mercoledì 29 settembre 2010

Il minestrone di Mestre

Il “centro studi sintesi su fonti varie“ colpisce ancora.
Si sono misurati con l'analisi fattoriale, che è come il minestrone, vien fuori per quello che ci metti dentro.

Dice la Fonte (vedi Suo indirizzo in calce):
IL RISCHIO EVASIONE - LE DIFFERENZE TERRITORIALI
06/09/2010
„Dal confronto tra reddito disponibile e consumi in Italia emerge una certa discrepanza. Le due voci non sembrano andare d’accordo in quanto le dinamiche della spesa non seguono quelle delle entrate “ufficiali” delle famiglie e ci sono aree del paese in cui il divario diventa enorme. La forbice tra consumi e redditi, infatti, si apre soprattutto al Sud, mentre al Nord emerge una maggiore coerenza con Emilia Romagna e Trentino Alto Adige a mostrare la maggiore “fedeltà” fiscale. A chiudere la graduatoria ci sono invece Sardegna e Sicilia. L’indice elaborato misura le differenze tra i livelli di reddito espressi e i consumi o comunque il grado di benessere riscontrato sulla base di sette voci indicative (consumi alimentari, consumo energia elettrica, consumo carburante, autovetture oltre 2.000 cc di cilindrata, autovetture circolanti per 100 abitanti, variazione % dei depositi nel triennio, quota % di abitazioni di pregio). In questo senso, quindi, le differenze sono indicative della potenziale evasione fiscale. Un indice positivo segnala realtà locali in cui l’andamento dei consumi è mediamente inferiore o in linea con quello del reddito. Un indice negativo individua invece situazioni caratterizzate da propensione al consumo e tenore di vita mediamente superiore al reddito medio.“

Scusi Emerito:

Ci spiega com'è possibile assimilare il concetto di 'consumo' a quello di 'benessere'? Cosa fa? sovrappone il tubo digerente alla psicologia? Per Lei, consumare è il benessere? Beva molta grappa veneta, avrà molto benessere.

Ci spiega la pertinenza – o conseguenzialità – tra consumi e redditi, da una parte, e la maggiore “fedeltà” fiscale? Ha bevuto molta grappa di primo mattino?

Ci spiega codesto mostro concettuale: „In questo senso, quindi, le differenze sono indicative della potenziale evasione fiscale“ Forza, confessi la Sua Origine: su quale pianeta impera questo sillogismo deduttivo?

Ci spega come si può essere tendenzialmete evasori fiscali con un reddito e dei consumi medi inferiori a quella media del paese? Non è – per caso – strabico, per via della grappa? Guardi bene il pastrocchio da Voi elaborato, se ci pensa un pò, Vedrà che le condizioni caratteristiche per l'evasione fiscale albergano altrove.

Nota finale: l'analisi fattoriale è un concetto, che trova – se la trova - dimostrazione nei numeri statisitici; oppure una ricerca statistica empirica – per tentativi logici. Comunque si deve lavorare su una massa di dati omogenei, ognuno dei quali rappresentanti una caratteristica del fenomeno analizzato. L'analisi fattoriale produce una verità statistica non ancora evidenziata nella realtà che ci circonda. Sempre che questa verità ci sia, altrimenti non esce niente, o si rimescola il minestrone, come fanno al centro studi sintesi su fonti varie“. E il minestrone risulta immangiabile, perchè cucinato con ingredienti inconciliabili, non omogeneizzabili.
E' difficile, infatti, fare un buon minestrone quando metti insieme – ad esempio - il reddito procapite con la spesa media per i consumi alimentari (di chi? del singolo o di una famiglia media?) e la percentuale di abitazioni di lusso (perchè di lusso?) con il consumo procapite di energia elettrica; e via col vento della fantasia. Il risultato è un minestrone acido, che però ambirebbe a fotografare l'andamento provinciale (altra acidità) di chi mostrerebbe poco il suo benessere, e chi invece ne mostrerebbe più del reddito percepito.
Come dire : tu ti spari le pose più di quanto potresti, perciò sei un evasore potenziale, anzi è certo, tu lo sei; quell'altro, invece, è un benestante riservato, ligio all'Agenzia delle Entrate.

Ho le travecole? No è quanto risulta guardando la tabella sotto e la sua esilarante legenda. Buon divertimento.
Grecanico



Fonte:

http://www.centrostudisintesi.com/index.php?module=VgContenuti&func=display&mid=413

giovedì 23 settembre 2010

Ti te credi?, bon. Ti non te credi? Ti te ga de creder, mona!


La Fonte 1. scrive:
SOVRAINDEBITAMENTO, AL SUD LA MAGLIA NERA
20/09/2010.
La fotografia che elabora i dati relativi al livello di liquidità e di indebitamento delle famiglie italiane ci suggerisce che i debiti affliggono soprattutto le famiglie di Campania, Sicilia e Puglia. Ancora una volta, è il sud del paese a patire il peso maggiore di un’economia che non riesce a stare al passo delle regioni più virtuose. La differenza tra livello di liquidità e indebitamento ha dato origine ad un indice sintetico che illustra il differente rischio da sovraindebitamento delle 20 aree del paese. La graduatoria delle regioni marca, di nuovo, una separazione netta tra il nord e il resto dell’Italia. Il minor rischio si registra in Valle d’Aosta, ma tra i migliori si piazzano anche Liguria, Trentino Alto Adige, Friuli Venezia Giulia, Umbria e Veneto. Per il calcolo del rischio da sovraindebitamento è stato preso in esame un pool di indicatori (14) che esprimono, da un lato, il grado di obbligazioni assunte dalle famiglie italiane e, dall’altro, lo stato di liquidità. Il rischio si concentra nel mezzogiorno in quanto, in queste aree, a un “certo livello” di obbligazioni assunte corrisponde una bassa liquidità (redditi e depositi) enfatizzata tra l’altro da criticità nel mercato del lavoro (disoccupazione e scarsa occupazione). Tali fattori espongono maggiormente le famiglie del mezzogiorno al rischio di non onorare le proprie obbligazioni.

1. Obiezione:
pubblicare in libera fruizione per i lettori, sul sito di un centro studi, uno scritto, o una tabella, citando come fonte: 'fonti varie', è scientificamente scorretto, un mostro deontologico, perché impedisce al lettore il diritto all'esercizio del controllo formale e sostanziale di quanto riportato nella pubblicazione. Pubblicazione che perde, così, ogni scientificità, ed i suoi redattori ne acquisiscono in scarsa attendibilità.

2. Peggio:
pubblicare su un quotidiano economico (il Sole 24 Ore, vedi Fonte 2) uno scritto o una tabella, citando come fonte: 'fonti varie' è scientificamente scorretto e giornalisticamente inaccettabile. Perché, oltre a ledere il lettore nel suo diritto all'esercizio del controllo formale e sostanziale di quanto riportato, elude - o ignora - un Dovere del giornalista: quello di verificare sempre e comunque l'attendibilità dei contenuti delle fonti.
L'articolo della gentile signora Rosalba Reggio dovrebbe passare sul giornaletto della Parrocchia di Mestre. Così come in codesto giornaletto dovrebbe lavorare il suo redattore, con lei.

3. Gli indicatori.
A questo punto mi rivolgo direttamente a quelli che vogliono conferire al Mezzogiorno LA MAGLIA NERA.
a) Per definizione le famiglie non possono indebitarsi. E non ho voglia di spiegarvi il perché.
b) il Vostro indicatore (vedi Fonte 3) è una vera chiavica: mancano una serie di indici che – per contenuto – dovrebbero essere presenti: il patrimonio immobiliare, o il reddito aggiunto dei conviventi, il costo medio procapite alimentare, ecc ecc. Non ho voglia di dirvi come si comporterebbe il vostro indicatore di liquidità se potesse comprendere le stupidaggini che ho appena menzionato.
c) La qualità dell’indice di indebitamento da voi redatto non può essere trasferibile nel Mezzogiorno. Ma non ho voglia di erudirvi.
d) qualsiasi indicatore economico non può essere applicato indistintamente a tutte le regioni, esistono quelle a statuto speciale, e sono speciali anche nella formazione del reddito procapite e distribuito. E non ho voglia di delucidarvi.

4. Tema:
la maglia nera è quella che indossa, per diritto, l’ultimo nella Classifica Generale al Giro d’Italia.
Strano, qualcosa di strano emana a chi legge lo scritto sopra riportato, con l’analogia: pericolo di sovraindebitamento=maglia nera.
Un lontano odore, quasi puzza, percepisce chi legge lo scritto sopra riportato; ma sì: è una puzza, una di quelle mefitiche che avvolge il quotidiano pensare ed agire a Mestre; lì è di casa, tanto che induce i residenti a paragonare i tristi destini di una vita, di un qualsiasi padre di famiglia, o di un qualsiasi essere umano, a quelli – decisamente meno pesanti – di un atleta che, comunque, infine riceverà l’applauso degli sportivi di qualsiasi fede e casacca.

Lì, per loro
la Vita è una gara per non indossare la maglia nera. Si accontentano di poco, e poco hanno, in verità.
E quelli costretti ad indossarla sono, per Loro, deambulanti indicatori di rischio; rischio per la società seria, quella vincente. I virtuosi ai quali sentono di appartenere.
Per Loro, un uomo, una donna, un ragazzo, una ragazza si giudicano dalla maglia, dalla qualità del tessuto, la firma, il colore; come le auto. Come i ristoranti ed i golf club. Parallelismi, analogie, da pseudo scolarizzati, lecchini, pezzenti, con venti euro in tasca. Dicasi venti. Ed un mare di bollette in arretrato. I virtuosi.

Loro sono gente convinta
di lavorare, produrre, e che paga le tasse, e non vuole più sacrificare parte del proprio reddito per mantenere i nullafacenti, specie se meridionali.
Loro sono Imprenditori, Consulenti d’azienda, Managers.
Fammi ridere: a Venezia-Mestre?

Fammi ridere ancora:
a Venezia-Mestre?
Già, perché i Nostri sentenziano da una Provincia che è una vera schifezza, in termini economici e socio-demografici. Con un tasso di alcolizzati, drogati, falliti, protestati e cornuti, malattie cancerogene, inquinamento delle acque, aria irrespirabile - e fermiamoci qui - degna della Maglia color Vin Rosé del Giro del Veneto & Friuli-Venezia Giulia.

I virtuosi.
Ma va’ in mona.


Fonti:
1.http://www.centrostudisintesi.com/index.php?module=VgContenuti&func=print&mid=414
2.http://www.ilsole24ore.com/art/economia/2010-09-20/sovraindebitamento-maglia-nera-092427.shtml?uuid=AYs4BeRC&fromSearch
3.http://www.centrostudisintesi.com/javascript/scribite_editors/xinha/plugins/ExtendedFileManager/demo_images/Sovraindebitamento.pdf

martedì 21 settembre 2010

La mozzarella padana non è verde.

queste sono mozzarelle, e non sono verdi

 (Riduzione da: “La zootecnia intensiva ha fallito: chiude Pinzolo-Fiav”; su http://www.qualeformaggio.it).


“ Dopo anni e anni di errori, polemiche e rivendicazioni, il caseificio di Pinzolo-Fiavè chiude i battenti, lanciando sulla sua dirigenza e sugli amministratori pubblici trentini lunghe e pesanti ombre relative a una gestione del patrimonio lattiero-caseario locale disseminata di scelte impopolari e perdenti.
Basato su una zootecnia intensiva responsabile d’aver impiantato nel verde ed ecologico Trentino un sistema d’allevamento “padano” a impatto ambientale devastante (che importa in un ambiente fragile come quello montano alimenti prodotti altrove ed esporta tonnellate di formaggio, per tenersi infine pochissimo prodotto e l’enorme peso dei reflui), il gigante dell’industria casearia del nord-est esce indecorosamente di scena, per la classica goccia che fa traboccare il vaso: un clamoroso sequestro di sei quintali di mozzarelle “blu”, avvenuto all’inizio di questo mese, dopo il precedente analogo caso verificatosi nel luglio scorso.
Responsabile dell’”inconveniente”, a detta degli interessati, sarebbe l’impianto idrico del caseificio, infestato dal batterio pseudomonas, che ha resistito ai tentativi di bonifica effettuati dall’azienda nel mese di agosto.
(….) Con la chiusura dell’azienda (rimarranno attive le produzioni di yogurt, Trentingrana “bio” e Spressa delle Giudicare), si delineano infausti presagi sul futuro del mondo allevatoriale trentino (….).
(….) Da anni la vita del grande impianto di Fiavè era travagliata. Erano stati accumulati 50 milioni di debiti, non solo in relazione all'impianto produttivo principale (di Fiavè) ma anche alle operazioni delle “filiali”, prima tra tutte quella della produzione di yogurt di Villa Lagarina della ex Sav-Latte. Il fallimento del caseificio Fiavè-Pinzolo-Rovereto era allora stato evitato con iniezioni di capitali della Federazione cooperative (Coop Fidi) e della Provincia.

Fonti: 

Riduzione:


mercoledì 15 settembre 2010

E dire che la CGIL non è la cgia.

E dire che, quelli della CGIL non li sopporto; sacerdoti ed agit prop. Al contempo.
E dire che, per un quartino di vita sono scivolato, come un alcolizzato, sulla 'a' della Cgia. Sovrapponevo l'acronimo Cgia a quello della Confederazione Generale Italiana del Lavoro. Inconscio suggestionato, mica apposta. Per cui deducevo: quelli della CGIL di Mestre si danno da fare, e contano parecchio; politicamente intendo, nel Sindacato ed a Botteghe Oscure.
 E dire che, sono stato un ingenuo. Proprio così. La Cgia di Mestre non è la CGIL, la gloriosa Confederazione Generale Italiana del Lavoro, un pezzo di Storia repubblicana. Adesso l'ho realizzato: l'Associazione Artigiani e Piccole Imprese Mestre Cgia (vedi Fonte 1) non centra un belin con la CGIL di Mestre. E neanche con quella nazionale. Almeno credo. Ma chi me lo può garantire? Inizio a far confusione, per cui – in sintesi - non li ho più presi più in considerazione, questi senza la 'L'.

Sì, ma cos'è la Cgia di Mestre? 
Un sacco di cose (vedi fonte 2). Tutte bellissime, per gli Artigiani di Mestre, ma anche per quelli un po' più in là; tanto che alla Cgia di Mestre hanno pensato: siamo bravi. E perciò hanno fatto una pensata: ci allarghiamo sino al paese di Marcon, e - passando - depositiamo sedi anche a Marghera, Chirignago e persino a Trivignano.
Bravi, ben fatto, brindate col Brachetto d'Aqui.
E dire che, in provincia di Venezia, se sei bravo, sei riconosciuto tale anche da chi non centra un belin con gli artigiani di Mestre Marghera Chirignago e Trivignano. Per esempio: uno bravo in Provincia di Venezia viene riconosciuto dalla TV di Stato, la RAI. Che lo fa intervistare dal Telegiornale. Che poi, cosa centri uno che fa consulenza fiscale ed aziendale alle piccole imprese artigiane della zona di Mestre con i conti ministeriali, mi sa di leva pubblicitaria (basso costo, alto impatto mediatico ed altissimo rendimento marginale sul portafoglio clienti). Comunque non sono fatti miei.
E dire che, non sono fatti miei. Si, ma quando i consulenti degli artigiani di Mestre Marghera Chirignago e Trivignano sentenziano sui fatti miei, sono fatti miei, e non subisco.
Già, quella faccia bonaria in Tv l'ho memorizzata perchè – ogni tanto – la Cgia di Mestre scopre qualcosa di estremamente importante per l'economia del Veneto, ipso facto del Nord, perciò del Paese; e tutte queste scoperte ce le dice quello lì, il veneto bonario, puntualmente intervistato dai telegiornali della Rai, giustamente allarmati. Neanche con il terremoto sono così angosciati.
Per esempio: da Mestre dicono di aver scoperto robe non buone, nei conti e bilanci pubblici. E la RAI: prego, dica urbi et orbi. Manco il Papa.
Loro sono la cgia di Mestre, mica la CGIL di Palermo. O la UGL di Napoli.
E dire che, ieri l'altro hanno pubblicato uno studio sull'usura, non su quella reale, per carità, ma su una sua superfetazione. Una roba! Hanno fatto una scoperta sensazionale, del tipo 'nuovo virus o batterio': IL RISCHIO USURA.
Andiamo sul report (vedi Fonte 3):

 „La maglia nera del rischio usura spetta alla Campania. Seguono la Calabria, la Puglia, la Basilicata e la Sicilia. A Nordest, invece, abbiamo l'area meno interessata, o quasi, da questo fenomeno. Veneto, Friuli V.G. e Trentino A.A., infatti, sono tra le regioni italiane meno investite dalla piaga dello strozzinaggio.“

Un appello a tutti coloro i quali vivono in Basilicata: rintracciate la mia Prof.ssa d'italiano e latino alle medie inferiori, Dr.ssa Caruso. Necessita Suo intervento: il caso si palesa critico, direbbe. Ed ancora: Ahh, senti, veneto bonario, non godi della cognizione di come si imposta un componimento tematico; lo apri con un assunto non dimostrato nel prosieguo; è come se tu volessi farlo passare per forza, come lo slogan urlato nei cortei. E subito dopo questo slogan lo compari con un dato che affermi reale, perchè lo affermi tale con la frase „meno interessata, o quasi“. Il tutto sotto l'egida del 'responso dell'Ufficio Studi della CGIA di Mestre'. Come se codesto Ufficio dovessimo assumerlo come una sorta di Garanzia Assoluta, e quindi Vera ed Incontestabile. Componimento apodittico, retorico, ed una contraddizione di fondo tra affermazioni non comparabili perchè di diversa natura, spacciata per plausibile mediante una forzatura logica. Sei un velleitario ed incoscente. Ritorna al banco, quattro meno.
 E dire che, la Prooff. Caruso mi appariva cattiva, a volte, con i Suoi occhi neri sotto i capelli corvini, la montatura nera sulle lenti spesse, lo spezzato fuligine, come la camicetta, le calze ed i mocassini, neri.

 „(…..) sulla base di un'elaborazione in cui sono stati messi a confronto alcuni indicatori regionalizzati riferiti al 2009, quali la disoccupazione, i fallimenti, i protesti, i tassi di interesse applicati, le denunce di estorsione e di usura, il numero di sportelli bancari e il rapporto tra sofferenze ed impieghi registrati negli istituti di credito. In pratica è stato individuato l'indice del rischio usura attraverso la combinazione statistica di tutte quelle situazioni potenzialmente favorevoli al diffondersi dello strozzinaggio. Dimensionare l'usura o le estorsioni solo attraverso il numero di denunce; commenta il segretario della CGIA di Mestre, Giuseppe Bortolussi; non è molto attendibile perché il fenomeno rimane in larga parte sommerso e risulta quindi leggibile con difficoltà, approssimazione e attendibilità relativa. Per questo abbiamo messo a confronto ben 8 sottoindicatori per cercare di dimensionare con maggiore fedeltà questa emergenza. 

Scusi Emerito:
1. la disoccupazione, 
2. i fallimenti,
3. i protesti,
4. i tassi di interesse applicati,
5. le denunce di estorsione
6. e di usura,
7. il numero di sportelli bancari
8. e il rapporto tra sofferenze ed impieghi registrati negli istituti di credito,
sono fenomeni statisticamente tra loro non omogenei, non risulta obbediscano - necessariamente - ad una logica unitaria, e quindi ad una legge generale di conseguenzialità.
Essi sono - singolarmente - afferenti a situazioni di vita economica, familiare ed esistenziale diverse tra loro, per motivi storici e conseguenze reali. Non può applicarci sopra una super-legge di causa-effetto, una legge oggettiva. Manco per sogno. Le spiego: la vittima di usura, o il soggetto a rischio, può essere tale per motivi che risultano essere anche disgiunti dalla sfera lavoro, e cioè: droga, stile di vita, situazione familiare di origine, condizione familiare corrente, altri nuclei familiari paralleli, figli in sofferenza, gioco d'azzardo e cretinerie varie.
E' lapalassiano, veneto bonario. Perchè misci merda, come si dice dalle Sue parti?
E dire che, al massimo, la cgia potrebbe produrre un indicatore generico, con le dovute specificazioni circa il range di probabilità statistica. Niente di più. Ma ce le avete le risorse per farlo? Lasciate perdere, se fosse così semplice produrre analisi statistica socio-economica, l'ISTAT sarebbe inutile. Ed inutile non è. Come siete voi, per me. Incomincio a pormi il quesito del perchè mi occupo della cgia di Mestre.
Per cui basta, ho capito, siete gonfi di prosopopea post pellagra. Non ho più voglia, fatevi un bianchino, anzi due, che è meglio.

Conclusioni, della cgia (vedi Fonte 4):
 „L'attuale Presidente e' Ivano Muffato. Qual e', dunque, il bilancio di questi ultimi dieci anni di lavoro a Mestre? 
"La nostra evoluzione - spiega il Presidente - credo abbia contribuito a costruire un buon rapporto con la citta' e a dare quella credibilita' che, forse, qualche anno fa mancava. Sessant'anni fa abbiamo pensato di unirci - anzi, di associarci - spinti dall'esigenza di aggregare quelle ditte che avevano bisogno di un certo tipo di servizi. E oggi, all'inizio del XXI secolo, grazie ad uno zoccolo piuttosto solido di soci (gli iscritti sono circa tremila), puntiamo ad una presenza piu' capillare nel territorio con le sedi periferiche di Marghera, Marcon, Trivignano, Chirignago e continueremo la nostra battaglia fiscale".

 E dire che, quello lì casca in TV con notizie che sembrano sentenze. Da Mestre. Facci ridere.

Fonti: