sabato 18 giugno 2011

Federali.Mattino_18.6.11. Retorica da robusto pranzo potentino e lauta cena materana. Nino D'agostino: Il presidente della giunta regionale, De Filippo, ha avviato una trattativa col Governo e con le aziende estrattrici, sottoscrivendo un memorandum col governo nazionale, ponendo con forza sul tavolo le grandi questioni che frenano lo sviluppo lucano e che si possono sintetizzare 1) nel rafforzamento della dotazione infrastrutturale, attualmente nettamente insufficiente, in termini di competitività ed attrattività del territorio, 2) nella difesa e rilancio dei grandi investimenti industriali, realizzati negli anni’90, 3) nella ripresa della occupazione, attraverso nuove attività economiche, a cominciare dalla individuazione di gruppo organico di imprese operanti nel settore dell’energia, avente rilievo internazionale, finalizzato a creare un vero e proprio distretto energetico in Basilicata ed alla realizzazione di un centro studi europeo sull’energia e sulla sicurezza energetica e di una scuola superiore di formazione sull’energia di tecnici da indirizzare verso il settore dell’energia, 4) nell’attivazione di programmi di prevenzione e messa in sicurezza del territorio e di elevamento della qualità della vita collettiva ed individuale.

Nord ricco perchè esporta al Sud: lo studio di Unicredit.
Basilicata. Quale utilità per il petrolio?
Napoli. «Ripulisco Napoli in cinque giorni». De Magistris: ma il governo fa Ponzio Pilato subendo i ricatti della Lega.
Napoli. D'Angelo: i soldi per le politiche sociali? Dai tagli e dalla riscossione delle multe
Paradosso Sgarbi: la mafia non esiste più
San Marino. Frontalieri, I Segretari Valentini e Mussoni hanno incontrato i rappresentanti della Provincia di Pesaro e Urbino
Croazia. Fiume, mire cinesi sul “Tre Maggio” cantiere in vendita


Nord ricco perchè esporta al Sud: lo studio di Unicredit.
 Scritto il 17 giugno 2011
Il Sud parassita che vive sulle spalle del Nord? Macché, se il Nord è ricco lo deve anche alla sua capacità di esportare verso le regioni meridionali del Paese, tra i clienti più redditizi. Lo studio che sfata uno dei più consumati luoghi comuni è stato messo a punto per Unicredit da un team di economisti, Paolo Savona, Zeno Rotondi e Riccardo De Bonis e presentato oggi a Napoli.
”Se molte regioni del Nord – ha spiegato il responsabile territoriale di Unicredit Felice Delle Femine – hanno un saldo positivo in fatto di export lo devono al Mezzogiorno dove esportano moltissimo. Dall’analisi presentata oggi, Campania, Puglia, Calabria e Basilicata, risultano infatti caratterizzate da una forte propensione all’importazione di beni da altre aree del Paese e da un interscambio regionale prevalentemente orientato all’interno”.
Dall’analisi emerge anche che il sistema bancario impegna nel Sud attraverso credito alle imprese più risorse di quante ne raccolga e che le quattro regioni meridionali prese in esame sono tutt’altro che povere ma, anzi, hanno potenzialità enormi che potrebbero sfruttare per fare dei propri territori, anche attraverso un uso accorto dei fondi strutturali, una leva per lo sviluppo tramite il potenziamento del settore turistico.

Basilicata. Quale utilità per il petrolio?
17/06/2011
di NINO D'AGOSTINO
 La bocciatura referendaria del ricorso all’energia nucleare ha rilanciato alla grande il proposito del Governo italiano di incrementare la produzione del petrolio in atto in Italia, già a partire da quest’anno.
 Il ministro dello sviluppo economico, Paolo Romani, nel corso dell’assemblea dell’Unione petrolifera, ha ribadito che la Basilicata sarà la regione di punta nel settore estrattivo, dando per scontato che la produzione aumenterà di oltre 90 mila barili al giorno, ossia più del doppio di quella attuale.
 Il governo vuole giustamente ridurre la dipendenza nazionale del petrolio dall’estero (analogo discorso intende fare per il gas) e punta sul petrolio lucano che potrebbe fornire oltre il 10% del fabbisogno nazionale.
 Nel leggere le dichiarazioni del ministro Romani, ho avuto netta l’impressione che il ministro, come direbbe Trapattoni, parli di gatto prima di averlo nel sacco.
 Illuminante mi sembra il commento del mio amico Ordenio, il poeta che lasciò la Basilicata negli anni ’60, allorché perse il posto di lavoro all’ente riforma nel giro di una nottata, quando i cacicchi democristiani locali si accorsero che era un socialista, appartenenza intollerabile per quei tempi, alla dichiarazione di Romani che recita così: ora gli portano via il petrolio per sanare l’economia, speriamo in un encomio o, almeno, in uno sputo sul petto, da sembrare, da lontano, una medaglia.
 Il presidente della giunta regionale, De Filippo, ha avviato una trattativa col Governo e con le aziende estrattrici, sottoscrivendo un memorandum col governo nazionale, ponendo con forza sul tavolo le grandi questioni che frenano lo sviluppo lucano e che si possono sintetizzare 1) nel rafforzamento della dotazione infrastrutturale, attualmente nettamente insufficiente, in termini di competitività ed attrattività del territorio, 2) nella difesa e rilancio dei grandi investimenti industriali, realizzati negli anni’90, 3) nella ripresa della occupazione, attraverso nuove attività economiche , a cominciare dalla individuazione di gruppo organico di imprese operanti nel settore dell’energia, avente rilievo internazionale, finalizzato a creare un vero e proprio distretto energetico in Basilicata ed alla realizzazione di un centro studi europeo sull’energia e sulla sicurezza energetica e di una scuola superiore di formazione sull’energia di tecnici da indirizzare verso il settore dell’energia, 4) nell’attivazione di programmi di prevenzione e messa in sicurezza del territorio e di elevamento della qualità della vita collettiva ed individuale.
 D’altro canto, i sindaci della Val d’Agri vogliono essere coinvolti direttamente nel negoziato, denunciando, in primo luogo, le asimmetrie informative, decisionali e relazionali che hanno finora tenuto fuori o ai margini della soglia delle negoziazioni gli enti locali.
 Il sindaco di Viggiano, l’ing.Giuseppe Alberti, coglie ogni occasione utile per rimarcare che l’ambiente e la salute non sono elementi negoziabili e che occorre, dunque, cautelarsi ,predisponendo anche una legge regionale ad hoc che fissi i limiti delle emissioni conseguenti alle attività estrattive ed avviando azioni di monitoraggio realizzate direttamente dagli enti locali, da confrontare con le indagini avviate dagli altri enti interessati.
 Prime risposte a tali legittime rivendicazioni sono venute concretamente dalla stessa Eni, l’azienda capofila delle multinazionali operanti in Val d’Agri, riguardanti un intervento di ammodernamento degli impianti, in corso di attuazione, approfittando della prima fermata generale dell’impianto di Viggiano , concepito nell’ambito di un progetto che l’Eni sta sperimentando di assorbimento, con tecnologie avanzatissime, di delle emissioni nocive, nell’ottica di conciliare la creazione di un parco nazionale della Val d’Agri che per definizione è area di eccellenza ambientale con una grande attività estrattiva che si porta dietro effetti di inquinamento ambientale di non lieve portata.
 Entro luglio sarà stipulato l’accordo istituzionale Stato-Regione Basilicata e quindi a quella data capiremo i reali termini della negoziazione.
 E’ in corso una partita difficilissima che vede situazioni ed interessi diversi, non necessariamente convergenti: lo Stato italiano, tramite l’Eni e la Cassa depositi e prestiti è ben dentro l’attività estrattiva, unitamente ad alcune multinazionali (Total, Shell), la Regione Basilicata non intende accontentarsi di risorse limitate, gli enti locali non vogliono essere esclusi.
 Non si può dire che la Basilicata finora abbia ricevuto grandi impulsi alla crescita, connessi alla attività estrattiva. Gli effetti finora prodotti dal settore in esame hanno dato luogo ad una “euforia” economica molto circoscritta all’area estrattiva.
 Ciò che ha rilievo è che lo Stato italiano e le aziende estrattive potranno ricevere dall’aumento di produzione benefici destinati a crescere (gettito fiscale, profitti), potendo contare su una minore incidenza dei costi fissi degli impianti già funzionanti per effetto dell’incremento di produzione e sull’aumento del prezzo del petrolio, dovuto alle fibrillazioni internazionali recenti.
 La Basilicata dovrà fronteggiare maggiori problemi in termini di impatto ambientale, di difficoltà di valutazione dei suoi beni intangibili (come la salute della popolazione), di ripristino delle condizioni ex ante intervento estrattivo.
 È di tutta evidenza che si sia di fronte ad uno scambio ineguale, con alcuni soggetti che danno le carte ed altri che devono accettarle in nome di un interesse generale, di cui sono parzialmente portatori.
 In realtà, l’analisi costi-benefici per la Basilicata e per la Val d’Agri, è tutta da fare, avanti ad informazioni spesso carenti o spostate nel tempo.
 A ben vedere, la Basilicata, nelle sue articolazioni istituzionali, non chiede “la luna nel pozzo. Pone anche in questa trattativa il problema di sempre: essere messa nelle condizioni di superare il divario che la separa dal resto del Paese. Spetta agli altri attori sociali contribuire a questo obiettivo.

Napoli. «Ripulisco Napoli in cinque giorni». De Magistris: ma il governo fa Ponzio Pilato subendo i ricatti della Lega.
Sodano: sito di stoccaggio in 72 ore
E Calderoli: «Caro Caldoro, dovresti ringraziarmi»
NAPOLI - «In quattro - cinque giorni la città e la provincia di Napoli saranno liberate dalla spazzatura». L’annuncio è del sindaco di Napoli Luigi de Magistris, in conferenza stampa. Una promessa che ricorda vagamente qualche analogo proclama del recente passato, ma de Magistris va avanti: «Il sindaco - aggiunge - si sta muovendo anche al di là delle sue competenze amministrative e istituzionali ma il governo si è lavato le mani come Ponzio Pilato, subendo i ricatti della Lega. Anche oggi si sono fatti passi in avanti anche grazie al clima di rispetto e di lealtà tra le istituzioni locali, col prefetto, con l’Asl e l’Arpac. A questo si deve aggiungere lo sforzo molto forte che la Regione fa – prosegue il sindaco de Magistris - perchè deve assumersi la responsabilità di fare passi importanti con altre regioni».

SITO DI TRASFERENZA TOP SECRET - Il vicesindaco Tommaso Sodano ha confermato che sono in corso accertamenti tecnici e che in città verrà realizzato un sito di trasferenza dove tenere i rifiuti per un massimo di 72 ore. Come sempre accaduto in passato, resta top secret il luogo individuato per la realizzazione del sito di trasferenza, evidentemente per il timore di proteste da parte della popolazione.
Carlo Tarallo

Napoli. D'Angelo: i soldi per le politiche sociali? Dai tagli e dalla riscossione delle multe
L'assessore comunale: «Ma le coop non sono aziende sociali. Con le mie dimissioni cessa qualsiasi interesse»
NAPOLI - Le politiche sociali, settore in sofferenza da anni, sono uno dei settori che non subirà tagli dal bilancio del Comune di Napoli. Lo annuncia Sergio D'Angelo, assessore alle Politiche sociali, che svela al Velino la strategia da mettere in campo nelle prossime settimane con l'obiettivo finale ambizioso «di recuperare 80 milioni di euro».

D'Angelo, sono state sollevate molte polemiche su un suo presunto conflitto d'interessi in quanto presidente di Gesco: come replica?
«Ho ricoperto ruoli di responsabilità, ma le cooperative non sono aziende familiari. Con le mie dimissioni cessa qualsiasi interesse, non è come Berlusconi che ha interessi patrimoniali nelle aziende di cui è proprietario. E se mai ci fosse stato, il conflitto d'interesse sarebbe stato al contrario: tutto il terzo settore vanta crediti 80 milioni di euro in totale, Gesco al massimo 7-8. In giro per l'Italia, in altre Amministrazioni, poi ci si rivolge a personalità che provengono dal settore politiche sociali: a Milano con la Caritas, a Torino con il presidente di una grande cooperativa».

Come intende recuperare crediti?
«In alcuni mesi cercherò di riorganizzare la programmazione, di rendere più efficiente la macchina e di elaborare di sicuro un piano di rientro dei crediti».

Ma come?
«Evitando sovrapposizioni di interventi, facendo risparmiare soldi da investirli altrove. Le fasce più bisognose di aiuto sono i minori, i disabili e gli anziani. Poi servono più asili nido. Stiamo discutendo con Realfonzo sul bilancio, posso anticipare che di sicuro non ci saranno tagli alle politiche sociali. Inoltre, lunedì avvierò un protocollo di collaborazione istituzionale con l'assessore regionale omologo Ermanno Russo».

Dove li troverete i soldi?
Tagliando molti dirigenti a contratto, accorpando le partecipate, ma soprattutto con la riscossione delle multe arriverebbero circa 300 milioni di euro.
Fonte Il Velino

Paradosso Sgarbi: la mafia non esiste più
Il critico-sindaco: «Rimane solo un rapporto affettivo nei suoi confronti. Oggi si può parlare liberamente di pizzo»
CATANIA - «La mafia in Sicilia non esiste più. Mi spiego: la Sicilia soffre del connubio mafia/antimafia, ha fornito il marchio d'origine, ma, dagli anni Ottanta, il ruolo dei pentiti l'ha resa meno forte, fino a sgretolarla. Insomma, la mafia non esiste più, rimane solo un rapporto affettivo nei suoi confronti. Ne è prova il fatto che il pubblico può parlarne anche in un simile contesto, così come può parlare liberamente di pizzo». A parlare è Vittorio Sgarbi ospite del «Taormina Film Fest». «In Italia - prosegue - si è affermato il culto del costruire: negli ultimi anni, il nostro Paese è stato saccheggiato, è stata persino privato di opere dal valore storico, a vantaggio di costruzioni fatiscenti, definite contemporanee. Si è affermato il modello delle favelas brasiliane, suggestive pur essendo abusive, con uno stile orrendamente creativo».

San Marino. Frontalieri, I Segretari Valentini e Mussoni hanno incontrato i rappresentanti della Provincia di Pesaro e Urbino
17/06/11 16:43
[Provincia di Pesaro e Urbino] Provincia di Pesaro e Urbino e Titano cercano la quadra sulla delicata questione del nuovo regime fiscale introdotto dal parlamento sammarinese per i frontalieri, che ha creato una rilevante modifica nel sistema di detrazioni dall’imposta per le persone fisiche. In via Gramsci, nella mattinata, la situazione è stata approfondita dal presidente Matteo Ricci, dall’assessore Renato Claudio Minardi e dal vicesegretario generale Massimo Grandicelli da un lato e dai segretari di Stato della Repubblica di San Marino Pasquale Valentini e Francesco Mussoni dall’altro. «Abbiamo ripercorso la vicenda – spiega Minardi -. Il cambiamento, secondo i segretari di Stato, rientra in una serie di provvedimenti che hanno riguardato anche i residenti. Nell’intenzione originaria, l’imposta poteva essere poi recuperata al momento della dichiarazione dei redditi. Ma per vari motivi non si riesce praticamente a farlo». Le motivazioni: carichi famigliari, mutui o redditi bassi non consentono la compensazione. Ma qualcosa si muove: «Con la riforma fiscale in corso – sottolinea Minardi – San Marino conta di dare una prima risposta già dal prossimo anno, eliminando la distorsione. Il sistema di imposizione dei redditi delle persone fisiche, secondo la volontà del legislatore, verrà completamente rivisto sia per i residenti che per i non residenti. E saranno abbandonati i tradizionali sistemi di detrazione e deduzione in via forfettaria». Non solo: «C’è anche l’intenzione di costituire un tavolo tra lo Stato italiano (ministero Finanze e Affari esteri, ndr) e la Repubblica di San Marino – aggiunge Matteo Ricci – su diverse questioni di natura economica, dove ovviamente si dovrebbe arrivare anche all’accordo e alla sottoscrizione di un protocollo sul tema». Intanto la Provincia continua a lavorare con la Repubblica di San Marino anche su altri temi, tra cui il progetto del parco tecnologico. «Nei prossimi giorni un nuovo incontro a San Marino per approfondire ulteriori aspetti sul problema dei transfrontalieri insieme alla Provincia di Rimini. Siamo vicini ai lavoratori e ribadiamo il nostro impegno per arrivare alla risoluzione positiva del problema», conclude il presidente.
Francesco Nonni
 Sito istituzionale
 Provincia di Pesaro e Urbino

Croazia. Fiume, mire cinesi sul “Tre Maggio” cantiere in vendita
L’offerta riguarderebbe anche l’aeroporto di Veglia Koncar: «Se lo Stato preferisce così, noi ci ritiriamo»
di Andrea Marsanich
FIUME
Cantiere navale fiumano Tre Maggio in mano ai cinesi: più che un’ idea. L’ altro giorno ad incontrare a Fiume la direzione e i sindacati dello stabilimento (2800 occupati e centinaia di lavoratori delle coooperative) è stato Yu Hong, vicepresidente esecutivo dello Jiangsu Nordic Investment Managment Co, gruppo i cui rappresentanti erano stati in visita al cantiere di Cantrida già nell’ aprile dell’ anno scorso, gettando le basi per un’ eventuale privatizzazione del Tre Maggio. A 14 mesi di distanza si sono ripresentati proponendo progetti che al momento nessuno vuole confermare né al Tre Maggio, né al governo (il cantiere è ancora di proprietà statale). È assodato però che la compagnia cinese vorrebbe privatizzare lo “squero” fiumano, il quale continuerebbe a costruire navi di vario tipo, chiatte e motori navali. Da fonti ufficiose al Tre Maggio, si apprende inoltre che gli asiatici non avrebbero concentrato esclusivamente le attenzioni sul cantiere, rendendo noti progetti di investimento che riguarderebbero la zona industriale di Kukuljanovo (poco a Nord –Est di Fiume) e l’ aeroporto fiumano di Castelmuschio (Omisalj), nell’ isola di Veglia. Il Quarnero rappresenterebbe per il gruppo cinese l’ ingresso in questa parte d’Europa, visto che la sua “avanzata da Nord” ha già portato a investimenti nei colossi svedesei Volvo e Saab.

Nonostante l’offensiva cinese, l’azienda croata Jadranska ulaganja non ha intenzione di demordere nella privatizzazione del Tre Maggio. Jadranska ulaganja, appartenente a Danko Koncar, detto il re del cromo, è l’ unica impresa a essersi fatta avanti nella terza e ultima tornata di privatizzazione degli scali fiumani. Così il figlio di Danko Koncar, Nenad: «Il nostro obiettivo è di diventare proprietari del Tre Maggio ma se lo Stato croato, la direzione e i cantierini riterranno di dover fare altrimenti, concedendo fiducia ai cinesi, noi ci ritireremo dalla corsa e gli asiatici dovranno soltanto pagarci quanto speso da Jadranska ulaganja nel procedimento di privatizzazione fin qui avviato”. Va aggiunto che i Koncar vorrebbero assumere anche la proprietà dei cantieri Brodotrogir di Traù e Kraljevica di Portoré.

Nessun commento: