lunedì 4 ottobre 2010

Il pane Dop non decolla senza l’intesa sul prezzo del grano



di ONOFRIO BRUNO
ALTAMURA - «Ci vuole un nuovo accordo di filiera per il pane Dop». È la proposta lanciata dal presidente del Consorzio di tutela, Giuseppe Barile, per fare decollare un prodotto che è molto richiesto ma ancora marginale come quantità. Tutto si gioca sul prezzo del grano. Era il 2003 quando il pane di Altamura otteneva la denominazione di origine protetta. Unico in Europa nella categoria della panetteria e dei prodotti da forno. Da allora c'è stato un enorme ritorno di immagine per l'abbinamento del nome alla qualità e alla rintracciabilità, caratteristiche oggi molto richieste dal consumatore più attento e salutista. Gli accordi di filiera, invece, sono rimasti sulla carta. Così oggi il pane Dop, nonostante la richiesta dei mercati di tutta Italia e della grande distribuzione organizzata, è ancora una piccola quota di mercato. Solo unamezza dozzina i panifici che lo sfornano. La produzione giornaliera è di circa 10 quintali sui 600 complessivi, in città. Eppure, in tempi di crisi per il manifatturiero e per il mobile imbottito, Altamura ha in mano un jolly che non sta giocando. 

Se andassero a braccetto, la produzione del pane Dop rilancerebbe la cerealicoltura, schiacciata oggi dalle importazioni massicce di grano dall'estero, tanto che si è arrivati ai minimi storici del prezzo. Quello locale viene pagato 14 euro al quintale. Ai produttori non conviene più seminare, tanto che vaste estensioni di fondi agricoli vengono affittati o ceduti per i parchi fotovoltaici. Il lancio della Dop è strettamente legato proprio alle spighe dorate. Il disciplinare approvato da Bruxelles prevede l'utilizzo di frumenti locali prodotti nel territorio della Murgia. Non si possono quindi usare i grani provenienti dal Canada e in generale dall'estero, di largo uso per produrre il pane non Dop. Pur essendo poco, il pane con il bollino negli scorsi mesi ha rischiato di non essere prodotto. C'era poco grano certificato e il Ministero per le Politiche agricole ha accolto una deroga consentendo anche l'uso del frumento di agricoltura biologica. Per la nuova annata le quantità dovrebbero essere sufficienti. Ma ciò significa continuare a vivacchiare. Invece le potenzialità sono notevoli. «Esiste un mercato molto ampio, specie in altre regioni, che vuole solo il Dop perché non si fida del falso pane di Altamura che arriva da chissà dove - sostiene Barile -. È tempo, nella nostra città, che si faccia un vero accordo di filiera che riconosca agli agricoltori il giusto prezzo per il grano».

Fonte:
http://www.lagazzettadelmezzogiorno.it GdM_dallapuglia_NOTIZIA_01.php?IDNotizia=371888&IDCategoria=1