarica di La Martella-Matera dovrebbero solo dirci come stanno effettivamente le cose. Altrimenti per usare le parole di Vendola il no di alcune Regioni a direzione leghista al pari del “ni” di De Filippo e' pretestuoso e ideologico. Sulla base dell'indagine conoscitiva sulle problematiche relative alla produzione e alla gestione dei rifiuti - con particolare riferimento ai costi posti a carico dei cittadini, alla tracciabilità, al compostaggio, alla raccolta differenziata e alla effettiva destinazione al recupero ed al riuso dei rifiuti o delle loro porzioni, che come XIII Commissione del Senato abbiamo realizzato - siamo in grado di poter dare un nostro contributo. I numerosi casi di trasferimento di rifiuti da comuni a discariche diverse con le immancabili guerre di campanile scatenate negli anni, ricordo quelle accadute anche da noi e non solo in Campania, come a Moliterno, Salandra, Lauria, e di recente a Matera dovrebbero convincere che il problema, sia esso determinato da emergenze o da provvedimenti di programmazione, non si risolve a colpi di ordinanze e senza un coordinamento interistituzionale Regioni-Ato Rifiuti-Governo. Poiché De Filippo deve ancora dirci cosa ne pensa dell'impianto Fenice di Melfi rinnovo la proposta di un confronto di collaborazione, e noi non faremo mancare il nostro contributo nell'interesse delle nostre comunità, tutte, sia quelle che devono smaltire rifiuti che quelle che devono riceverli in discarica, siano campane, lucane o pugliesi.
FONTE: 
http://ilquotidianodellabasilicata.ilsole24ore.com/it/basilicata/potenza_commento_agidio_digiglio_de_filippo_rifiuti_0197.html


I pm: società offshore per gli appalti gonfiati


Caso Enav-Finmeccanica. «Le cordate amiche hanno moltiplicato per 20 il fatturato». Contratti esteri. Timori per l'eventuale pubblicazione sul sito Wikileaks di contratti esteri del gruppo presieduto da Guarguaglini.
Appalti moltiplicati per favorire sempre le stesse società. E così alimentare la contabilità occulta, spesso trasferita all'estero. Il primo esame della documentazione sequestrata negli uffici della Selex sistemi integrati e delle aziende che poi ottenevano i lavori delinea il meccanismo illecito che sarebbe stato utilizzato al fine di creare «fondi neri» per versare tangenti a manager e politici.
Il meccanismo svelato dal consulente di Finmeccanica Lorenzo Cola trova riscontro nelle carte portate via da carabinieri del Ros e finanzieri. Rivelando come sia stato lo stesso Cola, grazie alle imprese che controllava attraverso prestanome, ad accaparrarsi la fetta più grossa. Basti pensare che in appena quattro anni era riuscito a far lievitare di venti volte i guadagni. Le fatture rivelano anche l'esistenza di consulenze affidate a società offshore che, dicono i magistrati, sarebbero servite a veicolare il denaro in Svizzera e in numerosi paradisi fiscali. Un meccanismo che ha portato all'iscrizione nel registro degli indagati dell'amministratore di Selex Marina Grossi e di quello di Enav Guido Pugliesi per corruzione e frode fiscale, del presidente dell'Ente di assistenza al volo Luigi Martini, del suo predecessore Bruno Nieddu, del componente del consiglio di amministrazione dello stesso Ente Ilario Floresta, del capo delle relazioni esterne di Finmeccanica Lorenzo Borgogni, dei dirigenti di Selex Letizia Colucci e Manlio Fiore, oltre a numerosi imprenditori.
La doppia cordata
Le verifiche del procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo e dei sostituti Paolo Ielo e Rodolfo Sabelli ora si concentrano sui lavori effettuati in numerosi aeroporti italiani come Palermo, Napoli, Lamezia Terme, ma anche Malpensa e altri scali. Costruzione delle torri di controllo, manutenzione dei radar, sistemi di controllo del vento: Enav passava gli appalti a Selex, che a sua volta individuava le ditte per i subappalti. La maggior parte venivano affidati a Techno Sky, a sua volta controllata da Enav. Gli altri finivano a pochi privilegiati scelti a trattativa privata che così ricevevano un fiume di denaro. L'accusa, confortata dalle rivelazioni di Cola e del suo commercialista Marco Iannilli, individua due cordate che di fatto si spartivano la torta.
La prima, riconducibile appunto a Cola, comprende la Arc Trade, la Cogim, la Print Sistem e la Trs. La seconda, invece, include ditte che i magistrati definiscono «riferibili ad attività di Lorenzo Borgogni», cioè La Renco, la Simav sistemi di manutenzione avanzati, la Chorus services e architecture e la Aicom. Cola accusa Borgogni di aver preso «almeno 300mila euro in contanti e altre utilità». Lui stesso ammette di aver guadagnato svariati milioni per le sue consulenze. Ora si cercano gli altri beneficiari della politica e dell'imprenditoria. Intanto sono le cifre a fornire il volume degli affari.
Il record del 2009
Nel 2004 Enav dà a Selex lavori per 341 milioni di euro. Le due aziende di Cola, Trs e Print Sistem, si aggiudicano lavori per 2 milioni e mezzo di euro. L'anno dopo al vertice di Selex arriva Marina Grossi, la moglie di Guarguaglini, nominata amministratore delegato, ed Enav «gira» appalti per 314 milioni. Cola questa volta fa il salto e alle due ditte che controlla arrivano subcommesse per 8 milioni e trecentomila euro. Nel 2006 e nel 2007 gli incassi tornano a essere modesti. Mentre il 2008 è l'anno dell'ascesa con appalti Enav che ammontano a 397 milioni di euro e subappalti che superano i 14 milioni di euro. Il vero boom arriva nel 2009, esattamente il periodo nel quale, contestano i pubblici ministeri, Selex «emetteva fatture relative a operazioni in tutto o in parte inesistenti per un valore non inferiore a 10 milioni di euro, per consentire a Enav l'evasione delle imposte dirette o indirette».
Il dettaglio dei numeri appare eloquente. A bilancio vengono iscritti appalti concessi da Enav per un totale di 490 milioni di euro. L'analisi dei subappalti mostra la divisione della torta: Print Sistem ottiene lavori per 34 milioni di euro, Techno Sky per 12 milioni e quattrocentomila. Ma in scena compare anche Arc Trade, che se ne aggiudica per un valore di otto milioni e mezzo. A conti fatti, soltanto le società di Cola gestiscono in quei dodici mesi 43 milioni di euro.
Le percentuali dei mediatori
«Per lavorare, me dovevano paga'», ha detto Cola ai magistrati riferendosi alle ditte che aveva segnalato. Non era l'unico. Nell'elenco degli indagati i magistrati romani hanno inserito anche Paolo Prudente, direttore generale di Selex fino all'arrivo della Grossi, e Antonio Iozzini, amministratore delegato di Techno Sky fino a luglio scorso. In realtà il manager fu sostituito, insieme ai componenti del consiglio di amministrazione, perché accusato dai vertici di Enav di aver commesso «irregolarità gestionali e procedurali» che avevano poi determinato l'avvio di un audit che si è conclusa qualche giorno fa. In particolare si parla di commesse pagate prima dell'esecuzione e di costi gonfiati.
Nel provvedimento eseguito due giorni fa che disponeva perquisizioni e sequestri negli uffici e nelle abitazioni degli indagati, viene specificata la necessità di acquisire la documentazione relativa a «inchieste interne e audit in ordine alla regolarità dell'assegnazione dei lavori, nonché copia dell'organigramma e delle relative modifiche dei dirigenti di Enav e Selex negli ultimi cinque anni, per la ricostruzione dei singoli procedimenti». I magistrati sono infatti convinti che l'esame di quella documentazione possa fornire elementi utili a individuare altri beneficiari del sistema. Manager che avrebbero rivestito il doppio ruolo di committenti e nello stesso tempo, percettori di mazzette. L'esame delle carte rivelerà eventuali altri illeciti. Ma la fibrillazione di queste ore riguarda anche contratti esteri siglati da Finmeccanica che potrebbero essere rivelati nei dettagli dal sito Wikileaks.
Fiorenza Sarzanini
28 novembre 2010 | 11:53
FONTE:
http://www.corriere.it/cronache/10_novembre_28/sarzanini-societa-offshore-appalti-gonfiati_dc201b78-faca-11df-abbf-00144f02aabc.shtml


EURO: SONDAGGIO, META' DEI TEDESCHI CHIEDE RITORNO AL MARCO


10:39 28 NOV 2010
(AGI) - Berlino, 28 nov. - Una meta' scarsa dei tedeschi auspica l'abbandono dell'euro e il ritorno al marco.
Lo rivela un sondaggio Emnid pubblicato dal settimanale 'Focus', secondo il quale il 47% dei tedeschi si dichiara favorevole all'abbandono della moneta unica, mentre il 50% vuole mantenere l'euro. I maggiori fautori del ritorno al marco (60%) si trovano nell'elettorato non legato ad alcun partito, mentre i piu' fedeli alla moneta unica sono i sostenitori dei Verdi (60%). Nel frattempo il deputato della Csu bavarese, Peter Gauweiler, chiede al "Bundesverfassungsgericht", la Corte costituzionale di Karlsruhe, di esaminare al piu' presto il suo ricorso contro il varo del fondo di salvataggio di 750 miliardi di euro, deciso dall'Unione europea per venire in soccorso di Paesi in difficolta' come la Grecia e l'Irlanda.
FONTE:
http://www.agi.it/economia/notizie/201011281039-eco-rt10005-euro_sondaggio_meta_dei_tedeschi_chiede_ritorno_al_marco


 

Governo approva "Piano per il Sud"


Soddisfatto Scopelliti
Il presidente della Regione ha espresso la propria soddisfazione per l'approvazione del 'Piano per il Sud’ da parte del Governo Berlusconi
27/11/2010 «L'approvazione del "Piano per il Sud" dimostra l’attenzione del Governo Berlusconi nei confronti del Mezzogiorno».
E' quanto afferma il presidente della Regione Calabria, Giuseppe Scopelliti: «All’interno del provvedimento – aggiunge - uno dei punti fondamentali del programma elettorale del centro-destra, riscontriamo una strategia ben definita da parte dell’esecutivo ed un modo concreto di affrontare problemi e criticità delle regioni meridionali. Sono convinto che adesso - prosegue Scopelliti – il Governo Berlusconi non farà passare altro tempo.
Le stesse regioni dovranno adesso rimostrare, finalmente, di saper utilizzare con intelligenza tutte le risorse disponibili, in grado di poter realizzare ricchezza, sviluppo e nuove opportunità lavorative, programmando interventi necessari affinchè il Sud possa attenuare il gap con il resto del Paese. La riproposizione dei fondi Fas, per le Regioni con i nuovi Governatori – ha concluso il Presidente Scopelliti – rappresenta un’altra opportunità strategica, che mette fine alle logiche assistenzialistiche, tipiche della sinistra, dando maggiore slancio, nonostante il periodo di crisi, ad un percorso di rilancio che avvii una stagione di rinascita del nuovo Sud».
Asterisco.
Delle due l’una, e’ un coglione, o un servo.

Fonte: http://ilquotidianodellacalabria.ilsole24ore.com/it/calabria/catanzaro_approvazione_piano_governo_berlusconi_sud_scopelliti_
soddisfazione_4456.html